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«Noah of the Blood Sea» (originalmente “Kekkai no Noah”) è un manga, ideato e disegnato da Yū Satomi, dall’atmosfera accattivante a forti tinte horror e dalle buone premesse, che però va poi a perdersi in un finale fin troppo sbrigativo.

Scena iniziale quasi a fare una premessa, non è una storia per stomaci deboli. Tanto sangue, tanto splatter, il lettore viene subito avvisato su cosa si appresta a vedere. Quasi a celebrare il sangue: non mancherà occasione di vederne. Tante le scene macabre, forti da far star male, ma mai disgustose, non si oltrepassa un limite, limitandosi a una sagra di violenza a vote inaudita, ma spesso necessaria a far comprendere dove ci si trova, cosa si affronta, si direbbe l’inferno.

“Truffa? Non so ma ho un presentimento molto peggiore.”
Per nostra fortuna non siamo invitati a partecipare a questa lussuosa crociera, dove fin troppi pericoli si celano dietro a spettacoli di dubbio gusto o luoghi stranamente inaccessibili. Anziani, bambini, persino innocui pagliacci, in questo luogo non sembra esserci speranza. La vita delle persone sembra avere valore solo se la loro carne risulta appetitosa, abituati a divorare esseri viventi gli umani tendono a dimenticare di esserlo a loro volta. Possiamo essere noi le prede. Sono tanti gli invitati, pochi quelli di cui faremo conoscenza e in pochissimi casi si approfondirà, purtroppo, tale conoscenza, la storia scorre veloce come il sangue fluisce copiosamente nelle pagine.

“Ma tu.. voi cosa siete?”
Ben presto viene in mente un solo obiettivo: sopravvivere. A cosa, soprattutto inizialmente, non si comprende ma è giusto così. Per quanto tempo non si può sapere, per quanto tempo il lettore riuscirà a trattenere il fiato leggendo freneticamente le pagine per scoprire cosa accadrà o chi morirà. Troppi gli avversari da affrontare troppo pochi i protagonisti per cui tifare e la storia in questa frenetica e avvincente storia. Regna nelle pagine una strana, bizzarra, “confusione ben organizzata”, si salta tra tante scene veloci con tanti personaggi secondari ma a ogni cambio di inquadratura questo film su carta si ferma il tempo giusto per farne capire gli eventi prima di passare alla successiva.

“Ormai tradizioni e convenzioni sociali hanno perso la loro importanza e i nostri compagni danno la precedenza al piacere dell’immediato presente.”

La storia prosegue, con idee e riflessioni molto interessanti. Vari i personaggi a cui affezionarsi tra cui Kakeru, la dolce Akari o il trio di amici Koike-Toma-Ushiro. Il tratto è altalenante, ci sono buone tavole molto suggestive, altre meno riuscite, ma è da notare la fredda bravura nel rappresentare scene macabre. L'autore ha pubblicato in precedenza "La ragazza bruciata", disponibile in Italia. Negli ultimi volumi si è voluto dare spazio a un lungo flashback, forse non troppo riuscito, più confuso dei continui cambi di scena di cui si accennava prima, inconcludente per quanto interessante.

“Ormai noi da soli non riusciremo mai a fuggire da questa nave.”
Un viaggio che sembra non terminare mai, neanche dopo la fine della storia. Il finale ci sarebbe anche, ma poi l’autore sembra ripensarci, la storia vorrebbe continuare, tanto che continua in realtà senza un dove, senza un quando, lasciando il lettore basito. Eppure era finito bene, fino a pagina 147 del quinto volume, in sole undici pagine costruisce i presupposti per un evidente continuo. L’opera è terminata nel 2021, al momento in cui scrivo non c’è alcuna traccia di un eventuale seguito. L’opera, considerando per come era iniziata, non sembra essere “axata”, concludendo degnamente gli eventi di cui si voleva narrare.

La sensazione lasciata a fine lettura è quella di trovarsi di fronte a un ottimo “prequel” di una serie mai scritta. Lasciata in questo mondo non si oltrepassa la sufficienza (6-6,5 al massimo) rimanendo una lettura gradevole.