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6.0/10
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Quello che mi sto accingendo a recensire è il fantomatico romanzo di Candy Candy. Prima di dare giudizi di ogni sorta, è bene capire il perchè di questo romanzo: nel 1997 la scrittrice del manga Keiko Nagita e l’illustratrice Yumiko Igarashi, furono al centro di una diatriba legale che si concluse con una sentenza che dava a Nagita i diritti sulla storia di Candy ma a Igarashi quelli sulle immagini, fino a che non si fossero messe d'accordo non sarebbe stato possibile mettere in commercio niente a tema Candy Candy, a causa di ciò non è più possibile né pubblicare il manga né ritrasmettere l’anime in TV. Dopo anni di silenzio, nel 2007 girarono voci, mai confermate, che Igarashi fosse intenzionata a far uscire un nuovo manga con dei Character Design simili a quelli dei personaggi di Candy Candy, a causa di ciò Nagita decise di “riappropriarsi” della sua opera, facendolo uscire in formato letterario con il romanzo di Candy Candy Final Story.
Nel 2010 esce cosi il romanzo di Candy Candy che venne tradotto in Italiano nel 2014, “Candy Candy – il romanzo completo” diviso in tre parti: le prime due riprendono la storia del manga fermandosi a metà storia, quando Candy lascia la Saint P. School. La terza è una parte epistolare dove Candy scrive o riceve lettere da un po tutti i personaggi incontrati nel corso della sua storia. In tutto questo ci sono vari intermezzi dove una Candy ormai adulta narra cos’è successo dopo la fine del manga,
Già qui è da discutere su come debba essere considerato questo romanzo: siccome non è piu possibile pubblicare il manga originale o ritrasmettere l’anime, questo è l’unico modo per conoscere la storia di Candy in maniera legale, peccato che non possa essere goduto appieno senza almeno la lettura del manga, proprio perché manca tutta la parte dopo la Saint P. School e la parte narrata in forma epistolare colma solo in parte quel vuoto, non credo che sia un caso che la terza parte inizi con Candy che scrive alla famiglia Carson, conosciuta proprio subito dopo la Saint P. School ma se fino a qui possiamo far finta che la parte epistolare aiuti un lettore a digiuno del manga o anime tutto il resto, quando Candy diventa infermiera, la storia di Susanna, l’intrigo di Neal vengono accennati in varie lettere, assieme a molte altre cose successe, si suppone, alla fine del manga. Senza aver quindi visto il manga o visto l’anime rischia di diventare troppo confuso. Quindi, il romanzo non sostituisce il manga, è palesemente fatto per chi già conosce la storia, o ha quanto meno visto l'anime in TV, e anche chi la conosce avrà dei problemi in certi momenti a capire le varie vicende, alcune lettere non si capisce se Candy o altri personaggi le scrivono durante la storia o subito o vent’anni dopo.
Se Nagita voleva riappropriarsi dell’opera, avrebbe fatto bene a riscrivere tutta la storia, raccontata da Candy ormai trent’enne fino alla fine. E poi passare alla parte epistolare, avrebbe reso il romanzo, già cosi molto lungo (491 pagine), un mattone ma avrebbe sicuramente avuto piu senso.
Insomma. E’ un opera strettamente legata all’opera originale, scritta per chi ha visto l’anime quando era bambino o ha letto il manga e vuole ancora leggere di Candy, non posso negare io stesso di averlo acquistato piu per il dibatto che si è creato attorno ad esso che per altro. Lo ammetto un po è stata anche una questione di principio, si può dire quello che si vuole di Candy Candy, è una storia che ha fatto il suo tempo, ha le sue problematiche interne, ormai è solo un cumulo di cliché, io la consiglio solo a chi ama particolarmente le storie sugli orfani come Remì o Heidi o è particolarmente legato agli anime vintage. Resta un cult degli anni ’80, e uno dei massimi capostipiti dello shojo. Lasciarlo nel dimenticatoio, il fatto che venga ricordato solo per i riassunti ironici di Youtube è veramente ingiusto.

Per Nagita insomma scrivere questo romanzo è una rivalsa per la storia che aveva creato negli anni ’70, secondo me era una "battaglia persa in partenza: Il mondo degli anime e manga è cambiato (troppo) in questi 40 anni, chi comprerebbe un romanzo di Candy Candy ? i nostalgici, quelli particolarmente affezionati agli anime/manga di una volta.
Quindi è inutile girarci intorno, Candy Candy rimane la storia del manga e dell’anime, da noi uscito tra l’altro censurato, ricordo che in teoria qui da noi il manga non è mai stato tradotto, eccetto per la versione ricolorata e modificata della Fabbri editore negli anni '80, tant’è che credo sia soprattutto qui in italia che si continua a discutere sull'identità di Anohito (il "lui" di Candy) ho comunque visto dei dibattiti anche in canali e pagine straniere che mi fanno pensare che il finale inventato qui in Italia abbia solo una parte di colpe. Dichiamolo, a difesa di Terence, capisco benissimo che si possa preferire lui, io non biasimo quelli che hanno sempre pensato a lui con Candy, anzi secondo me uno dei veri difetti di Candy è proprio nel fatto che dopo aver fatto accenno al principe della collina, dopo qualche capitolo con la storia tra Candy e Anthony, buona parte del resto della storia sia tra Candy e Terence, è la storia più sviluppata, anche quella che rimane più impressa per via del fascino del “bello e tenebroso”. I momenti migliori sono proprio con Terence quando difende Candy dalle angherie di Neal e Iriza, Terence ha poi una storia famigliare molto drammatica e questo lo rende ancora più affascinante quindi capisco bene perché sia cosi amato.
Non credo sia giusto considerare Albert una figura paterna per Candy, sia perchè ha appena 10 anni piu di lei sia perchè nella storia è stato sempre piu, inizialmente è la figura che lo ispira su come affrontare la vita, poi l'amico che la consola quando è triste, poi il tutore che la salva dalle grinfie dei Legan e la fine del manga fa pensare che possano anche essersi innamorati alla fine (le vignette in cui li vediamo insieme felici nelle vignette prima e dopo l'apparizione di Albert davanti alla famiglia Andrew al completo, non mi sanno molto di rapporto padre e figlia) ma, appunto, è tutta una mia interpretazione. Ed è proprio questo il problema di questo romanzo, quello di lasciare tutto nel limbo, nell'interpretazione, ci vengono dati una serie di indizi su Anohito che possono benissimo andare da una parte come dell'atra. Nella prefazione Nagita ha detto esplicitamente di non aver voluto apposta rivelare l'identità di Anohito perchè avrebbe significato rubare un sogno ai fan, ragionamento a parere mio non molto convincente, fa pensare che alla fine Nagita volesse solo far parlare di se e di quel personaggio che l'aveva resa cosi famosa negli anni in cui era ancora alle prime armi con il mondo dei manga. E' solo riuscita a far infiammare il dibattito nel fandom, che già c'era ma adesso peggiorato a causa di una storia la cui autrice rifiuta di dare un finale. Quel che è peggio è che non solo non ci dice l'identità di Anohito ma anche del futuro di Candy e degli altri personaggi, ci vengono date informazioni molto fumose, vengono citate dei fatti avvenuti dopo la serie ma senza spiegarci come, quando e perchè siano avvenuti.

A chi lo consiglio ? semplicemente a chi ama Candy Candy e vuole ancora leggere di lei, una cosa buona che ha fatto questo romanzo è dare una seconda possibilità, dimostrare che nonostante le diatribe legali ancora si ha voglia di questa storia. Ci sono anche parti molto carine, in particolar modo la parte tra Candy e Albert, che dimostra come lui sia stato importante nella vita di Candy tanto da non poter essere considerato un semplice tutore o principe dei sogni.