Recensione
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Se l’arte di non leggere le cose inutili o insoddisfacenti è difficile, immaginate il fatto di che anche leggere le cose “giuste” al momento giusto è difficile.
Ne so qualcosa io con i filosofi greci e ne sa qualcosa il protagonista di questo manga, Takao Kasuga, il quale riconosce verso la fine dei volumi che ha letto i fiori del male sia in gioventù che in quel momento e l’effetto è stato diverso. La prima volta l’ha letto quando era un ragazzino in preda agli ormoni ed è diventato vittima di se stesso e di un rapporto malato con altre due ragazze, la disillusa Sawa Nakamura e l’apparente angelo Nanako Saeki. Sawa lo umilia e lo chiama pervertito, per un po’ lo tiene in pugno poi è Takao ad offrirsi di sua iniziativa a continuare la loro storia. Nanako sembra normale, ma non lo è.
Sono ragazzini ma fremono per fare sesso, l’autore lo fa capire, ma poi mette l’argomento in frigo per fare dei soggetti dei ribelli. A metà storia la loro ribellione finisce male e l’autore narra una seconda saga con questi normalizzati.
Si sono ribellati alla società pronti a morire e la società li ha vinti. Nella seconda parte le due ragazze che erano in primo piano quasi scompaiono e vengono mostrate in funzione della maturazione del protagonista.
Premetto che io ho sempre considerato il sesso fra etero, anche ragazzini, una cosa semplice e senza sbattimenti quindi vedere che questi ragazzi si facciano tanti problemi stona con la mia mentalità. Comunque la seconda parte del racconto si basa sempre su Takao e ora su Aya. La loro storia è spostata in avanti di alcuni anni con il ragazzo che ha rinunciato al suo tentare di essere un intellettuale bambino, un lettore di testi di spessore.
Il titolo della storia è tratto da uno di questi come dicevo: "I fiori del male" di Charles Baudelaire che il ragazzo ammette di non capire eppure indica la sua situazione. Lo spleen, l’essere albatro costretti a terra e quindi alla mercè di tutti nell’impossibilità di volare e di essere maestosi invece nel cielo.
Takao non diventerà mai un re del cielo, ma avrà la sua normalità una vita fatta di piccole gioie dopo che sembrava dovesse pagare più gravemente la sua ribellione.
Da pervertito diventa normale, e dall’insoddisfazione impara a vivere.
Pubblicato in Italia da Planet si può dire che il prezzo adesso è abbordabile (6,50 o 7 euro) ma questo prezzo quando fu pubblicato la prima volta nel 2013 era leggermente sopra la media.
Questa è la prima opera che leggo di Shuzo Oshimi ed è quella che l’ha fatto conoscere anche in patria: non mi sembra eccezionale. Si se ne può prendere spunto per varie considerazioni ma la narrazione non è qualcosa di veramente intenso. Ho capito la personalità dei personaggi, è credibile ma non sono riuscito ad empatizzare con loro.
Mi trovo dunque un'opera che tenta di far riflettere, e in alcuni casi ci riesce, ma che è strutturata male.
Non posso che dare al massimo un sette, ripromettendomi di dare un’altra occasione al suo autore.
Se l’arte di non leggere le cose inutili o insoddisfacenti è difficile, immaginate il fatto di che anche leggere le cose “giuste” al momento giusto è difficile.
Ne so qualcosa io con i filosofi greci e ne sa qualcosa il protagonista di questo manga, Takao Kasuga, il quale riconosce verso la fine dei volumi che ha letto i fiori del male sia in gioventù che in quel momento e l’effetto è stato diverso. La prima volta l’ha letto quando era un ragazzino in preda agli ormoni ed è diventato vittima di se stesso e di un rapporto malato con altre due ragazze, la disillusa Sawa Nakamura e l’apparente angelo Nanako Saeki. Sawa lo umilia e lo chiama pervertito, per un po’ lo tiene in pugno poi è Takao ad offrirsi di sua iniziativa a continuare la loro storia. Nanako sembra normale, ma non lo è.
Sono ragazzini ma fremono per fare sesso, l’autore lo fa capire, ma poi mette l’argomento in frigo per fare dei soggetti dei ribelli. A metà storia la loro ribellione finisce male e l’autore narra una seconda saga con questi normalizzati.
Si sono ribellati alla società pronti a morire e la società li ha vinti. Nella seconda parte le due ragazze che erano in primo piano quasi scompaiono e vengono mostrate in funzione della maturazione del protagonista.
Premetto che io ho sempre considerato il sesso fra etero, anche ragazzini, una cosa semplice e senza sbattimenti quindi vedere che questi ragazzi si facciano tanti problemi stona con la mia mentalità. Comunque la seconda parte del racconto si basa sempre su Takao e ora su Aya. La loro storia è spostata in avanti di alcuni anni con il ragazzo che ha rinunciato al suo tentare di essere un intellettuale bambino, un lettore di testi di spessore.
Il titolo della storia è tratto da uno di questi come dicevo: "I fiori del male" di Charles Baudelaire che il ragazzo ammette di non capire eppure indica la sua situazione. Lo spleen, l’essere albatro costretti a terra e quindi alla mercè di tutti nell’impossibilità di volare e di essere maestosi invece nel cielo.
Takao non diventerà mai un re del cielo, ma avrà la sua normalità una vita fatta di piccole gioie dopo che sembrava dovesse pagare più gravemente la sua ribellione.
Da pervertito diventa normale, e dall’insoddisfazione impara a vivere.
Pubblicato in Italia da Planet si può dire che il prezzo adesso è abbordabile (6,50 o 7 euro) ma questo prezzo quando fu pubblicato la prima volta nel 2013 era leggermente sopra la media.
Questa è la prima opera che leggo di Shuzo Oshimi ed è quella che l’ha fatto conoscere anche in patria: non mi sembra eccezionale. Si se ne può prendere spunto per varie considerazioni ma la narrazione non è qualcosa di veramente intenso. Ho capito la personalità dei personaggi, è credibile ma non sono riuscito ad empatizzare con loro.
Mi trovo dunque un'opera che tenta di far riflettere, e in alcuni casi ci riesce, ma che è strutturata male.
Non posso che dare al massimo un sette, ripromettendomi di dare un’altra occasione al suo autore.