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Quando c'è di mezzo un uovo nel titolo, è il segno distintivo di un anime complesso e probabilmente controverso.

Il mio incipit voleva essere un po' ironico e un po' provocatorio. La visione di "Wonder Egg Priority" mi ha ricordato per il titolo "Tenshi no Tamago", ossia "L'uovo dell'angelo", film di Mamoru Oshii del 1985 che probabilmente i più non conoscono e che fu un flop commerciale. Ma non solo... cerco pertanto di procedere con ordine.

L'opera in recensione e quella di Oshii sono accomunate dalla presenza delle uova nel titolo e nella trama. Per non dilungarmi troppo in leziosi confronti, l'uovo nell'opera di Oshii rappresentava la fede e, una volta rotto, la protagonista scopriva che era vuoto e si suicidava (ho condensato parecchio la trama del film, che colpisce non solo per il significato metaforico ma anche per la poetica delle immagini e l'allegoria di cosa rappresentano per l'autore).

In "Wonder Egg Priority" (d'ora in poi "WEP" per brevità) abbiamo una metafora sempre legata a dei dilemmi, traumi e questioni legate all'esistenza, non più nell'ambito dell'ontologia astratta e della religione, quanto piuttosto a una serie di temi irrisolti con particolare riguardo alle giovani adolescenti.
Ecco la prima particolarità che ho percepito di "WEP": al di là della presenza di due simil fantocci umanoidi simili a manichini, Acca e Ura-acca, tutti gli altri personaggi sono di sesso femminile. Alludo sia alle quattro protagoniste (rigorosamente in ordine di apparizione: Ai Ohto, Neiru Aonuma, Rika Kawai e Momoe Sawaki) sia alle ragazze che compaiono nei vari episodi e tutte vittime di suicidio sia al "deus ex machina" Frill che appare nella parte finale come possibile spiegazione della storia originale narrata in "WEP".
Eh già, questa serie è "originale", ossia non prende spunto da alcuna opera scritta, ma si tratta di una sceneggiatura scritta ad hoc da Shinji Nojima (sceneggiatore e regista non proprio di primo pelo) e diretta da Shin Wakabayashi (alla seconda opera diretta dopo "22/7"), la cui "originalità" rappresenta proprio la sua "croce e delizia".

"WEP" rappresenta a mio avviso un'opera incompiuta, una sorta di contraddizione tra l'idea di partenza e il risultato finale che lascia nello spettatore l'impressione di un connubio dal sapore agrodolce, una sorta di delusione dopo le aspettative alte motivate dell'incipit, in cui è possibile percepire una intensa meraviglia per la novità visiva (lo Studio Cloverworks ha sfornato un'opera molto al di sopra dei soliti standard tecnici) e rappresentativa, contrapposta a una carenza di omogeneità della trama legata a una vera e propria virata dal metaforico/allegorico allo sci-fi senza alcun indizio premonitore negli episodi.
L'impressione è quella della disomogeneità aggravata dalle scelte compiute ex abrupto e che lasciano il sapore della forzatura dettata quasi dalla fretta di concludere a discapito dalla cura narrativa. Un vero peccato, visto che "WEP" sembrava volesse ambire a produzioni di un certo spessore in cui le immagini di grande impatto visivo sono al servizio di una allegoria in un certo senso "inaspettata" su temi non propriamente semplici e anche "scabrosi", in cui le protagoniste e le vittime sono ragazze che trovano come unica soluzione e via di uscita il suicidio.

"WEP" si è posta l'ambizioso obiettivo di affrontare in maniera originale tematiche crude e forti come il bullismo, la prevaricazione, le sofferenze psicologiche, gli abusi dei mezzi correttivi, quelli sessuali perpetrati da adulti su adolescenti e quelli psicologici, la manipolazione, le relazioni "proibite", la disforia di genere, la ricerca della perfezione estetica per superare o mascherare le insicurezze tipiche dell'età adolescenziale, l'assenza delle figure di riferimento nelle famiglie (mi sovviene l'assurda situazione di Rika in merito alla mancanza di conoscenza delle generalità del padre) e un'altra serie di problematiche legate al mondo dei giovani.

Molto forte il messaggio che emerge dalle varie tragedie descritte nei vari episodi e che, se da un lato ha i connotati di forte denuncia, dall'altro mi è sembrato che nascondesse una "weltanschaaung" quasi "raccapricciante", secondo la quale le vittime dei soprusi sono a loro volta le "carnefici" o "inneschi" delle violenze subite.
E vedere sotto forma di allegoria nel mondo fantastico delle "wonder egg" scene e dialoghi crudi e deliranti dei "mostri" che perpetrano le violenze più disparate dà fastidio, al pari dell'incapacità delle quattro protagoniste di superare le proprie angosce, paure, frustrazioni, timidezze nel mondo reale e in quello fantastico/onirico, in cui combattono metaforicamente per salvare sé stesse sotto le mentite spoglie di una ragazza morta suicida.

Perché le protagoniste sono solo personaggi femminili? Non ho elementi utili per trovare una spiegazione; molti dei temi (soprattutto la disforia di genere e il bullismo) potevano essere "cross", ma probabilmente l'idea di chi ha scritto la storia era quella di sviluppare tra le quattro protagoniste un forte legame dettato e favorito proprio dalla circostanza che sarebbe stato più facile portare a condividere i dolori e le sofferenze tra ragazze piuttosto che tra ragazzi.

Tuttavia, in qualche frangente, questa idea ha manifestato delle "crepe" che denotano qualche "pregiudizio" latente, come la sorte (la punizione terribile) del personaggio di Frill ad opera dei suoi creatori (Acca e Ura-Acca), la loro trasformazione in fantocci e un dialogo contenuto nel quarto episodio in cui entra in scena la quarta protagonista Momoe, che a causa del suo stile androgino nel vestire viene scambiata per un ragazzo. Nello scambio di battute con le protagoniste escono delle riflessioni non proprio "fair":"[...] I suicidi di ragazzi e ragazze significano cose diverse. Gli uomini sono orientati agli obiettivi, mentre le donne sono orientate alle emozioni. Le donne sono impulsive e facilmente influenzabili dalle voci degli altri. Tuttavia, non dovrebbero preoccuparsi del genere."

Mi è sembrato che in modo subdolo gli autori della serie volessero ricadere in ciò che si erano prefissi di denunciare, tipico, come ho già scritto, di voler far passare per carnefici le vittime... E il verso di schiocco sensuale e innocente con le labbra che Frill e poi la sua vittima eseguono ripetutamente sembra rappresentare un altro segnale che sotto le apparenze di denuncia...

«Se desideri cambiare il futuro, tutto quello che devi fare è scegliere ora: adesso credi in te stessa e rompi l'uovo.»

Facile a scriversi e difficile da attuarsi. "WEP" al termine cerca di dare un senso logico alla trama (fallendo...) e di chiudere l'allegoria con le protagoniste finalmente padrone del loro destino, pronte a combattere e ad opporsi al male (qualunque sia la forma con cui si manifesti). Una scelta un po' di comodo e semplice per chiudere in modo frettoloso e semplicistico il percorso intrapreso irto di ostacoli. Non è difficile scorgere in "WEP" alcuni stilemi di opere del passato ("Serial Experiments Lain", "Puella Magi - Madoka Magica", "Aku no Hana", "Matrix"), senza tuttavia riuscire a sviluppare e mantenere le interessanti premesse iniziali... In fondo, probabilmente non serviva un vero finale in cui le protagoniste sembrano aver risolto i loro problemi secondo il solito principio della reazione alle angherie (sebbene esista nel mondo fantastico un'entità mostruosa e inquietante che le risparmia la vita, almeno per ora... altro segnale inquietante), qualunque esse siano, quanto un cambio di mentalità che distrugga proprio il "mostro" onirico rappresentato proprio nel finale... Allo spettatore resta pertanto solo la rassegnazione e dedicarsi ad altre "priority".