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Questo libro ha riscosso un enorme successo in patria: rimasto parecchie settimane in classifica fra i libri più letti, è infatti stato premiato con il PEN/Faulkner Award ed è stato finalista al National Book Awards 2011. Il tema, quello delle cosiddette "spose in fotografia", che partivano dal Giappone per andare spose a giapponesi emigrati in America, mi ispirava moltissimo, anche perché non mi ci ero mai imbattuta in altri romanzi che ho letto. Dunque le mie aspettative erano molto alte, forse troppo!
Ma il problema principale, almeno per me, è che, nonostante sia classificato come narrativa, questo non è un romanzo, bensì un saggio. Toglie ogni curiosità su come vivevano queste povere ragazze, che dopo un così lungo viaggio pieno di speranze e di sogni avevano un fin troppo brusco risveglio scontrandosi con la dura realtà, ma fa solo questo.
Perché mai viene dunque spacciato per romanzo? Se cercate una sorta di documentario, un approfondimento su un aspetto storico spesso trascurato allora questo libro è ottimo, anche grazie al valido stile di scrittura ed al modo particolare con cui viene data la testimonianza, che ispira un interesse superiore a quello che ispirerebbe un testo universitario sull'argomento scritto da un qualsiasi eminente professorone.
Se invece cercate una storia ben delineata a cui appassionarvi, un eroina con cui empatizzare, antagonisti, comprimari, una conclusione, dolce o amara che sia, per i vari personaggi... allora lasciate perdere! Io che cercavo proprio questo ne sono stata profondamente delusa, perciò purtroppo non posso dare più di una sufficienza abbondante, per un saggio ben scritto ed originale, che però mi ha distratta sì e no per un'oretta senza farmi sentire il desiderio di rileggerlo in futuro.