Recensione
NYANKEES
7.5/10
Da amante dei gatti, non ho potuto evitare di leggere questa simpatica mini-serie, sei volumi editi da Flashbook, editore che si fa notare per l'originalità di alcuni suoi titoli.
Nyankees è uno shounen, genere che non leggo abitualmente, salvo eccezioni, come in questo caso; l'opera è retta dagli ottimi disegni di Atsushi Okada, autore dalla grafica affascinante e decisamente espressiva, caratteristica che è risultata molto efficace nel rendere bene l'aspetto antropomorfico dei simpatici gatti, che qui assumono forma umana che ricorda per caratteristiche e particolari la controparte felina.
La storia è costruita su basi semplici, in apparenza banali, quelle che narrano la vita e l'esistenza di un gruppo di gatti randagi, una colonia felina - che nella controparte umana sono rappresentati come teppisti di strada, membri di gang preoccupati di controllare e proteggere il loro territorio da invasioni esterne di altri gatti, lottare per il cibo e le femmine, e convivere con gli umani che possono essere buoni o crudeli.
In massima parte, i toni sono quelli della commedia e le situazioni sono leggere e a volte buffe, persino i momenti di tensione - qualche rissa tra gatti - sono stemperati da parti più comiche, addirittura esilaranti, un po' di dramma si introduce verso gli ultimi capitoli, ma senza mai esagerare.
Ci sono un folto gruppo di personaggi resi molto bene caratterialmente, diversissimi fra loro anche nel character design che ne sottolinea le caratteristiche comportamentali e forse morali (se di morale si può parlare per dei gatti).
Il solo difetto potrebbe essere che a volte, i felini vengono troppo umanizzati, attribuendo loro comportamenti e sentimenti propri della meschinità umana, che i gatti in verità non hanno, come l'invidia o la gelosia di chi ha vissuto una vita difficile, di stenti, o si è sentito rifiutato dai suoi stessi simili.
Ho pensato che questo espediente potrebbe essere una chiave di lettura del manga: narrare la storia di un gruppo di gatti, - uno in particolare Ryusei, gattone indipendente e libero, alla ricerca di un compagno/fratello scomparso, - è un modo per parlare in generale del senso della vita, quella umana compresa, e di cosa sia in realtà quella che gatti e uomini chiamano felicità, qualcosa di diverso e personale per ciascuno di noi.
Così, le vicende di Raiga e Taiga, Sango, gatti tigrati, bicolori, tricolori, a pelo lungo che fumano l'erba gatta, o gatti 'nudi' dalla pelle tatuata, si intrecciano col percorso di Ryusei, soriano che ne ha passate tante come testimoniano i segni che ha sul corpo, narrandoci una storia dai risvolti più profondi che ci fa comprendere che in fondo, la vita dei gatti e quella degli uomini non è poi così diversa.
Nel complesso è una bella serie, dal finale vagamente malinconico, che attraverso i gatti, ci suggerisce qualcosa su noi stessi; noi come loro, non siamo altro che luci che brillano per un momento nel cielo pieno di stelle.
Se amate il genere e i gatti, vi divertirete.
Nyankees è uno shounen, genere che non leggo abitualmente, salvo eccezioni, come in questo caso; l'opera è retta dagli ottimi disegni di Atsushi Okada, autore dalla grafica affascinante e decisamente espressiva, caratteristica che è risultata molto efficace nel rendere bene l'aspetto antropomorfico dei simpatici gatti, che qui assumono forma umana che ricorda per caratteristiche e particolari la controparte felina.
La storia è costruita su basi semplici, in apparenza banali, quelle che narrano la vita e l'esistenza di un gruppo di gatti randagi, una colonia felina - che nella controparte umana sono rappresentati come teppisti di strada, membri di gang preoccupati di controllare e proteggere il loro territorio da invasioni esterne di altri gatti, lottare per il cibo e le femmine, e convivere con gli umani che possono essere buoni o crudeli.
In massima parte, i toni sono quelli della commedia e le situazioni sono leggere e a volte buffe, persino i momenti di tensione - qualche rissa tra gatti - sono stemperati da parti più comiche, addirittura esilaranti, un po' di dramma si introduce verso gli ultimi capitoli, ma senza mai esagerare.
Ci sono un folto gruppo di personaggi resi molto bene caratterialmente, diversissimi fra loro anche nel character design che ne sottolinea le caratteristiche comportamentali e forse morali (se di morale si può parlare per dei gatti).
Il solo difetto potrebbe essere che a volte, i felini vengono troppo umanizzati, attribuendo loro comportamenti e sentimenti propri della meschinità umana, che i gatti in verità non hanno, come l'invidia o la gelosia di chi ha vissuto una vita difficile, di stenti, o si è sentito rifiutato dai suoi stessi simili.
Ho pensato che questo espediente potrebbe essere una chiave di lettura del manga: narrare la storia di un gruppo di gatti, - uno in particolare Ryusei, gattone indipendente e libero, alla ricerca di un compagno/fratello scomparso, - è un modo per parlare in generale del senso della vita, quella umana compresa, e di cosa sia in realtà quella che gatti e uomini chiamano felicità, qualcosa di diverso e personale per ciascuno di noi.
Così, le vicende di Raiga e Taiga, Sango, gatti tigrati, bicolori, tricolori, a pelo lungo che fumano l'erba gatta, o gatti 'nudi' dalla pelle tatuata, si intrecciano col percorso di Ryusei, soriano che ne ha passate tante come testimoniano i segni che ha sul corpo, narrandoci una storia dai risvolti più profondi che ci fa comprendere che in fondo, la vita dei gatti e quella degli uomini non è poi così diversa.
Nel complesso è una bella serie, dal finale vagamente malinconico, che attraverso i gatti, ci suggerisce qualcosa su noi stessi; noi come loro, non siamo altro che luci che brillano per un momento nel cielo pieno di stelle.
Se amate il genere e i gatti, vi divertirete.