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Questo anime si ambienta in un mondo parallelo, con tecnologie riconducibili ai nostri anni '60 e '70.
Si immagina una città molto caotica e affollata, piena di disordine nell'arredo urbano (dettagliatamente illustrato dai disegnatori). In questo mondo, che ricorda un po' i bassifondi e le favelas brasiliane, i bambini e i ragazzini orfani sono lasciati sovente a loro stessi, diventando dei microcriminali che vivono di furtarelli o formano bande dedite a spaccio e lotta con altre bande: situazioni classiche di degrado che possiamo ritrovare nelle grandi metropoli di oggi, in particolare nel Terzo Mondo.

Protagonisti di questo film di animazione sono appunto due bambini orfani, detti "i gatti" per la loro abilità di saltare sui tetti e di essere sfuggenti alle forze dell'ordine. Un bambino è soprannominato "Nero", è quello più grande, dall'animo più duro e disincantato. Quello più piccolo e tenerissimo è nominato "Bianco", e vive in un mondo candido di fantasia, con il suo animo puro così ben delineato dai caratteristi. Ci si affeziona subito a Bianco, in quanto è dolcissimo, ma ben lontano dagli antipatici bimbi viziati che troviamo nelle pubblicità.
Il film narra la vicenda di questi due bambini, che cercano di sopravvivere in una città dove microcriminalità e grandi mafie lottano tra loro per il controllo dei quartieri o dell'intera città. Si noterà come nomi e soprannomi non sono casuali, ma carichi di simbolismo, così come molte immagini e scene secondarie.

Il character design dei personaggi non è molto bello, ma è compensato da sfondi davvero curati e dettagliati. Più che discreta l'animazione e la regia. Musiche di non particolare rilievo, ma gradevoli.
Consiglio la visione di questo film a tutti: vedrete che il piccolo Bianco vi resterà nel cuore.