Recensione
Phone
6.0/10
"Phone" (questo il titolo internazionale) è un film coreano dell'orrore uscito in Italia nel 2003, un anno dopo che in patria. Una giovane giornalista inizia a ricevere telefonate minatorie che pensa possano essere collegate alle indagini che sta effettuando su un giro di abusi sessuali. Per tutelarsi dall'eventuale persecutore, accetta di andare a vivere nella grande casa abitata da una sua intima amica e dalla sua famiglia, ma non vi trova la tranquillità, poiché anche quella dimora conserva dei terribili segreti.
Al momento della sua distribuzione nelle sale, fu pubblicizzato come una sorta di "The Ring" al quadrato: era infatti uscito da poco il remake americano del primo film tratto dal romanzo di Koji Suzuki e il trailer di "Phone", sapientemente montato, esprimeva bene una sensazione di angoscia e paura soprannaturale. Vedendo però il film nella sua interezza, si scopre che è un'opera completamente diversa, in cui l'orrore è generato dalla malvagità e dalla crudeltà delle azioni consapevolmente guidate dalla volontà umana piuttosto che da "fantasmi emergenti dai pozzi"; i particolari più scabrosi possono comunque mettere a disagio il pubblico più sensibile. Complessivamente, è più orientato verso il thriller che verso il fantastico.
Al momento della sua distribuzione nelle sale, fu pubblicizzato come una sorta di "The Ring" al quadrato: era infatti uscito da poco il remake americano del primo film tratto dal romanzo di Koji Suzuki e il trailer di "Phone", sapientemente montato, esprimeva bene una sensazione di angoscia e paura soprannaturale. Vedendo però il film nella sua interezza, si scopre che è un'opera completamente diversa, in cui l'orrore è generato dalla malvagità e dalla crudeltà delle azioni consapevolmente guidate dalla volontà umana piuttosto che da "fantasmi emergenti dai pozzi"; i particolari più scabrosi possono comunque mettere a disagio il pubblico più sensibile. Complessivamente, è più orientato verso il thriller che verso il fantastico.