Recensione
Pensavo di iniziare da Ugo Foscolo e la funzione mitopoietica della poesia o sul fatto che i morti sopravvivono nel ricordo dei vivi, d’altronde un eroe pensa che il suo ricordo durerà per sempre ed è ciò che vanitosamente pensa Himmel.
Ma è un dato di fatto che a cinquant’anni dalla morte del Re Demone pochi si ricordino dei compagni dell’eroe e fra questi Frieren, ed è un altro fatto che la nuova compagnia della maga elfa trova a volte statue dedicate ad eroi di cui nessuno sa più né nome né azioni eroiche portate a compimento.
Nel mondo moderno esistono molti più giornali, libri a cui si affiancano altre cose tipo cinema o internet che però non assicurano la fama eterna: ho parlato con ragazzi che leggono manga e guardano anime eppure non sanno chi è Osamu Tezuka, per dire il nome più importante, ma potevo fare l’esempio di autori più recenti tipo le Clamp…
Frieren parte alla ricerca dei suoi ricordi ed essi l’accompagnano come persone vere.
L’aiutano nelle difficoltà e le permettono di essere più empatica nei confronti dei suoi nuovi compagni o delle persone che incontra.
Lei si ricorda di migliaia di magie ed è vissuta per decine di generazioni umane eppure è comparsa nella storia tardi e negli ottant’anni di distanza dalla sua impresa eroica pochi si ricordano di lei, e non è perché è di sesso femminile, la compagnia è chiamata dell’eroe non degli eroi.
E per quanto sia assodato che storicamente c’è chi emerge e chi al suo fianco resta nell’ombra: tutti conoscono Augusto e non tutti conoscono Agrippa, tutti conoscono Alessandro Magno ma non tutti conoscono Efestione. E potrei continuare a lungo citando nomi e nomi.
Tutto questo per dire che la base di questo anime è il ricordo e il piacere della memoria, ma anche presuppone che esiste l’oblio e non tutti stimano abbastanza coloro che sono morti.
Se i vivi dimenticano i morti cosa né è di loro?
Ma passiamo a questa opera dal punto di vista tecnico, dalla mia lunga presentazione avrete già capito due cose: è un fantasy ma anche uno slice of life. E’ ambientato in uno scenario in cui convivono draghi, demoni, elfi, umani, maghi ma è anche un’opera che ti fa vedere persone con poteri straordinari vivere normalmente, mangiare, arrabbiarsi, dormire o pensare. Da questo punto di vista gli autori hanno imparato dalle maestre dello shojo. I manga e gli anime infatti hanno avuto uno sviluppo enorme nell’arco dei decenni e possiamo adesso goderci prodotti sia dozzinali sia quasi perfetti. Frieren appartiene a quest’ultima categoria. Immagini fluide e curatissime, ottimo comparto sonoro.
E il fatto di aver visto tutti gli episodi in pochi giorni mi ha permesso di goderlo al massimo.
Infatti come dicevo ci sono temi ricorrenti ma declinati in modo diverso ogni volta.
Non sono però sicuro che se avessi aspettato una settimana da un episodio all’altro avre goduto di eguale piacere: se come dice Gotthold Ephraim Lessig l’attesa del piacere è essa stessa piacere è anche vero che attendere cose belle è snervante e interrompere il flusso della trama per settimane di certo non è divertente.
Insomma questa opera ci dovrebbe far pensare cose tipo: mi ricordo delle persone che hanno fatto cose importanti per tutti noi, che mi permettono di essere libero, di vivere nella democrazia, di avere uno stato sociale?
Mi ricordo delle persone che hanno fatto grandi cose per me?
Ho fatto cose che mi permetteranno di essere ricordato?
Sono stato utile alla società come l’eroe Himmel e la sua banda di compagni?
E per essere utili non serve essere eroi
Voto: 9 ½
Ma è un dato di fatto che a cinquant’anni dalla morte del Re Demone pochi si ricordino dei compagni dell’eroe e fra questi Frieren, ed è un altro fatto che la nuova compagnia della maga elfa trova a volte statue dedicate ad eroi di cui nessuno sa più né nome né azioni eroiche portate a compimento.
Nel mondo moderno esistono molti più giornali, libri a cui si affiancano altre cose tipo cinema o internet che però non assicurano la fama eterna: ho parlato con ragazzi che leggono manga e guardano anime eppure non sanno chi è Osamu Tezuka, per dire il nome più importante, ma potevo fare l’esempio di autori più recenti tipo le Clamp…
Frieren parte alla ricerca dei suoi ricordi ed essi l’accompagnano come persone vere.
L’aiutano nelle difficoltà e le permettono di essere più empatica nei confronti dei suoi nuovi compagni o delle persone che incontra.
Lei si ricorda di migliaia di magie ed è vissuta per decine di generazioni umane eppure è comparsa nella storia tardi e negli ottant’anni di distanza dalla sua impresa eroica pochi si ricordano di lei, e non è perché è di sesso femminile, la compagnia è chiamata dell’eroe non degli eroi.
E per quanto sia assodato che storicamente c’è chi emerge e chi al suo fianco resta nell’ombra: tutti conoscono Augusto e non tutti conoscono Agrippa, tutti conoscono Alessandro Magno ma non tutti conoscono Efestione. E potrei continuare a lungo citando nomi e nomi.
Tutto questo per dire che la base di questo anime è il ricordo e il piacere della memoria, ma anche presuppone che esiste l’oblio e non tutti stimano abbastanza coloro che sono morti.
Se i vivi dimenticano i morti cosa né è di loro?
Ma passiamo a questa opera dal punto di vista tecnico, dalla mia lunga presentazione avrete già capito due cose: è un fantasy ma anche uno slice of life. E’ ambientato in uno scenario in cui convivono draghi, demoni, elfi, umani, maghi ma è anche un’opera che ti fa vedere persone con poteri straordinari vivere normalmente, mangiare, arrabbiarsi, dormire o pensare. Da questo punto di vista gli autori hanno imparato dalle maestre dello shojo. I manga e gli anime infatti hanno avuto uno sviluppo enorme nell’arco dei decenni e possiamo adesso goderci prodotti sia dozzinali sia quasi perfetti. Frieren appartiene a quest’ultima categoria. Immagini fluide e curatissime, ottimo comparto sonoro.
E il fatto di aver visto tutti gli episodi in pochi giorni mi ha permesso di goderlo al massimo.
Infatti come dicevo ci sono temi ricorrenti ma declinati in modo diverso ogni volta.
Non sono però sicuro che se avessi aspettato una settimana da un episodio all’altro avre goduto di eguale piacere: se come dice Gotthold Ephraim Lessig l’attesa del piacere è essa stessa piacere è anche vero che attendere cose belle è snervante e interrompere il flusso della trama per settimane di certo non è divertente.
Insomma questa opera ci dovrebbe far pensare cose tipo: mi ricordo delle persone che hanno fatto cose importanti per tutti noi, che mi permettono di essere libero, di vivere nella democrazia, di avere uno stato sociale?
Mi ricordo delle persone che hanno fatto grandi cose per me?
Ho fatto cose che mi permetteranno di essere ricordato?
Sono stato utile alla società come l’eroe Himmel e la sua banda di compagni?
E per essere utili non serve essere eroi
Voto: 9 ½