Recensione
Si sente il mare
9.0/10
Visti i tanti commenti con voti bassissimi, ho deciso di alzare la media, esagerando un po' e dando un bel nove a questo film Ghibli che mi ha piacevolmente stupito. Ho recuperato i film dello Studio da grande, e sono sempre stata più attratta da quelli di Miyazaki ("La città incantata" non perdona), ma, dato che Netflix in questo periodo ha inserito tutte le opere del catalogo, ho iniziato a vedere anche le altre.
"Si sente il mare" è stato quindi il primo titolo di altri registi che ho visto e, nonostante riponessi una fiducia abbastanza modesta nell'operato di registi e sceneggiatori dello Studio differenti - non per snobismo, sul serio, ma perché mi sembrava assai difficile riuscire a mettersi al livello di Miyazaki, sarebbe un'impresa ardua quasi per tutti -, mi ha regalato una serata davvero rilassante e gradevole.
La storia l'avete già letta in tutte le salse nelle altre recensioni e nei dettagli della scheda, comunque si tratta di un classico triangolo amoroso tra liceali. Ciò che rende godibile il film non è l'originalità della storia, ma l'atmosfera davvero anni '90 che lo permea (del resto, è proprio d'inizio decennio) - e lo dice una che ai tempi era una bambina, e di conseguenza non ha storie adolescenziali legate al periodo -, unita a disegni che sono una goduria per chi amava lo stile degli anime shoujo di quel tempo, e una colonna sonora assolutamente in linea con storia e suddetta atmosfera.
Si vede indubbiamente che i mezzi per il film erano inferiori alla norma dello Studio Ghibli, trattandosi di un prodotto per la TV, ma ha comunque un livello qualitativo che gli permette tranquillamente di essere consigliato a chi ama il genere slice of life/shoujo e il mondo Ghibli.
Sconsigliato invece a chi preferisce la Ghibli "avventurosa" o molto semplicemente non apprezza i racconti basati su storie d'amore e amicizia a prescindere o quasi; in tal caso penso sia meglio rivedersi piuttosto altri film dello Studio, ha poco senso lanciarsi su un'opera di qualità obiettivamente più bassa dei capisaldi Ghibli, se neanche si ama il tipo di vicenda qui raccontata.
A tutti gli altri: dategli una chance, senza aspettarvi un bis di "Laputa", e vedrete che regalerà anche a voi bei momenti.
"Si sente il mare" è stato quindi il primo titolo di altri registi che ho visto e, nonostante riponessi una fiducia abbastanza modesta nell'operato di registi e sceneggiatori dello Studio differenti - non per snobismo, sul serio, ma perché mi sembrava assai difficile riuscire a mettersi al livello di Miyazaki, sarebbe un'impresa ardua quasi per tutti -, mi ha regalato una serata davvero rilassante e gradevole.
La storia l'avete già letta in tutte le salse nelle altre recensioni e nei dettagli della scheda, comunque si tratta di un classico triangolo amoroso tra liceali. Ciò che rende godibile il film non è l'originalità della storia, ma l'atmosfera davvero anni '90 che lo permea (del resto, è proprio d'inizio decennio) - e lo dice una che ai tempi era una bambina, e di conseguenza non ha storie adolescenziali legate al periodo -, unita a disegni che sono una goduria per chi amava lo stile degli anime shoujo di quel tempo, e una colonna sonora assolutamente in linea con storia e suddetta atmosfera.
Si vede indubbiamente che i mezzi per il film erano inferiori alla norma dello Studio Ghibli, trattandosi di un prodotto per la TV, ma ha comunque un livello qualitativo che gli permette tranquillamente di essere consigliato a chi ama il genere slice of life/shoujo e il mondo Ghibli.
Sconsigliato invece a chi preferisce la Ghibli "avventurosa" o molto semplicemente non apprezza i racconti basati su storie d'amore e amicizia a prescindere o quasi; in tal caso penso sia meglio rivedersi piuttosto altri film dello Studio, ha poco senso lanciarsi su un'opera di qualità obiettivamente più bassa dei capisaldi Ghibli, se neanche si ama il tipo di vicenda qui raccontata.
A tutti gli altri: dategli una chance, senza aspettarvi un bis di "Laputa", e vedrete che regalerà anche a voi bei momenti.