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10.0/10
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Persona 5 Royal è la riedizione di Persona 5, il JRPG di Atlus che ha reso mainstream la serie Persona. Persona 5 è quello che mancava da molto tempo, un JRPG capace di ridare prestigio al genere, che dopo l’epoca d’oro del super nintendo e della prima playstation ha faticato a produrre esponenti di qualità, con l’eccezione di Xenoblade Chronicles e di Final Fantasy X che nonostante sia uscito su ps2 ha concluso l’epoca d’oro dei JRPG. Se l’epoca d’oro dei JRPG era principalmente legata a Square, la rinascita del genere vede il suo colpevole in Atlus, che con questo Persona 5 è riuscita a rubare il cuore ai fan del genere e pare essersi confermata con Shin Megami Tensei 5. Ma i JRPG di Atlus sono diversi da quelli di Square, se quelli di Square vedevano la loro forza nella narrativa, nell’esplorazione e nei segreti da scoprire, Persona 5 è eccezionale perché eccezionali sono i suoi dungeon.
Persona 5 è un esponente della serie Persona, i Persona sono dei JRPG dalla struttura molto particolare, molto diversa da quella di Final Fantasy e di altri JRPG famosi, il protagonista come in tutti i Persona è uno studente giapponese e durante l’avventura dovremo frequentare il liceo, sì, perché l’unicità della serie persona nasce dall’ibridare il JRPG classico con i generi visual novel, life simulator e dating sim, in persona noi interpreteremo un liceale di cui potremo scegliere il nome ma non l’aspetto, durante il suo anno di riabilitazione, l’anno che il protagonista trascorrerà in libertà vigilata, lontano da casa frequentando una nuova scuola, l’unica che abbia voluto accettarlo, dopo le prime 15 ore di introduzione, nelle quali il gioco si comporterà perlopiù come una visual novel, per quanto sarà richiesto di correre in giro a parlare con questo o quel personaggio e vi sarà addirittura spazio per venire introdotti al combattimento, potremo finalmente gestire liberamente le nostre giornate. In Persona c’è un calendario, vivremo la vita giorno per giorno ed ogni giorno avremo la possibilità di eseguire alcune attività ed una volta compiute le nostre scelte si passerà al giorno successivo. Se di giorno saremo dei normali liceali e frequenteremo la scuola, una volta usciti dall’ambiente scolastico potremo indossare la maschera dei ladri fantasma ed avviare il nostro progetto di riforma sociale rubando il cuore ai cattivi, per far sì che abbiano un “risveglio del cuore”, cioè spingerli a pentirsi e a confessare tutti i loro peccati, per riuscire a fare in modo che i cattivi abbiano un risveglio del cuore bisognerà entrare in un altro mondo, il metaverso, dove vivono le ombre delle persone che possono apparire come esseri umani, oppure come spietati mostri e le ombre dei villain avranno a loro disposizione un intero palazzo dove regneranno sovrane e saranno servite dalle altre ombre, per riuscire a risvegliare il loro cuore sarà necessario introdursi nel palazzo e rubare il tesoro, i desideri distorti del padrone del palazzo, ma prima però sarà necessario consegnare alla vittima predestinata una lettera di sfida, per combattere le ombre i protagonisti avranno a disposizione i persona, delle entità spirituali dotate di poteri pari a quelli delle ombre.
Il loop di Persona è questo: all’incirca ogni mese la storia ci presenterà un nuovo nemico e per un motivo o per l’altro avremo tempo entro una certa data, per entrare nel suo palazzo consegnare la lettera di sfida e rubare il tesoro come provetti ladri fantasma, lo stile dei ladri fantasma ha evidenti rimandi alla figura del ladro gentiluomo Arsenè Lupin, non a caso il persona del protagonista porta il suo nome. Le giornate sono divise in giorno e notte, o meglio sera e durante il giorno o la sera sarà possibile dedicarsi ad un’attività, due per giornata, ci sono tre tipologie di attività, la prima tipologia è l’esplorazione del metaverso quindi i dungeon, che sono i palazzi oppure i memento, dei dungeon procedurali, la seconda tipologia di attività sono i confidenti, i confidenti sono delle persone che il protagonista incontrerà durante le sue avventure, durante le giornate potremo scegliere di trascorrere del tempo con loro e facendolo scopriremo la loro storia pezzo per pezzo, con i confidenti di sesso femminile arrivati ad un certo punto potremo addirittura decidere di fidanzarci con loro. Progredire con i confidenti è molto importante, perché una volta raggiunti certi rank sbloccheremo delle abilità utilissime per l’esplorazione del metaverso, cose come la possibilità di modificare le armi, la possibilità di comprare più medicine, per curarci durante i combattimenti, possibilità di fuggire in certe situazioni, ottenere informazioni sul nemico etc.. Ogni volta che spenderemo del tempo con i confidenti raggiungeremo dei rank con loro che vanno dall’uno al 10, ad ognuno di questi rank corrispondono dei vantaggi specifici, purtroppo però in realtà non sempre passare del tempo con un confidente ci permetterà di passare al rank successivo, questo perché parlando con i confidenti in certi punti avremo a disposizione delle scelte di dialogo in base a quanto la nostra scelta piacerà al confidente otterremo dei punti, questi punti sono fondamentali per avanzare nei rank e se non ne guadagneremo abbastanza dovremo fare delle uscite riparatorie, dove usciremo col confidente senza avanzare di rango e questo è un problema perché in Persona 5 il tempo è limitato e uno vorrebbe vedere tutte le storie dei confidenti che sono sempre scritte bene e non sono troppo scontate e sono superiori alla narrativa della main quest, ma in realtà riuscire a gestire il proprio tempo in modo da vedere tutto è molto difficile e solo pochi, probabilmente coloro che useranno una guida riusciranno a vedere tutto ciò che il gioco ha da offrire, io ho raggiunto il rank 10 solo con circa la metà dei confidenti non so quanto sia dovuto alla difficoltà o quanto sia dovuto al mio essere scarso.
La terza tipologia di attività a cui ci si può dedicare sono le attività che migliorano le proprie skill, infatti il protagonista oltre alle statistiche dedicate al combattimento avrà delle statistiche sociali, gentilezza, perizia, fascino, conoscenza e coraggio queste skill sono migliorabili spendendo il nostro tempo in determinate attività, come leggere, guardare serie tv, giocare ai videogiochi, studiare e farsi il bagno. Raggiungere determinati livelli nelle varie skill sarà necessario per avanzare con i confidenti, purtroppo l’utilità delle skill sociali finisce qui e non forniscono vantaggi durante il combattimento o altre situazioni e riuscire a portarle al massimo rubando meno tempo possibile ai confidenti è una vera sfida.
Se molte serie di JRPG negli ultimi anni hanno deciso di darsi all’action nel tentativo di diventare più accessibili e raggiungere il grande pubblico, Persona resta sul classico proponendo un sistema di combattimento a turni, l’ultima interazione del Press Turn system, questo sistema di combattimento che è il sistema proprio di Shin Megami Tensei e dello spin-off Persona è basato su un sistema di debolezze e su un’idea molto particolare, ogni volta che si colpisce una debolezza del nemico oppure si ottiene un colpo critico o tecnico si ottiene un turno in più quindi colpendo la debolezza di un nemico si può attaccare due volte a questa idea vengono aggiunte due meccaniche particolari, assalto e staffetta. Una volta ottenuto un turno in più sarà possibile usare staffetta per passare questo turno ad un altro compagno di squadra e se questi attaccherà otterrà un notevole bonus all’attacco e questo processo può venire ripetuto tre volte causando di volta in volta danni maggiori, oltre a ciò si aggiunge assalto, una volta atterrati tutti gli avversari avremo tre opzioni a nostra disposizione, quella di parlare con l’ombra per convincerla a passare dalla nostra parte e diventare uno dei nostri ersona, quella di cercare di estorcerle dei soldi, oppure potremo usare assalto e sferrare un attacco di gruppo che farà un danno notevole, nella maggior parte dei casi.
I protagonisti avranno a disposizione l’attacco con l’arma, l’attacco con l’arma da fuoco, che infliggerà danni notevoli se si useranno tutti i proiettili in una volta sola, proiettili che possono venire usati una volta per combattimento, oppure le abilità legate al persona tra cui gli attacchi degli otto elementi. Il combattimento presenta un elemento legato alla fortuna quando si attacca il nemico con attacchi di elemento diversi nella speranza di scoprire le sue debolezze, scoprire subito la debolezza di un nemico può far risparmiare una quantità vitale di SP. Oltre a ciò esistono vari stati alterati che complicano il tutto e rendono possibili gli attacchi tecnici e c’è la possibilità di utilizzare strumenti d’attacco o curativi.
Il punto del sistema di combattimento che ne cambia completamente la prospettiva sono proprio questi SP. Gli SP sono dei punti che sono necessari per utilizzare le abilità magiche del persona e ne avremo a disposizione una quantità limitata, questi punti serviranno anche per curarsi fuori dalle battaglie tramite la comoda opzione di autoguarigione se quindi durante un combattimento dobbiamo pensare a sconfiggere l’avversario a causa di questo sistema, dovremo pensare anche a risparmiare gli SP per poterne avere a sufficienza per scontri successivi, perché casomai dovessimo terminarli saremmo in grossa difficoltà e saremo probabilmente costretti ad uscire dal dungeon, palazzo o memento che sia e uscire fuori dal dungeon senza aver raggiunto i nostri obiettivi ci costringerà a tornarci in un’altra occasione, sprecando una giornata che avremmo potuto dedicare ai confidenti. Questa meccanica aggiunge un altra dimensione alle battaglie e fa sì che anziché combattere contro i nemici si combatta contro il dungeon e ci costringe a scegliere quali nemici affrontare, tentando di evitare il combattimento quando possibile approfittando delle meccaniche stealth dell’esplorazione.
Purtroppo però questa meccanica si sposa male con il sistema di sviluppo perché evitare i combattimenti per inseguire l’obiettivo di completare il palazzo in un giorno solo, potrebbe renderci la vita difficile facendoci arrivare dal boss sotto livellati.
Legato al sistema di combattimento c’è il sistema di sviluppo, anche questo tipico della serie e diverso da quello degli altri JRPG, se da una parte abbiamo i classici livelli e punti esperienza dall’altra abbiamo i persona. persona 5 può essere definito un monster collector, un gioco che un po’ come pokemon ci permette di ottenere nuovi mostri, tramite le contrattazioni durante le battaglie e poi di farli combattere dalla nostra parte. Se i nostri compagni di party potranno utilizzare unicamente il loro persona, il protagonista potrà ottenere nuovi persona durante i combattimenti per poi potenziarli, farli salire di livello, fonderli, per creare nuovi persona e insegnargli nuove abilità. È importante avere sempre dei persona di livello alto con abilità di tutti i tipi per essere preparati ad ogni situazione, c’è un boss in particolare che senza determinate abilità è quasi impossibile da sconfiggere.
Adesso è arrivato il momento di parlare del vero punto forte del gioco, i palazzi. I palazzi sono dei dungeon estremamente ben costruiti, presentano tutti delle mappe complesse mai banali, dal level design geniale, più di una volta rimarrete sorpresi dalla genialità con cui due porzioni della mappa vengono collegate. I palazzi sono dungeon che si sviluppano sia in orizzontale che in verticale, grazie al rampino e a delle meccaniche simil platform ma non si limitano a questo, i palazzi presentano tutti meccaniche di progressione particolari, stanze in cui dovrete guardarvi bene attorno per capire come e dove andare, ostacoli alla progressione che non si limitano ai semplici nemici da sconfiggere etcetera ci sono palazzi in cui non affronterete mai due stanze allo stesso modo. I palazzi hanno una varietà incredibile ed ogni stanza ha sempre una meccanica particolare in grado di tenere alti l’attenzione ed il divertimento del giocatore. In quanto a strutturazione dei dungeon Persona 5 in particolare nella versione Royal non rivali tra i JRPG attuali ed è questa caratteristica che fa svettare la qualità del prodotto.
Il gioco però presenta problemi di ritmo, perché cercare di fare i palazzi in una volta sola porta a sorbirsi porzioni di gameplay molto lunghe, un palazzo può durare dalle due alle tre ore l’ultimo quasi il doppio e lo stesso dicasi per le sessioni dedicate alla storia ed ai confidenti che possono trasformare il gioco in una sorta di visual novel anche per due ore consecutive.
Se si è parlato del punto di forza del gioco si deve parlare anche di quello che è un po’ l’anello debole, la storia. La storia di Persona 5 non è brutta, ma non è all’altezza del resto del gioco, i dialoghi sono scritti bene, i protagonisti sono simpatici, però la trama presenta molti buchi e forzature, pensate che ad un certo punto i protagonisti devono entrare in casa di un personaggio e per coincidenza trovano la porta aperta e situazioni di questo tipo appaiono molte volte, oltre a ciò la storia è afflitta dagli stereotipi dell’animazione giapponese, tra cui l’inspiegabile sparizione dei genitori, praticamente tutto il cast è orfano di almeno uno dei due genitori, oppure questi non vogliono occuparsi di lei. Inoltre il gioco cerca di collegare forzatamente tutto, per esempio il cattivo padrone dell’ultimo palazzo ha un legame con il protagonista e poi viene detto che anche i cattivi precedenti lavoravano per lui. Oltre a ciò, c’è la tendenza a demonizzare gli adulti, quasi tutti gli adulti del gioco sono persone corrotte ed egoiste che fanno soffrire i ragazzi e quando non lo sono sono quantomeno dei disillusi, convinti che maturare significhi rinunciare all’idealismo che rappresentano i giovani protagonisti.
Tutto ciò è peccato, perché nonostante i protagonisti non siano caratterizzati a livelli d’eccellenza quantomeno se non si scoprono i loro rank come confidenti, sono davvero simpatici, le interazioni tra loro sono divertenti e si prova veramente il desiderio di vedere come va avanti la loro storia. Inoltre ci sono alcuni clichè classici del genere come il protagonista silente e il tratto finale della storia che rimandano ad un prodotto più generico. Tuttavia le lacune narrative non bastano a scalfire quel capolavoro che è persona 5, soprattutto nella sua versione royal.
È importante non approcciare il gioco aspettandosi un openworld, nel gioco potremo esplorare diverse location ispirate alla vera Tokyo, ma si tratta di mappe molto piccole e circoscritte ad eccezione dei palazzi che per quanto non siano mappe vaste, sono mappe molto complesse ed articolate la cui esplorazione porterà via molto tempo.
La grafica in un prodotto cross generazionale, Persona 5 è uscito anche per playstation 3, non può essere paragonata agli standard della current gen, però Persona 5 come Catherine prima di lui riesce a risultare piacevole all’occhio grazie ad uno stile in cel shading che richiama gli anime giapponesi, questo quando il gioco non diventa un anime per davvero, infatti nel gioco sono presenti diverse cutscenes create apposta da uno studio di animazione e durante i dialoghi apparirà una versione disegnata del protagonista che starà parlando in quel momento. Persona 5 artisticamente risulta davvero riuscito gli ambienti le scritte i menu ed i design dei personaggi hanno uno stile unico che si rifa molto al colore rosso e alla caratterizzazione giapponese dell’opera oltre che all’immaginario comune del ladro gentiluomo.
Un aspetto in cui il gioco mi ha deluso è stato la gestione della difficoltà, se la difficoltà normale svolge il suo lavoro, le altre un po’ meno. Facile non è così tanto diversa da normale e spietata più che sembrare difficile come difficoltà sembra diversa, infatti paradossalmente le abilità dei protagonisti in questa difficoltà invece di fare meno danno ne fanno di più e ciò ancora più paradossalmente semplifica alcune bossfight. Su questo ultimo punto devo fare un excursus, il boss finale del sesto palazzo è davvero un picco di difficoltà senza senso, che obbliga il giocatore ad avere determinate abilità ed oggetti che in certi casi ottenere può richiedere ore di preparazione, un qualcosa che non ha uguali nel resto del gioco e che non ha il suo corrispettivo nemmeno in Persona 5 vanilla dato che nella versione originale del gioco il boss in questione era molto più semplice rispetto a questa versione Royal.
Concludendo assegno a Persona 5 Royal un 10 questo perché al netto di alcune lacune nella storia i suoi dungeon sono davvero troppo migliori di quelli dei JRPG comuni e il resto del gioco, tranne la storia, è alla loro altezza. Persona 5 ha il grosso merito di aver riportato i JRPG al prestigio di un tempo e questo gli andrà per sempre riconosciuto.