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Un'altra storia di quel genio (per me) di Noboru Rokuda, che ci racconta la storia di un padre assente, trasferitosi per lavoro in Africa, che torna in Giappone dopo 8 anni e scopre che la figlia è scomparsa.
Le basi vi erano tutte per assaporare un'ottima lettura, come il sensei mi ha abituato, però cosi non è andata.
Personalmente sono rimasto interdetto da questa opera che trovo, nel complesso, la peggiore delle opere uscite in Italia del sensei. Probabilmente la colpa è mia perché non ho capito minimamente il senso di questo racconto.

Il primo volume ci descrive il carattere del protagonista e la situazione alla quale si trova davanti una volta che, tornato in patria, parla con l'ex moglie. Una descrizione approssimativa che ci fa capire unicamente il presente, senza raccontarci minimamente niente del passato dei coniugi o delle motivazioni che hanno spinto la figlia a scappare di casa (dall'età indefinita). Come chicca il nostro Himuro mentre cerca la figlia torna a fare il pugile, così, senza senso.
Il secondo volume è peggio del primo: Una serie di eventi forzati portano al ritrovamento della figlia che ritrova il padre mentre si fa scassare di botte sul ring.

Quest'opera non mi ha convinto, però la salvo dell'insufficienza unicamente per i disegni e per un finale che, per quanto scontato possa essere, ci sta.

Tralasciando tutto ciò, vorrei fare un piccolo appunto.
Ultimamente sono uscite 3 opere del sensei Rokuda, ovvero Cura, Al mio caro M e questo I giorni dell'allegria. Ecco, mi sono accorto che fondamentalmente sono tutte uguali.
Cambia la forma e i personaggi ma il tema e la sostanza son sempre quelli: un padre che cerca di riacquistare l'amore e il rispetto dei figli.
Probabilmente è anche questo monotema sempre presente che non mi ha fatto piacere quest'opera, che è stata l'ultima delle 3 che ho letto.