Recensione
My Beautiful Man: Eternal
6.0/10
Recensione di hachi_rosa92
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Dopo aver lasciato la fine della seconda stagione con la speranza che il film fosse in grado di dare una migliore evoluzione caratteriale a Hira, che rendesse giustizia al desiderio di Kiyoi di essere amato e non venerato, mi ritrovo a lasciare questa recensione con leggera amarezza.
Il film, da guardare esclusivamente a conclusione delle prime due stagioni che ne costituiscono la premessa imprescindibile, dovrebbe portare a evoluzione il rapporto tra i due, mettendoli finalmente sullo stesso piano ed emancipando Hira dalla relazione servo-padrone che egli stesso ha costruito intorno a sé e a Kiyoi. E in un certo senso il film ci prova, con diverse riflessioni introspettive da parte di Hira e dei personaggi intorno a lui, riflesioni che tuttavia sembrano restare sul piano discorsivo, mentre di contrasto le azioni di Hira continuano a non emanciparlo minimamente da ciò, fatta eccezione per un brevissimo momento vicino al finale, nel quale si rivolge a Kiyoi con un tono finalmente non remissivo (lo spettatore resti assicurato, tuttavia, che tale momento non si ripeterà più). In questa conclusione, purtroppo, si assiste anche a una sorta di regressione del carattere di Kiyoi, che esplicitamente riconosce di apprezzare questi lati del carattere di Hira, inconsciamente contravvenendo al suo stesso desiderio di essere trattato alla pari, desiderio di cui egli si rende pur conto anche in questa pellicola, ma che mette in secondo piano rispetto alla sua urgenza di essere amato da Hira, il cui unico modo di amare Kiyoi, allo stato attuale delle cose, sembra evidentemente essere questo remissivo rapporto di sottomissione emotiva.
A questo scenario di scarsa evoluzione, se non regressione, caratteriale da parte dei protagonisti, si accompagna l'entrata in scena di un personaggio secondario, pensato probabilmente per contrapporre il suo stalking ossessivo verso Anna all'adorazione in qualche modo "gentile" da parte di Hira verso Kiyoi. Eppure, sebbene sia evidente da ciò che accade nel film che questa fosse l'intezione degli sceneggiatori, l'idea della quale riesce difficile liberarsi per tutta la durata del film è che Hira e questo personaggio secondario abbiano, a parte il lato volento, molti più punti in comune che differenze.
Un finale da cui mi aspettavo una degna chiusura e che purtroppo mi ha deluso, che vale la pena guardare per chi ha seguito la serie fino a questo punto, ma da cui non aspettarsi troppo. Raggiunge comunque la sufficienza grazie alla recitazione di Kiyoi e alla struggente storia di Anna-san, collega di Kiyoi.
Il film, da guardare esclusivamente a conclusione delle prime due stagioni che ne costituiscono la premessa imprescindibile, dovrebbe portare a evoluzione il rapporto tra i due, mettendoli finalmente sullo stesso piano ed emancipando Hira dalla relazione servo-padrone che egli stesso ha costruito intorno a sé e a Kiyoi. E in un certo senso il film ci prova, con diverse riflessioni introspettive da parte di Hira e dei personaggi intorno a lui, riflesioni che tuttavia sembrano restare sul piano discorsivo, mentre di contrasto le azioni di Hira continuano a non emanciparlo minimamente da ciò, fatta eccezione per un brevissimo momento vicino al finale, nel quale si rivolge a Kiyoi con un tono finalmente non remissivo (lo spettatore resti assicurato, tuttavia, che tale momento non si ripeterà più). In questa conclusione, purtroppo, si assiste anche a una sorta di regressione del carattere di Kiyoi, che esplicitamente riconosce di apprezzare questi lati del carattere di Hira, inconsciamente contravvenendo al suo stesso desiderio di essere trattato alla pari, desiderio di cui egli si rende pur conto anche in questa pellicola, ma che mette in secondo piano rispetto alla sua urgenza di essere amato da Hira, il cui unico modo di amare Kiyoi, allo stato attuale delle cose, sembra evidentemente essere questo remissivo rapporto di sottomissione emotiva.
A questo scenario di scarsa evoluzione, se non regressione, caratteriale da parte dei protagonisti, si accompagna l'entrata in scena di un personaggio secondario, pensato probabilmente per contrapporre il suo stalking ossessivo verso Anna all'adorazione in qualche modo "gentile" da parte di Hira verso Kiyoi. Eppure, sebbene sia evidente da ciò che accade nel film che questa fosse l'intezione degli sceneggiatori, l'idea della quale riesce difficile liberarsi per tutta la durata del film è che Hira e questo personaggio secondario abbiano, a parte il lato volento, molti più punti in comune che differenze.
Un finale da cui mi aspettavo una degna chiusura e che purtroppo mi ha deluso, che vale la pena guardare per chi ha seguito la serie fino a questo punto, ma da cui non aspettarsi troppo. Raggiunge comunque la sufficienza grazie alla recitazione di Kiyoi e alla struggente storia di Anna-san, collega di Kiyoi.