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9.5/10
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L'anime è un puro capolavoro psicologico. Con una trama del tutto originale e innovativa a tratti molto cruda l'anime è continuamente un colpo di scena, mai scontato: fino alla fine si rimane con la suspense per comprendere il vero senso e la spiegazione di ciò che succede, con un finale assolutamente inaspettato ma non deludente.

Prima parte: la prima parte del film anime scorre abbastanza dinamicamente, si comprende pienamente l'accaduto esposto e si tratta un tema fortemente innovativo, e purtroppo ben raro da trovare nell'animazione giapponese: l'oggettificazione delle donne. Si tratta crudamente tale tema, dal momento in cui Mima decide di intraprendere la carriera di attrice si trova ad essere considerata semplicemente come un corpo da essere messo continuamente in mostra per soddisfare il piacere maschile, fino ad arrivare alla scena tragica del suo stupro durante la ripresa di un film.

Seconda parte: dal momento dello stupro di Mima, ella sembra rispondere al trauma in modo totalmente confusionario. Dopo la scena della sua disperazione con questo grido da miserabile incapacitato di essere ascoltato, ripreso poi da vari film famosi, il tempo che prima correva in un puro ordine cronologico sembra come frammentarsi. Si ripetono costantemente i sogni di Mima che si mescolano alla realtà, fino a non far più comprendere il distacco vero tra la realtà immaginaria e quella concreta, pragmatica. In tutto ciò, nella più grande confusione illogica si arriva a un finale assolutamente non immaginato precedentemente, che però in qualche modo riesce a soddisfare la suspense creatasi.