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«The Night Beyond the Tricornered Window» (originalmente «Sankaku Mado no Sotogawa wa Yoru») è un anime a cura dello studio d’animazione Zero-G, tratto da un manga pubblicato anche in Italia con il titolo "Il buio oltre la finestra triangolare", scritto e disegnato da Tomoko Yamashita, interessante, con un ottimo svolgimento sino alla conclusione non all’altezza.

“Questo è l'incontro del destino”
Nascere con il dono di vedere i fantasmi, un dono che è per Kosuke Mikado una sorta di maledizione. Vuole evitare di guardarli, come vorrebbe evitare di guardare in faccia la realtà, fino a quando incontra il misterioso Rihito Hiyakawa, un ragazzo dalla strana dialettica. Hiyakawa possiede dei poteri spirituali e gestisce la strana attività di “esorcista”, ma sembra aver bisogno del contatto fisico di Mikado per poter individuare e scacciare presenze indesiderate che infestano luoghi pubblici e privati. Mikado sembra prestargli anima e corpo con facilità, durante l’esorcismo il suo spirito viene manovrato da Rihito, sentendo un piacere indescrivibile e nuovo che sembra sfociare in un amplesso sessuale. Tutto si ferma all’apparenza, alle parole. Soprattutto inizialmente assisteremo a scambi di battute equivoche, in continui doppi sensi senza andare oltre, senza sapere se i due volessero andare oltre. I due diventano amici, iniziano a lavorare insieme, ma qualcosa nel comportamento di Rihito non quadra, intanto finiscono per incontrare persone pericolose.

Rihito sembra alla ricerca di qualcuno, come se avesse un vuoto da riempire, una persona speciale che sia tutta per lui, un pensiero sin troppo possessivo, come a considerare l’altro una sorta di cane con tanto di guinzaglio, dimenticandosi che ogni relazione porta una trasformazione di entrambi, come sosteneva Jung. Si cambia, l’evoluzione della persona è continua, grazie agli altri si impara a conoscersi, anche se a volte non è piacevole.

“Non odiatemi troppo”
Personaggi interessanti si aggiungono velocemente durante i primi episodi, come si esplorano nuove abilità del paranormale, Erika Hiura e Keita Mukae sono personaggi ben introdotti e costruiti, le cui storie si intrecciano in armonia con la storia principale, tutto segue un flusso, non ci sono forzature di sorta e questo rende imprevedibile i successivi sviluppi, rendendo il tutto molto interessante. Lo stile di narrazione sembra perfettamente imparziale, non condanna le persone e il loro agire, ma espone i fatti, quello che accade, il pericolo insito nel paranormale in tutte le sue sfaccettature.

“Dubita! Non credere mai di essere una persona del tutto buona, sarebbe un errore!”
Nelle tante abilità soprannaturali c’è una molto particolare, quella di non credere. L’agente Hiroki Hanzawa, dotato di tale "non abilità", sembrerebbe il protagonista di tante storie, reso invincibile grazie a caparbietà e intelligenza unita al suo scetticismo. Molto ben costruito un suo dialogo in uno degli episodi più riusciti, dove lo si vede per buona parte protagonista. Nei vari episodi che si susseguono non si scorgono banalità o superficialità, e quello che riesce a stupire è la facilità con cui l’autore riesce a creare il pathos in poche sequenze, dal nulla, con sguardi, con un incrocio casuale, con le giuste inquadrature, tutto diretto magistralmente.

Un tema molto interessante è il rapporto che i vari protagonisti hanno con i loro genitori, quasi sempre esplorati e approfonditi grazie a degli opportuni flashback. Viene analizzata la difficile relazione tra un padre o una madre e il proprio figlio o figlia detentore di particolari abilità: ognuno si comporta in maniera diversa, le loro paure o il loro egoismo, tutto viene ben descritto. Parliamo di figure non sempre positive, ma questo incide molto sulla psiche dei personaggi, loro, vivendo una vita incomprensibile, vorrebbero solo essere compresi.

Crescita caratteriale, un tema che si presenta spesso nelle serie che, se ben gestito, si può solo apprezzare, ma in una buona gestione occorre dosare i tempi, chi manifesta atteggiamenti remissivi non stravolge le sue abitudini in pochi minuti, neanche in pochi episodi, se questi scorrono senza eventi importanti che scuotono nell’animo una persona.

Negli ultimissimi episodi qualcosa delude, si era creato qualcosa che poteva esplodere da un momento all’altro, una storia di magia che univa diverse persone: fra i tanti finali possibili si è scelto di seguire una delle vie forse più classiche; non che sia un finale pessimo, ma si poteva osare di più e creare un capolavoro. Veramente un peccato.

Avendo letto i primi numeri del manga, trovo delle differenze e mancanze che suggeriscono un percorso diverso, in tal caso il finale potrebbe convincere maggiormente.

Le OST sono indovinate, misteriose e cupe, ben accompagnano le scene, creando angoscia al momento giusto. Frederic canta l'orecchiabile opening “Saika”, mentre l'ending intitolata “Breakers” viene eseguita da Wataru Hatano, che può piacere maggiormente, ascoltandola più volte. Le animazioni a cura dello studio d’animazione Zero-G (che ha gestito fra i tanti “Grand Blue”, “I miei 23 schiavi - Dorei-ku The Animation”, “Science Fell in Love, So I Tried to Prove It") fanno il proprio lavoro, senza eccellere.

Serie consigliata a chi cerca una buona storia ricca di pathos, con buone idee e ottimi dialoghi.