Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando un giovane ma vulcanico game designer di nome Shinji Mikami ha tirato fuori dal cilindro un gioco destinato a sdoganare un intero genere videoludico. Sto parlando naturalmente del primo Resident Evil, un titolo diventato un cult assoluto dell'epoca PSX, una vera bomba per le menti di tantissimi videogiocatori, ancora impreparati ad affrontare un concept di gioco che per l'epoca era incredibilmente innovativo, focalizzato non sull'azione dura e pura ma sulla sopravvivenza in un ambiente che metteva i protagonisti del gioco (e il giocatore stesso) in condizioni di nettissimo svantaggio.

 

Resident Evil 0 HD REMASTER - Ritorna il re dei survival horror?

 
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Il resto, come si suol dire, è storia: seguiti e spinoff a profusione, di qualità magari altalenante ma con punte di assoluto pregio (Resident Evil 2 e Code: Veronica vengono subito in mente); milioni di copie vendute, tantissimi estimatori e ancor più imitatori. Flash forward fino al 2016 e, arrivati al sesto capitolo "ufficiale", ci ritroviamo tra le mani una serie che soffre di un po' di stanca, perennemente incerta tra le proprie radici da survival horror e le allettanti sirene dell'azione a tutto spiano senza compromessi. Intanto, nell'attesa di un settimo capitolo verso il quale sono riposte molte speranze e di un già annunciato remake di Resident Evil 2 che ha stuzzicato le fantasie dei giocatori, Capcom ha pensato bene di fare un po' di archeologia videoludica, riproponendo al pubblico, accuratamente restaurati in HD nonché in grande pompa magna, due capitoli che hanno segnato la storia del franchise, pubblicati all'inizio degli anni 2000 sullo sfortunatissimo GameCube di casa Nintendo; gli inizi del 2015 hanno visto ritornare in grande spolvero (in versione esclusivamente digitale) il primo Resident Evil nella sua versione affettuosamente soprannominata REbirth, un titolo che, per la sua elevatissima qualità, non ha certo bisogno di presentazioni. Dopo un anno esatto, è ora il turno di Resident Evil 0 HD, rilasciato già il 19 gennaio in edizione digitale e il 22 in una edizione fisica, la Origins Collection, che include anche la remaster del suddetto REbirth, disponibile per PCPlayStation 3PlayStation 4Xbox 360 Xbox One. Scopriamo insieme, dunque, se vale la pena tornare a combattere contro la diabolica Umbrella Corporation dei tempi d'oro.
 
 

Trama

Resident Evil 0 si pone come un capitolo prequel all'interno della continuity della saga Capcom; deuteragonista del gioco (assieme al detenuto Billy Coen) è il giovanissimo medico della S.T.A.R.S., Rebecca Chambers, che abbiamo già avuto modo di conoscere nel primo episodio della serie. Il plot parte subito in quarta mostrando un feroce attacco ad un treno in corsa da parte di misteriose creature. Il Team Bravo della S.T.A.R.S., squadra di agenti speciali della polizia di Raccoon City, viene inviato ad investigare sull'accaduto, ed è proprio da questo evento che partono poi tutti gli altri accadimenti della saga: Rebecca e Billy, all'inizio sospettosi l'uno dell'altra, dovranno imparare a cooperare per uscire indenni da un vero e proprio incubo.
 
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Essendo un prequel diretto  del primo capitolo, il titolo si pone l'obiettivo di svelare alcuni interessanti retroscena, tanto più succosi per chi è riuscito a stare dietro a tutti gli avvenimenti della saga (che dalla data di pubblicazione originale di Resident Evil 0 ad oggi è diventata ancora più complessa): per esempio i segreti dietro la fondazione della famigerata Umbrella Corporation, dietro l'outbreak virale della villa di Spencer (quella dell'originale Resident Evil) che ha innescato la drammatica catena di eventi che ben conosciamo, dietro la creazione del letale Virus-T, e infine dietro ad alcuni personaggi entrati a far parte della storia della saga, primo fra tutti il cattivissimo e sempre stiloso Albert Wesker. Guardandolo con gli occhi di oggi, Resident Evil 0 ha avuto l'innegabile merito di dare risposta a diversi quesiti che fino ad allora erano rimasti irrisolti, oltre ad espandere ulteriormente il già vasto lore della saga: lungi dall'essere un mero spinoff o un filler, esso si pone come un capitolo imprescindibile all'interno della mitologia della saga Capcom.
 
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Per quanto riguarda lo svolgersi della trama in sé, chiariamo subito che nel remaster non sono state apportate variazioni di alcun tipo, e il susseguirsi degli eventi è rimasto uguale all'originale del 2002; sono altri gli aspetti sui cui si focalizza l'opera di rimasterizzazione. Detto questo, la trama di Resident Evil 0 presenta sempre tutti quei cliché che da tempo definiscono la personalità della serie: virus dovunque, mutazioni biologiche, personaggi tagliati con l'accetta, dialoghi da film di serie Z e antichi edifici pieni di enigmi tanto letali quanto strambi. Lo 0, però, non è certo uno dei capitoli migliori per quanto concerne il plot, a causa soprattutto della scarsa inventiva dimostrata e dei nemici decisamente poco carismatici: i nemici originali di questo episodio sono talmente bizzarri da risultare spesso comici, mentre il cattivone finale non possiede nemmeno un briciolo del carisma di Alexia Ashford o dell'implacabile Nemesis, magnifici villain che resero memorabili i rispettivi episodi a loro dedicati.
 
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Gameplay

Nel 2002, anno del rilascio originale, Resident Evil 0 si pose come un capitolo della saga molto speciale, a metà fra vecchio e nuovo. Il gioco presenta, infatti, le forme basilari di alcuni elementi di gameplay destinati a costituire alcuni dei punti focali dei nuovi capitoli post-Resident Evil 4. Ciò che salta subito all'occhio è l'attenzione riservata alla cooperazione fra i personaggi, vale a dire Rebecca e Billy: il giocatore, infatti, può controllare alternativamente uno dei due, lasciando l'altro al controllo di una spesso inaffidabile IA. Tutto, nel design di Resident Evil 0, è interamente focalizzato sulle interazioni fra i due protagonisti: non saranno poche le occasioni in cui bisognerà farli collaborare per la risoluzione di un puzzle, o semplicemente per proseguire nell'esplorazione degli scenari, così come non mancheranno i momenti nei quali uno dei due verrà separato dall'altro (spesso per cause di forza maggiore). Impossibile non notare come questi particolari meccanismi sembrino, in retrospettiva, anticipare quella che costituisce una delle caratteristiche principali di Resident Evil 5 e 6, cioè il pesante accento posto sulla componente cooperativa.
 
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Ciò si ripercuote anche sull'inventario, che presenta tra l'altro un'altra novità di grosso impatto: sto parlando, naturalmente, della sparizione delle utilissime casse in cui conservare gli oggetti, componente di gameplay fondamentale dei precedenti capitoli della saga. Al loro posto è stata introdotta la possibilità non solo di scambiare gli oggetti fra i due personaggi controllabili, ma anche di lasciarli a terra per poi riprenderli in un secondo momento. E qui arriviamo a ciò che è innegabilmente uno dei principali difetti del gioco: il sistema di gestione dell'inventario, organizzato in sei "blocchi" per personaggio, è rimasto tale a quale quello dei precedenti capitoli; data la quantità considerevole di armi e oggetti necessari per proseguire, ne risulterà un continuo backtracking per prendere gli oggetti necessariamente lasciati indietro, con conseguenti bruschi cali del ritmo di gioco.
 
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Per il resto, il titolo è un survival horror vecchio stampo, e dato che lo schema di gioco è rimasto pressocché invariato rispetto agli altri Resident Evil classici, chiunque abbia giocato un qualsiasi capitolo della serie si troverà subito a casa: il giocatore muove i propri personaggi con una visuale in terza persona, lungo schermate fisse gestite tramite inquadrature dal taglio cinematografico, spostandosi e combattendo mediante uno schema di controllo cosiddetto "tank", poiché ricorda il movimento di un veicolo cingolato: spostando la levetta del pad in avanti il personaggio controllato si muove in avanti, mentre spostarla a sinistra o a destra ha l'effetto di farlo girare lungo il proprio asse invece che in base alla posizione della telecamera. Si tratta di uno schema di controllo oggettivamente macchinoso e vetusto, ed infatti già nel remaster del REbirth, l'anno scorso, è stato introdotto un nuovo e più moderno sistema di controllo, stavolta relativo alla posizione della visuale. Tale novità è stata ora introdotta anche nel remaster di Resident Evil 0, cosa che non potrà che far piacere a chi desidera dei controlli più comodi. Non posso, tuttavia, non sottolineare un avvertimento necessario: l'utilizzo del sistema di controllo alternativo ha l'effetto di rendere troppo agile e veloce il personaggio rispetto ai controlli classici, cosa che porta ad un inevitabile abbassamento della difficoltà del gioco. Del resto il titolo, come i suoi predecessori, è stato naturalmente concepito per essere fruito con i controlli "tank", e l'alternativa, per quanto comoda, snatura in parte il concept di gioco originale.
 
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A proposito di difficoltà, Resident Evil 0 si fa benvenuto portatore di un certo modo old school di intendere il survival horror: la gestione dei due personaggi in simultanea, i salvataggi limitati, l'elevato numero di nemici e lo scarso numero di armi e medicinali costringono il giocatore a non eccedere mai in baldanza, e anzi, in alcuni punti il titolo si fa dannatamente arduo (il gioco, tra l'altro, è generalmente considerato una delle iterazioni più difficili della saga). Fortunatamente la presenza di tre livelli di difficoltà differenti dà una mano al giocatore, come pure costituisce un'indubbio bonus la modalità Leech Hunter, ovvero una sorta di mini-campagna sbloccabile dopo aver completato il gioco una volta e consistente nel raccogliere piccole figurine ritraenti delle sanguisughe mutate (ovvero i nemici principali del gioco); raccogliere un numero sufficiente di figurine sblocca numerose armi extra poi utilizzabili nella campagna principale.
Mentre la modalità Leech Hunter era già presente nell'originale del 2002, la Wesker Mode è invece nuova di zecca ed esclusiva del remaster: essa non è nient'altro che fanservice allo stato puro, dando al giocatore il controllo di uno dei cattivoni iconici della serie, Albert Wesker, inserito al posto del povero Billy e dotato di alcuni poteri particolari, come una vista a raggi laser e una incredibile velocità di corsa. Tale modalità, pur essendo piuttosto fine a sé stessa, può dimostrarsi comunque sufficientemente spassosa, soprattutto per il fan navigato della saga.
 
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Grafica e Audio

Come potete vedere dalle immagini di accompagnamento all'articolo, l'opera di restauro effettuata sul gioco ha indubbiamente dato i suoi frutti: già la versione originale su GameCube poteva vantare un ottimo comparto visivo, ma nell'edizione HD di Resident Evil 0 sia gli sfondi prerenderizzati che i modelli poligonali sono stati completamente aggiornati, e il risultato finale è di sicuro impatto. Gli ambienti fissi all'interno del quale si muovono Billy e Rebecca sono stati ridefiniti tramite un sapiente lavoro di resampling e antialiasing, mentre i modelli dei personaggi e delle creature sono stati ammordernati sia nel conto poligonale che nella definizione delle texture (le animazioni invece sono rimaste sempre quelle legnose del 2002). Sia chiaro, non si raggiungono certo i livelli grafici dell'attuale generazione di console, dato che il materiale di partenza limita per forza di cose le possibilità dei grafici Capcom; tuttavia, grazie all'ottimo comparto artistico degli scenari, alle atmosfere desolate ed eleganti, al sistema di illuminazione semplice ma funzionale e all'eccellente qualità degli sfondi, Resident Evil 0 HD è capace di offrire scorci incredibilmente evocativi, rendendo pienamente giustizia ai risultati già impressionanti raggiunti dall'originale.
 

Il titolo è stato provato su un sistema Xbox One, registrando un'ottima qualità visiva a 1080p, nonché 30 FPS praticamente granitici (peccato però per i mancati 60 FPS). È possibile intervenire sull'aspect ratio, andando a scegliere fra il classico 4:3 e il più moderno 16:9. Da notare che i 16:9 hanno l'effetto di "tagliare" una piccola parte dell'immagine in alto e in basso e avvicinare leggermente la visuale al personaggio controllato, ma si tratta di un lato negativo inevitabile dato che gli scenari prerenderizzati originali sono stati concepiti esclusivamente per l'utilizzo in 4:3. Anche l'audio ha potuto godere di un lifting niente male grazie all'utilizzo del Dolby Surround 5.1, che si dimostra l'ideale per poter godere appieno l'ottimo comparto sonoro del titolo, fatto di campionature inquietanti e musiche sempre godibili e adatte ad ogni situazione. Una nota di biasimo invece per i filmati, che sono rimasti gli stessi del 2002, limitati ad un semplice upscaling che fa risaltare ancora di più i loro difetti dell'epoca.
 
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Infine, qualche parola sulla traduzione italiana (solo testo, il doppiaggio è in inglese), che era stata una vera e propria croce della versione originale a causa soprattutto di alcuni ridicoli errori grammaticali: come potete vedere da queste immagini, il testo è stato rivisto solo in parte, eliminando gli errori più grossolani; in generale, tuttavia, lo script italiano rimane di scarsa qualità, in quanto è ancora possibile vedere quà e là degli strafalcioni decisamente poco apprezzabili, di cui avete qui sotto un esempio lampante.
 
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Conclusioni

Resident Evil 0 HD è il passato dei survival horror che ritorna in grande stile. Un capitolo a metà fra il passato e il futuro della serie, forse un po' privo di decisione e personalità ma non per questo meno meritevole. Si tratta di un titolo godibile da un qualunque amante dei survival horror, adatto anche per l'utenza moderna e non solo per i vecchi aficionados, trascinato però in basso da alcuni difetti che gli impediscono di raggiungere la grandezza dei predecessori. L'opera di rimasterizzazione, tecnicamente ineccepibile, sempre fedele e mai troppo invasiva, rende questa versione in assoluto la migliore del gioco. Senza dubbio un acquisto consigliato per qualunque appassionato del genere, meglio se nella versione retail denominata Resident Evil Origins Collection che include anche il capolavoro REbirth con il nome Resident Evil HD Remaster.