Cardcaptor Sakura Clear Card
Quando annunciarono il sequel di "Cardcaptor Sakura" l'hype era a mille. La serie era arrivata in Italia quando io ancora andavo all'asilo, quindi ne avevo pochi ricordi, ma era stata ritrasmessa durante il mio primo anno di liceo e mi ero appassionata molto alla storia e alla coppia Sakura/Syaoran.
Clear Card riparte dalla fine del manga (finale totalmente diverso dall'anime, infatti hanno dovuto trasmettere un apposito OAV per "collegare" le due edizioni), quindi con il ritorno di Syaoran in Giappone. La storia è molto semplice e anzi direi abbastanza ripetitiva: Sakura si trova di fronte ad un fenomeno e lo trasforma in una carta. La differenza sostanziale è che qui non sappiamo ancora cosa siano queste carte (mentre nella prima stagione ne conosciamo subito la storia, narrata da Kero-chan) e perché si stiano manifestando alla protagonista. Entrano inoltre in gioco due nuovi personaggi: Akiho, nuova compagna di classe e ovvia figura chiave del mistero, e il suo maggiordomo Yuna D. Kaito, maggiordomo della ragazza e ovvio cattivo della storia (che però in fondo non lo sarà perchè "Cardcaptor Sakura" non ha mai veri cattivi).
Ho amato la serie originale (che ho riguardato qualche mese prima l'uscita di questa per ripassare la trama) ma, mi duole ammetterlo, questo sequel è di una noia mortale. Rispetto al manga la storia prosegue lentissima e ci sono molte scene inutili. Basti pensare che un intero episodio parla di Sakura e Akiho che leggono una storia a dei bambini. Fine. E' letteralmente solo questa la trama dell'episodio.
La caratteristica che più adoravo della serie originale, ovvero Sakura e Syaoran come "power couple", è totalmente assente. Syaoran non è mai stato co-protagonista, l'attenzione era ovviamente posta su Sakura, ma è sempre stato utile in battaglia e il suo contributo era concreto. Qui non è pervenuto. La storia d'amore avanza molto lenta, mi sta bene, in fondo sono al primo anno delle medie, ma le due cose insieme mi smontano veramente tanto.
In conclusione, "Cardcaptor Sakura Clear Card" è un tentativo privo di cuore di portare sul piccolo schermo il decente sequel manga di "Cardcaptor Sakura". A differenza della serie originale, il cartaceo batte l'anime e spero vivamente in una seconda parte più avvincente. Nonostante il fattore nostalgia ho fatto fatica a guardare molti episodi.
Clear Card riparte dalla fine del manga (finale totalmente diverso dall'anime, infatti hanno dovuto trasmettere un apposito OAV per "collegare" le due edizioni), quindi con il ritorno di Syaoran in Giappone. La storia è molto semplice e anzi direi abbastanza ripetitiva: Sakura si trova di fronte ad un fenomeno e lo trasforma in una carta. La differenza sostanziale è che qui non sappiamo ancora cosa siano queste carte (mentre nella prima stagione ne conosciamo subito la storia, narrata da Kero-chan) e perché si stiano manifestando alla protagonista. Entrano inoltre in gioco due nuovi personaggi: Akiho, nuova compagna di classe e ovvia figura chiave del mistero, e il suo maggiordomo Yuna D. Kaito, maggiordomo della ragazza e ovvio cattivo della storia (che però in fondo non lo sarà perchè "Cardcaptor Sakura" non ha mai veri cattivi).
Ho amato la serie originale (che ho riguardato qualche mese prima l'uscita di questa per ripassare la trama) ma, mi duole ammetterlo, questo sequel è di una noia mortale. Rispetto al manga la storia prosegue lentissima e ci sono molte scene inutili. Basti pensare che un intero episodio parla di Sakura e Akiho che leggono una storia a dei bambini. Fine. E' letteralmente solo questa la trama dell'episodio.
La caratteristica che più adoravo della serie originale, ovvero Sakura e Syaoran come "power couple", è totalmente assente. Syaoran non è mai stato co-protagonista, l'attenzione era ovviamente posta su Sakura, ma è sempre stato utile in battaglia e il suo contributo era concreto. Qui non è pervenuto. La storia d'amore avanza molto lenta, mi sta bene, in fondo sono al primo anno delle medie, ma le due cose insieme mi smontano veramente tanto.
In conclusione, "Cardcaptor Sakura Clear Card" è un tentativo privo di cuore di portare sul piccolo schermo il decente sequel manga di "Cardcaptor Sakura". A differenza della serie originale, il cartaceo batte l'anime e spero vivamente in una seconda parte più avvincente. Nonostante il fattore nostalgia ho fatto fatica a guardare molti episodi.
Ho seguito le nuove avventure di Sakura con entusiasmo. Tra misteri, incantesimi e carte dai nuovi poteri... non manca il cibo, presente quasi in ogni episodio: serie “appetitosa” quindi, ma anche intrigante. Si approfondiscono alcuni personaggi e ne spuntano altri nuovi...avrei voluto vedere Eriol più partecipe, ma rimane un personaggio totalmente inutile, così come i suoi famigli e come Yue che, tranne dare qualche consiglio spiccio, si dissocia totalmente dalla sua padrona. Buoni i nuovi personaggi, come la nuova compagna di classe, un maggiordomo palesemente stregone e un nuovo guardiano (ma di cosa?) stavolta di sesso femminile.
Abbiamo nuovi incantesimi per Shaoran, ma nulla di che; mentre Sakura aumenta la sua Potenza magica e inconsciamente crea nuove formidabili carte, che mi sono piaciute.
Insomma, un nuovo successo delle CLAMP che non deludono mai. Voto 7, solo perché vorrei vedere come prosegue la storia.
Abbiamo nuovi incantesimi per Shaoran, ma nulla di che; mentre Sakura aumenta la sua Potenza magica e inconsciamente crea nuove formidabili carte, che mi sono piaciute.
Insomma, un nuovo successo delle CLAMP che non deludono mai. Voto 7, solo perché vorrei vedere come prosegue la storia.
Un vero tuffo indietro ai primissimi anni Duemila! "Cardcaptor Sakura - Clear Card" è la prosecuzione ideale della serie classica e aggiunge qualche nuovo tassello alla trama. Finalmente la relazione tra Sakura e Syaolan si sblocca con il fatidico scambio di orsetti, mentre non ci sono particolari sviluppi sul fronte Touya e Yukito. Naturalmente si presume che chi guarda questa serie conosca già gli eventi passati ma, ad ogni buon conto, c’è un prologo a rinfrescare la memoria.
Appaiono anche alcuni personaggi nuovi. La storia stavolta non ruota intorno al mago Clow Reed ma alle carte create dalla mente e dal potere di Sakura. C’è poi Akiho, una nuova compagna di scuola di Sakura e Tomoyo (che ora sono alle medie).
La ragazzina è vittima di vari svenimenti/sonni durante i quali entra nel mondo di Alice, ma è una Alice alternativa a quella di Carroll che si trova nel Paese degli Orologi e non nel Wonderland. Comunque sia il legame tra "Cardcaptor Sakura", "Tsubasa Chronicle" e la fiaba vittoriana sono finalmente resi espliciti. Avevo sempre avuto questa intuizione, da quando il coniglio Mokona apparve sulla scena, e anche il susseguirsi di mondi come tante scene diverse è palesemente ripreso dal racconto inglese, almeno nella struttura. Ho apprezzato moltissimo il richiamo diretto alle Avventure di Alice perché è un libro che personalmente amo molto e che si può prestare a molteplici chiavi di lettura. Quella che si può applicare in questo caso non è tanto legata ad Alice - bambina quanto lei inserita nello scorrere del Tempo. Se dovessi fare un parallelo, parlerei perciò per prima cosa della cipolla da taschino del Bianconiglio e del Tè dei Matti; quindi della torre dell’orologio nel manga “Alice in Heartland” di QuinRose e Soumei Hoshino per finire in una più ardita citazione di “Alice attraverso lo specchio” della Disney (regia di James Bobin NON di Tim Burton!) dove compare Mr. Time.
Il mistero di Akiho prende forma a poco a poco, quando ci viene presentato il maggiordomo Kaito che in realtà è… (non voglio fare spoiler!)
Il character design del personaggio è proprio bello: non si può fare a meno di innamorarsi di simili occhioni viola, ma devo ammettere che c’è anche tanto dello “stereotipo manga” del maggiordomo à la "Black Butler".
Anche qui c’è un coniglio (ricordiamoci della tradizione dei conigli lunari, sfruttata da "Sailor Moon") ma non è carino e coccoloso come Mokona, sembra anzi che abbia qualcosa di cattivo: subdolo se non proprio malvagio.
Ancora una volta i costumi di Sakura, disegnati e cuciti dalla sua amica Tomoyo sono bellissimi, degni di mille cosplay!
Il disegno è quello tondeggiante e morbido (lo stile che più mi piace nelle CLAMP), ma alcuni episodi sono puri filler e sono quindi un po’ noiosi: ad esempio ci sono diverse puntate stagionali superflue. Mi è piaciuto molto un particolare episodio che rievoca la figura di Nadeshiko – la defunta madre di Sakura e Touya – mentre il padre resta sempre un po’ sullo sfondo (ho notato che negli anime del genere majoukko, quasi sempre la famiglia fa da tappezzeria).
Una nota dolente che caratterizza quasi ogni lavoro delle CLAMP: la storia non si conclude con questa stagione, anzi i nodi della trama vengono appena svelati. Riusciremo mai a vedere una conclusione?
Appaiono anche alcuni personaggi nuovi. La storia stavolta non ruota intorno al mago Clow Reed ma alle carte create dalla mente e dal potere di Sakura. C’è poi Akiho, una nuova compagna di scuola di Sakura e Tomoyo (che ora sono alle medie).
La ragazzina è vittima di vari svenimenti/sonni durante i quali entra nel mondo di Alice, ma è una Alice alternativa a quella di Carroll che si trova nel Paese degli Orologi e non nel Wonderland. Comunque sia il legame tra "Cardcaptor Sakura", "Tsubasa Chronicle" e la fiaba vittoriana sono finalmente resi espliciti. Avevo sempre avuto questa intuizione, da quando il coniglio Mokona apparve sulla scena, e anche il susseguirsi di mondi come tante scene diverse è palesemente ripreso dal racconto inglese, almeno nella struttura. Ho apprezzato moltissimo il richiamo diretto alle Avventure di Alice perché è un libro che personalmente amo molto e che si può prestare a molteplici chiavi di lettura. Quella che si può applicare in questo caso non è tanto legata ad Alice - bambina quanto lei inserita nello scorrere del Tempo. Se dovessi fare un parallelo, parlerei perciò per prima cosa della cipolla da taschino del Bianconiglio e del Tè dei Matti; quindi della torre dell’orologio nel manga “Alice in Heartland” di QuinRose e Soumei Hoshino per finire in una più ardita citazione di “Alice attraverso lo specchio” della Disney (regia di James Bobin NON di Tim Burton!) dove compare Mr. Time.
Il mistero di Akiho prende forma a poco a poco, quando ci viene presentato il maggiordomo Kaito che in realtà è… (non voglio fare spoiler!)
Il character design del personaggio è proprio bello: non si può fare a meno di innamorarsi di simili occhioni viola, ma devo ammettere che c’è anche tanto dello “stereotipo manga” del maggiordomo à la "Black Butler".
Anche qui c’è un coniglio (ricordiamoci della tradizione dei conigli lunari, sfruttata da "Sailor Moon") ma non è carino e coccoloso come Mokona, sembra anzi che abbia qualcosa di cattivo: subdolo se non proprio malvagio.
Ancora una volta i costumi di Sakura, disegnati e cuciti dalla sua amica Tomoyo sono bellissimi, degni di mille cosplay!
Il disegno è quello tondeggiante e morbido (lo stile che più mi piace nelle CLAMP), ma alcuni episodi sono puri filler e sono quindi un po’ noiosi: ad esempio ci sono diverse puntate stagionali superflue. Mi è piaciuto molto un particolare episodio che rievoca la figura di Nadeshiko – la defunta madre di Sakura e Touya – mentre il padre resta sempre un po’ sullo sfondo (ho notato che negli anime del genere majoukko, quasi sempre la famiglia fa da tappezzeria).
Una nota dolente che caratterizza quasi ogni lavoro delle CLAMP: la storia non si conclude con questa stagione, anzi i nodi della trama vengono appena svelati. Riusciremo mai a vedere una conclusione?