Recensione
Recensione di Jack4568012
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Un'opera autobiografica fuori dagli schemi che racconta la storia dei "giorni matti" di Hideo Azuma, l'idea di disegnare la sua opera in stile gag manga è geniale, nonostante i fatti riportati siano tutt'altro che leggeri.
Il fumetto è diviso essenzialmente in tre parti, nella prima si parla della vita da clochard del fumettista, la seconda tratta del suo ritorno nella società e dei suoi lavori, mentre la terza ci racconta della sua esperienza in una casa di recupero.
Questa autobiografia fa luce su numerose fasce di popolazione che solitamente si tenta di nascondere all'opinione pubblica e ci racconta senza peli sulla lingua come le persone più bisognose o dipendenti da alcool cercano di sopravvivere nel migliore delle proprie opportunità. Durante il racconto di alcuni aneddoti si ci potrebbe anche concedere ad una risata non maliziosa, probabilmente data dai disegni prettamente satirici, che però si ferma all'istante data la compressione di ciò che sta accadendo.
Questo fumetto è molto importante anche per la compressione del mondo editoriale giapponese, che spesso purtroppo sfrutta sino allo sfinimento coloro che vi lavorano, costringendoli a fuggire o sparire o semplicemente piegarsi al loro volere.
Il fumetto è diviso essenzialmente in tre parti, nella prima si parla della vita da clochard del fumettista, la seconda tratta del suo ritorno nella società e dei suoi lavori, mentre la terza ci racconta della sua esperienza in una casa di recupero.
Questa autobiografia fa luce su numerose fasce di popolazione che solitamente si tenta di nascondere all'opinione pubblica e ci racconta senza peli sulla lingua come le persone più bisognose o dipendenti da alcool cercano di sopravvivere nel migliore delle proprie opportunità. Durante il racconto di alcuni aneddoti si ci potrebbe anche concedere ad una risata non maliziosa, probabilmente data dai disegni prettamente satirici, che però si ferma all'istante data la compressione di ciò che sta accadendo.
Questo fumetto è molto importante anche per la compressione del mondo editoriale giapponese, che spesso purtroppo sfrutta sino allo sfinimento coloro che vi lavorano, costringendoli a fuggire o sparire o semplicemente piegarsi al loro volere.