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Pensare che uno dei primi anime che abbia mai visto possa avere un effetto simile su di me a distanza di quasi 15 anni dalla prima volta in cui l'ho visto... quest'opera ha una forza incredibile. Soprattutto la seconda metà mi ha lasciato un nodo alla gola praticamente ad ogni episodio e in alcuni momenti particolari mi ha fatto versare lacrime come un bambino.

La trama: si continua a seguire la storia del duo Tomoya-Nagisa, osservandoli nei loro sforzi per diventare "adulti", con i loro alti e bassi, il tutto con un approccio a mio parere piuttosto realistico e anche per questo affascinante. Ovviamente ci sono anche elementi meno "realistici" come la questione delle luci della città, già viste nella prima stagione, e la storia parallela del robottino e della ragazza, ma almeno a parer mio questo lato più surreale della storia non toglie nulla al fatto che le interazioni fra i personaggi e la vita di tutti i giorni di Tomoya e Nagisa appaiano più che plausibili e "realistiche".

I personaggi: la coppia protagonista, i genitori di Nagisa, praticamente tutti gli altri personaggi "secondari"; anche se molti di questi non hanno storie particolarmente interessanti,si rivelano interessanti nel modo in cui le loro personalità entrano in contatto (e a volte conflitto) le une con le altre. Le conversazioni mi sono sembrate reali o, quantomeno, scritte bene. Inoltre, in alcuni episodi è possibile osservare scorci di carattere precedentemente nascosti (o solamente accennati) appartenenti a personaggi che fino a quel momento risultavano piuttosto monodimensionali come Sanae, e non vado oltre per evitare spoiler.

Lo svolgimento: la prima parte di stagione scorre un po' lentamente ma all'incirca dalla metà in avanti la trama e le emozioni iniziano a correre come Bolt. Come già detto ho apprezzato la scrittura dei dialoghi e questo aiuta molto la godibilità della storia anche negli episodi un po' più "piatti". Il finale può lasciare un po' interdetti, ma ho trovato che ci possa stare; purtroppo gli episodi che ho trovato io erano 24 ma la parola "fine" è stata messa già nel 22esimo... quando invece ho trovato che il 24 esimo episodio torni molto utile nel spiegare almeno in parte la scena finale del 22. Il 23 invece è una sorta di episodio extra... insomma, l'ordine degli episodi finali è un po' un macello e può portare un po' di confusione almeno alla prima visione. Ma ne vale la pena.

Video e audio: disegni parecchio old-school ma a loro modo apprezzabili. Il design può anche non andare a genio (dipende dai gusti), ma le animazioni trasudano qualità ed impegno, cosa che raramente si vede in molte serie moderne che appaiono spesso più brutte di anime disegnati più di 15 anni fa. Parlando del comparto audio, nulla da ridire ai doppiatori, le loro prestazioni hanno trasmesso alla grande le emozioni dei personaggi che interpretavano, mi è piaciuto particolarmente Tomoya. Le musiche invece sono iconiche, l'opening è di una malinconia incredibile e non ha mai fallito nel regalarmi un bel nodo alla gola e nel rubarmi almeno una lacrimuccia, così come non potevo evitare di frignare a dirotto ogni volta che partiva Dango Daikazoku... davvero, quest'anime ha fatto cose al mio spirito che non saprei nemmeno descrivere bene. Traumatico. Ma bellissimo.

In sostanza, penso che "Clannad - After Story" sia un assoluto "must watch" per ogni appassionato di anime. E' una storia a doppio taglio: da un lato avrete eternamente nella testa un racconto bellissimo e malinconico che potrebbe cambiare la vostra prospettiva sulla vita e sul concetto di famiglia... dall'altro lato, per citare Cowboy Bebop: "you're gonna carry that weight". Non è affatto una storia "leggera", non ci saranno violenza, sparatorie, squartamenti... ma l'ho trovata fra le più emotivamente pesanti che abbia mai visto.
Il punto è: ne vale la pena?
Risposta breve: sì.
Risposta lunga: guardatelo e decidete voi.