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Mari Okada, Mari Okada. Non mi ha convinto con "Maquia" e, ahimè, torno qui a scrivere su un'altra serie che mi ha convinta ancor meno.
Probabilmente è la prima volta che mi trovo a pensare che, semplicemente, l'autrice non rientri nelle mie corde... per metà.
Anche questa volta, esattamente come la prima con "Maquia", ho concluso la serie con le stesse domande: "Mi è piaciuto? Non mi è piaciuto?". Un sentimento di irritazione misto ad indifferenza che, a quanto pare, solo con la Okada riesco a provare.
Premessa: non farò ovviamente spoiler su avvenimenti importanti, ma citerò alcune scene secondarie utili a motivare la mia recensione.

"Araburu" ha inizialmente superato la prova dei "primi tre episodi", ingannandomi.
La storia inizia in modo piuttosto leggero, fresco ed estremamente curioso. Si parla di adolescenti, cosa che io non sono già più avendo ahimè venticinque anni (sigh), ma che ho comunque ovviamente provato, facendo le scemate più assurde e prendendomi le peggiori cotte.
Come dicevo, la storia si apre in modo curioso e divertente. Le nostre cinque protagoniste iniziano a percepire il mondo in modo diverso, in un modo totalmente sessuale, com'è giusto che sia da una certa età. Sono curiose di scoprire, vogliono sapere cosa significhi, vogliono avere esperienza diretta. Non è un argomento che si trova facilmente in generi che non siano hentai o ecchi.
Ne sono rimasta ovviamente compiaciuta, ed è lì che purtroppo le mie aspettative si sono alzate in maniera esponenziale.
Perché poi è successo qualcosa, non so cosa, e la strada inizialmente presa cambia totalmente direzione. La leggerezza e curiosità dei primi tre episodi chiudono le tende e lasciano spazio solo a melodrammi, insicurezze, cose non dette e situazioni al limite del legale.
Mi sono detta che "suvvia, sono adolescenti", ma poi mi son chiesta: "Com'ero io da adolescente?"
Non così, e non perché sono stata un'adolescente migliore di altri, ma semplicemente perché è stato un periodo molto spontaneo, anche troppo, ahimè (ci son cose di cui ancora mi vergogno tutt'oggi). Ed è qui che casca l'asino: la spontaneità.
Di nuovo la Okada sembra che voglia far muovere i personaggi come più piace a lei e non come potrebbero effettivamente essere. Molte cose le ho trovate forzatissime solo per poter dare alla storia un po' di verve che, a mio parere, è risultata solo inutile e stucchevole.
Sono arrivata a provare irritazione per quasi tutti i personaggi tranne che per Momo che, guarda caso, è stato il carattere meno approfondito della serie.
Kazusa, che inizialmente sembra avere un carattere interessante, si rivela la solita insicura e la donna delle cose-non-dette. Vede sesso ovunque e ci pensa costantemente, poi, per una semplice toccata di mano, per poco non sviene. So che è un cliché molto usato (soprattutto negli shoujo, cosa che quest'opera non è), ma non mi aspettavo di vedermelo piazzato qui svariate volte, proprio perché l'opera inizialmente si innalza ad un qualcosa di superiore, superiore anche all'opera stessa, che a quanto pare non è riuscita a tener botta.
Si vogliono trattare temi delicati ma senza trattarli per davvero, come ad esempio la caratterizzazione di Higashi Saegusa, che viene solo vagamente demonizzata da Izumi e... fine della storia. Tematiche così importanti o vengono trattate come meritano, oppure è meglio lasciarle stare.
Stessa cosa per il rapporto Hongou x Milo-sensei. Lei è davvero irritante e portata all'esasperazione, lui un uomo senza spina dorsale. Davvero poco credibile.

Il finale viene accompagnato da una ribellione all'interno della scuola, ma anche quella mi è sembrata una scelta narrativa assolutamente ridicola, che culmina con un casino allucinante tra tutti i protagonisti. Ciliegina sulla torta è la "soluzione" di Kazusa per risolvere il caos creatosi. Lì mi sono definitivamente cadute le cosiddette: siete adolescenti, non bambini di cinque anni.

Non c'è coerenza in ciò che viene raccontato e su chi viene raccontato.
Anche a livello tecnico, inoltre, troviamo spesso e volentieri cali di qualità in molti frame (soprattutto negli episodi 4 e 5). Se vi state aspettando un'animazione di qualità come quella in "Maquia", ovviamente scordatevelo.
Spezzo una lancia a favore della OP ed END che ho davvero amato da subito.

Quello che conta, alla fine, è ciò che mi ha lasciato personalmente, e purtroppo devo dire che a parte alcuni momenti divertenti... non mi ha lasciato nulla.
In conclusione, il mio voto è un 6, perché comunque riconosco che l'approfondimento psicologico dei personaggi è stato studiato (anche se male), ed alla fine la storia di base era molto interessante. Per il resto, mi tocca bocciare.