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7.5/10
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In una stagione autunnale abbastanza deludente a mio parere, Tsumasho è stato l'unico anime (insieme ad Orb) a spiccare nell'ammucchiata generale.
Non è un'opera per tutti, in particolare per noi occidentali il cui concetto di spiritualità è molto diverso da quello orientale. Questo è uno scoglio non facile da superare ed ho visto vari commenti non entusiastici proprio per questo motivo.
L'incipit iniziale e cuore di almeno metà della serie è infatti l'idea di far "resuscitare" la protagonista, moglie e madre nella sua vita precedente, nel corpo di una bambina, e grazie a questo far ripartire l'orologio del tempo dei suoi familiari, fermo all'incidente di 10 anni prima.

Nonostante questa premessa, l'anime parte in modo un po' leggero, escludendo i primi minuti in cui si vedono padre e figlia spenti ed apatici, disinteressati oramai della loro vita. Non è stata una buona idea, sembra che l'autore volesse creare una commedia su un argomento abbastanza serio, e difatti io stesso come altri abbiamo etichettato la serie da bollino rosso.
Fortunatamente ho resistito al primo e pure al secondo episodio così così per poi vedere dove veramente volevano far andare a parare le cose, lasciando la via della leggerezza per strade sempre più serie e drammatiche.
La sceneggiatura in generale è buona, anche se alcune scene potevano essere rese un po' meno infantili (parlo del marito) o con più spessore dedicandoci qualche minuto extra. Ha comunque vari spunti originali in cui la trama apparentemente abbastanza lineare riesce a ritagliarsi un po' di originalità.
Meglio in generale la regia, soprattutto negli ultimi episodi ed in varie scene dove si gioca molto bene sulle emozioni contrastanti dei vari personaggi, sempre in bilico tra l'egoismo più che accettabile ed il fare la cosa giusta "perchè sì".

Il design è abbastanza buono, classico senza eccessi nè sbavature, con un uso dei colori sempre nella media. Non essendo un anime d'azione, non è stata necessaria un'animazione di chissà che livello, però non si notano neppure cali di qualità per questo motivo. Insomma, si lascia guardare anche se non si grida al capolavoro.

Il punto di forza della serie sta nei personaggi che ovviamente, vista la trama, dovranno necessariamente crescere ed evolvere per superare tutti i problemi, e non solo quelli, fino a giungere all'obiettivo finale.
Certo, di nessuno d loro sappiamo oltre che il necessario per lo sviluppo della storia, non si fanno amare per questo, ma rappresentano un esempio umano di come una persona potrebbe reagire ad un evento inaspettato sia nel bene che nel male.
Le loro scelte passate e presenti rappresenteranno il fulcro su cui ruoterà tutto, ma essendo soggettive (e ricordo con un tema non proprio per le nostre corde) dovrete aprire la vostra mente per apprezzare le loro convinzioni e comprendere i loro sentimenti.

Per quanto riguarda il sonoro, la sigla iniziale è brutta, fastidiosa e fuori luogo. Decisamente meglio quella finale, soprattutto da metà in poi.
L'OST è invece generalmente di ottimo livello ed aiuta tantissimo ad apprezzare le scene emozionanti, sia quelle positive che tristi e drammatiche.
Effetti ambientali zero, o almeno non ho ricordi di averli notati. Un po' un peccato perchè avrebbero reso meglio le scene all'aperto.

Passando ai voti:

**regia** 8
**sceneggiatura** 7,5
**design** 7
**personaggi** 8
**sonoro** 6,5

In definitiva un buon 7,5.
Raccomandato a chi vuol vedere una serie commovente, seria e che tratta alcuni aspetti sociali legati alla morte di un proprio caro in modo abbastanza profondo. Ovviamente tutto questo escludendo i primi episodi che fanno quasi da prologo alla vera storia, la quale prenderà piede abbastanza rapidamente.
Il marito, vi avviso, è un po' da sopportare a mio parere nella prima metà, anche se facendo fatica a mettersi nei suoi panni nel rivedere l'amatissima moglie morta anni prima, chissà, magari anch'io potrei diventare un pirla con il sorriso da ebete e la lacrima facile...