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9.0/10
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"Made in Abyss" rappresenta uno dei picchi di qualità massimi per quanto concerne la fedeltà ad un'opera concepita con precisione maniacale. Il rispetto riservato per trasferire ogni singolo dettaglio della versione cartacea è uno dei pregi che spicca immediatamente durante la visione. Per chi, invece, si trova al primo approccio, non mancherà di essere inondato di percezioni, sensazioni e stimoli difficili da trovare altrove con questa intensità. "Made in Abyss" si propone, almeno inizialmente, come una visione dalle tinte quantomeno ironiche. Paesaggi sprizzanti di colori nitidi, che rispecchiano la cristallina intensità e vivacità della protagonista, Riko, accompagnano con delicatezza i primi passi di un futuro dedito alla ricerca dell'ignoto.

Ma la narrazione non inganna lo spettatore, anzi, dimostra a sprazzi la forte consapevolezza della giovane esploratrice. L'Abisso, punto focale e scenario della maggior parte della serie, è un luogo dove l'avvedutezza del più esperto avventuriero può non bastare per sopravvivere. In questo scenario risiede un nucleo concettuale che risuona episodio dopo episodio. La ricerca del futuro, il fascino dell'ignoto, la risposta al destino, per quanto grigio possa apparire, sono gli elementi che spingono Riko a inoltrarsi sempre più in luoghi dove l'innocenza che la contraddistingue verrà messa a dura prova.

L'innocenza, appunto, è ricorrente e inonda la visione di altri personaggi: manifesta in Reg, gentile e delicata in Marulk, celata all'apparenza da Nanachi o Lyza e completamente persa da altri. Ed è proprio quando questa viene a mancare che lo scenario si fa sempre più oscuro e terrificante. Lo scomparire della purezza comporta la caduta morale, lo sprofondare in un altro buco nero che è forse più profondo dell'Abisso stesso: l'approdo alla follia rimuove ogni possibilità di redenzione.

Non ne abbiamo un elogio di erasmiana memoria, tutt'altro. Le manifestazioni della pazzia sono qui paradossalmente lucide e vissute come scelte. Questi aspetti vengono poi estesi nel terzo film (il primo in realtà, escludendo i due riassuntivi) e saranno punto focale di eventuali e successivi adattamenti. Tuttavia ne abbiamo già le prime avvisaglie in questi tredici episodi. I pericoli che i protagonisti si troveranno di fronte metteranno a dura prova la saldezza mentale e fisica.

Dolore, perdita, accettazione, sacrificio si materializzeranno nelle creature dell'Abisso e porteranno ad un climax che, personalmente, trovo che esploda in una delle scene dal più alto impatto emotivo degli ultimi anni. Sopravvivere non sarebbe possibile se non tramite la coesione degli ultimi stralci di umanità, ed è proprio qui che la serie trova l'antidoto alle problematiche che si pone. Affidarsi agli altri, aggrapparsi a quelle poche certezze rimaste e costruirne di nuove grazie al fascino dell'effimera bellezza riscontrabile anche in luoghi dove fiorisce soprattutto crudeltà.

Dal punto di vista estetico l'anime tocca livelli altissimi, con uno stile fanciullesco adottato per i personaggi, ad aumentarne il contrasto con i pericoli di un mondo cesellato con maestria. La minuziosa descrizione di ogni specie animale o vegetale proferita dall'intelligentissima Riko è accompagnata da una resa grafica che dà vita a un mondo affascinante e variopinto. Nulla è lasciato al caso e sono pochissimi i momenti in cui i fondali saranno spogli o poco curati.

Ma a dare un respiro ancora più ampio a un mondo già vibrante così com'è, viene in ausilio la magistrale colonna sonora di Kevin Penkin, che si inventa soluzioni di tutti i tipi per farci immergere ancora di più nell'atmosfera. Passa dalla suggestiva "Hanezeve Caradhina", che con una lingua inventata attribuisce un etereo alone di delicatezza al mistero, per arrivare a "Tomorrow". Quest'ultima riesce in pochi minuti a riassumere magistralmente le sensazioni di oltre cinque ore di visione, accorpando le speranze di Riko, i timori e le premure di Reg e i lasciti di tutti i loro incontri in una scena semplicemente indimenticabile.

Assolutamente consigliato.