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7.5/10
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«Kei x Yaku», è una serie del 2022 composta da 10 episodi da 46 minuti; si tratta della trasposizione di un manga che narra una crime story in salsa boys love, con otto volumi all’attivo e ancora in corso.

I due protagonisti sono: Ichiro Kunishita, giovane e determinato investigatore della sicurezza pubblica della Polizia Metropolitana di Tokyo che, per ordine del suo superiore, si ritrova a indagare su Shiro Hanabusa, giovane capo di una famiglia criminale, la cui ascesa è stata molto rapida. I due ragazzi scopriranno di avere un forte interesse in comune: entrambi sono determinati a scoprire cosa è accaduto a Rion, sorella maggiore di Shiro e senpai di Ichiro, misteriosamente scomparsa tre anni prima. I due ragazzi capiscono che allearsi potrà aiutarli ad avanzare nelle loro indagini segrete; così faranno e, per non destare sospetti e occultare il loro accordo, fingono di essere amanti.

La serie parte con toni da vero e proprio giallo: riesce subito a creare della suspense, anche accennando a scene dure, adatte all’ambientazione che porta lo spettatore ad assistere alle attività della famiglia criminale cui è affiliato Shiro. È un prodotto ben confezionato: ben scritto, ben recitato, belle ambientazioni, una regia solida. Si notano però piccoli difetti come qualche ingenuità nelle scene d’azione e nel trucco a raffigurare le ecchimosi sui volti.

Gli attori protagonisti superano ampiamente la prova: Nobuyuki Suzuki è molto ben calato nel ruolo di Ichiro, brillante, che ha una routine di disciplina fisica che lo aiuta a mantenere la calma, ingenuo a tratti, con una cupezza di fondo ben spiegata dal suo passato e Atsuhiro Inukai (che già avevo apprezzato in “A Man Who Defies the World of BL”) riesce a rendere bene le sfaccettature del complesso personaggio di Shiro, ragazzo determinato e capace, ma anche fragile e irrisolto. Interessante come è inserito l’elemento della bisessualità di Shiro nelle dinamiche dell’ambiente criminale, tipicamente improntato a modelli di mascolinità molto tradizionale e tossica: soprattutto per il fatto che sembra essere accettata non in quanto normale variabile del comportamento umano, un atteggiamento troppo sano per l’ambiente, ma reputata strumento utile a dare vantaggi in termini di influenza della famiglia su determinati personaggi (e mi fermo per non fare spoiler), un punto di vista che ho trovato realistico.

I primi episodi giocano molto sui flashback che servono a presentare una serie di storie passate che sembrano scollegate, ma -intuiamo piuttosto presto- che andranno a comporre un disegno unico, dando una gradevole patina di coralità. Mentre si fanno congetture sui misteri, si teme per Shiro e Ichiro (che hanno una certa tendenza a cercare di farsi uccidere ogni due per tre) e per le persone a loro vicine, la serie si prende il tempo per una serie di momenti da slice of life in cui ci si gode la routine nella casa condivisa e momenti “romantici” (tecnicamente forse sarebbe più corretto parlare di bromance) fra i due ragazzi. I due attori sono bravi nel rappresentare la crescita del rapporto fra i due, e anche gli estimatori dei dolci avranno qualche soddisfazione grazie al personaggio di Chika, amica di infanzia di Ichiro. Nota piacevole sono i personaggi minori che, nonostante siano poco approfonditi per mancanza di tempo, hanno per lo più una bella tridimensionalità, rivelandosi spesso interessanti.

Anche dal punto di vista musicale è una serie curata: apprezzabili le theme songs “IT'S A BOP” e “ Be with You” della boyband OCTPATH.

«Kei x Yaku» la definirei come un’efficace via di mezzo fra il thriller o l’action e lo slice of life, con sotto-trama romantica: una storia interessante e tutto sommato ben gestita, che non eccede in “pucciosità” risultando gradevole per un pubblico variegato. Il finale, soddisfacente, chiude un filone e ne lascia sospeso un secondo, aprirebbe quindi a una seconda stagione, che guarderei con piacere.