Recensione
Fūfu Kōkan
2.5/10
È pensiero comune, soprattutto sponda femminile (se ancora si può usare questo termine nel 2024 senza offendere nessuno), che agli uomini piacciano tutte le donne indistintamente, a patto che respirino. Di meme al riguardo, in giro per il web, ce ne sono parecchi, alcuni anche fin troppo divertenti, e non nego che, almeno in parte, affermino il vero. Mossi dagli istinti più primordiali, alcuni di noi, uomini cis etero di etnia bianca caucasica e non (per informazioni più dettagliate chiedere all’Onorevole Nullazzo), andrebbero a letto anche con un maledetto boiler (cfr. scaldabagno elettrico), eppure, questa affermazione non è vera per tutti gli uomini. Prendete il sottoscritto come esempio (da non seguire). Single da tempo immemore e ormai ritirato dalla carriera di maestro d’amore, cerco da anni e con neanche troppa insistenza, sicuramente meno di quella che ci metteva Ted Mosby, la mia ragazza ideale, in quanto strenuo sostenitore della teoria secondo cui passerò tutta la mia vita con una donna soltanto, alla Marshall Eriksen (sì, mi piace "How I Met Your Mother"). Che poi, è anche vero che il concetto di ragazza ideale è abbastanza aleatorio e che bisogna sempre tener conto del famoso colpo di fulmine, l’amore a prima vista, ma meglio non divagare oltre. Come dicevo prima, molti uomini sono disposti ad accontentarsi, ad andare con la prima che capita, per me non è così. Da questo punto di vista, la pignoleria fa parte di me e lo stesso vale quando si parla di donne 2D. Voi credete che per un adolescente ancora nel pieno della propria tempesta ormonale ogni hentai valga l’altro, baggianate dico io. Ogni hentai è scelta meticolosa e ricerca estenuante, con l’unico obiettivo di trovare una trama avvincente e del sesso di livello, qualità che mancano a “Fūfu Kōkan”.
Trama: i protagonisti della serie sono due coppie sposate, amiche fin dai tempi della scuola, che decidono di andare insieme ad una sorgente termale. Quello che è iniziato come un semplice viaggio tra amici si trasforma, ben presto, in uno "scambio" di coppia. Fine.
Al termine del primo episodio, avevo avuto la netta sensazione che questo hentai non mi sarebbe piaciuto per niente e, infatti, la mia ipotesi si è rivelata esatta. “Fūfu Kōkan” manca di tutto ciò che il sottoscritto cerca in un hentai e, anzi, sembra proporre di proposito tutto il contrario. Inevitabilmente, dunque, da questo momento in poi, la recensione prenderà la forma di un elenco di tutti i difetti di questa serie. La trama è tanto banale da fare pietà agli sceneggiatori Netflix, e propone allo spettatore degli accoppiamenti completamenti casuali, che, d’accordo che è un hentai e lo scopo ultimo è scopare, ma almeno ci avrebbero potuto mettere un pizzico di estro e creatività, grandi assenti all’appello per tutte le otto puntate. Il character design dei protagonisti è maledettamente già visto e rivisto, risultando insipido ed anonimo, e anche le animazioni, per quanto non si parli di combattimenti o partite di basket, non sono di grande fattura. Gli episodi sette ed otto, scusate per lo spoiler che sono certo non vi farà dormire la notte, vedono le coppie tornare alla vita di sempre, facendo così crollare il presupposto della serie, che, a conti fatti, poteva concludersi all’episodio sei, risparmiandomi un’altra inutile perdita di tempo. Infine, proprio la questione tempo e tempistiche rappresenta il mastodontico tallone d’Achille dell’intera serie. Tutti gli episodi non durano più di sette minuti. Fin qui, nulla di strano, direte voi. D’altro canto, nessuno qui pretende di essere Rocco Siffredi, quindi, diciamo anche che questo lasso di tempo può bastare ad un comune mortale per soddisfare i propri piaceri. Questi fantomatici sette minuti, però, sono lordi e non netti, come lo stipendio mensile di un qualsiasi impiegato appartenente al ceto medio. Ai sette minuti totali bisogna tassativamente sottrarne due o tre, dipende dal caso, di introduzione alla puntata, il più delle volte costituita da dialoghi tranquillamente evitabili, ed altri due di titoli di coda. Nel concreto, dunque, ogni episodio non dura più di tre minuti, quattro quando va bene, tempi da mano più veloce del west, che rendono ogni episodio più insoddisfacente del precedente, ma meno del successivo. Di hentai con la stessa formula ne esistono diversi, solo che in quei tre o quattro minuti scarsi propongono un buon sesso, a differenza di ciò che accade in “Fūfu Kōkan”. Cioè, d’accordo che io sono un fanatico, ma addirittura proporre due sole scene di blowjob (scusate il francesismo, anche se in realtà è inglese), in otto episodi, mi sembra un affronto da terza guerra mondia(n)ale.
Quindi, se mai, su un qualsiasi sito di hentai, dovesse capitare di imbattervi in “Fūfu Kōkan” passate oltre e guardatevi tutta la serie di “Stringendo: Angel-tachi no Private Lesson”. Poi, nel caso, ne riparliamo.
Trama: i protagonisti della serie sono due coppie sposate, amiche fin dai tempi della scuola, che decidono di andare insieme ad una sorgente termale. Quello che è iniziato come un semplice viaggio tra amici si trasforma, ben presto, in uno "scambio" di coppia. Fine.
Al termine del primo episodio, avevo avuto la netta sensazione che questo hentai non mi sarebbe piaciuto per niente e, infatti, la mia ipotesi si è rivelata esatta. “Fūfu Kōkan” manca di tutto ciò che il sottoscritto cerca in un hentai e, anzi, sembra proporre di proposito tutto il contrario. Inevitabilmente, dunque, da questo momento in poi, la recensione prenderà la forma di un elenco di tutti i difetti di questa serie. La trama è tanto banale da fare pietà agli sceneggiatori Netflix, e propone allo spettatore degli accoppiamenti completamenti casuali, che, d’accordo che è un hentai e lo scopo ultimo è scopare, ma almeno ci avrebbero potuto mettere un pizzico di estro e creatività, grandi assenti all’appello per tutte le otto puntate. Il character design dei protagonisti è maledettamente già visto e rivisto, risultando insipido ed anonimo, e anche le animazioni, per quanto non si parli di combattimenti o partite di basket, non sono di grande fattura. Gli episodi sette ed otto, scusate per lo spoiler che sono certo non vi farà dormire la notte, vedono le coppie tornare alla vita di sempre, facendo così crollare il presupposto della serie, che, a conti fatti, poteva concludersi all’episodio sei, risparmiandomi un’altra inutile perdita di tempo. Infine, proprio la questione tempo e tempistiche rappresenta il mastodontico tallone d’Achille dell’intera serie. Tutti gli episodi non durano più di sette minuti. Fin qui, nulla di strano, direte voi. D’altro canto, nessuno qui pretende di essere Rocco Siffredi, quindi, diciamo anche che questo lasso di tempo può bastare ad un comune mortale per soddisfare i propri piaceri. Questi fantomatici sette minuti, però, sono lordi e non netti, come lo stipendio mensile di un qualsiasi impiegato appartenente al ceto medio. Ai sette minuti totali bisogna tassativamente sottrarne due o tre, dipende dal caso, di introduzione alla puntata, il più delle volte costituita da dialoghi tranquillamente evitabili, ed altri due di titoli di coda. Nel concreto, dunque, ogni episodio non dura più di tre minuti, quattro quando va bene, tempi da mano più veloce del west, che rendono ogni episodio più insoddisfacente del precedente, ma meno del successivo. Di hentai con la stessa formula ne esistono diversi, solo che in quei tre o quattro minuti scarsi propongono un buon sesso, a differenza di ciò che accade in “Fūfu Kōkan”. Cioè, d’accordo che io sono un fanatico, ma addirittura proporre due sole scene di blowjob (scusate il francesismo, anche se in realtà è inglese), in otto episodi, mi sembra un affronto da terza guerra mondia(n)ale.
Quindi, se mai, su un qualsiasi sito di hentai, dovesse capitare di imbattervi in “Fūfu Kōkan” passate oltre e guardatevi tutta la serie di “Stringendo: Angel-tachi no Private Lesson”. Poi, nel caso, ne riparliamo.