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“One Outs: Nobody Wins, but I!” è una serie anime composta da venticinque episodi, prodotta dallo studio Madhouse (particolarmente noto per “Hunter x Hunter” del 2011, “Nana”, “Trigun”) e tratta dall’omonima opera cartacea in cui riprende solamente i primi dieci volumi e mezzo su un totale di venti del mangaka Shinobu Kaitani, autore dell’eccellente (nonché survival game preferito del sottoscritto) “Liar Game”.
Ricordando che ogni opinione espressa è totalmente soggettiva e il mio giudizio non assoluto, vi auguro una buona lettura!

Trama: Okinawa, Giappone.
La squadra dei Lycaons, prettamente di lega bassa, sta affrontando un brutto periodo, in quanto le sconfitte si susseguono una dietro l’altra e, per far fronte a questa evenienza, il noto battitore del team Hiromichi Kojima si reca nell’isola di Okinawa per trovare un possibile sistema per uscire finalmente da questo “oblio”. Camminando nei bassifondi della città, assiste a delle scommesse clandestine riguardo al gioco del baseball, da lui ritenuto sempre sacro e puro; in quel determinato luogo conoscerà lo scaltro e astuto biondino lanciatore, oltre che giocatore d’azzardo, Tokuchi Toua, che sfiderà a un particolare gioco denominato dallo stesso Tokuchi One Outs. Dopo aver perso miseramente la prima volta, Kojima si rifugia in montagna, per poter elevarsi spiritualmente al di sopra di Tokuchi, in quanto nella suddetta partita aveva percepito un senso di netta inferiorità e di terrore, come se lo stesso Toua potesse aver previsto ogni sua mossa. Facendo pace con i suoi sentimenti, lo risfiderà. L’esito andrà a favore di Kojima, andando a intaccare il record personale di 500 partite vinte da Tokuchi (quindi 499 vinte e una persa), e imporrà al lanciatore di aiutare la squadra dei Lycaons a vincere l’imminente campionato: Toua è costretto ad accettare. Appena arrivato a destinazione, il biondino siglerà un contratto con il proprietario della società della squadra, Tsuneo Saikawa, un avido uomo bramoso solamente di soldi e disinteressato al destino della sua squadra, di nome One Outs: in base a quanti strike effettuerà, gli verranno assegnati sul proprio conto 5,000,000 yen, mentre per ogni fuoricampo effettuato dalle altre squadre perderà ben 50,000,000 yen.

Considerazioni: come noterete fin dalle prime battute (perdonatemi il gioco di parole), si tratta di un anime spokon dedicato al mondo del baseball in tutte le sue forme. Quello che lo contraddistingue dalle altre serie inerenti al mondo dello sport è la psicologia e il modo di pensare che viene riservato al protagonista Tokuchi, e come il mangaka Kaitani ami giocare con i cliché: come per “Liar Game”, che vedeva come protagonisti una ragazza sbadata e un noto teppista, anche “One Outs: Nobody Wins, but I!” presenta un personaggio rozzo proveniente dalla periferia, ma con un quoziente intellettivo al di sopra della norma.
Lo spettatore, a fronte di tutti e venticinque episodi, non può che rimanere estasiato e stupito di fronte alla marea di termini e nozioni che contraddistinguono l’opera: si percepisce di conseguenza uno studio accanito del baseball. Inoltre vi stupirete dei continui colpi di scena, spiegazioni, trucchi e ribaltamenti che il protagonista Tokuchi adotterà per vincere ogni partita. Il biondino non si farà scrupoli a ingannare i suoi avversari, schiacciandoli non solo in ambito sportivo, ma andando inoltre a intaccare la loro psiche e in seguito a demoralizzarli; gli stessi avversari non saranno da meno, e per Tokuchi e il suo team saranno uno scoglio che dovrà essere superato.
Stupisce il fatto che le varie strategie non andranno mai al limite dell’assurdo e del surreale, ma saranno sempre realistiche e concrete: basti pensare in particolare a una spiegazione calcolata in base alla lunghezza che separa ogni base, i tipi di lanci che possono essere effettuati con una semplice palla da baseball e il come ribatterli nel giusto tempismo con la mazza.
Ogni volta che Tokuchi metterà piede sul monte di lancio (la base ove il lanciatore deve sostare per tirare), le partite prendono un’altra piega e diventano più emozionanti: lo spettatore si calerà nel personaggio per sapere che espediente e strategia ha pensato nel frattempo.
L’anime presenta, a mio modesto parere, due difetti: il primo è la mancanza di un finale vero e proprio; una seconda stagione purtroppo non è ancora stata prodotta (l’anime è del 2008) e, se volete continuare l’opera, bisogna aspettare da uno degli editori italiani un possibile rilascio per il manga. Il secondo è che, per esigenze di trama, a parte Tokuchi il resto del cast non è caratterizzato adeguatamente, ma ogni membro dei Lycaons avrà un proprio scopo e ordine nelle riuscite dei diversi piani del biondino: tutte le partite avverranno nella sua mente, prestabilendo la formazione della squadra quando si troveranno in difficoltà.
La grafica è la classica di ogni serie d’animazione dello studio Madhouse: buona nella sua interezza assieme alle varie animazioni. Conclude il tutto un ottimo doppiaggio sia per quanto riguarda ogni giocatore sia per i telecronisti, ma quello che risalta più di tutti è ovviamente Tokuchi, doppiato da Masato Hagiwara (per gli amanti dei survival game, è lo stesso doppiatore di Kaiji nella serie “Gyakkyou Burai Kaiji”).

Conclusioni: “One Outs: Nobody Wins, but I!” è una serie eccellente, contornata da una psicologia e strategia senza eguali che lo differenzano da tutti gli altri spokon. Chi ha amato “Liar Game” amerà sicuramente questa serie, trovando uno Shinobu Kaitani agli albori ma non per questo meno valente.
A chi si voglia approcciare alla sua prima volta, posso dire che è una serie non per tutti: come detto soprastante, è un'opera in cui l’introspezione è in primo piano, e qualcuno potrebbe non gradire le troppe spiegazioni. Se invece ben accettate questo fattore, venticinque episodi vi passeranno velocemente, e il personaggio di Tokuchi Toua vi rimarrà nel cuore.

Pregi: lo spokon visto sotto un'altra luce...; psicologia e introspezione sviscerata egregiamente; ottimo doppiaggio, annesso a grafica e animazioni.
Contro: ...che qualcuno potrebbe non gradire; finale aperto.