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    Da ammiratore di Nihei, mi sono approcciato a questo volumetto a colori con aspettative alte. Sono state esaudite? In parte. Abbiamo a che fare qui con una serie di storie piuttosto differenti tra di loro: si va dalla goliardata all'inquietudine, dal comico all'angosciante fino al disturbante. Alcune storie sono lievemente strutturate, altre sono brevissime e senza dialoghi -e la comunicazione è affidata solo ai disegni particolari ed espressivi1 [ continua a leggere]
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    Benvenuti nel regno dell'humor nero, anzi, nerissimo! Il tema dominante del manga, e si evince chiaramente dal titolo, è la morte. I personaggi dell'opera si muovono con grande disinvoltura tra i morti e la Morte, consumati e rotti a tutte le esperienze sanguinolente e/o soprannaturali con una nonchalance notevole. Già, i personaggi: abbiamo a che fare con un gruppo di persone, chi più chi meno, veramente sgangherato, alcuni al limite del ricove1 [ continua a leggere]
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    La tradizione fumettistica nipponica si incontra con quella nord americana: da questo incontro tra titani nasce infatti "Wolverine-Snikt".
    L'operazione attuata da Nihei è coraggiosa, ma qualcuno potrebbe anche non digerire questo connubio, giudicandolo forse un'inutile ibridazione, però a mio parere il risultato è buono.

    Ovviamente, vedere Wolverine disegnato alla maniera di questo autore inizialmente lascia un po' perplessi, ma se si presta a1 [ continua a leggere]
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    In un unico volume, la storia e soprattutto la filosofia del celeberrimo (e ammantatato di colorazioni mitiche) spadaccino vissuto tra il XVI ed il XVII secolo. Una vita totalmente dedicata alla ricerca della perfezione, non solo nell'uso della katana, ma anche in altri ambiti, diciamo più artistici. Ricerca che, malgrado tutto, non ha mai avuto fine, dato che Musashi non è mai stato del tutto soddisfatto di sé. E' emblematico il fatto che nel m1 [ continua a leggere]
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    Premetto che, pur conoscendo molto bene l'autore di questo manga, non ho però mai letto niente dei suoi lavori (sto parlando dei manga, per quanto riguarda l'animazione, è un altro paio di maniche). Da vergognarsene, vero?
    Per questo motivo quando ho visto sullo scaffale della mia fumetteria di fiducia quest'opera, l'ho acquistata.
    Avevo sentito parlare moltissimo della saga Yamato, e quindi volevo, per così dire, colmare una lacuna.

    Ebbene, an1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Avevo già espresso una valutazione lusinghiera per l'anime, che avevo trovato avvincente e che mi ha fatto letteralmente scorrere via tutti gli episodi, ma l'avevo visto senza aver visionato l'omonimo manga. Beh, devo ammettere che il manga è di gran lunga più bello, più spettacolare e ricco di colpi di scena della serie televisiva. Attualmente la serializzazione dell'opera non è stata ancora terminata, e non posso di certo prevedere gli svilupp1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Dal momento che sono un estimatore di Shirow, le mie recensioni sulle sue opere non possono essere del tutto neutre!
    I suoi lavori riescono sempre a coinvolgermi, ed il suo tratto, minuzioso fino alla mania, mi fa passare qualche minuto a scrutare le sue tavole, una per una, per scoprire sempre nuovi dettagli.Shirow affermava in una intervista che forse l'opera a cui è maggiormente legato è proprio questa, anche se è sicuramente più noto per av1 [ continua a leggere]
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    Veniamo dunque all'opera in questione.
    Shirow ha scritto numerosi lavori, tutti quanti caratterizzati da una certa lunghezza e una certa complessità della trama; non sempre del tutto comprensibili (l'esempio che mi viene in mente è "Ghost in the shell Manmachine Interface"); pensavo dunque che un'opera con racconti brevi, nel caso specifico sono 4, fossero forse un po' limitanti per l'indiscusso talento di questo autore. Mi sono ricreduto. Non s1 [ continua a leggere]
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    Da questo volume è nata un'intera saga; innanzitutto il primo lungometraggio omonimo del 1995, successivamente altri 2 film (Innocence e Gits Solid State Society), per non parlare delle 2 serie tv. Il manga ha ispirato soprattutto il primo film, ma ne sono stati tratti spunti anche per le altre opere.
    Il disegno di Shirow è sempre molto particolareggiato, curato maniacalmente in tutti i dettagli, ed è uno stile che può anche non piacere. Il punt1 [ continua a leggere]