Recensione
Tenshi no Tamago
8.5/10
Spinto dalla mia grande curiosità di vedere e approfondire quei film (anime o no che siano) considerati "strani" (il mio regista è David Lynch, non a caso), non ho potuto resistere alla tentazione di vedere questo film.
Ovviamente, non sono un critico né voglio elevarmi a tale, quindi prendete con le pinze tutte le cose che scriverò, se mai le leggerete.
La trama di per sé è semplice: c'è una bimba che vuole proteggere un uovo e un uomo che vuole sapere cosa c'è in quell'uovo. Fine.
Se fosse così, e, come dichiarato dal regista stesso, lo è, allora sarebbe un film che non merita troppe attenzioni: ma dietro ogni cosa che all'apparenza sembra strana si nasconde qualcosa di davvero complesso o presunto tale.
È chiaramente un film che dovrebbe essere interpretato, una pellicola che, quando la finisci di vedere, ti lascia con l'amaro in bocca e, non vi nascondo, durante la visione non capivo quasi niente (e non sono tuttora sicuro di averlo capito, in realtà). Ma va bene così, perché il film volutamente non si vuole fare capire. È un qualcosa di talmente personale, che voler capire questo film equivale a bussare alla porta di Oshii per chiedergli come va la vita magari davanti a un caffè. Ed è proprio questo il motivo per cui voglio dare un voto così alto, perché adoro il fatto che lui abbia creato un qualcosa solo per sé stesso, fregandosene di un possibile flop (cosa che è avvenuta realmente) o di qualsiasi altra critica.
Per me questo film è la vera essenza dell'arte: esprimere sé stessi.
È un film che non consiglierei a nessuno, ma che al contempo descriverei come perfetto.
Ci sono molte interpretazioni per questo film, e io non sono sicuramente in grado di darvene qualcuna, e, come detto prima, reputo inutile provare a darla.
Perciò, voglio provare a descrivere le sensazioni che ho provato vedendo questo film.
Ho provato, per tutta la durata del film (ma proprio tutta, dalla scritta iniziale ai titoli di coda), un senso di ansia e angoscia che mi ha tenuto compagnia per molto tempo dopo il termine del film. Sebbene solitamente la figura della bambina rappresenti la castità e la purezza, ogni volta che la inquadrano mi dava un senso di pesantezza interiore, a tal punto che spesso sentivo il bisogno di distogliere lo sguardo, come se la volessi evitare. L'uomo, invece, mi dava un senso di sicurezza e di consapevolezza, nonostante, probabilmente, lui vivesse in uno stato di insicurezza e angoscia perenne.
Insomma, non conosco Oshii di persona e non credo lo conoscerò mai, ma con questo film, probabilmente, ci ho chiacchierato senza neanche rendermene conto davvero.
Ovviamente, non sono un critico né voglio elevarmi a tale, quindi prendete con le pinze tutte le cose che scriverò, se mai le leggerete.
La trama di per sé è semplice: c'è una bimba che vuole proteggere un uovo e un uomo che vuole sapere cosa c'è in quell'uovo. Fine.
Se fosse così, e, come dichiarato dal regista stesso, lo è, allora sarebbe un film che non merita troppe attenzioni: ma dietro ogni cosa che all'apparenza sembra strana si nasconde qualcosa di davvero complesso o presunto tale.
È chiaramente un film che dovrebbe essere interpretato, una pellicola che, quando la finisci di vedere, ti lascia con l'amaro in bocca e, non vi nascondo, durante la visione non capivo quasi niente (e non sono tuttora sicuro di averlo capito, in realtà). Ma va bene così, perché il film volutamente non si vuole fare capire. È un qualcosa di talmente personale, che voler capire questo film equivale a bussare alla porta di Oshii per chiedergli come va la vita magari davanti a un caffè. Ed è proprio questo il motivo per cui voglio dare un voto così alto, perché adoro il fatto che lui abbia creato un qualcosa solo per sé stesso, fregandosene di un possibile flop (cosa che è avvenuta realmente) o di qualsiasi altra critica.
Per me questo film è la vera essenza dell'arte: esprimere sé stessi.
È un film che non consiglierei a nessuno, ma che al contempo descriverei come perfetto.
Ci sono molte interpretazioni per questo film, e io non sono sicuramente in grado di darvene qualcuna, e, come detto prima, reputo inutile provare a darla.
Perciò, voglio provare a descrivere le sensazioni che ho provato vedendo questo film.
Ho provato, per tutta la durata del film (ma proprio tutta, dalla scritta iniziale ai titoli di coda), un senso di ansia e angoscia che mi ha tenuto compagnia per molto tempo dopo il termine del film. Sebbene solitamente la figura della bambina rappresenti la castità e la purezza, ogni volta che la inquadrano mi dava un senso di pesantezza interiore, a tal punto che spesso sentivo il bisogno di distogliere lo sguardo, come se la volessi evitare. L'uomo, invece, mi dava un senso di sicurezza e di consapevolezza, nonostante, probabilmente, lui vivesse in uno stato di insicurezza e angoscia perenne.
Insomma, non conosco Oshii di persona e non credo lo conoscerò mai, ma con questo film, probabilmente, ci ho chiacchierato senza neanche rendermene conto davvero.