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Non pensavo sarebbe stato così difficile dare un'opinione a un singolo lungometraggio, soprattutto se stiamo parlando di “Dragon Ball”, e invece, durante tutta la visione di questo “Super Hero”, ho cambiato idea diverse volte, passando spesso da sensazioni e opinioni negative a pareri invece ben più positivi. Effettivamente ho fatto una fatica immane a guardare la prima mezz’ora senza addormentarmi, data l’assenza totale di ogni tipo di azione (a parte un breve e non troppo articolato combattimento che ha visto come protagonista Piccolo) e la presenza di così tanti dialoghi spesso portati per le lunghe senza motivarli più di tanto.

Tuttavia, le primissime fasi della pellicola saranno in grado di deliziare un fruitore appassionato grazie a dei brevi flashback (qui ancora sprovvisti di CGI) che andranno a richiamare ciò che ormai anni e anni fa abbiamo visto sui nostri schermi; nello specifico tutto ciò che ha avuto a che fare con il Red Ribbon e i vari cyborg, fino ad arrivare a Cell; infatti saranno proprio le generazioni successive degli scienziati di allora, che manderanno avanti questo film.
Tolti appunto i pochi ma ben realizzati flashback, il film sarà interamente sviluppato grazie alla computer grafica, che se pur non mi abbia fatto impazzire (qui come in altri prodotti), non rende male; lo stile del maestro Toriyama calza abbastanza bene con la tecnologia poco fa citata, grazie ai lineamenti spesso e volentieri così ben definiti, stile che possiamo apprezzare maggiormente in altre sue creazioni all’infuori di Dragon Ball.
Dunque a parer mio l’esperimento con questo tipo di grafica non è del tutto da buttar via, perché per quanto inutile per praticamente tutta la durata, i combattimenti, soprattutto nelle fasi conclusive, mi hanno convinto.
Comunque, passata la prima metà, il film cambia faccia, aumentando il ritmo risulta ben più scorrevole, mettendo finalmente in mezzo personaggi e avvenimenti che fin li stavo aspettando, arrivando poi ad un finale ben costruito, che grazie anche ai nuovi power up risulta divertente e “innovativo” sotto alcuni aspetti, mettendo un po’ da parte i soliti meccanismi e stili di lotta a cui siamo sempre stati abituati, caratterizzati troppe volte da continui colpi di energia, spesso e volentieri buttati lì a solo scopo riempitivo.

Dopo aver brevemente analizzato ciò che in linea di massima potrebbero essere un po’ i pregi e i difetti, vediamo cos'è che ha da offrire questo film, e soprattutto cosa - in particolare - ha potuto far storcere il naso, specialmente ai fan di vecchia data un po’ più nostalgici (me compreso).
La trama in se per se, per quanto “sempliciotta”, non è poi così male; tutti i vari prodotti a “tema” Red Ribbon mi hanno sempre abbastanza affascinato, riuscendo in un certo senso spesso a portarmi indietro nel tempo, ed effettivamente la pellicola in questione non fa eccezione. Se fatto con astuzia, mettere in gioco cyborg, scienziati e compagnia bella, potrebbe facilmente risultare una carta vincente, dato il così ampio numero di fattori su cui poter mettere mano.
Una delle tematiche fondamentali che contraddistingue questo “Super Hero”, è l’assenza, quasi totale, di Goku e Vegeta, caposaldi indiscussi del marchio, ma che effettivamente, anche in altri special, abbiamo visto esser messi da parte (me ne vengono in mente due o tre) e incredibilmente, sono proprio quelli che in un certo senso sono stati maggiormente apprezzati, anche dal sottoscritto. Il fatto che i due non fossero al centro dell’attenzione, era già chiaro dalle varie anticipazioni e trailer, quindi una volta davanti alla pellicola in questione, c’era poco da stupirsi al riguardo; al contrario, a stupire potrebbe essere il fatto che un così ben caratterizzato Piccolo, mattatore in questo film, e un ritrovato Gohan, siano stati in grado di non farceli mancare affatto. Troppo spesso (e ce ne sono anche tutte le ragioni) al nome di Dragon Ball viene accostato solo ed unicamente quello del buon Goku, personaggio ormai sviscerato fino all’ esaurimento, quindi continuare a renderlo protagonista in ogni singolo prodotto, potrebbe risultare ridondante; al contrario dare modo ad altri personaggi di ritagliarsi qualche ruolo fondamentale, potrebbe risultare un’idea vincente. In questo caso con Piccolo e Gohan sono andati abbastanza sul sicuro, essendo indubbiamente due tra i personaggi meglio riusciti a Toriyama, e qui ne abbiamo la conferma.
Dunque è proprio intorno ai due personaggi sopra citati che girerà il film. Si parte con alcuni scorci di vita privata del nostro Piccolo, intento nelle prime fasi a fare da mentore alla piccola Pan, esattamente come accadde con un Gohan ancora bambino; lo vedremo armeggiare con un cellulare e “litigare” con dei peluche, tutte gag simpatiche in pieno stile Toriyama che sicuramente avranno fatto sorridere qualche fan, anche se con me non sono riuscite nell’intento.
Un po’ buttato lì pretesto utilizzato per dotare Piccolo del nuovo power up; se fosse bastato chiedere al drago di diventare super mega forte, perché non farlo prima? Ma mi rendo conto che soffermarsi su questi dettagli, e a volte incongruenze, sarebbe un po’ inutile. Eccolo dunque Orange Piccolo, trasformazione tanto forte quanto esteticamente non proprio bellissima, ecco.
Ad affiancare quindi piccolo, da un certo punto in poi, sarà come detto prima Gohan. È proprio da questo momento in poi che il film per me assume un altro volto; sono ormai anni che aspetto di veder tornare Gohan mettendo un po’ da parte il suo lato studioso ed occhialuto donatogli dal creatore, e qui, se pur per poco tempo, l’obiettivo è stato centrato. Dopo una fase in cui vedremo Gohan intento a risvegliare i suoi poteri sopiti, ecco che grazie alla solita rabbia, (non prima di una bella citazione alla sua prima trasformazione in SSJ2) eccolo sbloccare il suo power up definitivo, un super saiyan dai capelli bianchi non troppo bello da vedere, ma che però mena forte.
Arriviamo a quello che è secondo me uno degli aspetti più azzeccati: la scelta del villain. Troppe, e dico troppe volte abbiamo visto tornare Freezer, che per quanto per molti sia indubbiamente il miglior villain della saga, rischia di diventare fin troppo ripetitivo. Ecco quindi che a minacciare nuovamente la pace nel mondo, arriva Cell, più o meno. Infatti il Cell che vedremo all’interno del film (nominato Cell Max) avrà poco a che vedere con quello che abbiamo conosciuto nella serie Z; un enorme cell verde - rosso che strilla dal momento esatto in cui farà la sua prima apparizione.
Questo “nuovo” Cell rende alla perfezione, creando la giusta suspense e anche un certo senso di timore nel guardarlo in azione, data la sua caratterizzazione così dettagliata sotto alcuni punti di vista.
Il finale, banalmente, non è né bello e né brutto. Vedremo molti dei guerrieri Z lottare contro il nuovo nemico in una sorta di “tutti contro uno”, tra cui anche Goten e Thrunks, visibilmente cresciuti nell’aspetto, che dopo aver fallito (ovviamente) la fusione, saranno utilizzati come pretesto per le ricorrenti gag, anche nei momenti più concitati.

Come detto anche a inizio recensione, il problema fondamentale della pellicola sta nel non dare una vera e propria svegliata agli eventi. Ci vuole davvero troppo tempo per arrivare al succo della questione, e i vari siparietti che contraddistinguono la prima metà della visione, diventano ben presto obsoleti e quindi non più divertenti. L’aria serena che si respira nonostante la minaccia imminente, non fa percepire un vero e proprio senso di pericolo, facendo prendere poco sul serio un nemico che, come detto prima, sarebbe potuto essere un villan tra i migliori comparsi fin d’ora.
Altro aspetto da prendere in considerazione è quello dei personaggi che compaiono all’interno di questo Super Hero; prendendo maggiormente in considerazioni i vari volti del Red Ribbon che vedremo presentarsi fin da inizio film. Magenta e Carmine saranno proprio quelli che daranno il via alle danze, due personaggi tento odiosi quanto caratterizzati in modo inconfondibile da un Toriyama che ha voluto mettere in questi personaggi ( e anche in altri ) alcuni tra i suoi tratti più distintivi.
Tra i tanti personaggi che vedremo, faremo la gradevole conoscenza di due cyborg creati dalla mente geniale del nipote del dottor Ghero, Hedo (di cui non ho parlato fin ora perché non l’ho reputato necessario), che nominerà gamma 1 e gamma 2; sorprendentemente queste due nuove conoscenze mi hanno piacevolmente sorpreso; simpatici e dotati di una personalità brillante, in grado di entrare in sintonia con lo spettatore. Probabilmente i due soggetti meglio riusciti del lungometraggio.

L’aspetto che sicuramente ha fatto sorgere più dubbi, soprattutto nei fan di vecchia data, è stato l’utilizzo della già citata CGI. Comprensibilmente potrebbe essere non stata particolarmente apprezzata o addirittura odiata; io come detto in precedenza non la butto completamente via, inutile nei momenti di vita quotidiana, se così vogliamo dire, ma molto meglio sfruttata nei momenti di azione, che, ahimè, sono stati troppo poco presenti all’interno della prima metà della pellicola. Il mio consiglio è quello di non partire totalmente prevenuti, e di dare una possibilità a quella che è una tecnologia che sempre più spesso vedremo in prodotti di questo tipo. Se non altro si potrebbe vedere come una sorta di esperimento da parte di Toriyama, che tornerà spero ad utilizzare un tratto classico per i suoi futuri prodotti.
Per quanto riguarda l’adattamento italiano, non ho potuto che apprezzare l’idea di lasciare quanto più possibile la nomenclatura originale, sia per nomi che per tecniche. Il doppiaggio è stato più o meno quello già adottato nella serie regolare di “Super”, sicuramente di buon livello.

Difficile dunque dare un giudizio che racchiuda tutti i fattori fin qui citati; totalmente insufficiente fino ad un certo punto, ma decisamente più convincente durante la seconda metà, quindi mi farò nuovamente trasportare dalle sensazioni che nel bene e nel male questo “Dragon Ball Super: Super Hero”, ha saputo regalarmi.
Tornare in compagnia di personaggi che ormai non fatico a reputare “amici”, è sempre piacevole; in Dragon Ball si respira sempre un’aria familiare che nonostante tutto, nonostante l’inesorabile scorrere del tempo, riesce sempre ad entrare nel cuore dei fan; Goku o non Goku, CGI o non CGI, quelle del maestro Toriyama sono opere che risulta sempre difficile giudicare negativamente. Io personalmente sono partito un po’ prevenuto nella visione di questo film, ma come al solito, trascinato da ricordi e sensazioni, è riuscito a farmi passare del tempo in totale spensieratezza, facendomi mettere da parte i (tanti) difetti, e capace di farmi apprezzare invece quelle che sono state le note positive.
Tutto sommato, voto: 6,5.