Il primo Kingdom Hearts vide la luce su Playstation 2 nel lontano 2002, ben dodici anni fa. Nessuno, probabilmente neanche gli stessi sviluppatori, poteva prevedere che quella folle idea di far interagire i personaggi di Final Fantasy con i mondi Disney in un action-rpg potesse scatenare un successo mondiale e duraturo.

Tetsuya Nomura, creatore e direttore dell'intero progetto, fu così costretto ad espandere le vicende di Sora, Paperino e Pippo tra sequel, prequel e spin-off , per un totale di sette titoli pubblicati su cinque diverse console. Anche solo rimanere aggiornati sulla trama orizzontale per i fan divenne un'impresa impegnativa, oltre che costosa.

Con l'avvento della settima generazione di console e del boom delle riedizioni in alta definizione Square-Enix decise di venire loro incontro pubblicando una collezione in due volumi dei titoli legati all'universo Kingdom Hearts, in esclusiva su Playstation 3.




Kingdom Hearts HD 2.5 ReMix, manco a dirlo, è il seguito di Kingdom hearts HD 1.5 ReMix e come tale prosegue e arricchisce con retroscena la storia di Sora & co.. La raccolta comprende le versioni rimasterizzate in alta definizione di:

Kingdom Hearts II, uscito in precedenza nel 2006 su Playstation 2 , è il seguito di Kingdom Hearts: Chain of Memories e racconta le gesta di Sora, Paperino e Pippo, alle prese con la ricerca di Riku e una nuova minaccia per i mondi, l'oscura Organizzazione XIII.
Kingdom Hearts: Birth by Sleep, edito in origine per Psp nel 2010 , è la storia di Ventus, Aqua e Terra, tre ragazzi che viaggiarono per i mondi armati di Keyblade dieci anni prima di Kingdom Hearts. Kingdom Hearts: Birth by Sleep e Kingdom Hearts II sono qui presenti nella versione Final Mix, per la prima volta approdata in Europa e comprensiva di nuove cutscene, finali segreti aggiuntivi, scenari inediti e un livello di difficoltà superiore.
Kingdom Hearts Re: coded, di cui sono stati rieditati e riportati i filmati, è il remake per Nintendo DS di Kingdom Hearts coded, spin-off per cellulari. In questo capitolo Re Topolino guida per il cybermondo una versione digitalizzata di Sora per recuperare i dati corrotti del Grillario. L'utilità di questo capitolo, oltre a riepilogare la storia fin qua e mostrare versioni inedite di Sora e Riku, è illustrare il contenuto della fantomatica lettera di Re Topolino in Kingdom Hearts 2 e con essa introdurre i fatti di Kingdom Hearts : Dream Drop Distance.

Non è certo questa la sede per dettagliare quanto, con l'accumularsi di anni e  titoli, la trama portante di Kingdom Hearts si sia fatta sempre più intricata, destinata a perdersi tra eserciti di identità alternative, predatori di cuori/memorie/sogni, incongruenze temporali e tecnicismi da racconto di fantascienza. Ciò detto le trame dei capitoli prese singolarmente sono godibili, con molti picchi emotivi e eventi destinati a rimanere impressi nella memoria del videogiocatore grazie a una buona regia delle cutscene e un'ottima scrittura dei dialoghi. Immotivata e ingiustificabile la scelta di omettere dal ReMix Kingdom Hearts : Dream Drop Distance, anche solo come raccolta di filmati o diario nel Grillario, uno dei tasselli più importanti (se non il più importante) per la comprensione di Kingdom Hearts III, il  capitolo finale della saga di Xehanort previsto su Playstation 4.

Si può parlare di gameplay solo per i primi due titoli della raccolta; come noto Kingdom Hearts Re: Coded non è giocabile, ed è un peccato perchè è nelle sequenze interattive che il gioco esprime il meglio di sè , con una sperimentazione su generi e meccaniche di gioco che non troverà seguiti nella saga.
Difficile, nel caso di Kingdom Hearts 2, valutare obiettivamente un gioco che ha quasi dieci anni sulle spalle. Divertire diverte, se non si è in cerca di un sistema di combattimento particolarmente raffinato e si riesce a chiudere un occhio sulla sciagurata scelta di assegnare ogni abilità speciale al tasto triangolo, e l'altro alle solite telecamere ballerine. Di certo è invecchiato meglio del primo capitolo, grazie a una serie di nuove caratteristiche (la Barra Turbo, le Fusioni e i Limiti) e di quick-time-event capaci da soli di risolvere le battaglie contro i boss. Ma dal 2006 a oggi sono arrivati nei negozi europei diversi recuperi importanti nel genere action-rpg ed il giocatore navigato non saprà accontentarsi dei semplici combattimenti di KH II, a meno di scegliere una delle due difficoltà superiori.

Diverso il discorso per Kingdom Hearts: Birth by Sleep, che è sì un titolo più recente ma anche molto più divertente quando si tratta di far parlare i Keyblade. I tre eroi hanno diversi stili di combattimento e abilità, alleviando la noia che potrebbe scaturire dal visitare tre volte di fila le stesse aree. Inoltre vi è una migliore organizzazione delle abilità speciali, derivata da KH: Chain of Memories, e una migliore progettazione degli scontri contro i boss che incoraggia l'uso di parate e contrattacchi. I due grilletti e l'analogico in più del dualshock 3 ha reso più comode la scelta delle mosse e la gestione delle telecamere rispetto alla versione Psp, ma è stato rimosso il multiplayer nell'Arena Miraggio per ragioni riguardanti tempi e costi.


Le fasi esplorative nei due titoli sono ancora oggi fresche e appaganti, nonostante qualche difficoltà a gestire le inquadrature. "Fare il turista" è la primaria esperienza di gioco in un Kingdom Hearts, vuoi per l'indiscutibile fascino di ripercorrere le storie dei classici Disney, vuoi per quel pizzico di platform 3d, genere che trova sempre meno spazio nei videogiochi di ultima generazione. Le edizioni Final Mix arricchiscono l'esperienza con nuovi tesori, aree segrete, collezionabili, missioni e boss opzionali che sarebbe tedioso, oltre che antipatico, svelare.

Il passaggio all'alta definizione può rivelarsi tutto sommato riuscito, confermando i livelli del predecessore. La grafica di Kingdom Hearts II è bella pulita, con qualche ritocco alle texture e alle animazioni facciali e poligoni meno evidenti; quella di Birth By Sleep soffre un po' di aliasing (contorni dei modelli seghettati) ma il risultato è accettabile se si pensa che è passata dai 480x272 ai 1920x1080 pixel e dai 30 ai 60 frame per secondo. Meno tollerabile il fatto che non abbiano adattato la grafica dei menu alle dimensioni generose degli schermi televisivi: non oso immaginare come possano apparire quelle finestre e quelle scritte su un monitor di 40 e passa pollici.
Le cutscene di Kingdom Hearts Re:Coded, che già facevano bella figura sugli schermi del Nintendo DS, non hanno avuto bisogno particolari accorgimenti e riescono a garantire due-tre ore di intrattenimento a controller inattivo.

 


Il comparto audio è valido, ben registrato e sincronizzato al labiale per quanto riguarda i dialoghi, mai invadente per gli effetti sonori. Yoko Shimomura, storica compositrice della serie, ha ritoccato la OST in arrangiamenti arditi ma efficaci. Gli amanti degli archi apprezzeranno le nuove versioni dei temi ambientali, così come i fan di Sephiroth l'ennesimo, e a parere di chi scrive il migliore, arrangiamento di One Winged Angel. Le due canzoni di Utada Hikaru, Simple And Clean e Sanctuary (in giapponese rispettivamente Hikari e Passion), tornano ad allietare le orecchie durante i filmati d'apertura e chiusura di ciascun titolo.

Kingdom Hearts HD 2.5 ReMix fa quel che deve e mantiene ciò che promette: riepilogare la trama all'appassionato di Kingdom Hearts e insieme pubblicizzare l'avvento del capitolo finale, riproponendo due tra i migliori titoli in una conversione grafica dignitosa e a un prezzo budget, chiarendo a suon di filmati aggiunti la storia del terzo. Inutile come il predecessore per chi possiede tutti i giochi originali o non è mai stato un amante della saga, fondamentale per recuperare i tasselli perduti di un puzzle che si è fatto sempre più complesso ma anche più divertente e tecnico con il passare degli anni. E adesso non resta che incrociare le dita per Kingdom Hearts III...