Recensione
Kenshin, Samurai Vagabondo
7.0/10
Recensione di Kurono-Kun
-
*Attenzione, contiene leggeri spoiler*
Delusione, ecco come potrei riassumere, in una parola, la mia esperienza con Kenshin.
Partito con aspettative molto alte, date sia dagli OAV che dal passaparola di molti, che lo indicavano come uno dei capisaldi degli shonen anni 90. Per me non potrebbe essere più distante.
Via il dente via il dolore, al contrario di molti ritengo che Kenshin non abbia assolutamente catturato il fascino del Giappone nell'epoca dei Samurai, il fatto che i protagonisti usino delle katane e si professino tali non trasforma automaticamente un opera in qualcosa che non è. Chiaro, non mi aspettavo un manga storico, ma aldilà della "shonenosità" del tutto, questo è feudale tanto quanto One Piece è un manga sui pirati che imperversavano trecento anni fa nel mare dei Caraibi, anche perchè la sospensione di incredulità si scioglie in circa 3 capitoli, quando arriva gente con Gatling, Cannoni a mano, braccia robotiche, corpi di fuoco e altre amenità, necessarie (?).
La storia si può suddividere in 3 parti:
Introduzione
Arco di KyotoShishio
Arco del Juichi
L'introduzione dura 6 volumi ed è veramente pesantissima, su quasi 60 capitoli ne abbiamo 35 di letteralmente nulla, in quelli che funzionano oltre agli archi che presentano i comprimi abbiamo un mini arco, che introdurrà personaggi molto importanti, piagato però da un finale ridicolo in cui dei personaggi molto marginali morirano nella maniera più idiota e insensata possibile, giusto per dare quel tocco di drammatico, che poi sparirà totalmente per 15 volumi o quasi.
Voto 4.5
Arco di Shishio, finalmente la trama inizia, classico arco da shonen, cosa avrebbe di epocale non ne ho idea, scorre via che è un piacere e aldilà di alcune pecche introduce pg interessanti e ben caratterizzati tra antagonisti e protagonisti. A metà arco i nemici "fuggiranno" nel loro nascondiglio e organizzeranno una serie di scontri uno contro uno, con i personaggi che combatteranno con nemici a loro affini. Mentre altri combatteranno, sempre uno contro uno, nella città. Ad ogni modo i combattimenti sono soddisfacenti, tolto quello di Yahiko e di Kaoru, e i nemici hanno ottime backstory, che aiutano a caratterizzarli meglio.
Voto 8
Arco del Juichi, o della presa in giro, come lo chiamo io.
Quest'arco poteva essere veramente epocale, una presa di coscienza verso la totale staticità e semplicità delle parti precedenti del manga, e degli altri shonen medi, da cui non fa nulla per discostarsi.
L'inizio è fantastico e contiene la parte migliore di tutto il manga, con l'introduzione di Enishi e i ricordi di Battosai, trasposti quest'ultimi in un eccezionale mini serie di OVA.
Poi finalmente la svolta, la classica battaglia, ma con un finale a sorpresa, anche se non privo di forzature grossolane, Kenshin quasi sconfitto ed uno dei comprimari morto. Potevano imbastire un arco basato sulla vendetta in cui Kenshin tornava ad uccidere, visto che nel manga, voglio ricordarlo, muoiono forse 5 persone, nessuna uccisa da Kenshin , neanche quelli che fino a 2 minuti prima avevano quasi ucciso lui e tutti i suoi conoscenti, ma invece sceglie la strada più facile e "resuscita" il personaggio ucciso (e non è la prima volta visto che Sato sarebbe morto contro Shishio, eppure è di nuovo vivo, però una volta ci può anche stare visto che è un pg di contorno, ma due..), e mette la pietra tombale sul manga, perchè gli ultimi 5 volumi sono dei filleroni paurosi, in cui introduce personaggi privi di qualunque backstory, con un design che definire scialbo è un complimento, giusto per fare durare di più un manga che, onestamente, avrebbe potuto finire prima.
Voto 7
I personaggi, tolto in parte Kenshin e i primi tre antagonisti, cioè Sato, Aoshi e Shishio, sono sviluppati male, o non sono sviluppati affati, in special modo Yahiko e Kaoru, inutili e mai veramente significativi, se non in negativo. Uno resta l'eterno bambino, l'altra da essere la maestra di un dojo diventa la più classica delle damsel in distress.
Il più grande difetto di Kenshin però è il buonismo e la prevedibilità, che permeano tutto il manga ed ogni incontro. Facendoti perdere qualsiasi coinvolgimento o pathos che si potrebbe provare durante duelli, che alla fine, dovrebbero essere all'ultimo sangue. Kenshin e i suoi compari sono come delle macchine invicibili, vengono sconfitti una volta in 28 volumi, due personaggi muoiono e resuscitano, i nemici vengono convertiti a suon di predicozzi e in fondo in fondo sono tutti buoni.
Questo fatto sinceramente, mi impedisce di affezionarmi ai personaggi e alla storia come vorrei, perchè è tutto già scritto, non posso dispiacermi o provare ansia per un personaggio quando muore o perde un duello quando l'esito sarà sempre reso nullo dopo 2 capitoli.
Queste cose possono funzionare una volta, o due, ma il manga è tutto così, un concentrato di clichè e bontà che anche su Shonen Jump è raro vedere. Ed è questo che trattiene i personaggi dallo svilupparsi e dal crearsi delle identità proprie, dall'inizio alla fine non cambiano, restando delle macchiette relegate nell'ombra.
Delusione, ecco come potrei riassumere, in una parola, la mia esperienza con Kenshin.
Partito con aspettative molto alte, date sia dagli OAV che dal passaparola di molti, che lo indicavano come uno dei capisaldi degli shonen anni 90. Per me non potrebbe essere più distante.
Via il dente via il dolore, al contrario di molti ritengo che Kenshin non abbia assolutamente catturato il fascino del Giappone nell'epoca dei Samurai, il fatto che i protagonisti usino delle katane e si professino tali non trasforma automaticamente un opera in qualcosa che non è. Chiaro, non mi aspettavo un manga storico, ma aldilà della "shonenosità" del tutto, questo è feudale tanto quanto One Piece è un manga sui pirati che imperversavano trecento anni fa nel mare dei Caraibi, anche perchè la sospensione di incredulità si scioglie in circa 3 capitoli, quando arriva gente con Gatling, Cannoni a mano, braccia robotiche, corpi di fuoco e altre amenità, necessarie (?).
La storia si può suddividere in 3 parti:
Introduzione
Arco di KyotoShishio
Arco del Juichi
L'introduzione dura 6 volumi ed è veramente pesantissima, su quasi 60 capitoli ne abbiamo 35 di letteralmente nulla, in quelli che funzionano oltre agli archi che presentano i comprimi abbiamo un mini arco, che introdurrà personaggi molto importanti, piagato però da un finale ridicolo in cui dei personaggi molto marginali morirano nella maniera più idiota e insensata possibile, giusto per dare quel tocco di drammatico, che poi sparirà totalmente per 15 volumi o quasi.
Voto 4.5
Arco di Shishio, finalmente la trama inizia, classico arco da shonen, cosa avrebbe di epocale non ne ho idea, scorre via che è un piacere e aldilà di alcune pecche introduce pg interessanti e ben caratterizzati tra antagonisti e protagonisti. A metà arco i nemici "fuggiranno" nel loro nascondiglio e organizzeranno una serie di scontri uno contro uno, con i personaggi che combatteranno con nemici a loro affini. Mentre altri combatteranno, sempre uno contro uno, nella città. Ad ogni modo i combattimenti sono soddisfacenti, tolto quello di Yahiko e di Kaoru, e i nemici hanno ottime backstory, che aiutano a caratterizzarli meglio.
Voto 8
Arco del Juichi, o della presa in giro, come lo chiamo io.
Quest'arco poteva essere veramente epocale, una presa di coscienza verso la totale staticità e semplicità delle parti precedenti del manga, e degli altri shonen medi, da cui non fa nulla per discostarsi.
L'inizio è fantastico e contiene la parte migliore di tutto il manga, con l'introduzione di Enishi e i ricordi di Battosai, trasposti quest'ultimi in un eccezionale mini serie di OVA.
Poi finalmente la svolta, la classica battaglia, ma con un finale a sorpresa, anche se non privo di forzature grossolane, Kenshin quasi sconfitto ed uno dei comprimari morto. Potevano imbastire un arco basato sulla vendetta in cui Kenshin tornava ad uccidere, visto che nel manga, voglio ricordarlo, muoiono forse 5 persone, nessuna uccisa da Kenshin , neanche quelli che fino a 2 minuti prima avevano quasi ucciso lui e tutti i suoi conoscenti, ma invece sceglie la strada più facile e "resuscita" il personaggio ucciso (e non è la prima volta visto che Sato sarebbe morto contro Shishio, eppure è di nuovo vivo, però una volta ci può anche stare visto che è un pg di contorno, ma due..), e mette la pietra tombale sul manga, perchè gli ultimi 5 volumi sono dei filleroni paurosi, in cui introduce personaggi privi di qualunque backstory, con un design che definire scialbo è un complimento, giusto per fare durare di più un manga che, onestamente, avrebbe potuto finire prima.
Voto 7
I personaggi, tolto in parte Kenshin e i primi tre antagonisti, cioè Sato, Aoshi e Shishio, sono sviluppati male, o non sono sviluppati affati, in special modo Yahiko e Kaoru, inutili e mai veramente significativi, se non in negativo. Uno resta l'eterno bambino, l'altra da essere la maestra di un dojo diventa la più classica delle damsel in distress.
Il più grande difetto di Kenshin però è il buonismo e la prevedibilità, che permeano tutto il manga ed ogni incontro. Facendoti perdere qualsiasi coinvolgimento o pathos che si potrebbe provare durante duelli, che alla fine, dovrebbero essere all'ultimo sangue. Kenshin e i suoi compari sono come delle macchine invicibili, vengono sconfitti una volta in 28 volumi, due personaggi muoiono e resuscitano, i nemici vengono convertiti a suon di predicozzi e in fondo in fondo sono tutti buoni.
Questo fatto sinceramente, mi impedisce di affezionarmi ai personaggi e alla storia come vorrei, perchè è tutto già scritto, non posso dispiacermi o provare ansia per un personaggio quando muore o perde un duello quando l'esito sarà sempre reso nullo dopo 2 capitoli.
Queste cose possono funzionare una volta, o due, ma il manga è tutto così, un concentrato di clichè e bontà che anche su Shonen Jump è raro vedere. Ed è questo che trattiene i personaggi dallo svilupparsi e dal crearsi delle identità proprie, dall'inizio alla fine non cambiano, restando delle macchiette relegate nell'ombra.