Akame ga Kill!
"Akame ga kill" è un'opera che parla di una ragazza spadaccina di nome Akame che vuole portare giustizia nel regno in cui vive (beh un classico insomma).
L'anime inizia con un ragazzo che ci spacciano per il protagonista nel corso di 24 lunghissimi episodi, inutili, dove se le danno di santa ragione con motivi abbastanza discutibili. Vediamo per i primi 5 episodi i nostri eroi darle di santa ragione ai cattivoni battendoli il 95% delle volte, episodi veramente strutturati male con nemici che in combattimento durano meno di 5 secondi però si può chiudere un occhio, tanto è un anime fatto tanto per essere puro intrattenimento, iniziamo a parlarne punto per punto concretamente.
I personaggi sono la roba più scandalosa che potevano creare anche con poca fantasia alcuni, la solita ragazza dal seno prosperoso che "rompe" solo, il pervertito di turno, la bambina isterica: insomma "tutto fa brodo" in un certo senso.
I poteri e la spiegazione degli stessi è abbastanza ben caratterizzata anche se un po' confusionaria (magari mi ricredo perché il manga è meglio); il fatto che se due utilizzatori di arme imperiali si scontrano uno dei due debba per forza morire per mano dell'altro, inizia a diventare presto ripetitivo, e anche abbastanza noiosetto.
I primi 15 episodi sono il nulla più totale dove vediamo gente che muore e che continua a girare attorno allo scopo principale ovvero quello di uccidere l'imperatore mentre si capisce che questi ha un'arma eccezionale, suprema che potrebbe distruggere mezzo continente; però il nostro protagonista con il potere dell'amicizia riesce a cavarsela (che bello quest'anime, fantastico!)
I combattimenti sono tutti molto belli da guardare anche perché non sono solo due frame ripetuti di pugni e calci, ma è anche una sfida di mente per chi usa la tecnica migliore per sconfiggere l'avversario l'unico aspetto carino che ha quest'anime.
Consigliato a chi ama le cose semplici negli anime
Voto= 5,5
L'anime inizia con un ragazzo che ci spacciano per il protagonista nel corso di 24 lunghissimi episodi, inutili, dove se le danno di santa ragione con motivi abbastanza discutibili. Vediamo per i primi 5 episodi i nostri eroi darle di santa ragione ai cattivoni battendoli il 95% delle volte, episodi veramente strutturati male con nemici che in combattimento durano meno di 5 secondi però si può chiudere un occhio, tanto è un anime fatto tanto per essere puro intrattenimento, iniziamo a parlarne punto per punto concretamente.
I personaggi sono la roba più scandalosa che potevano creare anche con poca fantasia alcuni, la solita ragazza dal seno prosperoso che "rompe" solo, il pervertito di turno, la bambina isterica: insomma "tutto fa brodo" in un certo senso.
I poteri e la spiegazione degli stessi è abbastanza ben caratterizzata anche se un po' confusionaria (magari mi ricredo perché il manga è meglio); il fatto che se due utilizzatori di arme imperiali si scontrano uno dei due debba per forza morire per mano dell'altro, inizia a diventare presto ripetitivo, e anche abbastanza noiosetto.
I primi 15 episodi sono il nulla più totale dove vediamo gente che muore e che continua a girare attorno allo scopo principale ovvero quello di uccidere l'imperatore mentre si capisce che questi ha un'arma eccezionale, suprema che potrebbe distruggere mezzo continente; però il nostro protagonista con il potere dell'amicizia riesce a cavarsela (che bello quest'anime, fantastico!)
I combattimenti sono tutti molto belli da guardare anche perché non sono solo due frame ripetuti di pugni e calci, ma è anche una sfida di mente per chi usa la tecnica migliore per sconfiggere l'avversario l'unico aspetto carino che ha quest'anime.
Consigliato a chi ama le cose semplici negli anime
Voto= 5,5
Sapete, in comparatistica esiste una pratica largamente utilizzata da tutti i più grandi autori di sempre, la riscrittura. Questa tecnica prevede la ripresa di un tema, un motivo, un topos o un evento di un’opera venuta prima cronologicamente e, a detta di molti critici, tutto ciò che è stato scritto dopo l’Iliade e l’Odissea di Omero e la Bibbia, rappresenta una forma di riscrittura. Presentandosi a noi, dunque, come metodo universale, la riscrittura ha attraversato i secoli e intere generazioni di autori, che hanno utilizzato diverse espressioni per definirlo. Tra le più brillanti, a mio parere, c’è quella della Woolf, che parla di “grande cannibale”. L’espressione subito porta alla nostra mente l’immagine di qualcuno che mangia tutto ciò che ha davanti a sé, proprio come un romanzo, che assimila elementi diversi di opere precedentemente pubblicate.
Riflettendo per un attimo sul secolo in cui viviamo, credo non ci sia nessun problema ad estendere questa pratica anche agli anime e alle serie tv. E se devo citare un’opera, che meglio di tutte le altre è riuscita nell’intento di prendere il meglio da ciò che l’ha preceduta, penso ad “Akame ga Kill!”, anime del 2014 targato White Fox, in cui ritrovo almeno quattro grandi citazioni.
La prima è una provocazione, perché l’opera in questione è uscita nel 2022, ma il paragone e la conseguente citazione si potrebbero estendere a tutti i giochi della casa precedentemente rilasciati. Parlo, ovviamente, di "Elden Ring" e della saga "Souls". Storia di una capitale corrotta e un paese costretto a vivere nella miseria per colpa di un Primo Ministro subdolo che manipola il giovane Imperatore, e una congiura ordita contro di loro da un gruppo di assassini che agisce nell’ombra. In altre parole, il Primo Lord Ancestrale, la Volontà Superiore e la Notte dei Neri Coltelli. Stupendamente bello nella sua semplicità.
La seconda citazione è a "Fullmetal Alchemist". Il capolavoro della Arakawa incarna perfettamente il viaggio dell’eroe di cui, in "Akame ga KIll!", si fa protagonista Tatsumi, giovane guerriero partito dal suo villaggio insieme ai due amici di infanzia, a cui capiteranno fatti spiacevoli e che dovrà affrontare mille difficoltà prima di raggiungere il proprio scopo, salvare il villaggio nativo dalla miseria in cui versa. A questo, aggiungiamoci la grande abilità da parte dell’autore, di riuscire a farti provare empatia e, a tratti, anche simpatia nei confronti degli antagonisti, con cui, grazie ad uno stratagemma degno di lode, il protagonista si troverà a stretto contatto per un breve periodo.
Nonostante la grande linearità che sono riusciti a dare alla storia, sono pochi gli episodi che presentano un reale collegamento l’uno con l’altro, infatti ad ogni puntata corrisponde una nuova missione, fatta eccezione per il mini-arco dei tre (puntate 7 e 8) e l’arco narrativo finale che chiude la storia. In questo, seppur con i dovuti paragoni, ci ho rivisto un cult come "Cowboy Bebop", che fa degli episodi singoli il suo punto di forza. In questo modo la varietà è assicurata e la monotonia evitata (un plauso per la rima).
Infine, ed occhio perché qui potrebbe scapparci lo spoiler, nel continuo susseguirsi di morti che coinvolgono tanto gli antagonisti, quanto i protagonisti, non posso che rivederci la saga capolavoro di George R. R. Martin, ovvero "Game of Thrones". Diciamocelo, sono poche le serie che possono permettersi il lusso di fare fuori un personaggio a puntata senza rovinare tutto, anche perché c’è la fan-base sempre pronta ad attaccare da dietro l’angolo. Eppure, con mio grande stupore, "Akame ga Kill!" ci riesce, seppur non sempre nel modo migliore. Di fatto, di critiche se ne potrebbero muovere eccome, ma comprendo anche che in un anime incentrato sul combattimento, ci sia un notevole spargimento di sangue, altrimenti si rischierebbe di cadere nel banale, non uccidere nessuno e creare un mondo idilliaco in cui solo i cattivi muoiono. In questo caso, quindi, più che la bravura mi va di premiare l’audacia.
Mescolando insieme questi quattro elementi e aggiungendo un pizzico di ecchi che non guasta mai, delle musiche buone ma destinate a non rimanere nella memoria e un comparto grafico di ottima qualità, esce fuori "Akame ga Kill!", uno dei migliori anime di combattimento in cui mi sia mai imbattuto.
Riflettendo per un attimo sul secolo in cui viviamo, credo non ci sia nessun problema ad estendere questa pratica anche agli anime e alle serie tv. E se devo citare un’opera, che meglio di tutte le altre è riuscita nell’intento di prendere il meglio da ciò che l’ha preceduta, penso ad “Akame ga Kill!”, anime del 2014 targato White Fox, in cui ritrovo almeno quattro grandi citazioni.
La prima è una provocazione, perché l’opera in questione è uscita nel 2022, ma il paragone e la conseguente citazione si potrebbero estendere a tutti i giochi della casa precedentemente rilasciati. Parlo, ovviamente, di "Elden Ring" e della saga "Souls". Storia di una capitale corrotta e un paese costretto a vivere nella miseria per colpa di un Primo Ministro subdolo che manipola il giovane Imperatore, e una congiura ordita contro di loro da un gruppo di assassini che agisce nell’ombra. In altre parole, il Primo Lord Ancestrale, la Volontà Superiore e la Notte dei Neri Coltelli. Stupendamente bello nella sua semplicità.
La seconda citazione è a "Fullmetal Alchemist". Il capolavoro della Arakawa incarna perfettamente il viaggio dell’eroe di cui, in "Akame ga KIll!", si fa protagonista Tatsumi, giovane guerriero partito dal suo villaggio insieme ai due amici di infanzia, a cui capiteranno fatti spiacevoli e che dovrà affrontare mille difficoltà prima di raggiungere il proprio scopo, salvare il villaggio nativo dalla miseria in cui versa. A questo, aggiungiamoci la grande abilità da parte dell’autore, di riuscire a farti provare empatia e, a tratti, anche simpatia nei confronti degli antagonisti, con cui, grazie ad uno stratagemma degno di lode, il protagonista si troverà a stretto contatto per un breve periodo.
Nonostante la grande linearità che sono riusciti a dare alla storia, sono pochi gli episodi che presentano un reale collegamento l’uno con l’altro, infatti ad ogni puntata corrisponde una nuova missione, fatta eccezione per il mini-arco dei tre (puntate 7 e 8) e l’arco narrativo finale che chiude la storia. In questo, seppur con i dovuti paragoni, ci ho rivisto un cult come "Cowboy Bebop", che fa degli episodi singoli il suo punto di forza. In questo modo la varietà è assicurata e la monotonia evitata (un plauso per la rima).
Infine, ed occhio perché qui potrebbe scapparci lo spoiler, nel continuo susseguirsi di morti che coinvolgono tanto gli antagonisti, quanto i protagonisti, non posso che rivederci la saga capolavoro di George R. R. Martin, ovvero "Game of Thrones". Diciamocelo, sono poche le serie che possono permettersi il lusso di fare fuori un personaggio a puntata senza rovinare tutto, anche perché c’è la fan-base sempre pronta ad attaccare da dietro l’angolo. Eppure, con mio grande stupore, "Akame ga Kill!" ci riesce, seppur non sempre nel modo migliore. Di fatto, di critiche se ne potrebbero muovere eccome, ma comprendo anche che in un anime incentrato sul combattimento, ci sia un notevole spargimento di sangue, altrimenti si rischierebbe di cadere nel banale, non uccidere nessuno e creare un mondo idilliaco in cui solo i cattivi muoiono. In questo caso, quindi, più che la bravura mi va di premiare l’audacia.
Mescolando insieme questi quattro elementi e aggiungendo un pizzico di ecchi che non guasta mai, delle musiche buone ma destinate a non rimanere nella memoria e un comparto grafico di ottima qualità, esce fuori "Akame ga Kill!", uno dei migliori anime di combattimento in cui mi sia mai imbattuto.
Ho guardato l'anime dopo aver letto il manga e, rispetto ad altri lavori simili, ho trovato che questa trasposizione sia abbastanza fedele e ben fatta, permettendomi così di vedere molti dei momenti iconici di "Akame Ga Kill!" animati, dandogli, in alcuni casi, anche una marcia in più.
La trama, come detto, segue in modo molto fedele quella del manga, le uniche variazioni (anche abbastanza importanti) le ho trovate nell'arco finale, ed anche questa però è stata una bella scoperta perché ho trovato piacevole la svolta che hanno deciso di prendere nell'anime, che -per inciso- ci porterà a dover salutare ancora più personaggi rispetto alla controparte cartacea.
Per chi non ha letto il manga infatti è bene sapere che in "Akame Ga Kill! i" protagonisti (o co-protagonisti se preferite) muoiono, e questo succede spesso, a volte si farà appena in tempo ad affezionarsi a qualche personaggio salvo poi vederlo morire nello scontro successivo. Scontri che sono molto presenti all'interno dell'opera, risultando sempre diversi grazie alle varie abilità dei combattenti e che rendono il ritmo sempre incalzante senza annoiare mai.
Lo consiglio sia a chi non ha letto il manga, che troverà un'opera densa di combattimenti e con tanti bei personaggi, sia a chi conosce già la storia e vuole vedere i propri personaggi preferiti animati, oltre come detto a guardare una valida e piacevole alternativa dell'arco finale.
La trama, come detto, segue in modo molto fedele quella del manga, le uniche variazioni (anche abbastanza importanti) le ho trovate nell'arco finale, ed anche questa però è stata una bella scoperta perché ho trovato piacevole la svolta che hanno deciso di prendere nell'anime, che -per inciso- ci porterà a dover salutare ancora più personaggi rispetto alla controparte cartacea.
Per chi non ha letto il manga infatti è bene sapere che in "Akame Ga Kill! i" protagonisti (o co-protagonisti se preferite) muoiono, e questo succede spesso, a volte si farà appena in tempo ad affezionarsi a qualche personaggio salvo poi vederlo morire nello scontro successivo. Scontri che sono molto presenti all'interno dell'opera, risultando sempre diversi grazie alle varie abilità dei combattenti e che rendono il ritmo sempre incalzante senza annoiare mai.
Lo consiglio sia a chi non ha letto il manga, che troverà un'opera densa di combattimenti e con tanti bei personaggi, sia a chi conosce già la storia e vuole vedere i propri personaggi preferiti animati, oltre come detto a guardare una valida e piacevole alternativa dell'arco finale.
Senza girarci troppo intorno, l'unica cosa che vi spingerà ad andare avanti in questo anime sono le morti e i combattimenti che, grazie alla trovata dei Teigu, sono vari e abbastanza interessanti, con esiti non sempre scontati. L'ambientazione è carina (ma quasi tutti i mondi fantasy medievali senza elfetti e animaletti umanoidi lo sono).
Sul resto metterei sopra una pietra tombale. Dialoghi banali e poco interessanti, con la solita morale buonista (per i buoni) riproposta in tutte le salse. I cattivi o sono super cattivi o sono buoni che combattono per l'impero "perchessì". La trama è più che altro una scusa per passare da un combattimento all'altro. Personaggi a cui non ci si affeziona praticamente mai, hanno la profondità di una pozzanghera. Emozioni provate: zero.
È un bene che gli episodi siano pochi e i combattimenti incalzanti (praticamente ce n è almeno uno ad episodio) perché il resto è talmente noioso che avrebbe affossato l'intero anime.
Sul resto metterei sopra una pietra tombale. Dialoghi banali e poco interessanti, con la solita morale buonista (per i buoni) riproposta in tutte le salse. I cattivi o sono super cattivi o sono buoni che combattono per l'impero "perchessì". La trama è più che altro una scusa per passare da un combattimento all'altro. Personaggi a cui non ci si affeziona praticamente mai, hanno la profondità di una pozzanghera. Emozioni provate: zero.
È un bene che gli episodi siano pochi e i combattimenti incalzanti (praticamente ce n è almeno uno ad episodio) perché il resto è talmente noioso che avrebbe affossato l'intero anime.
Tre amici, tra cui il nostro protagonista, partono dal loro povero villaggio per raggiungere la ricca capitale. Purtroppo però solo Tatsumi riesce a raggiungere la capitale.
Tatsumi nella città si scontra con la cruda realtà: essa non è come la immaginava, in poco tempo si ritrova solo, derubato e senza un posto in cui vivere. La sera stessa il ragazzo viene accolto da una ricca famiglia che però viene attaccata dai Night Raid, una banda di assassini. Tatsumi scopre che in realtà la famiglia che lo ha accolto segretamente rapisce viandanti e vagabondi al solo scopo di torturarli a morte e trova proprio gli amici Ieyasu e Sayo tra le ultime vittime. Furente per la sua scoperta uccide l'ultima superstite della ricca famiglia e si unisce ai Night Raid, sperando di estirpare il male dal regno.
La trama nel complesso è semplice ma non scontata; non ci sono sottotrame rilevanti ma solo un po' di focus su alcuni personaggi. Tutta la vicenda gira intorno a Akame e Tatsumi ed è costellata di numerosissimi scontri mortali, davvero violenti e spettacolari. È un racconto davvero drammatico e violento con un pizzico d'amore, ambientato in un discreto mondo fantasy. La violenza e crudezza degli scontri è probabilmente un po' esasperato e potrebbe tranquillamente turbare lo spettatore durante la visione. L'opera è completamente trasposta, quindi abbiamo sia un inizio che una fine.
Il character design dei personaggi è bello ed unico per ognuno, il lato psicologico comportamentale di alcuni di essi è meglio caratterizzato e raccontato di altri; vi è una minima crescita sopratutto del protagonista. Per quanto riguarda il background si poteva fare di meglio.
Il comparto tecnico nel complesso è davvero ottimo. I combattimenti sono davvero molto ben animati e spettacolari, effetti e musiche compresi. Il doppiaggio molto buono.
In conclusione un opera davvero buona che merita di essere vista, ha un inizio ed una fine, unica piccola nota dolente potrebbe essere una visione un po' forte soprattutto durante i cruenti e sanguinolenti combattimenti.
Tatsumi nella città si scontra con la cruda realtà: essa non è come la immaginava, in poco tempo si ritrova solo, derubato e senza un posto in cui vivere. La sera stessa il ragazzo viene accolto da una ricca famiglia che però viene attaccata dai Night Raid, una banda di assassini. Tatsumi scopre che in realtà la famiglia che lo ha accolto segretamente rapisce viandanti e vagabondi al solo scopo di torturarli a morte e trova proprio gli amici Ieyasu e Sayo tra le ultime vittime. Furente per la sua scoperta uccide l'ultima superstite della ricca famiglia e si unisce ai Night Raid, sperando di estirpare il male dal regno.
La trama nel complesso è semplice ma non scontata; non ci sono sottotrame rilevanti ma solo un po' di focus su alcuni personaggi. Tutta la vicenda gira intorno a Akame e Tatsumi ed è costellata di numerosissimi scontri mortali, davvero violenti e spettacolari. È un racconto davvero drammatico e violento con un pizzico d'amore, ambientato in un discreto mondo fantasy. La violenza e crudezza degli scontri è probabilmente un po' esasperato e potrebbe tranquillamente turbare lo spettatore durante la visione. L'opera è completamente trasposta, quindi abbiamo sia un inizio che una fine.
Il character design dei personaggi è bello ed unico per ognuno, il lato psicologico comportamentale di alcuni di essi è meglio caratterizzato e raccontato di altri; vi è una minima crescita sopratutto del protagonista. Per quanto riguarda il background si poteva fare di meglio.
Il comparto tecnico nel complesso è davvero ottimo. I combattimenti sono davvero molto ben animati e spettacolari, effetti e musiche compresi. Il doppiaggio molto buono.
In conclusione un opera davvero buona che merita di essere vista, ha un inizio ed una fine, unica piccola nota dolente potrebbe essere una visione un po' forte soprattutto durante i cruenti e sanguinolenti combattimenti.
"Akame ga Kill!", presenta una trama che, seppur basilare, ha saputo trascinarmi sin dal primo episodio. Inizialmente l'anime (e parlerò esclusivamente di questo, dato che non ho avuto l'opportunità di leggere il manga) parte in un certo modo per trasformarsi nel susseguirsi della storia. La qualità dei disegni è ottima e la caratterizzazione dei personaggi è stata trattata egregiamente. Sto parlando, quindi, di un'opera molto buona.
Le scene di combattimenti sanguinosi, che soprattutto verso la prima parte dell'anime sono abbastanza semplici, subiscono un notevole miglioramento e vengono alternati a scenette divertenti con gag tra i vari personaggi principali e a scene "d'amore", che fanno affezionare gli spettatori a tutti i protagonisti e co-protagonisti. Parlando dei personaggi, appunto, l'affezione che viene a crearsi nella prosecuzione degli episodi tende ad essere massimizzata nei momenti di morte dei personaggi (e qui c'è da aprire una doverosa parentesi: le morti, spesso improvvise e intese come enormi colpi di scena, nonostante tengano lo spettatore incollato allo schermo per vedere cosa succederà in seguito e chi sarà il prossimo a mancare, sono effettivamente troppo tristi e cruente, [il senso che credo gli abbiano dato sia quello di spingere i restanti sopravvissuti a dare il meglio di loro anche se questo senso viene trattato solamente in linea teorica, però non voglio fare spoiler], ma -a mio modesto parere- sono spesso inutili, dato che per chi come me, si è affezionato molto ad alcuni personaggi, spesso si intristirà parecchio e probabilmente piangerà in alcune parti. Se non per un minimo di caratterizzazione, esse non posseggono un reale significato da trasmettere allo spettatore, a parte farlo intristire inutilmente, punto a sfavore insomma).
Detto questo si tratta assolutamente di un'opera valida, che tratta numerosi temi al suo interno: dalla corruzione al senso di giustizia, dall'amore all'odio e così via... Non manca tuttavia il fan service, ed inoltre si tratta di un anime che sa prenderti sin da subito, capace di suscitare grande interesse. Un altro punto a favore è che la storia viene narrata in buon modo, infatti i ventiquattro/venticinque minuti circa di durata di un episodio passano come niente. L'anime prende una svolta notevole nelle parti finali e consiglio di tenersi per circa un'oretta e mezza liberi per poterseli godere tutti di fila. Unica pecca il finale un po' troppo triste che lascia con l'amaro in bocca.È un'opera senza infamia e senza lode, dato che poteva essere facilmente trattata in maniera diversa, ma comunque valida.
Le scene di combattimenti sanguinosi, che soprattutto verso la prima parte dell'anime sono abbastanza semplici, subiscono un notevole miglioramento e vengono alternati a scenette divertenti con gag tra i vari personaggi principali e a scene "d'amore", che fanno affezionare gli spettatori a tutti i protagonisti e co-protagonisti. Parlando dei personaggi, appunto, l'affezione che viene a crearsi nella prosecuzione degli episodi tende ad essere massimizzata nei momenti di morte dei personaggi (e qui c'è da aprire una doverosa parentesi: le morti, spesso improvvise e intese come enormi colpi di scena, nonostante tengano lo spettatore incollato allo schermo per vedere cosa succederà in seguito e chi sarà il prossimo a mancare, sono effettivamente troppo tristi e cruente, [il senso che credo gli abbiano dato sia quello di spingere i restanti sopravvissuti a dare il meglio di loro anche se questo senso viene trattato solamente in linea teorica, però non voglio fare spoiler], ma -a mio modesto parere- sono spesso inutili, dato che per chi come me, si è affezionato molto ad alcuni personaggi, spesso si intristirà parecchio e probabilmente piangerà in alcune parti. Se non per un minimo di caratterizzazione, esse non posseggono un reale significato da trasmettere allo spettatore, a parte farlo intristire inutilmente, punto a sfavore insomma).
Detto questo si tratta assolutamente di un'opera valida, che tratta numerosi temi al suo interno: dalla corruzione al senso di giustizia, dall'amore all'odio e così via... Non manca tuttavia il fan service, ed inoltre si tratta di un anime che sa prenderti sin da subito, capace di suscitare grande interesse. Un altro punto a favore è che la storia viene narrata in buon modo, infatti i ventiquattro/venticinque minuti circa di durata di un episodio passano come niente. L'anime prende una svolta notevole nelle parti finali e consiglio di tenersi per circa un'oretta e mezza liberi per poterseli godere tutti di fila. Unica pecca il finale un po' troppo triste che lascia con l'amaro in bocca.È un'opera senza infamia e senza lode, dato che poteva essere facilmente trattata in maniera diversa, ma comunque valida.
Battle shonen di buon livello, ma niente di eccelso. La trama e lo sviluppo della storia sono piuttosto banali, ma ci sono momenti di suspense e colpi di scena.
C'è tanto sangue e molti morti, il che ti fa sempre tenere sulle spine perché non sai mai se un personaggio (anche co-protagonisti), per quanto sia importante, sopravvivrà oppure no. Il comparto tecnico è nella media, sia a livello sonoro di OST, sia graficamente. Alcuni combattimenti sono piuttosto ben gestiti con ragionamenti e strategie dietro, altri sono davvero banali.
Una cosa che non mi è piaciuta è il livello delle conversazioni, sono tutte molto piatte e fini a se stesse (per intenderci: scordatevi i discorsi filosofici sull'amicizia, l'amore, la vita e il dolore alla Naruto). Anche la caratterizzazione è piuttosto buona e, nel complesso, è un bell'anime che consiglio agli amanti dei battle shonen che stiano cercando una serie con una buona dose di spargimenti di sangue e morti.
C'è tanto sangue e molti morti, il che ti fa sempre tenere sulle spine perché non sai mai se un personaggio (anche co-protagonisti), per quanto sia importante, sopravvivrà oppure no. Il comparto tecnico è nella media, sia a livello sonoro di OST, sia graficamente. Alcuni combattimenti sono piuttosto ben gestiti con ragionamenti e strategie dietro, altri sono davvero banali.
Una cosa che non mi è piaciuta è il livello delle conversazioni, sono tutte molto piatte e fini a se stesse (per intenderci: scordatevi i discorsi filosofici sull'amicizia, l'amore, la vita e il dolore alla Naruto). Anche la caratterizzazione è piuttosto buona e, nel complesso, è un bell'anime che consiglio agli amanti dei battle shonen che stiano cercando una serie con una buona dose di spargimenti di sangue e morti.
Il titolo suona più o meno “Le uccisioni di Akame” in Italiano, ma la star di questo firmamento è senz’altro Tatsumi, il protagonista che fa innamorare di sé un ampio parterre di donne, sia fra le compagne che fra le avversarie…
Arrivato nella capitale dell’impero da un piccolo paesino schiacciato dalle tasse, Tatsumi scopre che la capitale è marcia, corrotta a partire dalla testa, i nobili, gli alti funzionari dell’esercito, il governo…
Principale colpevole di ciò è il primo ministro Onest che ha un’influenza nefasta sul giovane imperatore.
Il bello di quest’anime sono l’ambientazione e i combattimenti, la morte che è ad un passo in ogni momento per buoni, cattivi, innocenti, colpevoli…
Gli stessi Night Raider, assassini a fin di bene pagheranno il loro tributo di sangue… loro stessi però si chiamano assassini e non giustizieri perché uccidere comunque non è una cosa buona e la loro volontà di fondare un nuovo impero dove non esistano né fame, né guerra, né diseguaglianze non li rendono per questo immuni dalla colpa di ammazzare.
Ammetto di non aver letto il manga di Tatsuya Tashiro e Takahiro ("Square Enix") da cui è tratta l’opera, ma la White Fox ha fatto proprio un buon lavoro.
Arrivato nella capitale dell’impero da un piccolo paesino schiacciato dalle tasse, Tatsumi scopre che la capitale è marcia, corrotta a partire dalla testa, i nobili, gli alti funzionari dell’esercito, il governo…
Principale colpevole di ciò è il primo ministro Onest che ha un’influenza nefasta sul giovane imperatore.
Il bello di quest’anime sono l’ambientazione e i combattimenti, la morte che è ad un passo in ogni momento per buoni, cattivi, innocenti, colpevoli…
Gli stessi Night Raider, assassini a fin di bene pagheranno il loro tributo di sangue… loro stessi però si chiamano assassini e non giustizieri perché uccidere comunque non è una cosa buona e la loro volontà di fondare un nuovo impero dove non esistano né fame, né guerra, né diseguaglianze non li rendono per questo immuni dalla colpa di ammazzare.
Ammetto di non aver letto il manga di Tatsuya Tashiro e Takahiro ("Square Enix") da cui è tratta l’opera, ma la White Fox ha fatto proprio un buon lavoro.
La mia opinione su questo anime è estremamente positiva. Ha tutte le caratteristiche degli shōnen, dai combattimenti spettacolari che lo attraversano dalla dall'inizio all’evoluzione dei personaggi. Nonostante l’atmosfera molto spesso cupa, in cui torture e uccisioni sono gli elementi in primo piano, non mancano le scene comiche e le gag tra i protagonisti. Immancabili sono anche le storie d’amore, che però a tratti stonano troppo con il mood generale dell’opera. Se avete apprezzato l’anime, anche il manga sarà in grado di conquistarvi. Non aspettatevi, però, lo stesso finale. Nel manga la storia prende, negli ultimi volumi, una piega un po’ diversa, decisamente meno tragica e forse, ancora una volta, un po’ fuori tono rispetto all’atmosfera generale.
"Akame ga Kill" è uno di quegli anime che guardi per i combattimenti, per la violenza spropositata e per il sangue che scorre a fiumi, è un anime che guardi sapendo che ti farà affezionare a dei personaggi che faranno fini orribili lasciandoti con l’amaro in bocca, fino a quando non ne appare uno nuovo e pensi “ehi forse ho trovato un degno sostituto!” e poi anche lui finisce malissimo. Il punto di forza di "Akame ga Kill" sta in mia opinione nei disegni durante gli scontri, di prima qualità, da far invidia a "Mob Psycho 100 2", di una qualità sovrumana, anche con piccoli cammei completamente fuori stile, ma ancora più dettagliati e perfetti del resto. Infine ci sono i colpi di scena, non tantissimi ma in quantità tale da lasciarti con la bocca aperta e pensieroso ogni qualvolta ce ne sia l’occasione. Un anime che consiglio vivamente a tutti i fan del genere.
Premetto (come tanti altri immagino) di essere fortemente condizionato nei giudizi dalle mie visioni - soprattutto quelle immediatamente precedenti. Detto ciò, devo dire che la serie in questione - nonostante non mi abbia particolarmente stupito (immagino non mi resterà particolarmente impressa) ne esce abbastanza positivamente. Qualche appunto negativo, giusto perché sono già di mio piuttosto critico: troppi scontri, troppo presto: detto in soldoni, meglio conosci i protagonisti, più puoi emozionarti vedendoli lottare. Troppo poco approfondimento degli stessi, il che si ricollega in parte a quanto appena detto. C'è, e si nota, la buona volontà di creare qualcosa di buon livello, una sorta di 'Code Geass' meno ambizioso ma anche meno raffinato e perfezionista e ciò basta a consentirgli (sempre a mio avviso) la sufficienza. Non ho intenzione di rivelare importanti pezzi di trama ma mi preme sottolineare quanto positivamente mi abbia sorpreso l'aver optato per determinate dipartite così precocemente... spero di non aver detto troppo.
Personalmente uno dei migliori anime mai visti: siccome in praticamente ogni recensione c'è scritta la trama dell'anime, mi limiterò a dare un opinione personale. Partiamo dai personaggi: in molti anime si sentono lamentele per lo sviluppo insufficiente dei personaggi... beh, in questo anime non succede: sia dalla parte dei Night raid (protagonisti) che dalla parte degli Jaegers (antagonisti) c'è uno sviluppo più che sufficiente dei personaggi, il che ci permette di conoscere al meglio ognuno di loro e, di conseguenza, "affezionarci" ad ogni personaggio.
Il secondo punto in cui vorrei soffermarmi sono gli effetti sonori e la grafica… anche qua, secondo me, sono riusciti a fare un gran bel lavoro (forse un po' meno per quanto riguarda l'audio) rendendo il tutto molto godibile.
Infine la storia… forse non abbonda di originalità, ma comunque è stata ben sviluppata grazie all ottimo lavoro fatto da Takahiro (autore della storia), che durante il corso dell anime non si farà problemi a fare una cernita di personaggi.
In conclusione anime stra consigliato.
Il secondo punto in cui vorrei soffermarmi sono gli effetti sonori e la grafica… anche qua, secondo me, sono riusciti a fare un gran bel lavoro (forse un po' meno per quanto riguarda l'audio) rendendo il tutto molto godibile.
Infine la storia… forse non abbonda di originalità, ma comunque è stata ben sviluppata grazie all ottimo lavoro fatto da Takahiro (autore della storia), che durante il corso dell anime non si farà problemi a fare una cernita di personaggi.
In conclusione anime stra consigliato.
Oggi giorno gli shounen non danno più l'impatto di una volta. E vero, ci sono pur sempre personaggi carismatici, situazioni incredibili, mondi affascinanti e combattimenti emozionanti, ma, per quanto differenti dai temi dell'opera, vi sono sempre gli ormai consolidati temi di coraggio, amicizia, amore ecc... Vi è poi la cosiddetta "plot armor", ovvero il fatto che un personaggio, per via del suo ruolo, difficilmente esce di scena.
Ma "Akame ga Kill!" è diverso; è sì uno shounen, ma prende i classici elementi e li butta via, proponendo qualcosa di diverso. I personaggi carismatici rimangono, i duelli spettacolari rimangono, le situazioni anormali sono presenti, ma qualcosa cambia; l'ambientazione esteticamente rimane affascinante ma esplorata dall'interno rivela la sua diabolica natura, e, soprattutto, l'elemento che ha posto l'opera al centro dell'attenzione e che lo rende un fantasy, o per meglio dire dark-fantasy, diverso dagli altri: La morte è sempre dietro l'angolo e può coinvolgere chiunque, perfino gli eroi.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>
Partiamo dalla trama: una serie di sfortunate e drammatiche circostanze porteranno il giovane avventuriero Tatsumi a entrare nel gruppo di assassini "Night Raid", il cui compito è l'assassinio di figure politiche, militari e affini legati all'impero, diventato un baricentro di corruzione e sfruttamento dei cittadini comuni a vantaggio delle alte cariche da quando sul trono vi è un giovanissimo imperatore inesperto, dando quindi vantaggio al primo ministro Onest di governare la capitale e l'impero a suo piacimento e spargendo il seme della corruzione ovunque. Proprio la crudeltà di questo sistema ha portato alla morte i compagni di viaggio di Tatsumi, che miravano a guadagnare fortuna nella capitale per il loro villaggio natio, afflitto dalla povertà; dopo una serie di dubbi, il giovane Tatsumi decide quindi di dare battaglia all'impero con l'aiuto dei suoi nuovi compagni, in modo da permettere la futura ribellione organizzata dall'armata rivoluzionaria, cui i "Night Raid" sono associati, ma l'apparizione di potenti soldati imperiali, tra cui coloro riuniti sotto il nome di "Jaegers", renderà il tutto più difficile.
Tatsumi, ragazzo che si evolve caratterialmente e in abilità, Akame, fredda ma dolce con i suoi compagni, Leone, vivace sorella maggiore per tutti, Mine, tipica Tsundere, Sheele, sbadata ma dolce e materna, Lubbock, donnaiolo e stratega acuto, Bulat,con manie da belloccio ma combattente valoroso, Najenda, boss leale e carismatico, Susanō, ottimo combattente e uomo di casa e Chelsea, fredda esperta d'infiltrazione, sono i "Night Raid". Esdeath, sadica col nemico ma leale con i suoi compagni, Bols, inquietante ma gentile, Wave, sbadato ma preoccupato per i suoi compagni, Kurome, che sotto quell'aspetto cela una voglia di uccidere inplacabile, Ran, intelligente e personificazione della calma, Dr. Stylish, tipico scienziato pazzo, e Seryu, vera e propria malata di giustizia, sono gli "Jaegers". Che cosa hanno in comune questi due schieramenti, apparentemente opposti per la bandiera per la quale lottano? Non solo sono tutti ben caratterizzati e capaci di mostrare una forte umanità quando non si combatte, ma sono compagni che si sostengono e si aiutano a vicenda in forti esempi di cameratismo, oltre a essere protagonisti di simpatici siparietti comici per smorzare la tensione fra una missione e l'altra. Poco da dire sugli altri nemici: vero esempio di personificazione della crudeltà, come il primo ministro, della manipolazione, come il giovane imperatore, e corruzione, come i bersagli dei Night Raid. Inoltre, è pur sempre un mondo fantasy, quindi non mancano i mostri, così come i poteri speciali, qui rappresentati dai "Teigu", le armi imperiali.
Perché questa serie è atipica? Perché la maggior parte dei nomi scritti sopra saranno destinati a essere scolpiti sulle pietre tombali. "Akame Ga Kill!" distrugge il concetto di plot-armor e quindi occhio a quale personaggio ci si affeziona, perché non puoi sapere quale sarà il suo fato: il cast presentato nella serie è destinato a essere decimato man mano che la storia andrà avanti. La serie sembra essere, inoltre, una specie di linea sottile fra lo shounen e il seinen, poiché saranno presenti elementi come corruzione, sfruttamento, tortura e una forte, ma non troppo cruenta, componente splatter.
L'anime, prodotto dalla "White Fox" (già autrice dell'anime di "Steins;Gate"), riesce nella difficile prova di creare un buon adattamento dell'omonimo manga, presentando una buona resa grafica e nelle animazioni, rendendo non indigeste le molte scene splatter (non cruente quanto quelle di un horror) presenti nella serie e rendendo molto ben realizzate e coreografate le scene di lotta, specialmente quando entreranno in scena i poteri dei Teigu. Dal momento che il manga originale era ancora in corso, la serie, nelle battute finali, prenderà una strada tutta sua, con un finale perfettamente in linea con le tematiche della serie, evitando il pericolo del finale aperto.
"Akame Ga Kill!" è una serie atipica. Difficile giudicare una serie che va volutamente fuori dagli schemi, ma ciò non le impedisce di avere un certo fascino che piacerà a chi è alla ricerca di emozioni forti, ma non troppo.
Ma "Akame ga Kill!" è diverso; è sì uno shounen, ma prende i classici elementi e li butta via, proponendo qualcosa di diverso. I personaggi carismatici rimangono, i duelli spettacolari rimangono, le situazioni anormali sono presenti, ma qualcosa cambia; l'ambientazione esteticamente rimane affascinante ma esplorata dall'interno rivela la sua diabolica natura, e, soprattutto, l'elemento che ha posto l'opera al centro dell'attenzione e che lo rende un fantasy, o per meglio dire dark-fantasy, diverso dagli altri: La morte è sempre dietro l'angolo e può coinvolgere chiunque, perfino gli eroi.
<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>
Partiamo dalla trama: una serie di sfortunate e drammatiche circostanze porteranno il giovane avventuriero Tatsumi a entrare nel gruppo di assassini "Night Raid", il cui compito è l'assassinio di figure politiche, militari e affini legati all'impero, diventato un baricentro di corruzione e sfruttamento dei cittadini comuni a vantaggio delle alte cariche da quando sul trono vi è un giovanissimo imperatore inesperto, dando quindi vantaggio al primo ministro Onest di governare la capitale e l'impero a suo piacimento e spargendo il seme della corruzione ovunque. Proprio la crudeltà di questo sistema ha portato alla morte i compagni di viaggio di Tatsumi, che miravano a guadagnare fortuna nella capitale per il loro villaggio natio, afflitto dalla povertà; dopo una serie di dubbi, il giovane Tatsumi decide quindi di dare battaglia all'impero con l'aiuto dei suoi nuovi compagni, in modo da permettere la futura ribellione organizzata dall'armata rivoluzionaria, cui i "Night Raid" sono associati, ma l'apparizione di potenti soldati imperiali, tra cui coloro riuniti sotto il nome di "Jaegers", renderà il tutto più difficile.
Tatsumi, ragazzo che si evolve caratterialmente e in abilità, Akame, fredda ma dolce con i suoi compagni, Leone, vivace sorella maggiore per tutti, Mine, tipica Tsundere, Sheele, sbadata ma dolce e materna, Lubbock, donnaiolo e stratega acuto, Bulat,con manie da belloccio ma combattente valoroso, Najenda, boss leale e carismatico, Susanō, ottimo combattente e uomo di casa e Chelsea, fredda esperta d'infiltrazione, sono i "Night Raid". Esdeath, sadica col nemico ma leale con i suoi compagni, Bols, inquietante ma gentile, Wave, sbadato ma preoccupato per i suoi compagni, Kurome, che sotto quell'aspetto cela una voglia di uccidere inplacabile, Ran, intelligente e personificazione della calma, Dr. Stylish, tipico scienziato pazzo, e Seryu, vera e propria malata di giustizia, sono gli "Jaegers". Che cosa hanno in comune questi due schieramenti, apparentemente opposti per la bandiera per la quale lottano? Non solo sono tutti ben caratterizzati e capaci di mostrare una forte umanità quando non si combatte, ma sono compagni che si sostengono e si aiutano a vicenda in forti esempi di cameratismo, oltre a essere protagonisti di simpatici siparietti comici per smorzare la tensione fra una missione e l'altra. Poco da dire sugli altri nemici: vero esempio di personificazione della crudeltà, come il primo ministro, della manipolazione, come il giovane imperatore, e corruzione, come i bersagli dei Night Raid. Inoltre, è pur sempre un mondo fantasy, quindi non mancano i mostri, così come i poteri speciali, qui rappresentati dai "Teigu", le armi imperiali.
Perché questa serie è atipica? Perché la maggior parte dei nomi scritti sopra saranno destinati a essere scolpiti sulle pietre tombali. "Akame Ga Kill!" distrugge il concetto di plot-armor e quindi occhio a quale personaggio ci si affeziona, perché non puoi sapere quale sarà il suo fato: il cast presentato nella serie è destinato a essere decimato man mano che la storia andrà avanti. La serie sembra essere, inoltre, una specie di linea sottile fra lo shounen e il seinen, poiché saranno presenti elementi come corruzione, sfruttamento, tortura e una forte, ma non troppo cruenta, componente splatter.
L'anime, prodotto dalla "White Fox" (già autrice dell'anime di "Steins;Gate"), riesce nella difficile prova di creare un buon adattamento dell'omonimo manga, presentando una buona resa grafica e nelle animazioni, rendendo non indigeste le molte scene splatter (non cruente quanto quelle di un horror) presenti nella serie e rendendo molto ben realizzate e coreografate le scene di lotta, specialmente quando entreranno in scena i poteri dei Teigu. Dal momento che il manga originale era ancora in corso, la serie, nelle battute finali, prenderà una strada tutta sua, con un finale perfettamente in linea con le tematiche della serie, evitando il pericolo del finale aperto.
"Akame Ga Kill!" è una serie atipica. Difficile giudicare una serie che va volutamente fuori dagli schemi, ma ciò non le impedisce di avere un certo fascino che piacerà a chi è alla ricerca di emozioni forti, ma non troppo.
Non so perché, ma all'inizio ho amato alla follia questa serie, l'ho vista tutta in pochi giorni ed è subito diventata una delle mie preferite: trovavo i personaggi unici o con personalità ben distinte, l'animazione perfetta e la trama avvincente e ricca di azione.
Poi ho cominciato a pensare che questa è bella, ma non esageratamente: i personaggi non sono poi così unici, alcuni sono un po’ stereotipati, la trama è ricca di colpi di scena e suspense, ma a volte è un po’ prevedibile. Resta comunque un ottima serie, da guardare per i fan del genere di azione e combattimento.
Poi ho cominciato a pensare che questa è bella, ma non esageratamente: i personaggi non sono poi così unici, alcuni sono un po’ stereotipati, la trama è ricca di colpi di scena e suspense, ma a volte è un po’ prevedibile. Resta comunque un ottima serie, da guardare per i fan del genere di azione e combattimento.
Perchè dovrei consigliare "Akame ga Kill!" ad un altro amante degli anime? Quale potrei dire essere il suo punto di forza, per invogliare questo altro otaku a prenderlo in visione? Senza dubbio, direi che si tratta della sua struttura, del suo copione, e nel modo in cui per tutta la sua durata lo spettatore venga illuso. In positivo, sia ben chiaro.
Mi spiego meglio, parlando di quella che è stata la mia esperienza. Fin dal primo istante l'attenzione dello spettatore viene focalizzata su Tatsumi, sulla sua vita al misero paesello tra i monti, sui suoi ideali di uguaglianza e giustizia, sulla sua voglia di rivalsa nei confronti di un Impero infame e spietato nei confronti dei poveri. Benchè vengano presentati altri personaggi e relative storie personali, l'attenzione rimane sempre incanalata su Tatsumi, sui suoi progressi, sui suoi sentimenti e pensieri, su quello che affronta per arrivare a raggiungere il suo obiettivo. C'è quindi una nutrita schiera di side-star, di partner, di spalle, che affiancano Tatsumi nello svolgimento della serie. O almeno, questo resta vero fino alla fine della 23esima puntata, dove lo spettatore scopre la macchinazione e ne resta più che stupito, impietrito.
Per farla semplice, e per evitare SPOILER vari, diciamo che da lì in avanti si arriva a capire per quale motivo il manga, e di riflesso l'anime, si chiamino "Akame ga Kill!": perchè il personaggio principale non è Tatsumi, ma la collega Akame. La cruda realtà dei fatti a cui siamo stati riportati nostro malgrado è inaspettata; sfido chiunque a dire che si aspettava, preventivamente, che le cose sarebbero andate per come sono andate. E' un finale un po' straziante e doloroso, perchè oramai ci eravamo affezionati (o almeno, io lo ero) allo scenario che si era dipinto per 23 puntate di seguito, e ci si rimane veramente male nello scoprire che le cose che sono state costruite così bene per tutto questo tempo sono venute a finire in un attimo.
Apprezzo tantissimo quindi "Akame ga Kill!" per questo inaspettato risvolto nel copione, che lo rende ancor più emozionante di quanto non fosse stato in precedenza.
Ovviamente non c'è solo questo: si tratta di un anime che considero completo, perchè sa toccare più tipologie e tantissime tematiche, soprattutto serie ed adulte. Spaziare dall'avventura al dramma, dal comico allo splatter, senza mai risultare scontato o spiacevole non è cosa da tutti, e "Akame ga Kill!" ci riesce, e pure bene. Forse avrei limitato un pochino le diverse situazioni ecchi che costellano le 24 puntate, ma vediamole come momenti per sdrammatizzare l'opera nel complesso e renderla più leggera.
In definitiva, direi che questo "Akame ga Kill!" si merita un 9 pieno, diciamo anche 9,5. Pecche non gliene trovo, forse il motivo di cui parlavo qualche riga prima, ma è poca cosa. Non la perfezione sotto forma di anime, ma ci si avvicina parecchissimo.
Mi spiego meglio, parlando di quella che è stata la mia esperienza. Fin dal primo istante l'attenzione dello spettatore viene focalizzata su Tatsumi, sulla sua vita al misero paesello tra i monti, sui suoi ideali di uguaglianza e giustizia, sulla sua voglia di rivalsa nei confronti di un Impero infame e spietato nei confronti dei poveri. Benchè vengano presentati altri personaggi e relative storie personali, l'attenzione rimane sempre incanalata su Tatsumi, sui suoi progressi, sui suoi sentimenti e pensieri, su quello che affronta per arrivare a raggiungere il suo obiettivo. C'è quindi una nutrita schiera di side-star, di partner, di spalle, che affiancano Tatsumi nello svolgimento della serie. O almeno, questo resta vero fino alla fine della 23esima puntata, dove lo spettatore scopre la macchinazione e ne resta più che stupito, impietrito.
Per farla semplice, e per evitare SPOILER vari, diciamo che da lì in avanti si arriva a capire per quale motivo il manga, e di riflesso l'anime, si chiamino "Akame ga Kill!": perchè il personaggio principale non è Tatsumi, ma la collega Akame. La cruda realtà dei fatti a cui siamo stati riportati nostro malgrado è inaspettata; sfido chiunque a dire che si aspettava, preventivamente, che le cose sarebbero andate per come sono andate. E' un finale un po' straziante e doloroso, perchè oramai ci eravamo affezionati (o almeno, io lo ero) allo scenario che si era dipinto per 23 puntate di seguito, e ci si rimane veramente male nello scoprire che le cose che sono state costruite così bene per tutto questo tempo sono venute a finire in un attimo.
Apprezzo tantissimo quindi "Akame ga Kill!" per questo inaspettato risvolto nel copione, che lo rende ancor più emozionante di quanto non fosse stato in precedenza.
Ovviamente non c'è solo questo: si tratta di un anime che considero completo, perchè sa toccare più tipologie e tantissime tematiche, soprattutto serie ed adulte. Spaziare dall'avventura al dramma, dal comico allo splatter, senza mai risultare scontato o spiacevole non è cosa da tutti, e "Akame ga Kill!" ci riesce, e pure bene. Forse avrei limitato un pochino le diverse situazioni ecchi che costellano le 24 puntate, ma vediamole come momenti per sdrammatizzare l'opera nel complesso e renderla più leggera.
In definitiva, direi che questo "Akame ga Kill!" si merita un 9 pieno, diciamo anche 9,5. Pecche non gliene trovo, forse il motivo di cui parlavo qualche riga prima, ma è poca cosa. Non la perfezione sotto forma di anime, ma ci si avvicina parecchissimo.
Non discorrerò sulla trama e la storia, perchè è facilmente reperibile e perchè è meglio scoprirla andando avanti a guardare le puntate. Premettendo che il manga è diverso più o meno dalla metà di questa serie animata (anche perchè la serie è del 2014, mentre la serie manga non è ancora finita), analizzerò i contenuti dell'anime così come sono.
Sono rimasto molto affascinato dall'ambientazione presente in "Akame ga Kill!", questo mondo in cui la capitale è corrotta oltre ogni dire, piena di uomini che si comportano come mostri, seguendo solamente i propri piaceri, trattando male chi ha meno potere e ricchezza e sfruttandolo per i propri scopi. Per evitare queste ingiustizie e per riuscire a portare a termine un colpo di stato in grado di rovesciare il potere attualmente nelle mani dell'imperatore, il quale è influenzato come una marionetta dal primo ministro, l'esercito rivoluzionario affida a un gruppo scelto di assassini, i Night Raid, il cosiddetto 'lavoro sporco', ovvero il compito di eliminare vari elementi vicini al primo ministro oppure membri dell'esercito corrotto. Rispetto ad altri anime, c'è la contrapposizione tra chi è dalla parte dei 'buoni', ma che comunque compie azioni 'malvagie' (assassinare le persone), lasciando una libera interpretazione di questo mestiere ad ognuno dei membri dei Night Raid (ognuno di essi fa questo lavoro per una propria motivazione). Le forti esperienze di vita dei personaggi, sia che facciano parte del gruppo degli assassini e sia che facciano parte dell'esercito, rendono questo anime avvincente, permettendo a chi segue la serie di immedesimarsi in loro, rendendo sempre più labile il confine tra chi è buono e chi invece è cattivo.
Oltre alla trama, anche gli scontri sono ben architettati e realizzati, nonché ricchi di una forte componente splatter, con ogni personaggio che brandisce una diversa arma (teigu, ovvero arma imperiale) rendendo i combattimenti avvincenti e del tutto imprevedibili, a causa della legge non scritta secondo cui in uno scontro tra utilizzatori di arme imperiali ci sarà sempre una morte. Anche l'aspetto grafico non è per niente male, con ambienti e personaggi disegnati e ben realizzati, ricchi di dettagli e colori.
Concludendo, sebbene il manga sia, a mio avviso, superiore per quanto riguarda la forte introspezione dei personaggi e le loro relative amicizie/rivalità, non posso che essere soddisfatto di questa serie animata, che racchiude il vero senso dell'opera di Tetsuya Tashiro anche se con una trama e degli eventi diversi dalla sua edizione cartacea da un determinato punto in poi.
Sono rimasto molto affascinato dall'ambientazione presente in "Akame ga Kill!", questo mondo in cui la capitale è corrotta oltre ogni dire, piena di uomini che si comportano come mostri, seguendo solamente i propri piaceri, trattando male chi ha meno potere e ricchezza e sfruttandolo per i propri scopi. Per evitare queste ingiustizie e per riuscire a portare a termine un colpo di stato in grado di rovesciare il potere attualmente nelle mani dell'imperatore, il quale è influenzato come una marionetta dal primo ministro, l'esercito rivoluzionario affida a un gruppo scelto di assassini, i Night Raid, il cosiddetto 'lavoro sporco', ovvero il compito di eliminare vari elementi vicini al primo ministro oppure membri dell'esercito corrotto. Rispetto ad altri anime, c'è la contrapposizione tra chi è dalla parte dei 'buoni', ma che comunque compie azioni 'malvagie' (assassinare le persone), lasciando una libera interpretazione di questo mestiere ad ognuno dei membri dei Night Raid (ognuno di essi fa questo lavoro per una propria motivazione). Le forti esperienze di vita dei personaggi, sia che facciano parte del gruppo degli assassini e sia che facciano parte dell'esercito, rendono questo anime avvincente, permettendo a chi segue la serie di immedesimarsi in loro, rendendo sempre più labile il confine tra chi è buono e chi invece è cattivo.
Oltre alla trama, anche gli scontri sono ben architettati e realizzati, nonché ricchi di una forte componente splatter, con ogni personaggio che brandisce una diversa arma (teigu, ovvero arma imperiale) rendendo i combattimenti avvincenti e del tutto imprevedibili, a causa della legge non scritta secondo cui in uno scontro tra utilizzatori di arme imperiali ci sarà sempre una morte. Anche l'aspetto grafico non è per niente male, con ambienti e personaggi disegnati e ben realizzati, ricchi di dettagli e colori.
Concludendo, sebbene il manga sia, a mio avviso, superiore per quanto riguarda la forte introspezione dei personaggi e le loro relative amicizie/rivalità, non posso che essere soddisfatto di questa serie animata, che racchiude il vero senso dell'opera di Tetsuya Tashiro anche se con una trama e degli eventi diversi dalla sua edizione cartacea da un determinato punto in poi.
Un'opera di rara bellezza, mai noiosa colpi di scena dietro l'angolo e azione a non finire. Akame Ga Kill mi ha preso sin dall'inizio, personaggi ben strutturati e complessi in continua evoluzione, la componente d'azione è molto presente e non manca una buona dose di drammaticità spezzata da piccoli momenti leggeri che allegeriscono momentaneamente gli innumerevoli momenti di tensione nell'arco dell'opera. Nonostante si tratti di un genere ormai saturo Akame Ga Kill è una chiccha in mezzo ad un mare di banalità.
Non amo particolarmente i generi fantasy, le ambientazioni storiche, spadaccini, ninja e samurai tuttavia, di tanto in tanto, mi capita di voler dare fiducia ad opere di questo tipo; in questo caso venni attratto dalla trama di base, dal chara di alcuni personaggi e dalla catalogazione dei generi di appartenenza che promettevano contenuti seri e drammatici ma diciamo che qualcosa è sicuramente andato storto e purtroppo, a conti fatti, bisognerebbe senz'altro menzionare l'opera come facente parte anche dei generi ecchi, harem e commedia. Si tratta di generi che non disprezzo affatto a dire il vero, tuttavia era lecito aspettarsi qualcosa di diverso da Akame ga Kill e in ogni caso mescolare ingredienti cruenti e drammatici a scene ecchi e comiche non creerà mai nulla di buono, almeno per quanto mi riguarda, un mix che non si potrà mai amalgamare in modo convincente.
Parlando dal punto di vista tecnico abbiamo disegni e animazioni di livello medio basso, anche i personaggi risultano essere disegnati con un po' di sufficienza, poco dettagliati e mancanti quasi completamente di originalità andando invece a trovare tipologie di soggetti già largamente abusati e pescando in alcuni tra i "peggiori" stereotipi possibili portando infine a galla caratterizzazioni assai carenti. I personaggi, tra principali e secondari, sono parecchi e (lo scopriremo presto) nessuno di loro può ritenersi inviolabile, in questa serie chiunque può andare incontro ad una bruttissima fine; questo, unito alla mancanza di sgraditissime quanto improbabili resurrezioni, normalmente lo riterrei un evidente pregio, ma nella fattispecie persino la prematura scomparsa di molti personaggi "importanti" non è riuscita in alcun modo a scuotere il mio interesse, le caratterizzazioni sono così superficiali e frivole che difficilmente si riesce ad affezionarsi a qualcuno e in tal modo, che vivano o muoiano non fa poi tanta differenza. Gli scontri hanno un livello altalenante, alcuni presentano sprazzi di azione seria e intrigante, altri cadono nella banalità magari avvalendosi di ignobili "power up" o personaggi a dir poco ridicoli e risibili che sembrano pupazzetti usciti dai Pokemon.
A chi si rivolge quest'opera?
Difficile a dirsi! Sangue, amputazioni, azioni e morti cruente dovrebbero spostare il target di destinazione ad un pubblico adulto e maturo ma quando ci si accorge di avere a che fare con frequenti gag comiche da quattro soldi, siparietti ecchi, motivazioni e caratterizzazioni scialbe e frivole e una trama povera e superficiale a questo punto difficilmente si potrebbe pensare ad un target maturo bensì a qualcosa creato (male) nel vano tentativo di acchiappare consensi da diverse tipologie di utenza con l'assai probabile esito opposto di rendere l'opera poco gradevole un po' per chiunque. Sconsiglierei caldamente la visione a tutti coloro che sono in cerca di un'opera seria, drammatica e matura, al contrario potrebbero restarne soddisfatti coloro che cercano una commedia, ecchi ed harem, con un po' d'azione e da poter seguire tranquillamente anche a cervello spento.
Assegnare una votazione a questa serie mi riesce particolarmente difficile specialmente dopo aver assistito ad un episodio conclusivo che definirei eccellente sotto tutti i punti di vista, dramma, azione, serietà e considerazioni profonde edulcorate (finalmente) dalle tantissime cretinate viste durante tutto l'arco narrativo ed è così che avrei voluto vedere questa serie sin dall'inizio e non solo alla fine. Certamente il finale contribuisce moltissimo a rivalutare quest'opera ma non posso far finta che antecedentemente sia stato fatto tutto bene, anzi! Di certo posso dire che Akame ga Kill, di base, avrebbe avuto tutte le potenzialità per diventare qualcosa di spessore ma gli è mancata una maggiore serietà durante tutto l'arco narrativo, una sceneggiatura decente, delle caratterizzazioni meglio studiate e maggiormente approfondite e avrei da ridere anche su parecchi passaggi della soundtrack, che non hanno affatto saputo enfatizzare i momenti più drammatici, se non magari nel finale dove tutto sembrava "perfetto" e capace anche da ricucire parte dei tantissimi limiti sopra esposti. Credo che alla fine le assegnerò un 7 seppur un 6 e mezzo sarebbe risultato decisamente più coerente e senza un finale di questo tipo forse non avrei assegnato neanche la sufficienza.
Parlando dal punto di vista tecnico abbiamo disegni e animazioni di livello medio basso, anche i personaggi risultano essere disegnati con un po' di sufficienza, poco dettagliati e mancanti quasi completamente di originalità andando invece a trovare tipologie di soggetti già largamente abusati e pescando in alcuni tra i "peggiori" stereotipi possibili portando infine a galla caratterizzazioni assai carenti. I personaggi, tra principali e secondari, sono parecchi e (lo scopriremo presto) nessuno di loro può ritenersi inviolabile, in questa serie chiunque può andare incontro ad una bruttissima fine; questo, unito alla mancanza di sgraditissime quanto improbabili resurrezioni, normalmente lo riterrei un evidente pregio, ma nella fattispecie persino la prematura scomparsa di molti personaggi "importanti" non è riuscita in alcun modo a scuotere il mio interesse, le caratterizzazioni sono così superficiali e frivole che difficilmente si riesce ad affezionarsi a qualcuno e in tal modo, che vivano o muoiano non fa poi tanta differenza. Gli scontri hanno un livello altalenante, alcuni presentano sprazzi di azione seria e intrigante, altri cadono nella banalità magari avvalendosi di ignobili "power up" o personaggi a dir poco ridicoli e risibili che sembrano pupazzetti usciti dai Pokemon.
A chi si rivolge quest'opera?
Difficile a dirsi! Sangue, amputazioni, azioni e morti cruente dovrebbero spostare il target di destinazione ad un pubblico adulto e maturo ma quando ci si accorge di avere a che fare con frequenti gag comiche da quattro soldi, siparietti ecchi, motivazioni e caratterizzazioni scialbe e frivole e una trama povera e superficiale a questo punto difficilmente si potrebbe pensare ad un target maturo bensì a qualcosa creato (male) nel vano tentativo di acchiappare consensi da diverse tipologie di utenza con l'assai probabile esito opposto di rendere l'opera poco gradevole un po' per chiunque. Sconsiglierei caldamente la visione a tutti coloro che sono in cerca di un'opera seria, drammatica e matura, al contrario potrebbero restarne soddisfatti coloro che cercano una commedia, ecchi ed harem, con un po' d'azione e da poter seguire tranquillamente anche a cervello spento.
Assegnare una votazione a questa serie mi riesce particolarmente difficile specialmente dopo aver assistito ad un episodio conclusivo che definirei eccellente sotto tutti i punti di vista, dramma, azione, serietà e considerazioni profonde edulcorate (finalmente) dalle tantissime cretinate viste durante tutto l'arco narrativo ed è così che avrei voluto vedere questa serie sin dall'inizio e non solo alla fine. Certamente il finale contribuisce moltissimo a rivalutare quest'opera ma non posso far finta che antecedentemente sia stato fatto tutto bene, anzi! Di certo posso dire che Akame ga Kill, di base, avrebbe avuto tutte le potenzialità per diventare qualcosa di spessore ma gli è mancata una maggiore serietà durante tutto l'arco narrativo, una sceneggiatura decente, delle caratterizzazioni meglio studiate e maggiormente approfondite e avrei da ridere anche su parecchi passaggi della soundtrack, che non hanno affatto saputo enfatizzare i momenti più drammatici, se non magari nel finale dove tutto sembrava "perfetto" e capace anche da ricucire parte dei tantissimi limiti sopra esposti. Credo che alla fine le assegnerò un 7 seppur un 6 e mezzo sarebbe risultato decisamente più coerente e senza un finale di questo tipo forse non avrei assegnato neanche la sufficienza.
"Akame Ga Kill!" è tratto dal manga di Takahiro e Tetsuya Tashiro, che, insieme, hanno ideato un'opera che merita la sufficienza o forse qualcosa di più.
La trama parla di Tatsumi, un giovane ragazzo che, insieme a due compagni, lascia il proprio villaggio per dirigersi alla capitale del regno, con lo scopo di risolvere i problemi del suo villaggio. Accidentalmente, si divide dai suoi compagni e si ritrova solo nel bel mezzo di un paese a patire il freddo della sera, quando una giovane ragazza nobile lo invita nella sua villa. Qui viene ospitato e trattato bene, ma la stessa sera un gruppo di assassini, chiamati Night Raid, fa strage dei nobili e Tatsumi, per difendere la villa, si scontra con Akame, una degli assassini, molto forte e con un passato non molto luminoso. I Night Raid aprono gli occhi al giovane ragazzo che scopre le cattive intenzioni della famiglia nobile, che, nel loro finto buon animo, invitavano vagabondi nella loro villa solo per torturali, in quanto per loro erano solo gente inutile di basso valore. Tatsumi uccide l'ultimo sopravvissuto della famiglia quando si accorge che i suoi due compagni, persi di vista il giorno prima, erano stati torturati e uccisi in breve tempo dai nobili; così il protagonista si unisce alla causa dei Night Raid, diventando un assassino con lo scopo di rovesciare la capitale e l'oscurità che si cela dietro di essa.
Questa storia ha molti suoi lati a favore e molti a suo contro.
I PRO:
La maggior parte dei personaggi è utile, con uno scopo importante nella storia o solo per portare avanti il talento di un loro compagno, alcuni sono divertenti quando ce n'è bisogno e altri sono abbastanza severi per via della disciplina o per mancanza di fiducia, poi c'è il protagonista Tatsumi che è il tipico buono a nulla ma con tanta determinazione.
Le armi ancestrali sono magnifiche, ognuna con un potere proprio e divise in categorie diverse che possono essere oggetti tipici come guanti o fili, oppure come armi normali come spade o pistole ma con una maledizione che infligge terrore.
Soprattutto i colpi di scena! Non mancheranno ed è il punto forte di quest'anime secondo me.
I CONTRO:
Le puntate sono un via via crescendo facendo accendere in te una fiamma, una voglia di proseguire la storia che riesce a trascinarti ma ad un certo punto della storia c'è un calo improvviso e questo non fa altro che spegnere quella fiamma precedentemente accesa, però almeno il finale non delude le aspettative.
L'introduzione di nuovi personaggi senza senso, si può dire, visto che non hanno un ruolo importante, visto che comunque dopo un paio di puntate escono di scena.
Tatsumi o Akame, chi è il vero protagonista? Le uccisioni di Akame è il titolo dell'anime quindi si presume essere lei la protagonista, ma così non sembra visto che in primo piano c'è sempre Tatsumi. Forse non è un difetto ma oggettivamente parlando mi ha messo in difficoltà questo pensiero.
La storia non finisce qui, non c'è una continua o qualche special che ne parli.
Concludendo, il comparto sonoro e sufficiente, grafica carina e non sotto le aspettative. Un'anime che prende la sufficienza in pieno e non di più.
La trama parla di Tatsumi, un giovane ragazzo che, insieme a due compagni, lascia il proprio villaggio per dirigersi alla capitale del regno, con lo scopo di risolvere i problemi del suo villaggio. Accidentalmente, si divide dai suoi compagni e si ritrova solo nel bel mezzo di un paese a patire il freddo della sera, quando una giovane ragazza nobile lo invita nella sua villa. Qui viene ospitato e trattato bene, ma la stessa sera un gruppo di assassini, chiamati Night Raid, fa strage dei nobili e Tatsumi, per difendere la villa, si scontra con Akame, una degli assassini, molto forte e con un passato non molto luminoso. I Night Raid aprono gli occhi al giovane ragazzo che scopre le cattive intenzioni della famiglia nobile, che, nel loro finto buon animo, invitavano vagabondi nella loro villa solo per torturali, in quanto per loro erano solo gente inutile di basso valore. Tatsumi uccide l'ultimo sopravvissuto della famiglia quando si accorge che i suoi due compagni, persi di vista il giorno prima, erano stati torturati e uccisi in breve tempo dai nobili; così il protagonista si unisce alla causa dei Night Raid, diventando un assassino con lo scopo di rovesciare la capitale e l'oscurità che si cela dietro di essa.
Questa storia ha molti suoi lati a favore e molti a suo contro.
I PRO:
La maggior parte dei personaggi è utile, con uno scopo importante nella storia o solo per portare avanti il talento di un loro compagno, alcuni sono divertenti quando ce n'è bisogno e altri sono abbastanza severi per via della disciplina o per mancanza di fiducia, poi c'è il protagonista Tatsumi che è il tipico buono a nulla ma con tanta determinazione.
Le armi ancestrali sono magnifiche, ognuna con un potere proprio e divise in categorie diverse che possono essere oggetti tipici come guanti o fili, oppure come armi normali come spade o pistole ma con una maledizione che infligge terrore.
Soprattutto i colpi di scena! Non mancheranno ed è il punto forte di quest'anime secondo me.
I CONTRO:
Le puntate sono un via via crescendo facendo accendere in te una fiamma, una voglia di proseguire la storia che riesce a trascinarti ma ad un certo punto della storia c'è un calo improvviso e questo non fa altro che spegnere quella fiamma precedentemente accesa, però almeno il finale non delude le aspettative.
L'introduzione di nuovi personaggi senza senso, si può dire, visto che non hanno un ruolo importante, visto che comunque dopo un paio di puntate escono di scena.
Tatsumi o Akame, chi è il vero protagonista? Le uccisioni di Akame è il titolo dell'anime quindi si presume essere lei la protagonista, ma così non sembra visto che in primo piano c'è sempre Tatsumi. Forse non è un difetto ma oggettivamente parlando mi ha messo in difficoltà questo pensiero.
La storia non finisce qui, non c'è una continua o qualche special che ne parli.
Concludendo, il comparto sonoro e sufficiente, grafica carina e non sotto le aspettative. Un'anime che prende la sufficienza in pieno e non di più.
Akame ga kill è un anime molto intrigante per gli appassionati di azione e guerra, ma lo consiglio a tutti perchè è veramente impressionante. Questo anime si stacca molto dal manga, anche se ciò avviene dopo l'episodio 20, e direi che la scelta è decisamente azzeccata, infatti gli ultimi episodi vi terranno attaccati allo schermo come una calamita, anche se ciò lo si sperimenta subito dal primissimo episodio (consiglio caldamente quindi di ritagliarsi un'oretta e mezza di tempo libero per vederli tutti assieme). L'anime, oltre ad avere un'ottima storyboard e la grafica eccezionale, ha uno character design veramente ben studiato e soprattutto non mutevole: infatti l'anime inizia con i personaggi che non acquisiscono chissà quali superpoteri per il quale si allunga la trama, al contrario (se non per alcune eccezioni, la dove la storia richiede il mutamento) i personaggi tendono ad acquisire forza fisica e spirituali tramite l'allenamento. Anime veramente ben fatto e soprattutto pensato, tanto di cappello ai registi e a coloro che lo hanno sviluppato.
Faccio una premessa fondamentale: non ho letto il manga. Non aspettatevi, quindi, paralleli o paragoni in quanto sono impossibilitato a farne.
Questa carenza di base rappresenta, allo steso tempo, uno svantaggio ed uno vantaggio: lo svantaggio sta nel fatto che non potrò esprimere giudizi su eventuali migliorie o peggioramenti rispetto alla trama descritta nella sua controparte cartacea; il vantaggio è che potrò essere molto più libero nella valutazione costruendo una recensione adatta per chi, come me, non ha letto il manga e vuol solo sapere se si tratta di un anime degno di essere visto aldilà della sua aderenza alla storia originale.
L'impero (di cui o non ricordo il nome o proprio non viene menzionato) sta attraversando un momento di profonda crisi: dopo la morte dell'imperatore a salire al trono è il suo giovanissimo figlio che, a causa della sua età, non è in grado di governare da solo. Ad approfittare dell'occasione è il ministro Onest che, a dispetto del suo nome, non è esattamente uno stinco di santo: dopo aver plagiato il giovane imperatore regnerà incontrastato sull'impero diffondendo violenza e povertà un pò ovunque. In questo contesto Tatsumi è un ragazzo che, partito dal suo villaggio con due amici, si reca nella capitale in cerca dei mezzi necessari per salvare la propria gente dalla miseria; il suo intento è quello di diventare un generale imperiale ma, resosi conto della corruzione che governava la città, preferirà unirsi ai Night Raid, un gruppo di assassini che hanno l'obiettivo di rovesciare il regno ed uccidere il ministro Onest.
La visione di questo anime è stata abbastanza piacevole: Akame ga kill presenta degli elementi di novità rispetto ad anime dello stesso genere (almeno di quelli che ho visto io) che hanno stuzzicato molto la mia curiosità. Il principale è la fine del mito dell'immortalità dei protagonisti, e dei protagonisti "buoni" in particolare: già dopo pochi episodi si capisce che il riuscire a capire chi (tra i buoni ed i cattivi) riuscirà a sopravvivere allo svolgersi degli eventi rappresenterà una vera e propria scommessa per lo spettatore. Qualcuno potrà storcere il naso di fronte a questa scelta; personalmente l'ho trovata molto realistica in quanto in una battaglia tra due fazioni accade sempre che entrambe subiscano delle perdite. Quindi il pericolo di morte accompagnerà la storia per tutti e ventiquattro gli episodi che compongono questo anime e non vi saranno quelle resurrezioni miracolose che troviamo troppo spesso in altri titoli.
Accanto a questo elemento che ho valutato positivamente ce ne sono altri che, purtroppo, vanno valutati negativamente: tra tutti scelgo di menzionare l'estrema velocità con cui si svolgono gli scontri. Nemmeno a me piacciono le battaglie infinite ma raccogliere tante battaglie e tanti momenti che dovrebbero toccare il cuore dello spettatore in pochi minuti si è dimostrato essere un errore che personalmente giudico abbastanza inspiegabile dato che, invece, in certi momenti l'anime diventa estremamente lento.
Quanto ai personaggi, essi mi sono parsi piuttosto standardizzati: non sono male nel complesso ma non ci sono grandi elementi di novità nella caratterizzazione psicologica dei protagonisti rispetto a quanto visto in passato in altri anime dello stesso tipo. Qualche elemento che si distingue dagli altri c'è ma è davvero ben poca cosa, specie se si considera il numero molto alto di personaggi che entreranno a far parte della storia.
in definitiva un anime interessante ma che poteva essere reso decisamente meglio rispetto a quanto è stato fatto: non tutto il suo potenziale è stato adeguatamente sfruttato e non riesco a capirne i motivi. Resta una valutazione positiva ma ben lontana dai valori che avrebbe potuto invece raggiungere. Pazienza.
Questa carenza di base rappresenta, allo steso tempo, uno svantaggio ed uno vantaggio: lo svantaggio sta nel fatto che non potrò esprimere giudizi su eventuali migliorie o peggioramenti rispetto alla trama descritta nella sua controparte cartacea; il vantaggio è che potrò essere molto più libero nella valutazione costruendo una recensione adatta per chi, come me, non ha letto il manga e vuol solo sapere se si tratta di un anime degno di essere visto aldilà della sua aderenza alla storia originale.
L'impero (di cui o non ricordo il nome o proprio non viene menzionato) sta attraversando un momento di profonda crisi: dopo la morte dell'imperatore a salire al trono è il suo giovanissimo figlio che, a causa della sua età, non è in grado di governare da solo. Ad approfittare dell'occasione è il ministro Onest che, a dispetto del suo nome, non è esattamente uno stinco di santo: dopo aver plagiato il giovane imperatore regnerà incontrastato sull'impero diffondendo violenza e povertà un pò ovunque. In questo contesto Tatsumi è un ragazzo che, partito dal suo villaggio con due amici, si reca nella capitale in cerca dei mezzi necessari per salvare la propria gente dalla miseria; il suo intento è quello di diventare un generale imperiale ma, resosi conto della corruzione che governava la città, preferirà unirsi ai Night Raid, un gruppo di assassini che hanno l'obiettivo di rovesciare il regno ed uccidere il ministro Onest.
La visione di questo anime è stata abbastanza piacevole: Akame ga kill presenta degli elementi di novità rispetto ad anime dello stesso genere (almeno di quelli che ho visto io) che hanno stuzzicato molto la mia curiosità. Il principale è la fine del mito dell'immortalità dei protagonisti, e dei protagonisti "buoni" in particolare: già dopo pochi episodi si capisce che il riuscire a capire chi (tra i buoni ed i cattivi) riuscirà a sopravvivere allo svolgersi degli eventi rappresenterà una vera e propria scommessa per lo spettatore. Qualcuno potrà storcere il naso di fronte a questa scelta; personalmente l'ho trovata molto realistica in quanto in una battaglia tra due fazioni accade sempre che entrambe subiscano delle perdite. Quindi il pericolo di morte accompagnerà la storia per tutti e ventiquattro gli episodi che compongono questo anime e non vi saranno quelle resurrezioni miracolose che troviamo troppo spesso in altri titoli.
Accanto a questo elemento che ho valutato positivamente ce ne sono altri che, purtroppo, vanno valutati negativamente: tra tutti scelgo di menzionare l'estrema velocità con cui si svolgono gli scontri. Nemmeno a me piacciono le battaglie infinite ma raccogliere tante battaglie e tanti momenti che dovrebbero toccare il cuore dello spettatore in pochi minuti si è dimostrato essere un errore che personalmente giudico abbastanza inspiegabile dato che, invece, in certi momenti l'anime diventa estremamente lento.
Quanto ai personaggi, essi mi sono parsi piuttosto standardizzati: non sono male nel complesso ma non ci sono grandi elementi di novità nella caratterizzazione psicologica dei protagonisti rispetto a quanto visto in passato in altri anime dello stesso tipo. Qualche elemento che si distingue dagli altri c'è ma è davvero ben poca cosa, specie se si considera il numero molto alto di personaggi che entreranno a far parte della storia.
in definitiva un anime interessante ma che poteva essere reso decisamente meglio rispetto a quanto è stato fatto: non tutto il suo potenziale è stato adeguatamente sfruttato e non riesco a capirne i motivi. Resta una valutazione positiva ma ben lontana dai valori che avrebbe potuto invece raggiungere. Pazienza.
Akame ga kiru è un anime violento, nei combattimenti e nei sentimenti, che di rado concede momenti per tirare il fiato.
L'ambientazione ci immerge in un tardo medioevo dalle scenografie tipicamente europee. La capitale, simbolo della centralità del potere corrotto, è l'unico luogo di un certo rilievo, ma non è il principale sfondo dell'anime. Ci troviamo ad accompagnare i protagonisti nelle loro missioni di giorno e di notte, tra le vie cittadine e tra la fitta vegetazione di grandi foreste; all'interno di edifici e in campi aperti dove spesso la potenza dei combattimenti è libera di esprimersi senza costrizioni. Una varietà d'ambientazione che non annoia e che rende lo spettatore un soggetto itinerante, un complice di viaggio sempre guardingo. I disegni sono di ottima fattura e l'alternanza del tratto sa ben ritagliare siparietti spassosi in un contenuto particolarmente sanguinolento senza che questi risultino fuori luogo.
La musica non è stata composta per essere una protagonista della storia. Non esiste alcun leitmotive ma porta con sé un suono speziato dal sapore più arabo che giapponese. Sempre adeguata alle situazioni, sa esaltare egregiamente tutti gli attimi clou degli episodi, senza però mai disturbare l'attenzione dello spettatore, sia quando si sviluppa poderosa con orchestra e cori nelle battaglie sia quando discorre delicatamente in un piano solo per sottolineare i momenti più intimi. Impossibile però non rimanere rapiti dall'opening delle prime puntate. Un pezzo degno di essere ascoltato singolarmente e ripetutamente anche con l'autoradio o con lo stereo di casa.
Di genere "Combattimento", Akame ga Kiru lancia per assurdo un forte messaggio pacifista - ebbene sì! - che inequivocabilmente illustra allo spettatore quanto la lotta, la guerra, per qualunque fine sia attuata, per il fatto stesso che sia guerra, è sempre una sconfitta. Sebbene infatti l'anime illustri i ribelli quali portatori di libertà, lascia che essi stessi si definiscano spregiativamente assassini. E' un messaggio che viene ripetuto continuamente. Anche se è per far trionfare il bene, una uccisione rimane comunque un atto riprovevole. Inizialmente i nemici appaiono come elementi da distruggere senza pietà, mostri informi e nemici spietati, ma, man mano che l'anime si sviluppa, le personalità di alcuni "cattivi" fanno emergere un lato umano che, nonostante tutto, ci lega anche a loro impedendoci così di gioire della loro morte. I combattimenti sono spettacolari e coinvolgenti, pieni di passione, ma il finale è amaro, qualunque sia il caduto… eroe o antieroe. Si partecipa così al dolore in un caso e nell'altro finendo per rimanere perennemente frustrati di fronte a tanta violenza che fino all'ultimissimo minuto miete vittime anche eccellenti alle quali ci eravamo affezionati.
Non mancano comunque nell'anime diversi momenti divertenti e qualche velato ammiccamento all'erotismo, due spezie che i maestri giapponesi sanno ben dosare nei loro prodotti rendendo il piatto più gustoso e mai insipido.
Ritengo quindi che Akame ga kiru sia uno dei migliori anime che io abbia visto fino ad ora. Non gli lascio un 10 perché forse avrei preferito un finale differente, ma non posso dare un voto all'opera inferiore al 9 per la voglia che mi ha lasciato di volerlo rivedere più volte.
L'ambientazione ci immerge in un tardo medioevo dalle scenografie tipicamente europee. La capitale, simbolo della centralità del potere corrotto, è l'unico luogo di un certo rilievo, ma non è il principale sfondo dell'anime. Ci troviamo ad accompagnare i protagonisti nelle loro missioni di giorno e di notte, tra le vie cittadine e tra la fitta vegetazione di grandi foreste; all'interno di edifici e in campi aperti dove spesso la potenza dei combattimenti è libera di esprimersi senza costrizioni. Una varietà d'ambientazione che non annoia e che rende lo spettatore un soggetto itinerante, un complice di viaggio sempre guardingo. I disegni sono di ottima fattura e l'alternanza del tratto sa ben ritagliare siparietti spassosi in un contenuto particolarmente sanguinolento senza che questi risultino fuori luogo.
La musica non è stata composta per essere una protagonista della storia. Non esiste alcun leitmotive ma porta con sé un suono speziato dal sapore più arabo che giapponese. Sempre adeguata alle situazioni, sa esaltare egregiamente tutti gli attimi clou degli episodi, senza però mai disturbare l'attenzione dello spettatore, sia quando si sviluppa poderosa con orchestra e cori nelle battaglie sia quando discorre delicatamente in un piano solo per sottolineare i momenti più intimi. Impossibile però non rimanere rapiti dall'opening delle prime puntate. Un pezzo degno di essere ascoltato singolarmente e ripetutamente anche con l'autoradio o con lo stereo di casa.
Di genere "Combattimento", Akame ga Kiru lancia per assurdo un forte messaggio pacifista - ebbene sì! - che inequivocabilmente illustra allo spettatore quanto la lotta, la guerra, per qualunque fine sia attuata, per il fatto stesso che sia guerra, è sempre una sconfitta. Sebbene infatti l'anime illustri i ribelli quali portatori di libertà, lascia che essi stessi si definiscano spregiativamente assassini. E' un messaggio che viene ripetuto continuamente. Anche se è per far trionfare il bene, una uccisione rimane comunque un atto riprovevole. Inizialmente i nemici appaiono come elementi da distruggere senza pietà, mostri informi e nemici spietati, ma, man mano che l'anime si sviluppa, le personalità di alcuni "cattivi" fanno emergere un lato umano che, nonostante tutto, ci lega anche a loro impedendoci così di gioire della loro morte. I combattimenti sono spettacolari e coinvolgenti, pieni di passione, ma il finale è amaro, qualunque sia il caduto… eroe o antieroe. Si partecipa così al dolore in un caso e nell'altro finendo per rimanere perennemente frustrati di fronte a tanta violenza che fino all'ultimissimo minuto miete vittime anche eccellenti alle quali ci eravamo affezionati.
Non mancano comunque nell'anime diversi momenti divertenti e qualche velato ammiccamento all'erotismo, due spezie che i maestri giapponesi sanno ben dosare nei loro prodotti rendendo il piatto più gustoso e mai insipido.
Ritengo quindi che Akame ga kiru sia uno dei migliori anime che io abbia visto fino ad ora. Non gli lascio un 10 perché forse avrei preferito un finale differente, ma non posso dare un voto all'opera inferiore al 9 per la voglia che mi ha lasciato di volerlo rivedere più volte.
Akame ga Kill! è un'anime splatter, drammatico di 24 episodi prodotto nel 2014.
La trama è abbastanza semplice, Tatsumi è un ragazzo che parte per salvare il suo paese e si ritrova nel "Night Raid", un gruppo di assassini impegnati a far cadere la tirannia dell'imperatore e del suo primo ministro. Lo svolgimento è eccellente, la storia ti prende dal primo minuto, i colpi di scena drammatici sono dei veri e propi "pugni nello stomaco". Il ritmo è ottimo. L'ambiente narrato è cupo come deve essere, la disperazione dei cittadini si può sentire chiaramente.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, tra di loro sicuramente spiccano Akame (la quale ha un manga che ne racconta la storia, "Akame ga Kill! Zero") e Esdeath (che non è il classico cattivo sadico ma molto di più). Il fatto incredibile è come vengono narrati i personaggi degli Jaegers (il gruppo rivale dei Night Raid), infatti la maggior parte dei membri non è propiamente "cattiva", anzi si possono considerare delle persone normali semplicemente dalla parte sbagliata. Ed è facile affezionarsi anche a loro.
I disegni sono spettacolari. Inizialmente sembrano abbastanza semplici, ma mostrano i muscoli quando serve. Infatti le espressioni di rabbia,follia o disperazione sono fantastiche. Le linee deformano il volto creando qualcosa di irreale ma tremendamente efficace.
La fotografia è ottima, l'anime è pieno di scene che colpiscono lo spettatore. Le luci sono quasi sempre perfette e rappresentano perfettamente i momenti e l'ambiente. Gli scenari sono bellissimi. La capitale è stupenda, la sua architettura rappresenta perfettamente la magnificenza che un ricco vuole dimostrare.
Le animazioni sono ottime. I combattimenti sono coninvolgenti, non annoiano mai. La battaglia finale tra Esdeath e Akame è uno degli scontri più belli che abbia mai visto.
Le musiche le ho trovate perfette. Accompagnano perfettamente le scene e aiutano lo spettatore nell'entrare nel clima dell'opera. Molto belle le opening e le ending (al quale va detto che si concentrano sul personaggio di Akame, quando il protagonista dovrebbe essere Tatsumi).
Passiamo ai lati negativi. L'opera nel finale subisce un'accelerazione netta. Negli ultimi 4/5 episodio succedono talmente tante cose che si potevano tranquillamente coprire almeno 7 o 8 puntate. Questo fatto rovina un pò l'eperienza dello spettatore che di colpo si trova ad aver finito l'anime. In più non permette di sviluppare bene alcuni personaggi importanti, che infatti appaiono ma nell'episodio successivo scompaiono. Tutto questo si poteva risolvere allungando la serie. Tatsumi non è caratterizzato benissimo, è il classico bravo ragazzo che non si arrende mai ed è gentile con tutti. Peccato perchè la sua storia è bella, e ci si poteva aspettare qualcosa di più del classico protagonista giapponese.
In definitiva mi sento di dire che, secondo me, "Akame ga Kill!" è un capolavoro castrato. Infatti semplicemente aumentano il numero degli episodi, quindi senza fare un finale cosi accelerato, si poteva creare qualcosa di molto più bello. Comunque sia resta un'opera ampiamente godibile, che ti catapulta in un mondo incredibile ed emozionante.
La trama è abbastanza semplice, Tatsumi è un ragazzo che parte per salvare il suo paese e si ritrova nel "Night Raid", un gruppo di assassini impegnati a far cadere la tirannia dell'imperatore e del suo primo ministro. Lo svolgimento è eccellente, la storia ti prende dal primo minuto, i colpi di scena drammatici sono dei veri e propi "pugni nello stomaco". Il ritmo è ottimo. L'ambiente narrato è cupo come deve essere, la disperazione dei cittadini si può sentire chiaramente.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, tra di loro sicuramente spiccano Akame (la quale ha un manga che ne racconta la storia, "Akame ga Kill! Zero") e Esdeath (che non è il classico cattivo sadico ma molto di più). Il fatto incredibile è come vengono narrati i personaggi degli Jaegers (il gruppo rivale dei Night Raid), infatti la maggior parte dei membri non è propiamente "cattiva", anzi si possono considerare delle persone normali semplicemente dalla parte sbagliata. Ed è facile affezionarsi anche a loro.
I disegni sono spettacolari. Inizialmente sembrano abbastanza semplici, ma mostrano i muscoli quando serve. Infatti le espressioni di rabbia,follia o disperazione sono fantastiche. Le linee deformano il volto creando qualcosa di irreale ma tremendamente efficace.
La fotografia è ottima, l'anime è pieno di scene che colpiscono lo spettatore. Le luci sono quasi sempre perfette e rappresentano perfettamente i momenti e l'ambiente. Gli scenari sono bellissimi. La capitale è stupenda, la sua architettura rappresenta perfettamente la magnificenza che un ricco vuole dimostrare.
Le animazioni sono ottime. I combattimenti sono coninvolgenti, non annoiano mai. La battaglia finale tra Esdeath e Akame è uno degli scontri più belli che abbia mai visto.
Le musiche le ho trovate perfette. Accompagnano perfettamente le scene e aiutano lo spettatore nell'entrare nel clima dell'opera. Molto belle le opening e le ending (al quale va detto che si concentrano sul personaggio di Akame, quando il protagonista dovrebbe essere Tatsumi).
Passiamo ai lati negativi. L'opera nel finale subisce un'accelerazione netta. Negli ultimi 4/5 episodio succedono talmente tante cose che si potevano tranquillamente coprire almeno 7 o 8 puntate. Questo fatto rovina un pò l'eperienza dello spettatore che di colpo si trova ad aver finito l'anime. In più non permette di sviluppare bene alcuni personaggi importanti, che infatti appaiono ma nell'episodio successivo scompaiono. Tutto questo si poteva risolvere allungando la serie. Tatsumi non è caratterizzato benissimo, è il classico bravo ragazzo che non si arrende mai ed è gentile con tutti. Peccato perchè la sua storia è bella, e ci si poteva aspettare qualcosa di più del classico protagonista giapponese.
In definitiva mi sento di dire che, secondo me, "Akame ga Kill!" è un capolavoro castrato. Infatti semplicemente aumentano il numero degli episodi, quindi senza fare un finale cosi accelerato, si poteva creare qualcosa di molto più bello. Comunque sia resta un'opera ampiamente godibile, che ti catapulta in un mondo incredibile ed emozionante.
Ci sono volte in cui segui un manga poco conosciuto in Italia e ti piace nonostante la poca originalità e i casuali difetti narrativi, vorresti che fosse portato nel tuo paese natale per poterlo sfogliare, ma sai che è molto difficile che succeda. Allora quando arriva la notizia che verrà creata una trasposizione animata sei lì ad esultare dalla gioia. Arriva, la scarichi, la guardi tutta e ti colpisce così tanto che devi per forza recensirla. La trasposizione animata di "Akame ga Kill!" realizzata dalla White Fox è una delle trasposizioni animate realizzate peggio, nonché uno degli anime peggiori dell'intera stagione.
Andiamo con ordine, la trama su Tatsumi che fa cose è scritta a chiare lettere su animeclick e una recensione non serve a rileggersela, il problema principale del tutto è che non segue il manga, ad aggiungersi va il fatto che la psicologia dei personaggi è completamente incoerente e spacciata in malo modo per crescita caratteriale, con morti completamente casuali che non capisco come diavolo abbiano fatto a concepirle e tempistiche sballate, dove quello che nel manga si svolgeva in poche pagine nell'anime dura interi episodi e quello che veniva approfondito perché importante per il world building e i personaggi viene messo da parte in pochi minuti o addirittura saltato. Prendiamo un attimo di fiato, stiamo parlando di uno dei pochi manga praticamente privi di fanservice, e di un anime che invece lo sbatte in faccia all'osservatore nel modo più da camionista possibile, in contesti totalmente casuali e per cercare di vendere di più nonostante i disegni e le animazioni siano talmente osceni da risultare indietro coi tempi di almeno otto-dieci anni. Tutta l'etica e morale, comunque leggera trattandosi di uno shonen, presente nel manga è stata completamente ignorata in favore dei finti feel provocati facendo morire personaggi ancora vivi nel manga e ancora prima che si potesse conoscerli o apprezzarli, il finale completamente inventato e privo di senso logico che non c'entra assolutamente nulla con la filosofia del manga e anche preso a parte resta un'accozzaglia di cliché infantili e mal utilizzati.
La cosa peggiore è il comparto tecnico, niente sonoro apprezzabile, nessun guizzo di regia, nemmeno un momento in cui le animazioni siano state lontanamente di livello accettabile, con una scelta dei colori che non trova altro aggettivo all'infuori del "ignorante" e "incompetente".
Non ho fatto spoiler riguardo questo anime, il mio invito è solo uno: leggete il manga, è un ottimo shonen, lasciate perdere questo errore dell'animazione, è tempo perso.
Andiamo con ordine, la trama su Tatsumi che fa cose è scritta a chiare lettere su animeclick e una recensione non serve a rileggersela, il problema principale del tutto è che non segue il manga, ad aggiungersi va il fatto che la psicologia dei personaggi è completamente incoerente e spacciata in malo modo per crescita caratteriale, con morti completamente casuali che non capisco come diavolo abbiano fatto a concepirle e tempistiche sballate, dove quello che nel manga si svolgeva in poche pagine nell'anime dura interi episodi e quello che veniva approfondito perché importante per il world building e i personaggi viene messo da parte in pochi minuti o addirittura saltato. Prendiamo un attimo di fiato, stiamo parlando di uno dei pochi manga praticamente privi di fanservice, e di un anime che invece lo sbatte in faccia all'osservatore nel modo più da camionista possibile, in contesti totalmente casuali e per cercare di vendere di più nonostante i disegni e le animazioni siano talmente osceni da risultare indietro coi tempi di almeno otto-dieci anni. Tutta l'etica e morale, comunque leggera trattandosi di uno shonen, presente nel manga è stata completamente ignorata in favore dei finti feel provocati facendo morire personaggi ancora vivi nel manga e ancora prima che si potesse conoscerli o apprezzarli, il finale completamente inventato e privo di senso logico che non c'entra assolutamente nulla con la filosofia del manga e anche preso a parte resta un'accozzaglia di cliché infantili e mal utilizzati.
La cosa peggiore è il comparto tecnico, niente sonoro apprezzabile, nessun guizzo di regia, nemmeno un momento in cui le animazioni siano state lontanamente di livello accettabile, con una scelta dei colori che non trova altro aggettivo all'infuori del "ignorante" e "incompetente".
Non ho fatto spoiler riguardo questo anime, il mio invito è solo uno: leggete il manga, è un ottimo shonen, lasciate perdere questo errore dell'animazione, è tempo perso.
"Akame ga Kill" è un anime dalla stagione estiva 2014 composto da ventiquattro episodi, tratto dall'omonimo manga di Takahiroe Tetsuya Tashiro.
La storia è ambientata in un mondo immaginario, dove un primo ministro avido e corrotto guida un impero sull 'orlo del declino accentrando tutte le ricchezze nella capitale, dimenticandosi di aiutare tutti i villaggi minori che rischiano di scomparire da un momento all'altro. E' proprio da uno di questi piccoli villaggi che giungono nella capitale tre ragazzi con lo scopo di arruolarsi nell'esercito per ottenere la fama e il denaro necessari a risollevare le sorti dei loro cari. Non appena giungono in città due di loro vengono catturati e uccisi da una famiglia del luogo; quando anche Tatsumi, il terzo ragazzo, è in procinto di fare la stessa tragica fine, viene aiutato da una banda di assassini, conosiuti come "Night Raid". Arrabbiato per la morte dei compagni Tatsumi decide di unirsi ai Night Raid e di combattere insieme ai rivoluzionari, nella speranza di sconfiggere il male che si annida nella capitale e di costruire un nuovo impero più rispettoso nei confronti dei suoi cittadini.
La trama procede in maniera lineare, veloce e senza mai annoiare; i personaggi iniziamente insipidi e stereotipati, si rivelano successivamente ben caratterizzati. Questa serie introduce un elemento atipico per il genere, ovvero la morte dei protagonisiti, elemento che certamente la rende più reale, ma del quale, secondo il mio parere, si è abusato troppo; quando nei primi episodi un membro dei Night Raid perde la vita in combattimento sono rimasto piacevolmente sorpreso, ma poi si è passati ad una vera e propria carneficina, rendendo in questo modo la novità una cosa comune, quasi scontata.
Tecnicamente è stato svolto un buon lavoro per quanto riguarda i combattimenti, fluidi e dinamici, e per le ambientazioni, varie e sufficientemente dettagliate; buono anche il design dei personaggi. Effetti sonori all'avanguardia e delle colonne sonore perfettamente azzeccate rendono di ottimo livello anche il comparto audio.
Il manga che ha ispirato la serie è ancora in corso, ragion per cui si è dovuti ricorrere ad un finale alternativo ed inventato di sana pianta, ma non per questo insoddisfacente; le ultime cinque puntate non sono presenti nella versione cartacea, ma riescono a concludere ottimamente la serie.
In conclusione una storia originale e convincente, dei buoni e simpatici personaggi ed un coparto tecnico di ottima qualità; consigliata la visione se vi piace il genere.
La storia è ambientata in un mondo immaginario, dove un primo ministro avido e corrotto guida un impero sull 'orlo del declino accentrando tutte le ricchezze nella capitale, dimenticandosi di aiutare tutti i villaggi minori che rischiano di scomparire da un momento all'altro. E' proprio da uno di questi piccoli villaggi che giungono nella capitale tre ragazzi con lo scopo di arruolarsi nell'esercito per ottenere la fama e il denaro necessari a risollevare le sorti dei loro cari. Non appena giungono in città due di loro vengono catturati e uccisi da una famiglia del luogo; quando anche Tatsumi, il terzo ragazzo, è in procinto di fare la stessa tragica fine, viene aiutato da una banda di assassini, conosiuti come "Night Raid". Arrabbiato per la morte dei compagni Tatsumi decide di unirsi ai Night Raid e di combattere insieme ai rivoluzionari, nella speranza di sconfiggere il male che si annida nella capitale e di costruire un nuovo impero più rispettoso nei confronti dei suoi cittadini.
La trama procede in maniera lineare, veloce e senza mai annoiare; i personaggi iniziamente insipidi e stereotipati, si rivelano successivamente ben caratterizzati. Questa serie introduce un elemento atipico per il genere, ovvero la morte dei protagonisiti, elemento che certamente la rende più reale, ma del quale, secondo il mio parere, si è abusato troppo; quando nei primi episodi un membro dei Night Raid perde la vita in combattimento sono rimasto piacevolmente sorpreso, ma poi si è passati ad una vera e propria carneficina, rendendo in questo modo la novità una cosa comune, quasi scontata.
Tecnicamente è stato svolto un buon lavoro per quanto riguarda i combattimenti, fluidi e dinamici, e per le ambientazioni, varie e sufficientemente dettagliate; buono anche il design dei personaggi. Effetti sonori all'avanguardia e delle colonne sonore perfettamente azzeccate rendono di ottimo livello anche il comparto audio.
Il manga che ha ispirato la serie è ancora in corso, ragion per cui si è dovuti ricorrere ad un finale alternativo ed inventato di sana pianta, ma non per questo insoddisfacente; le ultime cinque puntate non sono presenti nella versione cartacea, ma riescono a concludere ottimamente la serie.
In conclusione una storia originale e convincente, dei buoni e simpatici personaggi ed un coparto tecnico di ottima qualità; consigliata la visione se vi piace il genere.
"Akame ga Kill!" è un anime tratto dal manga di Takahiro; la storia parla di un giovane ragazzo di nome Tatsumi che lascia il suo piccolo villaggio per fare carriera alla capitale dell'impero, dopo essere stato imbrogliato ed aver capito quanto sia sbagliato il volere dell'imperatore si unisce ad un gruppo di assassini, i "Night Raid". Come trama la reputo davvero ottima, innovativa, come character design è perfetto, insomma è adatto all'ambientazione in cui si trova.
Secondo me è uno dei migliori anime shonen degli ultimi tempi: c'è azione, sentimentalismo, sangue, corruzione... tutto quello che un anime/manga shonen dovrebbe avere.
Anche se il manga e tutt'ora in corsa l'anime conta ventiquattro episodi finiti, e devo dire che la fine è stata anche molto esaustiva.
Quindi come voto finale non posso che dargli un bel 10.
consiglio anche a tutti gli amanti del genere splatter-drammatico di andare avanti a leggere il manga.
Secondo me è uno dei migliori anime shonen degli ultimi tempi: c'è azione, sentimentalismo, sangue, corruzione... tutto quello che un anime/manga shonen dovrebbe avere.
Anche se il manga e tutt'ora in corsa l'anime conta ventiquattro episodi finiti, e devo dire che la fine è stata anche molto esaustiva.
Quindi come voto finale non posso che dargli un bel 10.
consiglio anche a tutti gli amanti del genere splatter-drammatico di andare avanti a leggere il manga.
Riguardo a questo anime c'è chi dice che è epico e chi detesta il fatto che abbia una propria ending, che non corrisponde a quella del manga. Sinceramente io non ho letto quest'ultimo, quindi giudico l'adattamento per quello che mi ha potuto offrire, anche se in parte filler.
Partiamo dalla trama: non è la più elaborata di sempre ma perlomeno riesce a intrattenerti lo stesso, mi ha dato soltanto fastidio il modo in cui si gestivano le morti dei personaggi successivamente (soprattutto negli ultimi episodi). Nel complesso gli darei un 6.
Riguardo ai personaggi li ho trovati particolarmente interessanti e spesso mi succedeva di avere le lacrime agli occhi se qualcuno di essi si trovava in difficoltà o veniva addirittura ucciso. Uno degli aspetti positivi di questo anime è che nessuno è "immortale", e anche quando si pensa che uno scontro è ormai finito e che è andato tutto per il meglio, arriva sempre qualche sorpresa spiacevole. Il protagonista non ha nulla di speciale, ma ho apprezzato particolarmente il carattere di alcuni personaggi. L'autore riesce perfettamente a rendere odiosi alcuni avversari, e di certo riuscire a fare una cosa del genere è molto positivo, perché l'intrattenuto si sente più coinvolto. Nel complesso darei un 8 ai personaggi.
Riguardo all'aspetto sonoro e grafico nulla da ridire: animazioni ottime e sia le opening sia le ending mi sono piaciute molto; le OST sono buone ma nessuna che rimanga impressa. Quindi gli darei un 8.
Altro punto a favore è la scorrevolezza, infatti questo anime è stato molto piacevole da vedere. Sotto questo aspetto gli darei un 9. C'è da dire però che gli ultimi episodi non erano il massimo, comunque credo sia un anime abbastanza buono e lo consiglio a tutti.
Partiamo dalla trama: non è la più elaborata di sempre ma perlomeno riesce a intrattenerti lo stesso, mi ha dato soltanto fastidio il modo in cui si gestivano le morti dei personaggi successivamente (soprattutto negli ultimi episodi). Nel complesso gli darei un 6.
Riguardo ai personaggi li ho trovati particolarmente interessanti e spesso mi succedeva di avere le lacrime agli occhi se qualcuno di essi si trovava in difficoltà o veniva addirittura ucciso. Uno degli aspetti positivi di questo anime è che nessuno è "immortale", e anche quando si pensa che uno scontro è ormai finito e che è andato tutto per il meglio, arriva sempre qualche sorpresa spiacevole. Il protagonista non ha nulla di speciale, ma ho apprezzato particolarmente il carattere di alcuni personaggi. L'autore riesce perfettamente a rendere odiosi alcuni avversari, e di certo riuscire a fare una cosa del genere è molto positivo, perché l'intrattenuto si sente più coinvolto. Nel complesso darei un 8 ai personaggi.
Riguardo all'aspetto sonoro e grafico nulla da ridire: animazioni ottime e sia le opening sia le ending mi sono piaciute molto; le OST sono buone ma nessuna che rimanga impressa. Quindi gli darei un 8.
Altro punto a favore è la scorrevolezza, infatti questo anime è stato molto piacevole da vedere. Sotto questo aspetto gli darei un 9. C'è da dire però che gli ultimi episodi non erano il massimo, comunque credo sia un anime abbastanza buono e lo consiglio a tutti.
Certe volte capita che rimani impressionato da un anime. Vuoi perché vedi qualcosa di diverso, vuoi perché riesci a scorgere qualche potenzialità o forse vieni attratto dalla vicenda o dal carisma dei personaggi. A volte però capita anche che le tue sensazioni e le tue impressioni cambiano nel corso della visione. Le aspettative vengono tradite, la trama subisce un'accelerazione, ed in un certo qual modo tutte le cose buone che avevi visto vengono gettate alle ortiche. Ebbene sì, è così che mi ha fatto sentire quest'anime.
"Akame ga Kill!" è un anime del 2014 di ventiquattro episodi. Tratto dall'omonimo manga è un prodotto che sta spopolando un po' ovunque. La versione cartacea sta godendo di un buon successo in madrepatria, e non mi stupirei se un domani una qualche casa editrice italiano ne acquistasse i diritti nel nostro paese. La vicenda con sfumature fantasy, vede come protagonista il giovane Tatsumi, abitante di un piccolo villaggio, che allo scopo racimolare qualche soldo per i suoi compaesani parte insieme a due amici alla volta della capitale. Sfortunatamente però il trio dopo una serie di peripezie si separa, e Tatsumi rimane da solo. La realtà cittadine è ben diversa da come ci si aspettava, la corruzione, l'avidità e la malvagità dei nobili la fanno da padrona, ed il nostro giovane protagonista ne farà le spese. Dopo aver assistito infatti alla morte dei suoi amici, deciderà di unirsi ai Night Raid, un gruppo di spietati assassini che combattono per rovesciare l'impero e tutte le sue angherie. Inizia così il percorso di Tatsumi che lo porterà a conoscere i suoi nuovi compagni e a diventare un abile combattente e assassino.
"Akame ga Kill!" è decisamente un prodotto interessante. Un titolo che riesce a fondere magistralmente molti elementi shonen ma al tempo stesso alcuni elementi seinen. Non mancano i power up e alcune parti divertenti, ma al tempo stesso non mancheranno le parti violente e tragiche. La corruzione, la malvagità, il sadismo e la violenza gratuita sono elementi che spesso troveremo nel corso della narrazione, che contribuiscono a creare un atmosfera macabra. Le animazione e il character design sono degni di nota e riescono ad elevare la componente dinamica degli scontri. Parliamoci chiaro però, quest'opera non è certamente esente da difetti. I comportamenti dei personaggi a volte risultano essere troppo estremizzati e sterotipati, cosa che secondo me ha fatto cadere la serie in punti che quasi rasentavano il ridicolo.
Passiamo ora però al difetto più grande, vale a dire lo sviluppo della storia. Ebbene sì, "Akame ga Kill!", arrivati a un certo punto, si discosta dal manga. Vuoi perché non avevano soldi per fare una seconda stagione, vuoi perché non avevano voglia di aspettare la fine della versione cartacea, fatto sta che gli sceneggiatori hanno deciso di inventare un finale loro, così di sana pianta. Epilogo che a quanto leggo in giro ha deluso un po' tutti compreso il sottoscritto ovviamente.
Tutto questo è "Akame ga Kill!", un anime partito bene, con ottime premesse ma che si conclude nel peggiore dei modi. L'accelerazione finale ha contribuito ad abbassare drasticamente il mio giudizio su questi ventiquattro episodi, che pur hanno saputo intrattenermi. Spero vivamente che questa versione animata faccia avvicinare sempre più persone al manga, che sfortunatamente sembra avere un po' risentito del finale dell'anime. Detto questo non posso che dare un 6 a quest'opera, che risulta essere sufficiente, ma nulla di più.
"Akame ga Kill!" è un anime del 2014 di ventiquattro episodi. Tratto dall'omonimo manga è un prodotto che sta spopolando un po' ovunque. La versione cartacea sta godendo di un buon successo in madrepatria, e non mi stupirei se un domani una qualche casa editrice italiano ne acquistasse i diritti nel nostro paese. La vicenda con sfumature fantasy, vede come protagonista il giovane Tatsumi, abitante di un piccolo villaggio, che allo scopo racimolare qualche soldo per i suoi compaesani parte insieme a due amici alla volta della capitale. Sfortunatamente però il trio dopo una serie di peripezie si separa, e Tatsumi rimane da solo. La realtà cittadine è ben diversa da come ci si aspettava, la corruzione, l'avidità e la malvagità dei nobili la fanno da padrona, ed il nostro giovane protagonista ne farà le spese. Dopo aver assistito infatti alla morte dei suoi amici, deciderà di unirsi ai Night Raid, un gruppo di spietati assassini che combattono per rovesciare l'impero e tutte le sue angherie. Inizia così il percorso di Tatsumi che lo porterà a conoscere i suoi nuovi compagni e a diventare un abile combattente e assassino.
"Akame ga Kill!" è decisamente un prodotto interessante. Un titolo che riesce a fondere magistralmente molti elementi shonen ma al tempo stesso alcuni elementi seinen. Non mancano i power up e alcune parti divertenti, ma al tempo stesso non mancheranno le parti violente e tragiche. La corruzione, la malvagità, il sadismo e la violenza gratuita sono elementi che spesso troveremo nel corso della narrazione, che contribuiscono a creare un atmosfera macabra. Le animazione e il character design sono degni di nota e riescono ad elevare la componente dinamica degli scontri. Parliamoci chiaro però, quest'opera non è certamente esente da difetti. I comportamenti dei personaggi a volte risultano essere troppo estremizzati e sterotipati, cosa che secondo me ha fatto cadere la serie in punti che quasi rasentavano il ridicolo.
Passiamo ora però al difetto più grande, vale a dire lo sviluppo della storia. Ebbene sì, "Akame ga Kill!", arrivati a un certo punto, si discosta dal manga. Vuoi perché non avevano soldi per fare una seconda stagione, vuoi perché non avevano voglia di aspettare la fine della versione cartacea, fatto sta che gli sceneggiatori hanno deciso di inventare un finale loro, così di sana pianta. Epilogo che a quanto leggo in giro ha deluso un po' tutti compreso il sottoscritto ovviamente.
Tutto questo è "Akame ga Kill!", un anime partito bene, con ottime premesse ma che si conclude nel peggiore dei modi. L'accelerazione finale ha contribuito ad abbassare drasticamente il mio giudizio su questi ventiquattro episodi, che pur hanno saputo intrattenermi. Spero vivamente che questa versione animata faccia avvicinare sempre più persone al manga, che sfortunatamente sembra avere un po' risentito del finale dell'anime. Detto questo non posso che dare un 6 a quest'opera, che risulta essere sufficiente, ma nulla di più.
"Akame ga Kill!" mi è stato consigliato svariate così tante volte da indurmi a pensare di aver trovato uno di quegli anime che guarderesti svariate centinaia di volte, ma era soltanto un desiderio.
La trama propone un giovane ragazzo di nome tatsumi (un campagnolo) recarsi nella capitale del paese per porre fine alle ingiustizie subite nel suo villaggio. Al comando dell'impero troviamo un giovane imperatore controllato dal primo ministro, il classico ciccione con una gran parlantina e dalla mente contorta. Tatsumi, scoperto il terribile inganno che si cela dietro alla nobiltà del governo, decide di allearsi ai Night Raid, una banda di assassini col compito di ricreare questo governo ipocrito.
Che dire... la trama accattivante e la scelta di porre un protagonista che probabilmente crescerà durante i combattimenti sembra essere ottimo se non fosse che... il protagonista in realtà non è il protagonista, o forse sì?. Boh... sinceramente neanche la fine dell'anime da una vera risposta a questa domanda. Effettivamente il nome dell'anime è "Akame ga Kill!", ergo Akame potrebbe essere il protagonista, ma partecipa a talmente poche scene e il suo personaggio è talmente poco spiegato che non fa pensare proprio ad un ruolo così importante. Quindi che sia Tatsumi o Akame poca differenza fa.
Partiamo quindi dai personaggi. Molto belli (tutti dei grandi gnocchettoni) e ben caratterizzati. Qualcuno viene illustrato meglio, qualcuno solo perchè bisogna dargli il colpo di grazia e sapere un po del suo passato lo fa sembrare più triste. Da questo punto di vista è spiegata molto meglio la storia di Akame.
La grafica è sublime. Ho trovato molto piacevoli i disegni, ma ciò che mi ha colpito sono stati gli effetti speciali. I movimenti, le armi e i paesaggi sono sempre stati ben disegnati e animati. A sostegno di tutto ciò è stata la questione di non aver censurato le varie scene lasciando ben visibile il sangue e le varie scene "suggestive".
Molto "piacevole" è stato il fatto che come gli antagonisti, anche i buoni muoiono. Forse troppo spesso, forse per cause banali e spesso con situazioni ridicole, ma anche loro muoiono.
<b>Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
Su questa questione mi trovo a metà perchè mi è sembrata eccessiva la morte di Leone alla fine e, anche se sensata, anche la morte di Tatsumi ( fosse stato vivo avrei visto il finale con un pò più di brio e non con il cuore in gola)
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Le opening le ho trovate piacevoli, mentre le ending davvero disastrose. le musiche di sottofondo invece erano ottime.
Voto conclusivo è un 8 meritato. Pecca per il finale e per questa eccessiva foga di uccidere le persone. (siamo obiettivi, chi è rimasto in vita nel "nuovo regno"? Forse cinque personaggi)
La trama propone un giovane ragazzo di nome tatsumi (un campagnolo) recarsi nella capitale del paese per porre fine alle ingiustizie subite nel suo villaggio. Al comando dell'impero troviamo un giovane imperatore controllato dal primo ministro, il classico ciccione con una gran parlantina e dalla mente contorta. Tatsumi, scoperto il terribile inganno che si cela dietro alla nobiltà del governo, decide di allearsi ai Night Raid, una banda di assassini col compito di ricreare questo governo ipocrito.
Che dire... la trama accattivante e la scelta di porre un protagonista che probabilmente crescerà durante i combattimenti sembra essere ottimo se non fosse che... il protagonista in realtà non è il protagonista, o forse sì?. Boh... sinceramente neanche la fine dell'anime da una vera risposta a questa domanda. Effettivamente il nome dell'anime è "Akame ga Kill!", ergo Akame potrebbe essere il protagonista, ma partecipa a talmente poche scene e il suo personaggio è talmente poco spiegato che non fa pensare proprio ad un ruolo così importante. Quindi che sia Tatsumi o Akame poca differenza fa.
Partiamo quindi dai personaggi. Molto belli (tutti dei grandi gnocchettoni) e ben caratterizzati. Qualcuno viene illustrato meglio, qualcuno solo perchè bisogna dargli il colpo di grazia e sapere un po del suo passato lo fa sembrare più triste. Da questo punto di vista è spiegata molto meglio la storia di Akame.
La grafica è sublime. Ho trovato molto piacevoli i disegni, ma ciò che mi ha colpito sono stati gli effetti speciali. I movimenti, le armi e i paesaggi sono sempre stati ben disegnati e animati. A sostegno di tutto ciò è stata la questione di non aver censurato le varie scene lasciando ben visibile il sangue e le varie scene "suggestive".
Molto "piacevole" è stato il fatto che come gli antagonisti, anche i buoni muoiono. Forse troppo spesso, forse per cause banali e spesso con situazioni ridicole, ma anche loro muoiono.
<b>Attenzione: il seguente paragrafo contiene spoiler</b>
Su questa questione mi trovo a metà perchè mi è sembrata eccessiva la morte di Leone alla fine e, anche se sensata, anche la morte di Tatsumi ( fosse stato vivo avrei visto il finale con un pò più di brio e non con il cuore in gola)
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Le opening le ho trovate piacevoli, mentre le ending davvero disastrose. le musiche di sottofondo invece erano ottime.
Voto conclusivo è un 8 meritato. Pecca per il finale e per questa eccessiva foga di uccidere le persone. (siamo obiettivi, chi è rimasto in vita nel "nuovo regno"? Forse cinque personaggi)
Si tratta di un anime di azione fantasy dalla trama abbastanza classica: c'è un impero immensamente corrotto, e la ribellione cova sotto le ceneri. La forza d'assalto dei ribelli è composta da Night Raid, una squadra di assassini incaricata di eliminare membri dell'impero che si siano macchiati di gravi crimini. Il tutto ovviamente virante all'assurdo grazie alle armi imperiali, potentissimi artifatti in grado di conferire poteri straordinari ai loro possessori.
Malgrado le primissime battute potessero far pensare a qualcosa di molto leggero (nel vedere l'abbigliamento del protagonista, abbastanza fuori luogo per ambientazione e missione, e nel sentire la musichetta da videogioco nel momento dello scontro con una bestia magica) l'atmosfera si fa subito più cupa, e assistiamo assieme a Tatsumi a quanto sia marcio e corrotto l'Impero. Entrando conseguentemente assieme a lui tra le fila degli assassini.
Qui conosciamo gli altri comprimari, e qui teoricamente dovrebbe arrivare l'introspezione psicologica relativa alle dinamiche tra i membri del gruppo. Psicologia che però rimarrà parecchio sommaria, fornendo ogni tanto il background del personaggio. Tendenzialmente poco prima o poco dopo la sua morte.
Già, perché si muore in questo anime. E tanto. Un po' come tra gli Stark di "Grande Inverno". Muoiono i buoni, e muoiono i cattivi. E spesso il confine tra i due è molto sottile: i buoni dopotutto sono assassini, mentre tra i cattivi ci sono persone che cercano di fare del bene, persone buone finite nella fazione "cattiva", persone costrette e persone traviate. Ci sono anche veri sadici, certo, ma alla fine si riveleranno una minoranza.
Il cuore dell'anime sono i combattimenti, che però non risultano granché spettacolari. Quantomeno non si protraggono nemmeno troppo, per fortuna.
Purtroppo andando avanti il ritmo diventa sempre più frenetico, accelerando verso il finale a danno di trama e introspezione (in alcuni casi verranno introdotti con cura nemici che saranno poi subito eliminati, uno spreco totale), e buona parte delle "sorprese" sono abbastanza prevedibili. Non il finale, che risulta invece abbastanza sorprendente rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati dopo i primi ventitré episodi.
Insomma, un anime piacevole con dei buoni picchi quando decide di indossare il vestito serio e incupirsi, e che quando non funziona bene risulta comunque solo caotico e prevedibile, lasciandosi guardare senza annoiare. Peccato per la velocità con cui viene trattata l'intera parte finale, e per le atmosfere un po' "da harem" che si vengono a creare intorno a Tatsumi (le parti con Esdeath sono insopportabili, con Mine invece sembrano arrivare dal nulla).
Malgrado le primissime battute potessero far pensare a qualcosa di molto leggero (nel vedere l'abbigliamento del protagonista, abbastanza fuori luogo per ambientazione e missione, e nel sentire la musichetta da videogioco nel momento dello scontro con una bestia magica) l'atmosfera si fa subito più cupa, e assistiamo assieme a Tatsumi a quanto sia marcio e corrotto l'Impero. Entrando conseguentemente assieme a lui tra le fila degli assassini.
Qui conosciamo gli altri comprimari, e qui teoricamente dovrebbe arrivare l'introspezione psicologica relativa alle dinamiche tra i membri del gruppo. Psicologia che però rimarrà parecchio sommaria, fornendo ogni tanto il background del personaggio. Tendenzialmente poco prima o poco dopo la sua morte.
Già, perché si muore in questo anime. E tanto. Un po' come tra gli Stark di "Grande Inverno". Muoiono i buoni, e muoiono i cattivi. E spesso il confine tra i due è molto sottile: i buoni dopotutto sono assassini, mentre tra i cattivi ci sono persone che cercano di fare del bene, persone buone finite nella fazione "cattiva", persone costrette e persone traviate. Ci sono anche veri sadici, certo, ma alla fine si riveleranno una minoranza.
Il cuore dell'anime sono i combattimenti, che però non risultano granché spettacolari. Quantomeno non si protraggono nemmeno troppo, per fortuna.
Purtroppo andando avanti il ritmo diventa sempre più frenetico, accelerando verso il finale a danno di trama e introspezione (in alcuni casi verranno introdotti con cura nemici che saranno poi subito eliminati, uno spreco totale), e buona parte delle "sorprese" sono abbastanza prevedibili. Non il finale, che risulta invece abbastanza sorprendente rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati dopo i primi ventitré episodi.
Insomma, un anime piacevole con dei buoni picchi quando decide di indossare il vestito serio e incupirsi, e che quando non funziona bene risulta comunque solo caotico e prevedibile, lasciandosi guardare senza annoiare. Peccato per la velocità con cui viene trattata l'intera parte finale, e per le atmosfere un po' "da harem" che si vengono a creare intorno a Tatsumi (le parti con Esdeath sono insopportabili, con Mine invece sembrano arrivare dal nulla).
Mi duole scrivere questa recensione (e soprattutto assegnare quel voto) ma mi ritrovo costretto a farlo. Questo anime è una grossa, grossissima delusione per quanto mi riguarda. Per poterne parlare adeguatamente devo fare una premessa sull'opera originale, da cui è stato tratto.
"Akame Ga Kill!" (il manga, tutt'ora in corso) è stato un vero colpo di fulmine: iniziato per caso e partito un po' a rilento, si è rivelato uno degli shonen più appassionanti e coinvolgenti degli ultimi anni (ora come ora occupa il trono di mio battle shonen preferito assieme ad Hunter x Hunter); nonostante abbia parecchi difetti, l'autore (Takahiro) ha dimostrato di avere le idee chiare e (finora!) è riuscito a non cadere in molte delle trappole che affliggono gli shonen più blasonati: leggasi combattimenti interminabili e basati su power up inutili e forzati, villain che vengono redenti e convertiti dal messianico protagonista di turno (qualcuno ha detto Naruto?), tutti difetti che in "Akame Ga Kill!" sono assenti, o presenti in piccola parte. La trama non è nulla di eccezionale, si sviluppa in maniera abbastanza lineare e non ci sono plot twist incredibili, tuttavia quello che tiene incollati alle vicende è la totale assenza di certezze per quel che riguarda le sorti dei personaggi, totalmente imprevedibili (consiglio: non affezionatevi troppo ad essi, un po' come in "Game of Thrones"); imprevedibilità che è aumentata anche dal fatto che più e più volte risulta difficile distinguere tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato.
Questo a grandi linee è ciò che penso del manga (che recensirò una volta terminato, non mi piace dare pareri definitivi su opere ancora in corso); adesso purtroppo devo passare all'anime, e arrivano le note dolenti.
Anzi, forse è meglio partire dalle (poche) note positive. Tecnicamente è molto buono (non eccellente, ma ci si accontenta), si apprezza soprattutto l'uso ridotto della CGI ed i combattimenti sono resi molto bene. Il setting ed i personaggi sono stati adattati molto fedelmente, peccato solo che i colori accesi rovinano un po' l'atmosfera più "cupa" delle tavole originali di Tashiro Tetsuya, che ben si sposa con le vicende del manga, anche perché è presente una discreta dose di censura (non troppo fastidiosa) che attenua la potenza di alcune scene e combattimenti. Infine, la colonna sonora non è male, molti pezzi mi sono piaciuti e danno un boost incredibile soprattutto nei combattimenti, e ho apprezzato la prima sigla d'apertura.
Passiamo adesso ai tre aspetti che rendono l'anime di "Akame Ga Kill!" di gran lunga inferiore al manga. Il primo è l'adattamento della storia: i primi diciotto episodi sono molto fedeli all'opera originale, ma il problema di fondo è il ritmo. Ho trovato quest'ultimo troppo frettoloso, in questi episodi infatti sono riassunte molte vicende e, a causa degli inevitabili tagli (soprattutto dialoghi di intermezzo tra i protagonisti), non si fa in tempo a metabolizzare la fine di una saga che già inizia quella successiva. A farne le spese è anche il bilanciamento tra il lato più goliardico/demenziale e quello più serio/riflessivo (già abbastanza precario nel manga), troppo sbilanciato a favore del primo.
Il secondo è collegato direttamente al primo e riguarda come hanno reso Esdeath, il mio personaggio preferito, e qui (anche se lo detesto) devo fare inevitabilmente degli spoiler per poterne parlare adeguatamente. Ci sono rimasto molto male infatti quando l'anime ha attenuato (per non dire glissato) le scene che illustrano il suo lato più sadico/violento/autoritario. Questo non solo diminuisce parecchio il suo carisma (anche perché la doppiatrice che le hanno assegnato doveva avere un tono più deciso), ma annulla completamente il contrasto che si viene a creare col suo lato più romantico/femminile quando si innamora di Tatsumi, una delle cose che più mi ha lasciato di sasso leggendo il manga; a chi non ha letto quest'ultimo Esdeath sembrerà solo una svampita che sperimenta per la prima volta le pene di un amore impossibile. No, non ci siamo proprio.
Il terzo infine, e qui non dico nulla di nuovo, è legato agli ultimi sei-sette episodi, che adattano a modo loro gli ultimi capitoli del manga e concludono l'opera con un finale originale (per via della mancanza di materiale). Potrei dire qualsiasi cosa, ma mi limito a questo: quelle puntate sono un autentico trionfo del non-sense, il che detto per un anime che fa dell'esagerazione una delle sue caratteristiche principali assume particolare senso! Personaggi che parlano fra loro a centinaia di metri di distanza, personaggi che prima sono in una zona e poi subito in un'altra senza soluzione di continuità, personaggi che muoiono a caso e per i motivi più assurdi, sviluppo delle vicende frettolosissimo, dialoghi banali e pieni di retorica, power-up gratuiti... terribile davvero, e avrei potuto continuare. Gli spunti per un ottimo finale c'erano, è come li hanno gestiti il vero problema, speriamo che l'autore riesca a sfruttarli più degnamente nel manga.
Questo è quanto, perdonate la lunghezza ma questa recensione è anche una sorta di sfogo per una delle più grosse delusioni avute da qualche anno a questa parte. Do la sufficienza all'opera per non penalizzare troppo il materiale originale e perché comunque risulta un minimo godibile grazie al comparto tecnico. Per farvi capire, ora come ora al manga darei almeno 8.
Non consiglio questo anime a nessuno, perché la lettura del manga è obbligatoria e regala molte più soddisfazioni; se proprio volete, guardatelo dopo esservi messi in pari con quello, ma dovete essere ben consapevoli che il lavoro più recente dello studio White Fox non gli rende assolutamente giustizia.
"Akame Ga Kill!" (il manga, tutt'ora in corso) è stato un vero colpo di fulmine: iniziato per caso e partito un po' a rilento, si è rivelato uno degli shonen più appassionanti e coinvolgenti degli ultimi anni (ora come ora occupa il trono di mio battle shonen preferito assieme ad Hunter x Hunter); nonostante abbia parecchi difetti, l'autore (Takahiro) ha dimostrato di avere le idee chiare e (finora!) è riuscito a non cadere in molte delle trappole che affliggono gli shonen più blasonati: leggasi combattimenti interminabili e basati su power up inutili e forzati, villain che vengono redenti e convertiti dal messianico protagonista di turno (qualcuno ha detto Naruto?), tutti difetti che in "Akame Ga Kill!" sono assenti, o presenti in piccola parte. La trama non è nulla di eccezionale, si sviluppa in maniera abbastanza lineare e non ci sono plot twist incredibili, tuttavia quello che tiene incollati alle vicende è la totale assenza di certezze per quel che riguarda le sorti dei personaggi, totalmente imprevedibili (consiglio: non affezionatevi troppo ad essi, un po' come in "Game of Thrones"); imprevedibilità che è aumentata anche dal fatto che più e più volte risulta difficile distinguere tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato.
Questo a grandi linee è ciò che penso del manga (che recensirò una volta terminato, non mi piace dare pareri definitivi su opere ancora in corso); adesso purtroppo devo passare all'anime, e arrivano le note dolenti.
Anzi, forse è meglio partire dalle (poche) note positive. Tecnicamente è molto buono (non eccellente, ma ci si accontenta), si apprezza soprattutto l'uso ridotto della CGI ed i combattimenti sono resi molto bene. Il setting ed i personaggi sono stati adattati molto fedelmente, peccato solo che i colori accesi rovinano un po' l'atmosfera più "cupa" delle tavole originali di Tashiro Tetsuya, che ben si sposa con le vicende del manga, anche perché è presente una discreta dose di censura (non troppo fastidiosa) che attenua la potenza di alcune scene e combattimenti. Infine, la colonna sonora non è male, molti pezzi mi sono piaciuti e danno un boost incredibile soprattutto nei combattimenti, e ho apprezzato la prima sigla d'apertura.
Passiamo adesso ai tre aspetti che rendono l'anime di "Akame Ga Kill!" di gran lunga inferiore al manga. Il primo è l'adattamento della storia: i primi diciotto episodi sono molto fedeli all'opera originale, ma il problema di fondo è il ritmo. Ho trovato quest'ultimo troppo frettoloso, in questi episodi infatti sono riassunte molte vicende e, a causa degli inevitabili tagli (soprattutto dialoghi di intermezzo tra i protagonisti), non si fa in tempo a metabolizzare la fine di una saga che già inizia quella successiva. A farne le spese è anche il bilanciamento tra il lato più goliardico/demenziale e quello più serio/riflessivo (già abbastanza precario nel manga), troppo sbilanciato a favore del primo.
Il secondo è collegato direttamente al primo e riguarda come hanno reso Esdeath, il mio personaggio preferito, e qui (anche se lo detesto) devo fare inevitabilmente degli spoiler per poterne parlare adeguatamente. Ci sono rimasto molto male infatti quando l'anime ha attenuato (per non dire glissato) le scene che illustrano il suo lato più sadico/violento/autoritario. Questo non solo diminuisce parecchio il suo carisma (anche perché la doppiatrice che le hanno assegnato doveva avere un tono più deciso), ma annulla completamente il contrasto che si viene a creare col suo lato più romantico/femminile quando si innamora di Tatsumi, una delle cose che più mi ha lasciato di sasso leggendo il manga; a chi non ha letto quest'ultimo Esdeath sembrerà solo una svampita che sperimenta per la prima volta le pene di un amore impossibile. No, non ci siamo proprio.
Il terzo infine, e qui non dico nulla di nuovo, è legato agli ultimi sei-sette episodi, che adattano a modo loro gli ultimi capitoli del manga e concludono l'opera con un finale originale (per via della mancanza di materiale). Potrei dire qualsiasi cosa, ma mi limito a questo: quelle puntate sono un autentico trionfo del non-sense, il che detto per un anime che fa dell'esagerazione una delle sue caratteristiche principali assume particolare senso! Personaggi che parlano fra loro a centinaia di metri di distanza, personaggi che prima sono in una zona e poi subito in un'altra senza soluzione di continuità, personaggi che muoiono a caso e per i motivi più assurdi, sviluppo delle vicende frettolosissimo, dialoghi banali e pieni di retorica, power-up gratuiti... terribile davvero, e avrei potuto continuare. Gli spunti per un ottimo finale c'erano, è come li hanno gestiti il vero problema, speriamo che l'autore riesca a sfruttarli più degnamente nel manga.
Questo è quanto, perdonate la lunghezza ma questa recensione è anche una sorta di sfogo per una delle più grosse delusioni avute da qualche anno a questa parte. Do la sufficienza all'opera per non penalizzare troppo il materiale originale e perché comunque risulta un minimo godibile grazie al comparto tecnico. Per farvi capire, ora come ora al manga darei almeno 8.
Non consiglio questo anime a nessuno, perché la lettura del manga è obbligatoria e regala molte più soddisfazioni; se proprio volete, guardatelo dopo esservi messi in pari con quello, ma dovete essere ben consapevoli che il lavoro più recente dello studio White Fox non gli rende assolutamente giustizia.
"Akame ga Kill!" è a mio avviso uno dei migliori anime della stagione estiva del 2014. Bello, intrigante, appassionante e anche commovente, insomma, ha tutti i presupposti per essere un'opera di rilievo e riesce ad ottenere questo titolo a tutti gli effetti. Non conosco il manga e, anche se ho sentito in giro la poca aderenza con l'anime, sinceramente me ne preoccupo ben poco. È vero che, in fin dei conti, anime e manga dovrebbero essere legati da un filo indissolubile, ma è comunque opportuno valutare entrambe le opere in maniera differente, in quanto rappresentano due generi totalmente estranei, che necessitano di giudizi appositi.
Personalmente ho apprezzato moltissimo "Akame ga Kill!" e anche se non è esente da critiche, come vedremo successivamente, nel complesso è una serie veramente interessante, che riesce a coinvolgere lo spettatore per tutti e ventiquattro gli episodi. Azione, fantasy, drammatico, splatter e combattimento, molteplici generi che concorrono tutti a creare un mix perfetto.
Tutto incomincia quando Tatsumi, un campagnolo, raggiunge la capitale del regno, una città enorme che si mostra magnifica e maestosa agli occhi inesperti di questo povero contadinello. Lui e altri suoi due amici hanno deciso di affrontare tale viaggio così da poter ottenere guadagni ingenti e spedirli al loro paese nativo. L'unica cosa che sanno fare è combattere, e dunque perché non entrare nell'esercito?
Purtroppo durante il tragitto si sono divisi ed ora Tatsumi si ritrova da solo in questa immensa città, che, come presto sarà chiaro, nasconde pericolose insidie. Neanche il tempo di orientarsi un attimo che Tatsumi viene subito adescato dalla bella Leone, una ragazza energica e vitale che, promettendo incarichi di prestigio nell'esercito, finisce col rubargli tutto il denaro. Ancora più solo e, soprattutto, ancora più povero, Tatsumi si ritrova a vagare per le strade della capitale, senza nulla da mangiare e un tetto sotto cui dormire.
Fu allora che una giovane fanciulla lo raccoglie e lo conduce nella sua ricca residenza così da poterlo accudire e offrirgli un pasto caldo. Sembra che le cose stiano ritrovando il proprio filo logico, ma la situazione è destinata a ribaltarsi. Non tutto ciò che sembra è reale, alle volte il male si traveste al fine di apparire molto più seducente e buono.
Una notte una gilda di assassini attacca la residenza in cui si trovava Tatsumi e la gentile famiglia che lio aveva ospitato. Il ragazzo cerca di proteggere la fanciulla indifesa, ma Leone (che faceva parte della gilda di assassini) e Akame, una spietata spadaccina, gli mostrano la verità: quella famiglia ricca attirava le proprie prede, le nutriva e le accudiva, solo con l'intento di ucciderle e divertirsi a torturarle. Con orrore Tatsumi scopre che anche i suoi due amici d'infanzia sono caduti nel tranello e, preso dall'ira, decide di uccidere lui stesso la ricca fanciulla e unirsi alla banda di assassini.
Inizia l'avventura.
Ogni personaggio è studiato e articolato nel dettaglio, soprattutto per quanto riguarda il carattere. In quest'anime i protagonisti non sono eroi, bensì assassini che cercano di riportare la giustizia con un metodo più che mai discutibile. Il bello di "Akame ga Kill!", come si potrà ben constatare, è che non esistono né buoni né cattivi, anzi, in seguito verranno descritti molto attentamente anche il gruppo di soldati dell'esercito che si opporrà alla compagnia di Tatsumi. Lo spettatore si affezionerà tanto a questi ultimi quanto ai primi, perché gli uomini non sono idealizzati come nella maggior parte degli anime, ma mostrano pregi e difetti, che li renderanno sempre più "umani".
Amicizia, odio, amore. Quest'ultimo è stato trattato in maniera fantastica, introducendo prima la passione di Esdeath per Tatsumi, un amore quanto mai improponibile, che, nella sua semplicità, riesce ad entusiasmare. Personalmente tifavo per Esdeath e il suo primo e unico amore in quel mare di odio. Tuttavia non mi è dispiaciuta nemmeno la piega che è andata costituendosi tra il ragazzo e la piccola e peperina Mein, un amore che è cresciuto man mano (suppongo) e che lo spettatore ha avuto il piacere di veder sbocciare.
Per quanto riguarda più propriamente la storia, mi ritrovo in seria difficoltà nel rivelarvi qualunque cosa, anche perché quasi ad ogni episodio avviene un colpo di scena. Morti? Ce ne saranno, ma non vi dico di chi. Una cosa è certa: grazie all'impostazione data all'anime, ogni morte viene compatita allo stesso modo, sia che riguarda membri dei Night Raid (la gilda di assassini) sia per il gruppo di opposizione sotto il comando di Esdeath.
La grafica è molto bella e devo ammettere di aver apprezzato la scelta di colori. Toni accesi nei momenti maggiormente felici e invece gradazioni più cupe e scure quando la situazione si faceva scottante. Si tratta di assassini e, in fondo, questi agiscono di notte. Ma, tra tutto, ho apprezzato il sangue. Sangue! Tendo a precisarlo perché in molte altre opere in cui si trattano battaglie, molto spesso si vede giusto qualche goccia scarlatta. Ora per fortuna non si va a risparmio.
Un piccolo difetto è nei costanti "fermo-immagini", realizzati con l'effetto a disegno che, sebbene contribuiscano a rendere maggiormente epico un determinato attimo, per certi versi si fanno fin troppo pesanti e ripetitivi.
Stupende le musiche, sia quelle di sottofondo sia quelle dell'opening e dell'ending. Bene il doppiaggio e ottima la regia che, nella sua semplicità, è riuscita a creare un anime denso, dinamico, senza un attimo di pausa, ma neanche troppo asfissiante. Insomma, la giusta dose d0azione intervallata da momenti maggiormente rilassanti.
Concludo ora, altrimenti dilago troppo, parlandovi un attimo del finale (niente spoiler, tranquilli!). Infatti questo mi ha colpito in maniera particolare, perché riesce a distaccarsi dalle classiche conclusioni in stile anime. Anticonformista e assolutamente inaspettato. Ho saputo che questo è stato realizzato in maniera indipendente dal manga (non ancora concluso), ma devo ammettere che non sono per nulla deluso.
Insomma, "Akame ga Kill!" è un anime che coinvolge, appassiona e non ti fa staccare dallo schermo. Si possono trovare alcuni difetti, è vero, ma quando una serie riesce a conquistare fino a questo punto, allora deve essere premiata. Senza contare che, vista più nel dettaglio, contiene alcune riflessioni non proprio così leggere. Rese appositamente stereotipate per certi versi, ma in grado di celare una realtà bem più complessa.
Voto finale: 9 meno
Personalmente ho apprezzato moltissimo "Akame ga Kill!" e anche se non è esente da critiche, come vedremo successivamente, nel complesso è una serie veramente interessante, che riesce a coinvolgere lo spettatore per tutti e ventiquattro gli episodi. Azione, fantasy, drammatico, splatter e combattimento, molteplici generi che concorrono tutti a creare un mix perfetto.
Tutto incomincia quando Tatsumi, un campagnolo, raggiunge la capitale del regno, una città enorme che si mostra magnifica e maestosa agli occhi inesperti di questo povero contadinello. Lui e altri suoi due amici hanno deciso di affrontare tale viaggio così da poter ottenere guadagni ingenti e spedirli al loro paese nativo. L'unica cosa che sanno fare è combattere, e dunque perché non entrare nell'esercito?
Purtroppo durante il tragitto si sono divisi ed ora Tatsumi si ritrova da solo in questa immensa città, che, come presto sarà chiaro, nasconde pericolose insidie. Neanche il tempo di orientarsi un attimo che Tatsumi viene subito adescato dalla bella Leone, una ragazza energica e vitale che, promettendo incarichi di prestigio nell'esercito, finisce col rubargli tutto il denaro. Ancora più solo e, soprattutto, ancora più povero, Tatsumi si ritrova a vagare per le strade della capitale, senza nulla da mangiare e un tetto sotto cui dormire.
Fu allora che una giovane fanciulla lo raccoglie e lo conduce nella sua ricca residenza così da poterlo accudire e offrirgli un pasto caldo. Sembra che le cose stiano ritrovando il proprio filo logico, ma la situazione è destinata a ribaltarsi. Non tutto ciò che sembra è reale, alle volte il male si traveste al fine di apparire molto più seducente e buono.
Una notte una gilda di assassini attacca la residenza in cui si trovava Tatsumi e la gentile famiglia che lio aveva ospitato. Il ragazzo cerca di proteggere la fanciulla indifesa, ma Leone (che faceva parte della gilda di assassini) e Akame, una spietata spadaccina, gli mostrano la verità: quella famiglia ricca attirava le proprie prede, le nutriva e le accudiva, solo con l'intento di ucciderle e divertirsi a torturarle. Con orrore Tatsumi scopre che anche i suoi due amici d'infanzia sono caduti nel tranello e, preso dall'ira, decide di uccidere lui stesso la ricca fanciulla e unirsi alla banda di assassini.
Inizia l'avventura.
Ogni personaggio è studiato e articolato nel dettaglio, soprattutto per quanto riguarda il carattere. In quest'anime i protagonisti non sono eroi, bensì assassini che cercano di riportare la giustizia con un metodo più che mai discutibile. Il bello di "Akame ga Kill!", come si potrà ben constatare, è che non esistono né buoni né cattivi, anzi, in seguito verranno descritti molto attentamente anche il gruppo di soldati dell'esercito che si opporrà alla compagnia di Tatsumi. Lo spettatore si affezionerà tanto a questi ultimi quanto ai primi, perché gli uomini non sono idealizzati come nella maggior parte degli anime, ma mostrano pregi e difetti, che li renderanno sempre più "umani".
Amicizia, odio, amore. Quest'ultimo è stato trattato in maniera fantastica, introducendo prima la passione di Esdeath per Tatsumi, un amore quanto mai improponibile, che, nella sua semplicità, riesce ad entusiasmare. Personalmente tifavo per Esdeath e il suo primo e unico amore in quel mare di odio. Tuttavia non mi è dispiaciuta nemmeno la piega che è andata costituendosi tra il ragazzo e la piccola e peperina Mein, un amore che è cresciuto man mano (suppongo) e che lo spettatore ha avuto il piacere di veder sbocciare.
Per quanto riguarda più propriamente la storia, mi ritrovo in seria difficoltà nel rivelarvi qualunque cosa, anche perché quasi ad ogni episodio avviene un colpo di scena. Morti? Ce ne saranno, ma non vi dico di chi. Una cosa è certa: grazie all'impostazione data all'anime, ogni morte viene compatita allo stesso modo, sia che riguarda membri dei Night Raid (la gilda di assassini) sia per il gruppo di opposizione sotto il comando di Esdeath.
La grafica è molto bella e devo ammettere di aver apprezzato la scelta di colori. Toni accesi nei momenti maggiormente felici e invece gradazioni più cupe e scure quando la situazione si faceva scottante. Si tratta di assassini e, in fondo, questi agiscono di notte. Ma, tra tutto, ho apprezzato il sangue. Sangue! Tendo a precisarlo perché in molte altre opere in cui si trattano battaglie, molto spesso si vede giusto qualche goccia scarlatta. Ora per fortuna non si va a risparmio.
Un piccolo difetto è nei costanti "fermo-immagini", realizzati con l'effetto a disegno che, sebbene contribuiscano a rendere maggiormente epico un determinato attimo, per certi versi si fanno fin troppo pesanti e ripetitivi.
Stupende le musiche, sia quelle di sottofondo sia quelle dell'opening e dell'ending. Bene il doppiaggio e ottima la regia che, nella sua semplicità, è riuscita a creare un anime denso, dinamico, senza un attimo di pausa, ma neanche troppo asfissiante. Insomma, la giusta dose d0azione intervallata da momenti maggiormente rilassanti.
Concludo ora, altrimenti dilago troppo, parlandovi un attimo del finale (niente spoiler, tranquilli!). Infatti questo mi ha colpito in maniera particolare, perché riesce a distaccarsi dalle classiche conclusioni in stile anime. Anticonformista e assolutamente inaspettato. Ho saputo che questo è stato realizzato in maniera indipendente dal manga (non ancora concluso), ma devo ammettere che non sono per nulla deluso.
Insomma, "Akame ga Kill!" è un anime che coinvolge, appassiona e non ti fa staccare dallo schermo. Si possono trovare alcuni difetti, è vero, ma quando una serie riesce a conquistare fino a questo punto, allora deve essere premiata. Senza contare che, vista più nel dettaglio, contiene alcune riflessioni non proprio così leggere. Rese appositamente stereotipate per certi versi, ma in grado di celare una realtà bem più complessa.
Voto finale: 9 meno
Parlare della versione animata di "Akame ga Kill!" è un po' come parlare della prima versione animata di Fullmetal Alchemist, la cui trasposizione animata differiva incredibilmente col manga. In questo caso la fedeltà con l'opera originale è quasi totale, ma le necessità temporali hanno indotto alla creazione ex novo di un arco narrativo finale inedito.
"Akame ga Kill!" è un'opera della stagione estiva 2014 composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010 il quale ha ispirato il prequel nel 2013.
Trama: in un mondo alternativo in cui vivono creature mostruose e piante assai "particolari" vi è un impero corrotto che getta i suoi cittadini nella disperazione e nella rassegnazione. Tatsumi è un giovane fabbro che si dirige verso la capitale per guadagnare soldi affinché possa aiutare il suo villaggio. Il suo viaggio avrà dei risvolti inaspettati poiché, conoscendo i pericoli le insidie della vita di città, sarà reclutato presso i Night Raid, un'organizzazione di assassini il cui scopo è il rovesciamento dell'impero e la liberazione di tutti i cittadini dal suo giogo opprimente. Il ragazzo conoscerà i membri di questo gruppo e dovrà affrontare delle battaglie mortali (a suon di armi imperiali) per riportare la pace.
Grafica: buona nonostante qualche sbavatura. Ottime le ambientazioni, estremamente variegate e rispettose dello stile fantasy del manga. Il grado di dettaglio è più che buono ma talvolta sono visibili dei cali grafici. Le animazioni non presentano pecche di sorta, risultando rapide e fluide. Character design piuttosto fedele al manga, lo stesso dicasi per il monster design.
Sonoro: ottimo. Molto belle le opening, perfette per le atmosfere della serie. Ancor più belle le ending, con sonorità talvolta dolci, talvolta più raffinate e ricercate, su tutti gli strumenti spicca il pianoforte. OST epiche e suggestive, ottimi effetti sonori. Doppiaggio all'altezza delle produzioni migliori.
Personaggi: o li si ama, o li si odia. In ogni caso i personaggi di "Akame ga Kill!" risultano piuttosto ben caratterizzati (per gli standard di uno shōnen) sebbene appaiano stereotipati. Il fattore psicologico è mediamente presente, quello evolutivo lo è maggiormente. L'interazione è piuttosto buona.
Sceneggiatura: l'opera è una fedele trasposizione del manga fino al diciannovesimo episodio. Ciò che accade dall'episodio 20 al 24 è un'invenzione della serie animata. Questa scelta ha fatto storcere il naso a molti appassionati del manga e ha lasciato interdetti alcuni spettatori. Gli episodi inediti riscrivono la storia. Alcuni personaggi morti nel manga sono vivi e viceversa. Di fatto è un inedito di trama e sebbene tale scelta non risulti vincente a livello di gradimento, appare perfettamente logica, data l'uscita mensile dei capitoli del manga e dal fatto che il successo delle vendite avrebbe influenzato la presenza o meno di una seconda serie. Cosa che si è puntualmente verificata, dunque l'aver concluso l'opera prematuramente in un formato da ventiquattro episodi è stato lungimirante. A livello di gestione temporale si può parlare di linearità, con una scarsa presenza di flashback. Il ritmo si attesta a livelli piuttosto veloci. Le scene d'azione, crudeltà, violenza e morte si sprecano, talvolta con superficialità. È presente un moderato quantitativo di fanservice. I dialoghi sono in linea con la media degli shōnen contemporanei.
Finale: come dall'episodio 20 in poi, così il finale della serie è inventato di sana pianta (la serie animata si è conclusa prima del capitolo 53 del manga, il quale è tuttora in corso). Come finale potrà apparire artefatto (inutili gli ultimi istanti), tuttavia è senz'altro completo e conclude definitivamente l'opera. La serie animata di "Akame ga Kill!" non avrà alcun seguito.
In sitnesi: pur con tutti i suoi "stravolgimenti" rispetto al cartaceo, "Akame ga Kill!" risulta uno shōnen discreto e che sa intrattenere piuttosto bene. È molto probabile che quest'opera influenzi gli shōnen di prossima generazione, aumentando il livello di crudeltà e violenza, e nel contempo, trattando alcune tematiche in maniera più frivola e superficiale. L'opera è consigliabile agli amanti degli shōnen fantasy in cui gli elementi di commedia e violenza spiccano maniera preponderante.
"Akame ga Kill!" è un'opera della stagione estiva 2014 composta da ventiquattro episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2010 il quale ha ispirato il prequel nel 2013.
Trama: in un mondo alternativo in cui vivono creature mostruose e piante assai "particolari" vi è un impero corrotto che getta i suoi cittadini nella disperazione e nella rassegnazione. Tatsumi è un giovane fabbro che si dirige verso la capitale per guadagnare soldi affinché possa aiutare il suo villaggio. Il suo viaggio avrà dei risvolti inaspettati poiché, conoscendo i pericoli le insidie della vita di città, sarà reclutato presso i Night Raid, un'organizzazione di assassini il cui scopo è il rovesciamento dell'impero e la liberazione di tutti i cittadini dal suo giogo opprimente. Il ragazzo conoscerà i membri di questo gruppo e dovrà affrontare delle battaglie mortali (a suon di armi imperiali) per riportare la pace.
Grafica: buona nonostante qualche sbavatura. Ottime le ambientazioni, estremamente variegate e rispettose dello stile fantasy del manga. Il grado di dettaglio è più che buono ma talvolta sono visibili dei cali grafici. Le animazioni non presentano pecche di sorta, risultando rapide e fluide. Character design piuttosto fedele al manga, lo stesso dicasi per il monster design.
Sonoro: ottimo. Molto belle le opening, perfette per le atmosfere della serie. Ancor più belle le ending, con sonorità talvolta dolci, talvolta più raffinate e ricercate, su tutti gli strumenti spicca il pianoforte. OST epiche e suggestive, ottimi effetti sonori. Doppiaggio all'altezza delle produzioni migliori.
Personaggi: o li si ama, o li si odia. In ogni caso i personaggi di "Akame ga Kill!" risultano piuttosto ben caratterizzati (per gli standard di uno shōnen) sebbene appaiano stereotipati. Il fattore psicologico è mediamente presente, quello evolutivo lo è maggiormente. L'interazione è piuttosto buona.
Sceneggiatura: l'opera è una fedele trasposizione del manga fino al diciannovesimo episodio. Ciò che accade dall'episodio 20 al 24 è un'invenzione della serie animata. Questa scelta ha fatto storcere il naso a molti appassionati del manga e ha lasciato interdetti alcuni spettatori. Gli episodi inediti riscrivono la storia. Alcuni personaggi morti nel manga sono vivi e viceversa. Di fatto è un inedito di trama e sebbene tale scelta non risulti vincente a livello di gradimento, appare perfettamente logica, data l'uscita mensile dei capitoli del manga e dal fatto che il successo delle vendite avrebbe influenzato la presenza o meno di una seconda serie. Cosa che si è puntualmente verificata, dunque l'aver concluso l'opera prematuramente in un formato da ventiquattro episodi è stato lungimirante. A livello di gestione temporale si può parlare di linearità, con una scarsa presenza di flashback. Il ritmo si attesta a livelli piuttosto veloci. Le scene d'azione, crudeltà, violenza e morte si sprecano, talvolta con superficialità. È presente un moderato quantitativo di fanservice. I dialoghi sono in linea con la media degli shōnen contemporanei.
Finale: come dall'episodio 20 in poi, così il finale della serie è inventato di sana pianta (la serie animata si è conclusa prima del capitolo 53 del manga, il quale è tuttora in corso). Come finale potrà apparire artefatto (inutili gli ultimi istanti), tuttavia è senz'altro completo e conclude definitivamente l'opera. La serie animata di "Akame ga Kill!" non avrà alcun seguito.
In sitnesi: pur con tutti i suoi "stravolgimenti" rispetto al cartaceo, "Akame ga Kill!" risulta uno shōnen discreto e che sa intrattenere piuttosto bene. È molto probabile che quest'opera influenzi gli shōnen di prossima generazione, aumentando il livello di crudeltà e violenza, e nel contempo, trattando alcune tematiche in maniera più frivola e superficiale. L'opera è consigliabile agli amanti degli shōnen fantasy in cui gli elementi di commedia e violenza spiccano maniera preponderante.
Innanzitutto "Akame ga Kill!" è un anime che portava con se enormi aspettative, quantomeno per me, ed è per questo che forse il mio parere sarà un po più duro del necessario.
Per quanto riguarda la trama c'è un giovane ragazzo, Tatsumi, che si reca nella capitale per divenire ricco e aiutare il suo villaggio, diventa un assassino e insieme a i suoi nuovi compagni compie una strage. Poi non c'è molto altro da dire, la trama è lineare e si sviluppa tramite un'infinita sequela di combattimenti che spesso e volentieri hanno come unico punto di interesse quello di scoprire il particolare potere del personaggio. Ovviamente essendo un battle shonen è più o meno quello che ci si aspetterebbe tuttavia la pressoché totale mancanza di altri elementi narrativi si sente e come.
Per quanto riguarda il comparto tecnico è sicuramente molto valido, sia nella fluidità dei movimenti che nella spettacolarità dei paesaggi che nella realizzazione dei personaggi, comunque nulla di eccezionale contando che è un anime del 2014.
Infine ci sono i personaggi, ma dico io ma come si fa a far crepare 6 degli 8 personaggi principali in modi quasi del tutto ingiustificati tanto che fino al solito monologo del protagonista ci si chiede se siano morti davvero. Senza contare che o opti per uno comico fantasy con un pizzico di harem o per un drammatico, è impensabile che Tatsumi si disperi nel momento in cui muore un compagno e dopo 4 minuti tutti felici che ridono e scherzano.
Per finire quest'anime non mi ha lasciato altro che un senso di insoddisfazione come se dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro senza che però succeda nulla. La cosa peggiore è stato senza ombra di dubbio è stato il trattamento riservato ai personaggi, infatti già da metà della serie comprendi che non devi assolutamente affezionarti a nessuno perché è destinato al 90% ad una morte orribile, tanto ché arrivato all'ultima puntata l'unica cosa che ho pensato è stata "ammazza già è un miracolo che ci sono arrivati fin qui e non sono morti prima".
Per quanto riguarda la trama c'è un giovane ragazzo, Tatsumi, che si reca nella capitale per divenire ricco e aiutare il suo villaggio, diventa un assassino e insieme a i suoi nuovi compagni compie una strage. Poi non c'è molto altro da dire, la trama è lineare e si sviluppa tramite un'infinita sequela di combattimenti che spesso e volentieri hanno come unico punto di interesse quello di scoprire il particolare potere del personaggio. Ovviamente essendo un battle shonen è più o meno quello che ci si aspetterebbe tuttavia la pressoché totale mancanza di altri elementi narrativi si sente e come.
Per quanto riguarda il comparto tecnico è sicuramente molto valido, sia nella fluidità dei movimenti che nella spettacolarità dei paesaggi che nella realizzazione dei personaggi, comunque nulla di eccezionale contando che è un anime del 2014.
Infine ci sono i personaggi, ma dico io ma come si fa a far crepare 6 degli 8 personaggi principali in modi quasi del tutto ingiustificati tanto che fino al solito monologo del protagonista ci si chiede se siano morti davvero. Senza contare che o opti per uno comico fantasy con un pizzico di harem o per un drammatico, è impensabile che Tatsumi si disperi nel momento in cui muore un compagno e dopo 4 minuti tutti felici che ridono e scherzano.
Per finire quest'anime non mi ha lasciato altro che un senso di insoddisfazione come se dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro senza che però succeda nulla. La cosa peggiore è stato senza ombra di dubbio è stato il trattamento riservato ai personaggi, infatti già da metà della serie comprendi che non devi assolutamente affezionarti a nessuno perché è destinato al 90% ad una morte orribile, tanto ché arrivato all'ultima puntata l'unica cosa che ho pensato è stata "ammazza già è un miracolo che ci sono arrivati fin qui e non sono morti prima".
"Akame ga Kill!" è un manga di Takahiro dal quale è stato fatto un anime dalla White Fox.
La storia è molto semplice, inizia con Tatsumi, un giovane spadaccino, che entra nella capitale dell'impero lasciando il suo villaggio ormai in miseria, con lo scopo di guadagnare un po' di soldi e aiutare la sua gente. Nella capitale però si imbatte contro una grande corruzione che non si sarebbe aspettato, ed entra a far parte dei Nicht Raid, un gruppo di assassini che uccide benestanti e politici per cambiare il paese. All'inizio dell'anime difficilmente questo gruppo fallisce le sue missioni, ma nella seconda parte dell'anime entrano in gioco i Jeager, gruppo guidato da Esdeath, una veterana di molte battaglie, incaricata di uccidere i Nicht Raid per la pace dell'impero. I membri di entrambi i "team" dispongono di una Arma Imperiale a testa, armi potentissime e letali che vennero create per accrescere il potere dell'impero.
La storia può sembrare banale ma scorre molto velocemente fra combattimenti e vari colpi di scena. Sin dai primi episodi vediamo morire alcuni membri dei Nicht Raid, cosa che sinceramente non mi aspettavo, infatti mi sembrava il classico shōnen con i personaggi principali che non perdono mai una battaglia, e che riusciranno a sconfiggere il male senza troppi problemi, ma dopo i primi episodi mi sono dovuto ricredere. Infatti durante le loro missioni i Nicht Raid subiranno molte perdite, specialmente nella sessione finale dell'anime, ma la cosa che più mi ha colpito non sono le morti in sè per sè, ma i modi in cui muoiono, infatti "Akame ga Kill!" è pieno di morti crudeli subite anche da personaggi a cui ti eri affezionato, e che da un momento all'altro li vedi sparire insieme ai loro sogni, lasciandoti in testa molti interrogativi, e se siete come me, certe volte anche qualche lacrima. Questo perché di ogni personaggio principale viene accennato il suo passato, di quale a volte vorremmo sapere qualcosa di più. Tutto questo accompagnato da delle belle soundtrack e da disegni molto colorati che danno sempre la giusta atmosfera.
Tuttavia l'anime non è molto fedele al manga ne sono consapevole, a causa di un mancato successo. Dato che molte persone l'hanno sottovalutato, questo a portato a concludere l'anime alla svelta motivo per cui gli ultimi episodi sono un po' frettolosi.
Tutto sommato "Akame ga Kill!" è un buon anime, che malgrado le battute dei personaggi, è una storia triste e seria, non digeribile da tutti, ma che tutti dovrebbero provare a guardare.
La storia è molto semplice, inizia con Tatsumi, un giovane spadaccino, che entra nella capitale dell'impero lasciando il suo villaggio ormai in miseria, con lo scopo di guadagnare un po' di soldi e aiutare la sua gente. Nella capitale però si imbatte contro una grande corruzione che non si sarebbe aspettato, ed entra a far parte dei Nicht Raid, un gruppo di assassini che uccide benestanti e politici per cambiare il paese. All'inizio dell'anime difficilmente questo gruppo fallisce le sue missioni, ma nella seconda parte dell'anime entrano in gioco i Jeager, gruppo guidato da Esdeath, una veterana di molte battaglie, incaricata di uccidere i Nicht Raid per la pace dell'impero. I membri di entrambi i "team" dispongono di una Arma Imperiale a testa, armi potentissime e letali che vennero create per accrescere il potere dell'impero.
La storia può sembrare banale ma scorre molto velocemente fra combattimenti e vari colpi di scena. Sin dai primi episodi vediamo morire alcuni membri dei Nicht Raid, cosa che sinceramente non mi aspettavo, infatti mi sembrava il classico shōnen con i personaggi principali che non perdono mai una battaglia, e che riusciranno a sconfiggere il male senza troppi problemi, ma dopo i primi episodi mi sono dovuto ricredere. Infatti durante le loro missioni i Nicht Raid subiranno molte perdite, specialmente nella sessione finale dell'anime, ma la cosa che più mi ha colpito non sono le morti in sè per sè, ma i modi in cui muoiono, infatti "Akame ga Kill!" è pieno di morti crudeli subite anche da personaggi a cui ti eri affezionato, e che da un momento all'altro li vedi sparire insieme ai loro sogni, lasciandoti in testa molti interrogativi, e se siete come me, certe volte anche qualche lacrima. Questo perché di ogni personaggio principale viene accennato il suo passato, di quale a volte vorremmo sapere qualcosa di più. Tutto questo accompagnato da delle belle soundtrack e da disegni molto colorati che danno sempre la giusta atmosfera.
Tuttavia l'anime non è molto fedele al manga ne sono consapevole, a causa di un mancato successo. Dato che molte persone l'hanno sottovalutato, questo a portato a concludere l'anime alla svelta motivo per cui gli ultimi episodi sono un po' frettolosi.
Tutto sommato "Akame ga Kill!" è un buon anime, che malgrado le battute dei personaggi, è una storia triste e seria, non digeribile da tutti, ma che tutti dovrebbero provare a guardare.
"Akame ga Kill!" è un'anime del 2014, realizzato dallo studio White Fox, di 24 puntate, tratto dall'omonimo manga di Takahiro.
Nonostante si sia concluso in maniera diversa da quella del manga, che tuttora è in corso, e che io adoro, l'anime si è comunque dimostrato molto buono e con una alta dose di intrattenimento (e di morti violente, ma son dettagli).
La trama è semplice: Tatsumi è un giovane che si reca nella capitale imperiale con la speranza di racimolare qualche soldo da mandare al suo villaggio, che ne ha un disperato bisogno. Qui, Tatsumi, dopo una catena di eventi che non voglio spoilerare, vedrà quella che è la vera faccia dell'Impero, crudele e corrotta, e si unirà al gruppo di assassini Night Raid, che lavorano per l'esercito dei rivoluzionari, gruppo che vuole rovesciare l'Impero e creare una nazione in cui i cittadini possano vivere finalmente in pace.
La trama quindi, come potete vedere, non è estremamente complessa, anzi è molto semplice e diretta, ma non per questo sarà priva di mordente.
I personaggi risultano essere un tantinello stereotipati, ma comunque ben riusciti, anche se vi consiglio di NON affezionarvici, perchè molti moriranno nel giro di poche puntate. Voglio fare una menzione particolare per il personaggio di Esdeath, la sadica " generalessa " dell'Impero, tanto forte e spietata quanto, vedrete, stranamente " dolce " per alcuni aspetti, sicuramente uno dei miei personaggi preferiti della serie.
Dal punto di vista grafico la White Fox ha fatto un ottimo lavoro, anche se non molto fedele al manga e con un netto calo sulla parte finale, coincidente a quando smette di seguire la versione cartacea. Il sonoro è molto bello e coinvolgente così come le due opening (soprattutto la seconda) e le due ending.
I difetti maggiori che presenta questa serie sono purtroppo dovuti alla parte finale, che (forse a causa delle scarse vendite) si stacca in maniera netta dal manga, con l'intento da parte degli autori di far concludere l'intera storia nelle 24 puntate, senza lasciare aperte le possibilità per una seconda serie, scelta criticabile, ma per me comprensibile, visto che l'anime non è riuscito a far salire le vendite del manga, e l'anime stesso è stato un flop, quindi meglio concludere la storia, e fine.
La parte finale soffre di una serie di avvenimenti spesso affrettati e incoerenti, con buchi di trama in certi punti molto vistosi. La cosa che meno mi è piaciuta è stata sicuramente la quantità eccessiva di morti di personaggi principali per puntata, circa due/tre, fatte tra l'altro in maniera superficiale e anticlimatica, che quindi pecca della caratterizzazione e dello sviluppo che invece questi personaggi hanno nel manga. Se si passa sopra a questi difetti, e a un combattimento finale un pò forzato nella sua conclusione, il finale offre comunque una alta dose di spettacolarità, che io ho molto apprezzato. L'anime da tuttavia il meglio di sè negli episodi centrali fino al 19, dove si stacca e diventa originale.
In conclusione, "Akame ga Kill!" (e scusate se la recensione può apparire un pò superficiale, ma è la prima che faccio!) è un'anime che consiglio a chiunque ami il genere shonen, e a chiunque non dia fastidio una dose comunque alta di violenza e sangue. Se questo non vi dà fastidio, allora Akame vi saprà divertire e intrattenere, e anche emozionare, ma vi consiglio comunque, una volta conclusa la visione delle ventiquattro puntate, di recuperarvi il manga, decisamente superiore in tutti i frangenti, soprattutto perchè la parte dove l'anime si stacca, e che quindi taglia, è uno dei punti più alti di tutta la storia del manga, ed è un peccato lasciarsela sfuggire.
Mi sento comunque di dare un bell'otto alla versione animata del manga di Takahiro, perchè nonostante i difetti, mi ha comunque intrattenuto come poche altre serie sanno fare, e per me è motivo sufficiente per un bel voto.
Nonostante si sia concluso in maniera diversa da quella del manga, che tuttora è in corso, e che io adoro, l'anime si è comunque dimostrato molto buono e con una alta dose di intrattenimento (e di morti violente, ma son dettagli).
La trama è semplice: Tatsumi è un giovane che si reca nella capitale imperiale con la speranza di racimolare qualche soldo da mandare al suo villaggio, che ne ha un disperato bisogno. Qui, Tatsumi, dopo una catena di eventi che non voglio spoilerare, vedrà quella che è la vera faccia dell'Impero, crudele e corrotta, e si unirà al gruppo di assassini Night Raid, che lavorano per l'esercito dei rivoluzionari, gruppo che vuole rovesciare l'Impero e creare una nazione in cui i cittadini possano vivere finalmente in pace.
La trama quindi, come potete vedere, non è estremamente complessa, anzi è molto semplice e diretta, ma non per questo sarà priva di mordente.
I personaggi risultano essere un tantinello stereotipati, ma comunque ben riusciti, anche se vi consiglio di NON affezionarvici, perchè molti moriranno nel giro di poche puntate. Voglio fare una menzione particolare per il personaggio di Esdeath, la sadica " generalessa " dell'Impero, tanto forte e spietata quanto, vedrete, stranamente " dolce " per alcuni aspetti, sicuramente uno dei miei personaggi preferiti della serie.
Dal punto di vista grafico la White Fox ha fatto un ottimo lavoro, anche se non molto fedele al manga e con un netto calo sulla parte finale, coincidente a quando smette di seguire la versione cartacea. Il sonoro è molto bello e coinvolgente così come le due opening (soprattutto la seconda) e le due ending.
I difetti maggiori che presenta questa serie sono purtroppo dovuti alla parte finale, che (forse a causa delle scarse vendite) si stacca in maniera netta dal manga, con l'intento da parte degli autori di far concludere l'intera storia nelle 24 puntate, senza lasciare aperte le possibilità per una seconda serie, scelta criticabile, ma per me comprensibile, visto che l'anime non è riuscito a far salire le vendite del manga, e l'anime stesso è stato un flop, quindi meglio concludere la storia, e fine.
La parte finale soffre di una serie di avvenimenti spesso affrettati e incoerenti, con buchi di trama in certi punti molto vistosi. La cosa che meno mi è piaciuta è stata sicuramente la quantità eccessiva di morti di personaggi principali per puntata, circa due/tre, fatte tra l'altro in maniera superficiale e anticlimatica, che quindi pecca della caratterizzazione e dello sviluppo che invece questi personaggi hanno nel manga. Se si passa sopra a questi difetti, e a un combattimento finale un pò forzato nella sua conclusione, il finale offre comunque una alta dose di spettacolarità, che io ho molto apprezzato. L'anime da tuttavia il meglio di sè negli episodi centrali fino al 19, dove si stacca e diventa originale.
In conclusione, "Akame ga Kill!" (e scusate se la recensione può apparire un pò superficiale, ma è la prima che faccio!) è un'anime che consiglio a chiunque ami il genere shonen, e a chiunque non dia fastidio una dose comunque alta di violenza e sangue. Se questo non vi dà fastidio, allora Akame vi saprà divertire e intrattenere, e anche emozionare, ma vi consiglio comunque, una volta conclusa la visione delle ventiquattro puntate, di recuperarvi il manga, decisamente superiore in tutti i frangenti, soprattutto perchè la parte dove l'anime si stacca, e che quindi taglia, è uno dei punti più alti di tutta la storia del manga, ed è un peccato lasciarsela sfuggire.
Mi sento comunque di dare un bell'otto alla versione animata del manga di Takahiro, perchè nonostante i difetti, mi ha comunque intrattenuto come poche altre serie sanno fare, e per me è motivo sufficiente per un bel voto.
"Akame ga Kill" non è un anime per famiglie felici o per chi ama i lieto fini sdolcinati; Akame Ga Kill è un anime crudele, drammatico e che non lascia spazio alle smancerie. In ogni puntata, malgrado le gaffe e le battutine dei protagonisti, si può comunque percepire uno stato di "ansia", ogni missione per i personaggio può essere l'ultima il tutto farcito con splatter, sangue e arti che volano; certo da quanto punto di vista è un po' esagerato però si può sorvolare.
Ambientato in un regno ormai prossimo alla rovina, Tatsumi parte con due suoi amici per la capitale, sperando laggiù di trovare fortuna e un lavoro, così da poter risollevare le sorti del proprio villaggio. Ma giunto alla capitale, Tatsumi si rende conto che non è così rose e fiori poichè entra in contatto con una banda di assassini, i Night Raid che lo mettono al corrente dell'oscurità che avvolge il regno. Spinto dallo spirito di giustizia si unisce alla banda il cui scopo finale è uccidere il primo ministro, che di fatto comanda, e l'imperatore "fantoccio" (un bambino) che sottostà alle regole imposte dal ministro.
Oltre alle vicende dei protagonisti, nella seconda metà dell'anime appaiono nuovi antagonisti: gli Jeager, ovvero l'opposto dei Night Raid, essi contano di sconfiggere i protagonisti in nome "della giustizia" e qui possiamo notare la sottigliezza delle idee: entrambi i gruppi combattono per l'impero: chi per garantire un futuro migliore ai cittadini, chi per mantenere l'ordine e il dominio.
I "poteri magici" dei protagonisti sono dettati dalle Armi Imperiali, armi arcane che consentono all'utilizzatore di controllare gli elementi, o di avere armature invincibili e così via. Da questo punto di vista è molto apprezzato perchè almeno i poteri non sono campati per aria dal nulla. I combattimenti sono molto violenti e accompagnati da belle soundtrack in più, graficamente è molto curato e colorato con scene al fermo immagine stile i vecchi anime.
Nel complesso è bello, drammatico e "serio". Come ho scritto prima non lo consiglio a chi si aspetta un anime dove il bene vince sempre senza rischiare nulla e dove tutti vivono felici e contenti.
Ambientato in un regno ormai prossimo alla rovina, Tatsumi parte con due suoi amici per la capitale, sperando laggiù di trovare fortuna e un lavoro, così da poter risollevare le sorti del proprio villaggio. Ma giunto alla capitale, Tatsumi si rende conto che non è così rose e fiori poichè entra in contatto con una banda di assassini, i Night Raid che lo mettono al corrente dell'oscurità che avvolge il regno. Spinto dallo spirito di giustizia si unisce alla banda il cui scopo finale è uccidere il primo ministro, che di fatto comanda, e l'imperatore "fantoccio" (un bambino) che sottostà alle regole imposte dal ministro.
Oltre alle vicende dei protagonisti, nella seconda metà dell'anime appaiono nuovi antagonisti: gli Jeager, ovvero l'opposto dei Night Raid, essi contano di sconfiggere i protagonisti in nome "della giustizia" e qui possiamo notare la sottigliezza delle idee: entrambi i gruppi combattono per l'impero: chi per garantire un futuro migliore ai cittadini, chi per mantenere l'ordine e il dominio.
I "poteri magici" dei protagonisti sono dettati dalle Armi Imperiali, armi arcane che consentono all'utilizzatore di controllare gli elementi, o di avere armature invincibili e così via. Da questo punto di vista è molto apprezzato perchè almeno i poteri non sono campati per aria dal nulla. I combattimenti sono molto violenti e accompagnati da belle soundtrack in più, graficamente è molto curato e colorato con scene al fermo immagine stile i vecchi anime.
Nel complesso è bello, drammatico e "serio". Come ho scritto prima non lo consiglio a chi si aspetta un anime dove il bene vince sempre senza rischiare nulla e dove tutti vivono felici e contenti.
Io ci ho provato in tutti i modi. Ho evitato di troncarlo a metà, ho aspettato fino all'ultimo che mostrasse qualche segno di ripresa e ho persino riposto qualche timida speranza nella scoperta di un finale diverso da quello del manga, perché, magari, potesse perlomeno chiudere in degno modo una serie mediocre. Purtroppo a nulla è servita la mia caparbietà, e lo dico con amarezza; ci troviamo indubbiamente di fronte a uno dei peggiori lavori del 2014, un'opera banale, povera di contenuti, insensata, inutilmente violenta e oltremodo superficiale. A nulla è valsa la presenza alla regia di Tomoki Kobayashi, membro del rinomato trio che nel connubio con White Fox tre anni prima aveva dato vita alla splendida trasposizione di Steins;Gate, opera che tanto aveva impressionato pubblico e critica. In questo caso invece c'è ben poco da impressionare, l'ultima fatica del sopracitato studio, a dispetto delle aspettative, si è rivelata un fallimento totale su tutti i fronti, fuorché uno: alzare inutilmente l'asticella delle crudeltà gratuite, superare tutto quanto era già stato scritto in merito a spietatezza nei confronti dei personaggi. Ne sentivamo il bisogno? Non credo proprio, o perlomeno non di certo in questo modo.
Akame ga kill! è l'adattamento animato dell'omonimo manga, ideato da Takahiro e Tetsuya Tashiro. Le vicende si svolgono in un mondo alternativo, chiaramente influenzato dalla letteratura fantasy ma non privo di curiosi elementi moderni. Tatsumi, giovane spadaccino, giunge alla capitale dell'Impero dopo aver lasciato il proprio villaggio in rovina, col desiderio di diventare cavaliere e risollevare le sorti della sua gente. L'idea idilliaca che il giovane aveva della capitale fin da subito si scontra con la dura realtà: non si trova affatto avvolto da ricchezze facili, da onestà e rettitudine, ma solo circondato da tanta malvagità e corruzione. Dopo una serie di drammatici avvenimenti, Tatsumi viene a sapere che un ministro corrotto sta manovrando il giovanissimo imperatore per farsi i propri comodi, a scapito della popolazione: deciderà così di unirsi a una temuta banda di letali assassini, per riportare la giustizia nell'Impero.
Per prima cosa, è mio dovere avvertire l'ignaro lettore che, a dispetto di crudeltà varie, sangue e cattiveria, questo anime è di carattere spudoratamente, schifosamente shonen. Il protagonista, Tatsumi, non ha difetti; è giovane, bello, abile, coraggioso, gentile, simpatico (o perlomeno questa era l'idea), onesto, puro e guidato da nobili ideali come la giustizia e l'amicizia (immancabile). Il ministro, per contro, è invece un enorme agglomerato di tutti i peccati esistenti e anche qualcuno in più, senza un briciolo di umana compassione se non per la sua stessa pelle. Oltre alla solita contrapposizione buoni-cattivi, i comprimari fin dall'inizio appaiono perlopiù come macchiette utili solo a far contesto che ricalcano solidamente i più comuni stereotipi del genere, per poi affermarsi definitivamente come tali. La caratterizzazione è inesistente, e gli approfondimenti sul passato o sulle loro scelte di vita sono relegati a qualche secondo di sequenza frammentato e spesso incomprensibile, segno che gli stessi autori non avevano le idee chiare su dove avessero intenzione di andare a parare; di conseguenza, quando le idee scarseggiano, cominciano ad abbondare altri elementi, come siparietti comici di dubbia utilità e per giunta neanche divertenti, o il grasso harem formatosi attorno a Tatsumi (ma guarda), sul quale eviterei di sprecare ulteriori parole. Da segnalare anche la triste presenza di diversi villain che sembravano promettere chissà che svolte, ma che sono stati liquidati in men che non si dica, senza lasciare allo spettatore neanche il piacere di un bello scontro.
Ma veniamo alla trama. Da uno spunto simile, peraltro non propriamente originale, avrebbe potuto nascere uno sviluppo di ottima fattura se adeguatamente trattato; in questo caso invece l'intreccio viene sbrodolato in modo lineare, superficiale, incredibilmente frettoloso, senza lasciare il benché minimo spazio al naturale sviluppo di trama e personaggi, ammucchiando combattimenti (per giunta spesso animati male, con un semplice susseguirsi di immagini statiche) e scenette comiche senza il minimo ordine. Un vero e proprio pasticcio, ulteriormente aggravato alle battute finali, quando gli sceneggiatori non sapendo più che pesci pigliare si sono dati alla creazione di un epilogo originale, con risultati ancor più disastrosi: la coerenza viene completamente meno, il filo conduttore si fa annebbiato e una marea di situazioni improbabili e a tratti ridicole ha la meglio, senza contare tutte le morti inutili e facilmente evitabili. Perché adesso arriviamo alla (forse unica) cosa che colpisce di questa serie: la crudeltà ingiustificata. Prendiamo per un attimo Berserk: faccio questo breve paragone in quanto Kentaro Miura è risaputamente un autore che non si è mai fatto problemi a straziare e a torturare i suoi personaggi, fisicamente e psicologicamente, con risultati spesso di grande impatto emotivo anche per il lettore più imperturbabile. Ma in quel caso una simile spietatezza ha uno scopo ben preciso, ovvero quello di esplorare la natura umana nei suoi lati migliori e peggiori, e riflettere con cinismo sull'illusorietà del libero arbitrio e del destino; di conseguenza tutta la violenza perpetrata va adeguatamente letta e filtrata. Qual è invece lo scopo di Akame ga kill!? Per metà degli episodi infatti assisteremo in modo esasperato, ridondante, alle atroci uccisioni dei protagonisti descritte con dovizia di particolari, spesso accompagnate da una riflessione strappalacrime del diretto interessato in punto di morte, per suscitare un'empatia che altrimenti non ci sarebbe. Ma qual è il senso di tutto ciò? Che cosa ci vuole comunicare l'autore? Che forse il bene vince sul male ma sono necessari dei sacrifici? Un po' forzata come ipotesi. Io credo piuttosto che sia semplicemente un mero espediente per sconvolgere lo spettatore, per eccitarlo, per disturbarlo, ma in definitiva per distoglierlo dalle profonde lacune che la sceneggiatura si trascina dietro e dalla pochezza di fondo. Dopodiché, ai posteri l'ardua sentenza; io la chiuderei qua.
Voto finale: quattro. E mi sento anche buono.
Akame ga kill! è l'adattamento animato dell'omonimo manga, ideato da Takahiro e Tetsuya Tashiro. Le vicende si svolgono in un mondo alternativo, chiaramente influenzato dalla letteratura fantasy ma non privo di curiosi elementi moderni. Tatsumi, giovane spadaccino, giunge alla capitale dell'Impero dopo aver lasciato il proprio villaggio in rovina, col desiderio di diventare cavaliere e risollevare le sorti della sua gente. L'idea idilliaca che il giovane aveva della capitale fin da subito si scontra con la dura realtà: non si trova affatto avvolto da ricchezze facili, da onestà e rettitudine, ma solo circondato da tanta malvagità e corruzione. Dopo una serie di drammatici avvenimenti, Tatsumi viene a sapere che un ministro corrotto sta manovrando il giovanissimo imperatore per farsi i propri comodi, a scapito della popolazione: deciderà così di unirsi a una temuta banda di letali assassini, per riportare la giustizia nell'Impero.
Per prima cosa, è mio dovere avvertire l'ignaro lettore che, a dispetto di crudeltà varie, sangue e cattiveria, questo anime è di carattere spudoratamente, schifosamente shonen. Il protagonista, Tatsumi, non ha difetti; è giovane, bello, abile, coraggioso, gentile, simpatico (o perlomeno questa era l'idea), onesto, puro e guidato da nobili ideali come la giustizia e l'amicizia (immancabile). Il ministro, per contro, è invece un enorme agglomerato di tutti i peccati esistenti e anche qualcuno in più, senza un briciolo di umana compassione se non per la sua stessa pelle. Oltre alla solita contrapposizione buoni-cattivi, i comprimari fin dall'inizio appaiono perlopiù come macchiette utili solo a far contesto che ricalcano solidamente i più comuni stereotipi del genere, per poi affermarsi definitivamente come tali. La caratterizzazione è inesistente, e gli approfondimenti sul passato o sulle loro scelte di vita sono relegati a qualche secondo di sequenza frammentato e spesso incomprensibile, segno che gli stessi autori non avevano le idee chiare su dove avessero intenzione di andare a parare; di conseguenza, quando le idee scarseggiano, cominciano ad abbondare altri elementi, come siparietti comici di dubbia utilità e per giunta neanche divertenti, o il grasso harem formatosi attorno a Tatsumi (ma guarda), sul quale eviterei di sprecare ulteriori parole. Da segnalare anche la triste presenza di diversi villain che sembravano promettere chissà che svolte, ma che sono stati liquidati in men che non si dica, senza lasciare allo spettatore neanche il piacere di un bello scontro.
Ma veniamo alla trama. Da uno spunto simile, peraltro non propriamente originale, avrebbe potuto nascere uno sviluppo di ottima fattura se adeguatamente trattato; in questo caso invece l'intreccio viene sbrodolato in modo lineare, superficiale, incredibilmente frettoloso, senza lasciare il benché minimo spazio al naturale sviluppo di trama e personaggi, ammucchiando combattimenti (per giunta spesso animati male, con un semplice susseguirsi di immagini statiche) e scenette comiche senza il minimo ordine. Un vero e proprio pasticcio, ulteriormente aggravato alle battute finali, quando gli sceneggiatori non sapendo più che pesci pigliare si sono dati alla creazione di un epilogo originale, con risultati ancor più disastrosi: la coerenza viene completamente meno, il filo conduttore si fa annebbiato e una marea di situazioni improbabili e a tratti ridicole ha la meglio, senza contare tutte le morti inutili e facilmente evitabili. Perché adesso arriviamo alla (forse unica) cosa che colpisce di questa serie: la crudeltà ingiustificata. Prendiamo per un attimo Berserk: faccio questo breve paragone in quanto Kentaro Miura è risaputamente un autore che non si è mai fatto problemi a straziare e a torturare i suoi personaggi, fisicamente e psicologicamente, con risultati spesso di grande impatto emotivo anche per il lettore più imperturbabile. Ma in quel caso una simile spietatezza ha uno scopo ben preciso, ovvero quello di esplorare la natura umana nei suoi lati migliori e peggiori, e riflettere con cinismo sull'illusorietà del libero arbitrio e del destino; di conseguenza tutta la violenza perpetrata va adeguatamente letta e filtrata. Qual è invece lo scopo di Akame ga kill!? Per metà degli episodi infatti assisteremo in modo esasperato, ridondante, alle atroci uccisioni dei protagonisti descritte con dovizia di particolari, spesso accompagnate da una riflessione strappalacrime del diretto interessato in punto di morte, per suscitare un'empatia che altrimenti non ci sarebbe. Ma qual è il senso di tutto ciò? Che cosa ci vuole comunicare l'autore? Che forse il bene vince sul male ma sono necessari dei sacrifici? Un po' forzata come ipotesi. Io credo piuttosto che sia semplicemente un mero espediente per sconvolgere lo spettatore, per eccitarlo, per disturbarlo, ma in definitiva per distoglierlo dalle profonde lacune che la sceneggiatura si trascina dietro e dalla pochezza di fondo. Dopodiché, ai posteri l'ardua sentenza; io la chiuderei qua.
Voto finale: quattro. E mi sento anche buono.
"Akame ga Kill!" è stato un titolo molto atteso del periodo estivo 2014 e si definisce un anime d'azione, drammatico e splatter. Proprio per queste premesse fin dal primo episodio sono rimasto piuttosto perplesso.
Inizialmente quest'opera appare come il tipico anime harem peggio stereotipato, in cui il personaggio principale è circondato da un gruppo di belle assassine. Passiamo dalla ragazzina viziata e scontrosa al maschiaccio più alla mano e simpatico, da quella più fredda e distaccata a quella più dolce e svampita. Senza farci mancare nessuna macchietta, nel gruppo abbiamo anche il tipico omone forte e muscoloso ma dal cuore tenero e gentile.
Con il passare delle puntate "Akame ga Kill!" si conferma l'anime superficiale e scontato cui appariva sin dall'inizio, l'eccellente grafica e disegni non bastano a sollevare il voto complessivo dell'opera.
Il problema principale di quest'anime è che si basa (o almeno cerca di farlo) sui sentimenti, sulle riflessioni e sulle vicissitudini dei vari protagonisti. Niente di meno azzeccato in un mondo in cui i personaggi hanno uno spessore psicologico pressoché inesistente e accompagnati da una sceneggiatura non certo migliore. Troviamo infatti villain sociopatici che diventano dolci e amorevoli creature da una puntata all'altra, e i nostri protagonisti (segnati da lacrime e scontri sanguinosi) che conducono una vita da assassini mentre vanno in giro a fare shopping allegramente o a preparare pranzetti deliziosi. Ridicolo.
Questo lato grottesco dell'anime si mostra specialmente nelle prime puntate dove si alternano scene pseudo-comiche ad altre più dark' e splatter senza alcuna coerenza.
Compare ogni tanto un qualche accenno ad una riflessione, un analisi del mondo spietato in cui vivono… argomenti potenzialmente interessanti e degni di un seinen se sviluppati decentemente. Ma, un accenno appunto, perché nella scena successiva si passa come sempre a scene superficiali e/o fan service che ne ammazzano completamente il filo di pensiero.
Un punto a favore di "Akame ga Kill!" è sicuramente l' ottima realizzazione dei combattimenti grazie al notevole aspetto grafico e sonoro. Questo permette perlomeno un più godibile scorrere delle puntate.
In definitiva è un titolo con una trama di base che sarebbe potuta diventare interessante ma che si è rifugiata in uno stile commerciale fatto di fan service, harem-love, comicità e sangue (no-sense). Tutto in un unico minestrone mal assortito.
Un voto finale che non può raggiungere la sufficienza: 5,5.
Inizialmente quest'opera appare come il tipico anime harem peggio stereotipato, in cui il personaggio principale è circondato da un gruppo di belle assassine. Passiamo dalla ragazzina viziata e scontrosa al maschiaccio più alla mano e simpatico, da quella più fredda e distaccata a quella più dolce e svampita. Senza farci mancare nessuna macchietta, nel gruppo abbiamo anche il tipico omone forte e muscoloso ma dal cuore tenero e gentile.
Con il passare delle puntate "Akame ga Kill!" si conferma l'anime superficiale e scontato cui appariva sin dall'inizio, l'eccellente grafica e disegni non bastano a sollevare il voto complessivo dell'opera.
Il problema principale di quest'anime è che si basa (o almeno cerca di farlo) sui sentimenti, sulle riflessioni e sulle vicissitudini dei vari protagonisti. Niente di meno azzeccato in un mondo in cui i personaggi hanno uno spessore psicologico pressoché inesistente e accompagnati da una sceneggiatura non certo migliore. Troviamo infatti villain sociopatici che diventano dolci e amorevoli creature da una puntata all'altra, e i nostri protagonisti (segnati da lacrime e scontri sanguinosi) che conducono una vita da assassini mentre vanno in giro a fare shopping allegramente o a preparare pranzetti deliziosi. Ridicolo.
Questo lato grottesco dell'anime si mostra specialmente nelle prime puntate dove si alternano scene pseudo-comiche ad altre più dark' e splatter senza alcuna coerenza.
Compare ogni tanto un qualche accenno ad una riflessione, un analisi del mondo spietato in cui vivono… argomenti potenzialmente interessanti e degni di un seinen se sviluppati decentemente. Ma, un accenno appunto, perché nella scena successiva si passa come sempre a scene superficiali e/o fan service che ne ammazzano completamente il filo di pensiero.
Un punto a favore di "Akame ga Kill!" è sicuramente l' ottima realizzazione dei combattimenti grazie al notevole aspetto grafico e sonoro. Questo permette perlomeno un più godibile scorrere delle puntate.
In definitiva è un titolo con una trama di base che sarebbe potuta diventare interessante ma che si è rifugiata in uno stile commerciale fatto di fan service, harem-love, comicità e sangue (no-sense). Tutto in un unico minestrone mal assortito.
Un voto finale che non può raggiungere la sufficienza: 5,5.
Ci sono opere d'animazione giapponese che in un modo o nell'altro fanno parlare di sé per i motivi più disparati: la qualità visiva, la trama, la colonna sonora...e poi c'è Akame ga Kill che si fa conoscere per un unica, a mio parere, caratteristica ovvero l'immotivata spietatezza.
Tatsumi è un giovane in cerca di fortuna per risollevare le sorti del proprio villaggio, non molto ricco, e pertanto parte per la capitale dell'impero dove spera di trovare lavoro. Una volta arrivato nella grande città viene accolto da una ricca famiglia che lo ospita per la notte, ma proprio quella notte la casa verrà attaccata da un gruppo di assassini chiamati Night Raid e Tatsumi affronterà uno di questi, Akame, una giovane e misteriosa ragazza. Scoprirà che nulla è come sembra e che la capitale nasconde una malvagità senza pari della quale Tatsumi era completamente all'oscuro e che lo metterà su una strada completamente diversa da quella che pensava di intraprendere. La storia subirà una svolta da subito e presto si capirà come mai Akame ga Kill ha fatto tanta scena negli ultimi mesi.
Dopo tutto il tempo passato a visionare questo anime credo di aver perso ogni volontà di affezionarmi ai personaggi delle storie di fantasia in generale, visto ciò di cui sono capaci gli autori, ma andiamo con ordine. Vorrei precisare che ad un certo punto anime e manga si discostano parecchio l'uno dall'altro, ma il manga è, al momento in cui scrivo questa recensione, ancora in corso, di conseguenza non sono in grado di fare paragoni. L'anime si visiona molto facilmente, gli episodi sono chiari e senza troppi fronzoli pur mantenendo cliché francamente evitabili. Tanto per fare qualche esempio i gestori di un bordello saranno due tizi in giacca e cravatta facilissimamente collegabili allo yakuza standard, i cibi saranno essenzialmente ripresi da ricette giapponesi, le terme anche qui e gli stereotipi caratteriali si svendono senza ritegno, il tutto in un contesto dove il Giappone non c'entra assolutamente nulla visto che le location sono di pura fantasia tendente all'occidentale.
Ma le caratteristiche di cui sopra sono irrilevanti a confronto di ciò che accade durante la storia. Il mio personale consiglio per chi si appresta alla visione dell'anime in questione è di non affezionarsi a nessuno, NESSUNO. Ad un certo punto si arriva a pensare non tanto a cosa succederà nell'episodio seguente ma a chi ci morirà (tra buoni e/o cattivi). Non ce n'è per nessuno, e nel manga per certi versi anche peggio. Direte voi "non è un difetto, fa parte dell'anime" e qui casca l'asino perché Akame ga Kill preso alla leggera è un anime come tanti, ma chi li visiona per passione e col passare degli episodi e del tempo ci si affeziona la questione è totalmente diversa. Credo sia stata una scelta voluta più per interessi che non per narrazione quella di immettere tanta spietatezza in un anime in fin dei conti non cosi originale in linea generale. Dico questo perché alcuni personaggi fanno una fine insensata e orribile senza che si abbia il tempo di impararne i nomi... sembrerà troppo diretto detto in questo modo ma non posso fare altrimenti.
Da un punto di vista tecnico Akame ga Kill si comporta bene nella maggior parte delle situazioni e molto bene in poche altre. I colori ritengo siano troppo accesi e sembra quasi sia un effetto voluto al fine di distinguere i vari personaggi, ad esempio Mein oltre ad avere i capelli rosa ha anche i vestiti di quel colore, Leone bionda e vestiti/pelliccia tendenti al giallo e cosi via. Disegni discreti, non originalissimi e poco ispirati fanno il loro dovere senza rimanere impressi per bellezza complessiva, idem per i fondali. Le animazioni danno il loro meglio nelle scene d'azione dove in alcuni momenti risultano sorprendentemente fluide e spettacolari. Effetti sonori buoni, opening/ending orecchiabili ma c'è di meglio, si finirà col dimenticarle ma si tratta di gusti personali. Complessivamente il lavoro svolto è buono ma lontano dall'essere memorabile.
Sono una persona che si affeziona facilmente alle storie e ai personaggi, Akame ga Kill è riuscita nel difficile intento di farmi smettere. Arrivato all'ultimo episodio non sapevo cosa provare al di là di un profondo sconforto e una lieve tristezza dovuta al ricordo di personaggi che non c'erano più. E' un anime che divide il pubblico sul voto e sulle preferenze tra anime e manga e continuerà a farlo ma il punto è che almeno nella versione animata Akame ga Kill è tutto fuorché un capolavoro. Per tutta una serie di scelte narrative assai discutibili e per una strana e oserei dire disgustosa venerazione da parte di una fetta di pubblico per la cattiva di turno mi sono ritrovato difronte ad un'opera estremamente difficile da valutare, tuttavia ciò che rimane non è semplicemente un numero ma una sottile tristezza mista a rabbia.
Tatsumi è un giovane in cerca di fortuna per risollevare le sorti del proprio villaggio, non molto ricco, e pertanto parte per la capitale dell'impero dove spera di trovare lavoro. Una volta arrivato nella grande città viene accolto da una ricca famiglia che lo ospita per la notte, ma proprio quella notte la casa verrà attaccata da un gruppo di assassini chiamati Night Raid e Tatsumi affronterà uno di questi, Akame, una giovane e misteriosa ragazza. Scoprirà che nulla è come sembra e che la capitale nasconde una malvagità senza pari della quale Tatsumi era completamente all'oscuro e che lo metterà su una strada completamente diversa da quella che pensava di intraprendere. La storia subirà una svolta da subito e presto si capirà come mai Akame ga Kill ha fatto tanta scena negli ultimi mesi.
Dopo tutto il tempo passato a visionare questo anime credo di aver perso ogni volontà di affezionarmi ai personaggi delle storie di fantasia in generale, visto ciò di cui sono capaci gli autori, ma andiamo con ordine. Vorrei precisare che ad un certo punto anime e manga si discostano parecchio l'uno dall'altro, ma il manga è, al momento in cui scrivo questa recensione, ancora in corso, di conseguenza non sono in grado di fare paragoni. L'anime si visiona molto facilmente, gli episodi sono chiari e senza troppi fronzoli pur mantenendo cliché francamente evitabili. Tanto per fare qualche esempio i gestori di un bordello saranno due tizi in giacca e cravatta facilissimamente collegabili allo yakuza standard, i cibi saranno essenzialmente ripresi da ricette giapponesi, le terme anche qui e gli stereotipi caratteriali si svendono senza ritegno, il tutto in un contesto dove il Giappone non c'entra assolutamente nulla visto che le location sono di pura fantasia tendente all'occidentale.
Ma le caratteristiche di cui sopra sono irrilevanti a confronto di ciò che accade durante la storia. Il mio personale consiglio per chi si appresta alla visione dell'anime in questione è di non affezionarsi a nessuno, NESSUNO. Ad un certo punto si arriva a pensare non tanto a cosa succederà nell'episodio seguente ma a chi ci morirà (tra buoni e/o cattivi). Non ce n'è per nessuno, e nel manga per certi versi anche peggio. Direte voi "non è un difetto, fa parte dell'anime" e qui casca l'asino perché Akame ga Kill preso alla leggera è un anime come tanti, ma chi li visiona per passione e col passare degli episodi e del tempo ci si affeziona la questione è totalmente diversa. Credo sia stata una scelta voluta più per interessi che non per narrazione quella di immettere tanta spietatezza in un anime in fin dei conti non cosi originale in linea generale. Dico questo perché alcuni personaggi fanno una fine insensata e orribile senza che si abbia il tempo di impararne i nomi... sembrerà troppo diretto detto in questo modo ma non posso fare altrimenti.
Da un punto di vista tecnico Akame ga Kill si comporta bene nella maggior parte delle situazioni e molto bene in poche altre. I colori ritengo siano troppo accesi e sembra quasi sia un effetto voluto al fine di distinguere i vari personaggi, ad esempio Mein oltre ad avere i capelli rosa ha anche i vestiti di quel colore, Leone bionda e vestiti/pelliccia tendenti al giallo e cosi via. Disegni discreti, non originalissimi e poco ispirati fanno il loro dovere senza rimanere impressi per bellezza complessiva, idem per i fondali. Le animazioni danno il loro meglio nelle scene d'azione dove in alcuni momenti risultano sorprendentemente fluide e spettacolari. Effetti sonori buoni, opening/ending orecchiabili ma c'è di meglio, si finirà col dimenticarle ma si tratta di gusti personali. Complessivamente il lavoro svolto è buono ma lontano dall'essere memorabile.
Sono una persona che si affeziona facilmente alle storie e ai personaggi, Akame ga Kill è riuscita nel difficile intento di farmi smettere. Arrivato all'ultimo episodio non sapevo cosa provare al di là di un profondo sconforto e una lieve tristezza dovuta al ricordo di personaggi che non c'erano più. E' un anime che divide il pubblico sul voto e sulle preferenze tra anime e manga e continuerà a farlo ma il punto è che almeno nella versione animata Akame ga Kill è tutto fuorché un capolavoro. Per tutta una serie di scelte narrative assai discutibili e per una strana e oserei dire disgustosa venerazione da parte di una fetta di pubblico per la cattiva di turno mi sono ritrovato difronte ad un'opera estremamente difficile da valutare, tuttavia ciò che rimane non è semplicemente un numero ma una sottile tristezza mista a rabbia.
Dopo High School of The Dead credevo davvero che non ci sarebbe più stato un altro anime tanto sanguinario e macabro; sebbene ci sia stato un tentativo esperito da Shigeki no Kyoijin, ma pantagruelicamente lungagginoso e mai vincente. Akame ga kill, invece, ha infranto qualsiasi obiettivo prefisso e qualunque aspettativa.
Sin dai disegni, è già un anime che vale; la trama viene esposta in terza persona con luci e ombre dall'una e dall'altra parte: la divergenza di pensiero è punto sostanziale di quest'opera e puntualmente riproposta. I personaggi hanno molta personalità e vien lasciato loro spazio di espressione, dando un forte incentivo al protagonista che diventerà sempre più essenziale nella storia: un protagonista alla Optimus Prime della serie "Vi salverò tutti".
La parte brutta e triste dell'anime sono gli amici-compagni di Tatsumi che muoiono: ci si rimane così male per via della maniera inaspettata; dell'affetto che riescono a trasmettere... Ci si rimane così male da voler chiudere il programma d'esecuzione del video e mandar tutto in malora. Tuttavia, tutto rimane in gioco e in bilico, tra una battaglia e l'altra, tra una perdita atroce e una vittoria di Pirro. C'è stile persino tra gli antagonisti (se tali si possono definire).
Spettacolari i combattimenti dalle armi tanto favolose quanto melense a seconda delle situazioni; mentre sono divertenti ed originali i siparietti tra Mine e Tatsumi, insieme al povero sfigato Lubback e l'ossessionato Susanoo.
Inoltre, gli episodi sono così coinvolgenti che non sembra neppure che passino i venti minuti o meglio, che scorrano troppo velocemente. Sono questi gli anime che invogliano lo spettatore a catapultarsi dentro lo schermo, a non volere che la serie termini, a volere inventare la storia anche se essa finisce.
Trascinante, conivolgente, unico, sanguinario e terribilmente appariscente: 10.
N. B. Deliziosa Mine imbarazzata nell'episodio 19.
Sin dai disegni, è già un anime che vale; la trama viene esposta in terza persona con luci e ombre dall'una e dall'altra parte: la divergenza di pensiero è punto sostanziale di quest'opera e puntualmente riproposta. I personaggi hanno molta personalità e vien lasciato loro spazio di espressione, dando un forte incentivo al protagonista che diventerà sempre più essenziale nella storia: un protagonista alla Optimus Prime della serie "Vi salverò tutti".
La parte brutta e triste dell'anime sono gli amici-compagni di Tatsumi che muoiono: ci si rimane così male per via della maniera inaspettata; dell'affetto che riescono a trasmettere... Ci si rimane così male da voler chiudere il programma d'esecuzione del video e mandar tutto in malora. Tuttavia, tutto rimane in gioco e in bilico, tra una battaglia e l'altra, tra una perdita atroce e una vittoria di Pirro. C'è stile persino tra gli antagonisti (se tali si possono definire).
Spettacolari i combattimenti dalle armi tanto favolose quanto melense a seconda delle situazioni; mentre sono divertenti ed originali i siparietti tra Mine e Tatsumi, insieme al povero sfigato Lubback e l'ossessionato Susanoo.
Inoltre, gli episodi sono così coinvolgenti che non sembra neppure che passino i venti minuti o meglio, che scorrano troppo velocemente. Sono questi gli anime che invogliano lo spettatore a catapultarsi dentro lo schermo, a non volere che la serie termini, a volere inventare la storia anche se essa finisce.
Trascinante, conivolgente, unico, sanguinario e terribilmente appariscente: 10.
N. B. Deliziosa Mine imbarazzata nell'episodio 19.
Akame ga Kill! è, a detta di molti, il miglior anime della stagione ma a riguardo avrei molto da ridire, ma andiamo con ordine.
La trama: Tatsumi, un ragazzo molto abile con la spada, decide di lasciare il suo piccolo villaggio per andare alla tanto desiderata capitale per entrare nella guardia reale e guadagnare i soldi necessari al sostentamento del suo villaggio. Accolto da una ricca famiglia, crede di poter, grazie ad essa, entrare facilmente nella guardia, non sapendo che i suoi ospiti sono rapitori di viandanti. Un gruppo di Assassini "buoni", i Night Raid, sapendo delle macabre abitudini della famiglia, la visitano con l'intendo di uccidere i membri. Tatsumi decide allora di unirsi a loro, dopo aver smascherato la scellerata vita condotta nella capitale.
La trama è molto bella, Akame ga Kill! si sarebbe potuto sviluppare come un seinen di tutto rispetto. Purtroppo non è andata così. I personaggi hanno delle "Armi Imperiali", armi magiche con poteri particolari anche abbastanza appariscenti, degne di un battle shonen qualsiasi, che inoltre vengono in seguito potenziate. Per aggravare la situazione, vengono aggiunti elementi random di un classico seinen in quantità eccessiva: tette e sangue. Iniziano a morire personaggi senza che lo spettatore si possa affezionare, per cui risultano essere morti futili.
Passando ai pro di questo anime, posso dire che il disegno è davvero bello, come le musiche, e le scene d'azione sono fatte molto bene. Inoltre i personaggi sono tutti molto diversi tra loro, unica pecca è il fatto che non sono stati presentati molto. Senza i power up casuali e la pretesa di essere un seinen sarebbe senza dubbio rientrato tra i miei anime favoriti.
La trama: Tatsumi, un ragazzo molto abile con la spada, decide di lasciare il suo piccolo villaggio per andare alla tanto desiderata capitale per entrare nella guardia reale e guadagnare i soldi necessari al sostentamento del suo villaggio. Accolto da una ricca famiglia, crede di poter, grazie ad essa, entrare facilmente nella guardia, non sapendo che i suoi ospiti sono rapitori di viandanti. Un gruppo di Assassini "buoni", i Night Raid, sapendo delle macabre abitudini della famiglia, la visitano con l'intendo di uccidere i membri. Tatsumi decide allora di unirsi a loro, dopo aver smascherato la scellerata vita condotta nella capitale.
La trama è molto bella, Akame ga Kill! si sarebbe potuto sviluppare come un seinen di tutto rispetto. Purtroppo non è andata così. I personaggi hanno delle "Armi Imperiali", armi magiche con poteri particolari anche abbastanza appariscenti, degne di un battle shonen qualsiasi, che inoltre vengono in seguito potenziate. Per aggravare la situazione, vengono aggiunti elementi random di un classico seinen in quantità eccessiva: tette e sangue. Iniziano a morire personaggi senza che lo spettatore si possa affezionare, per cui risultano essere morti futili.
Passando ai pro di questo anime, posso dire che il disegno è davvero bello, come le musiche, e le scene d'azione sono fatte molto bene. Inoltre i personaggi sono tutti molto diversi tra loro, unica pecca è il fatto che non sono stati presentati molto. Senza i power up casuali e la pretesa di essere un seinen sarebbe senza dubbio rientrato tra i miei anime favoriti.