Recensione
High School DXD
1.5/10
Recensione di Metaldevilgear
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Iniziato un po' per scherzo, un po' per curiosità, insieme ad un amico, e terminato con immensa fatica solo grazie alle nostre osservazioni sarcastiche, mirate ad alleggerirne la visione, "High School DxD" è molto semplicemente un anime brutto, estremamente cringe, privo di qualsivoglia fattore di intrattenimento, ancor meno di un senso artistico.
Mi è veramente incomprensibile come un titolo del genere sia riuscito ad espandersi in un franchise tra i più longevi, e addirittura tra i più stimati in circolazione nel suo genere, dal momento che non ci vuole molto a trovare là fuori manciate di ecchi più ispirati di questo, perfino sul piano narrativo.
DxD non suscita una risata (e se lo fa, non è grazie ai suoi penosi tentativi comici), non suscita interesse per quanto narrato (e seriamente, per mettermi a discutere di "trama" in queste circostanze dovrei essere solo impazzito), tanto meno per quanto offerto in termini di "quel" plot, ammesso che possano considerarsi sensuali dei seni che prendono vita propria, o caratterizzazioni femminili che erano fuori tempo massimo già nel 2006, figuriamoci nel 2012. Tralasciando magari gli eyecatch, nel loro piccolo più curati e stuzzicanti di un qualsiasi altro still frame della serie, l'unica, e sottolineo l'unica nota intonata della situazione, è rappresentata dalla pregevole sequenza di chiusura, interamente animata da Norimitsu Suzuki, sollievo per gli occhi alla fine di un tunnel lungo venti minuti di irrisoria pochezza.
Mi è veramente incomprensibile come un titolo del genere sia riuscito ad espandersi in un franchise tra i più longevi, e addirittura tra i più stimati in circolazione nel suo genere, dal momento che non ci vuole molto a trovare là fuori manciate di ecchi più ispirati di questo, perfino sul piano narrativo.
DxD non suscita una risata (e se lo fa, non è grazie ai suoi penosi tentativi comici), non suscita interesse per quanto narrato (e seriamente, per mettermi a discutere di "trama" in queste circostanze dovrei essere solo impazzito), tanto meno per quanto offerto in termini di "quel" plot, ammesso che possano considerarsi sensuali dei seni che prendono vita propria, o caratterizzazioni femminili che erano fuori tempo massimo già nel 2006, figuriamoci nel 2012. Tralasciando magari gli eyecatch, nel loro piccolo più curati e stuzzicanti di un qualsiasi altro still frame della serie, l'unica, e sottolineo l'unica nota intonata della situazione, è rappresentata dalla pregevole sequenza di chiusura, interamente animata da Norimitsu Suzuki, sollievo per gli occhi alla fine di un tunnel lungo venti minuti di irrisoria pochezza.