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7.5/10
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"Chainsaw Man" potrebbe essere definito un diamante grezzo e spiegherò il motivo più avanti.

All'inizio del manga Fujimoto scrive e disegna una storia che, pur non essendo eccellente, funziona a dovere evitando la solita "shonenata": una prima parte discreta (che a dir la verità ho gradito, pur non essendo eccezionale), non certo originale con un protagonista sfigato che può trasformarsi in un diavolo per combattere altri diavoli e guadagnarsi da vivere come devil hunter. Questo fino al sesto volume che sancisce la fine della parte introduttiva: un po' slice of life, un po' battle shonen e un po' commedia.
A questa parte poi subentra una sezione molto mediocre, ovvero l'arco degli assassini e qui purtroppo sorgono i problemi. Una confusione totale di personaggi che si succedono in poche pagine, il lettore non ha il tempo di familiarizzare con nessuno di essi perché il ritmo è troppo serrato, totalmente sbagliato: le battaglie sono caotiche ed è difficile distinguere un personaggio da un altro, per via dello stile di disegno di Fujimoto che disegna i volti tutti allo stesso modo (o quasi). Questa parte del manga è la più debole ma per fortuna finisce presto per dare il via all'arco finale il quale cambia letteralmente tutte le carte in tavola.

Non dirò molto per non fare spoiler, tuttavia mi preme sottolineare che l'arco finale è un piccolo capolavoro. A mio avviso Fujimoto è il Tarantino dei manga (un paragone che mi pare calzante anche per via del suo stile estremamente cinematografico, pieno di ellissi e povero di dialoghi): non inventa nulla ma riesce a creare un prodotto sorprendente, stiloso, caciarone e citazionista. Tra i debiti più evidenti per rimanere in ambito manga direi: "Devilman" su tutti e "Dorohedoro". Menzione di merito per alcune tavole davvero belle, nonostante il comparto grafico non sia sempre all'altezza della situazione. Peccato solo per l'arco degli assassini, una parte del manga realizzata troppo frettolosamente.

"Chainsaw man" è, insomma, un manga che spara quasi tutte le sue cartucce nella parte finale, la quale è talmente intrigante e criptica da prestarsi a numerose interpretazioni e speculazioni. Sono proprio curioso di leggere la seconda parte di questa opera che, pur non essendo perfetta, merita assolutamente di essere letta.