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3.5/10
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Un'opera andrebbe valutata nella sua interezza e recensirla dopo il quarto volume non è proprio corretto, ma tant'è: ho intenzione di fermarmi qui e di non proseguire la lettura.

Si tratta di una space opera dall'umorismo dark, con una ambientazione "fantascientifica" con elementi horror/gotici a cui il tratto e lo stile grafico dell'autrice ben si adattano, ma in cui le scene sono collocate alla rinfusa senza alcun nesso logico (il nonsense applicato graficamente, sarebbe una genialata se non fosse insopportabile).

Sebbene l'autrice goda di ottima fama dalla sua opera più famosa, con "Dai Dark" ha quindi deciso di lasciarsi totalmente andare al nonsense tralasciando tutti gli aspetti legati alla caratterizzazione dei personaggi e che consentono al nonsense di produrre l'effetto sorriso/risata. E quindi le gag perdono di forza lasciando perlopiù un senso di smarrimento.

Siamo insomma ben lontani dalla comicità nonsense di opere più famose come Lamù...

Alla fine, la lettura dei primi quattro volumi è stata solo una gran perdita di tempo (se non contiamo l'aspetto economico) che si poteva investire leggendo opere anche mediocri, ma che valgono mille volte più di questa.