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"Innocent" racconta la Rivoluzione Francese dal punto di vista, insolito, del boia. A dire il vero quando il manga arriva al numero 9 la rivoluzione non è neanche iniziata... Per vedere una ghigliottina all'opera bisognerà andare oltre "Innocent" ad "Innocent rouge" che è il seguito senza il quale Innocent è praticamente incompleto. Questa cosa non mi è piaciuta per nulla: perché dividere in due un'opera unitaria?

La risposta è che si tratta di una trovata commerciale per vendere di più. Una logica di commercio, dunque, e non autoriale. Così come non mi sono piaciuti tutti gli allungamenti di brodo della boia-donna e della sua omosessualità. Davvero un modo maldestro di trattare l'argomento che priva quest'opera del suo 10. Come voto si ferma infatti a 9, non di più, ma veniamo alle cose belle.

Dicevo che ciò che contraddistingue l'opera da tutte le altre di carattere storico sulla Rivoluzione è il punto di vista assunto, cioè entriamo nella Francia di fine 1700 con gli occhi del boia, guidati dal nostro protagonista carnefice, ed è meraviglioso. Nelle sue parti più belle il manga risulta veramente innovativo e ben disegnato, nelle sue parti peggiori invece risulta scopiazzato da film come "Maria Antonietta" di Sofia Coppola (gran bel film, ma perché Sakamoto praticamente lo ricopia?). L'esattezza storica, inoltre, ve la dovete proprio dimenticare perché sono stati inserite vicende romanzate guidate dalla necessità dell'adattamento-manga (hanno dovuto "mangjizzare" le cose insomma) con qualche combattimento wuxiapian-duello di troppo, déjà-vu, e quel boia femminile dalla pettinatura punk, mascolina che rappresenta la quota troppo rosa del manga. La sorella del protagonista risulta a partire dal numero 7, un'omosessuale tanto abile da scalare la gerarchia sociale e riuscire ad avere rapporti intimi con la regina Maria Antonietta che si innamora, per giunta di lei! È davvero il caso di dire che Shinichi Sakamoto ha fatto una "boiata". Davvero evitabile come situazione, ma prendiamola come una cosa simbolica per dire che la rivoluzione francese è stata in parte anche femminista.

Nonostante gli errori, le ingenuità, le deformazioni dell'adattamento manga, gli eccessi fantasiosi, che però cadono nei cliché di roba trita e ritrita, il voto per quest'opera resta alto, per via di quel punto di vista insolito, quello del boia che consente il lettore di mettere in connessione e dialogo "Innocent" con opere come "il manuale del boia" di Duff e con "dei delitti e delle pene" di Beccaria, con i musei della tortura e con quelle riflessioni antropologiche che spiegano come la capacità di infliggere dolore, pianificandolo, sia una caratteristica specifica dell'essere umano che manca in altre specie. "Innocent" è quindi a suo modo una grande lezione di storia, per esempio esemplifica benissimo il concetto di "esecuzione pubblica" e di "disciplinamento" per come lo troviamo in Foucault, per dire. Sono queste le parti migliori del manga assieme a quelle che denunciano i vizi e la disumanità della classe dirigente francese, ovvero di quella "nobiltà" che perderà la testa perché il popolo vessato insorgerà. L'Ancien Regime è vivo in "Innocent" e spetta al lettore abbatterlo di nuovo, tutte le volte che sarà necessario.

I disegni sono belli e spesso eccessivi. Non troppo dettagliati. Vengono usate spessissimo metafore visive come escamotage narrativo, per esempio una rosa deflorata, una pannocchia di mais tranciata, ratti morti, ragni ecc... A volte questo è un bene perché racconta di più del realismo, ma molto più spesso è un male perché racconta veramente di meno e in un manga sul boia ci stava scendere in dettagli.

Di Sakamoto ho letto "Kiomaru" (bella storia, anche se non è sua) e "Masurao". Opere carine di cui ho scritto altrove. Sono curioso di leggere "The Climber" che dovrebbe essere il suo capolavoro, ma 17 numeri mi sembrano un po' troppi... Comunque lo prenderò e vi dirò. Se "Kiomaru" anticipava qualcosa sull'arrampicata, "Innocent" anticipa qualcosa del successivo manga vampiresco dell'autore (su Dracula).

Al contrario di quanto qualcuno ha sostenuto, dichiaro che non ci vuole poi così tanto stomaco a leggere questo manga, a volte troppo soft ed edulcorato. Resta da dire che niente del genere era mai stato fatto o tentato, quindi bravo a Shin'ichi. Alla prossima.