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"Mirai Nikki" è un'opera complessa e fortemente divisiva. Generalmente, i suoi lettori si dividono in due grandi categorie: chi la considera un'esperimento geniale e chi, al contrario, la ritiene una presa in giro estremamente sopravvalutata. Nella mia recensione sostengo una posizione intermedia.

Partiamo dai punti di forza.
Il principale pregio di "Mirai Nikki" è che si fa leggere fino alla fine.
Certamente all'autore va riconosciuto il merito di aver saputo creare una storia ricca di suspense, sia "interna" (a livello, cioè, di singolo tankobon), che "esterna" (con riguardo al manga complessivamente inteso).
Le situazioni paradossali, gli sviluppi inaspettati, i colpi di scena continui incollano il lettore ai volumetti fino alla fine della storia.

E i lati negativi? Beh, possiamo dire che altro non sono se non il rovescio della medaglia degli stessi punti di forza del manga. Perché, in effetti, questa voglia di stupire a tutti i costi attira sì il lettore fino in fondo, ma porta ad esiti spesso paradossali.
In primo luogo, infatti, la struttura da "elimination game" rende la quasi totalità dei personaggi piatti ed anonimi.
In secondo luogo, la trama stessa ad un certo punto diventa inutilmente complessa, con scelte che fanno perdere credibilità e verosimiglianza agli stessi protagonisti.
Si aggiungano i disegni non certo strepitosi e si capisce che effettivamente i critici di MN qualche freccia al loro arco ce l'hanno eccome.

Tirando le somme, penso che MN sia una buona idea che si perde strada facendo. Poteva raggiungere un livello molto più alto, ma l'impressione è che l'autore abbia voluto strafare, calcando troppo la mano a discapito di uno spunto interessante.
Ciò nonostante, come detto in precedenza, si lascia leggere con interesse e può essere una buona lettura per chi vuole qualcosa di appassionante e non troppo impegnativo.