Recensione
Ano Hi Mita Hana no Namae o Bokutachi wa Mada Shiranai, altresì noto come Ano Hana, è un anime del 2011 prodotto dallo studio A-1 Pictures.
La trama narra di un gruppo di bambini la cui vita viene interrotta a causa della tragica, improvvisa e crudele morte di uno di loro, il cui lutto li porterà a dividersi e poi a ritrovarsi. Si sono divisi “a causa di” Menma, ma si riuniranno “grazie a” a Menma. Lei è ciò che li unisce l'uno all'altro.
Perché non mi è piaciuto? È un anime che ha cercato in ogni modo di farmi piangere, di farmi stringere il cuore, di farmi versare lacrime, ma non ci è riuscito, eccetto che per un solo e unico momento in cui mi sono sentita morire, perché è stata la scena migliore che ha avuto il potere di restare impressa dentro di me. È di Yukiatsu, proprio lui, è di Atsumu Matsuyuki, che all'apparenza può sembrare algido, insensibile e arrogante, ma che nasconde, dietro la maschera, una sensibilità, un'emotività e un'emozionalità tale, che l'ha portato alla negazione della morte. È quella scena, in cui Yukiatsu mostra il modo in cui ha reagito al trauma, che non riuscirò mai a dimenticare, poiché all'interno di essa fluiscono così tante domande senza risposte. È stata incredibilmente dolorosa, vera e struggente. Ma, eccetto questa sola e unica scena, tutto il resto dell'anime mi è parso un'accozzaglia di personaggi stereotipati, di una trama banale e di un tentativo di far commuovere lo spettatore, mentre invece questa sola e unica scena per me ha racchiuso l'interno significato delle talvolta inconcepibili, molto complicate e spesso dolorose meccaniche di reazione a un lutto.
Il comparto grafico, sonoro e tecnico è meraviglioso. Una menzione d'onore va alla colonna sonora, perché è delicata come un fiore, trasmettendo la sensazione di ritrovarsi sospesi tra realtà e irrealtà, come se si trattasse di un sogno all'interno di un mondo fatato. È dolce, è delicata, è gentile: mi sembra quasi che sia stata composta sulla base del personaggio di Menma, per accompagnarla in questo suo percorso dall'inizio alla fine.
È un anime che consiglio, nonostante tutto, perché quella sola e unica scena riesce ad esprimere in modo sincero, brutale e onesto le complessità della psicologia umana.
La trama narra di un gruppo di bambini la cui vita viene interrotta a causa della tragica, improvvisa e crudele morte di uno di loro, il cui lutto li porterà a dividersi e poi a ritrovarsi. Si sono divisi “a causa di” Menma, ma si riuniranno “grazie a” a Menma. Lei è ciò che li unisce l'uno all'altro.
Perché non mi è piaciuto? È un anime che ha cercato in ogni modo di farmi piangere, di farmi stringere il cuore, di farmi versare lacrime, ma non ci è riuscito, eccetto che per un solo e unico momento in cui mi sono sentita morire, perché è stata la scena migliore che ha avuto il potere di restare impressa dentro di me. È di Yukiatsu, proprio lui, è di Atsumu Matsuyuki, che all'apparenza può sembrare algido, insensibile e arrogante, ma che nasconde, dietro la maschera, una sensibilità, un'emotività e un'emozionalità tale, che l'ha portato alla negazione della morte. È quella scena, in cui Yukiatsu mostra il modo in cui ha reagito al trauma, che non riuscirò mai a dimenticare, poiché all'interno di essa fluiscono così tante domande senza risposte. È stata incredibilmente dolorosa, vera e struggente. Ma, eccetto questa sola e unica scena, tutto il resto dell'anime mi è parso un'accozzaglia di personaggi stereotipati, di una trama banale e di un tentativo di far commuovere lo spettatore, mentre invece questa sola e unica scena per me ha racchiuso l'interno significato delle talvolta inconcepibili, molto complicate e spesso dolorose meccaniche di reazione a un lutto.
Il comparto grafico, sonoro e tecnico è meraviglioso. Una menzione d'onore va alla colonna sonora, perché è delicata come un fiore, trasmettendo la sensazione di ritrovarsi sospesi tra realtà e irrealtà, come se si trattasse di un sogno all'interno di un mondo fatato. È dolce, è delicata, è gentile: mi sembra quasi che sia stata composta sulla base del personaggio di Menma, per accompagnarla in questo suo percorso dall'inizio alla fine.
È un anime che consiglio, nonostante tutto, perché quella sola e unica scena riesce ad esprimere in modo sincero, brutale e onesto le complessità della psicologia umana.