Dio ti benedica FullMetalCat.
Se non sbaglio in modo analogo pure il fenomeno hikikomori è considerato una malattia (che sia riconosciuta o meno non lo so) nonostante gli affetti siano in maggioranza giapponesi.
Sono un medico e vorrei chiarire alcuni punti:
Il gaming disorder rientra nelle patologie psichiatriche, così come la ludopatia o l'alcolismo per capirci, nella sottocategoria dei disturbi da dipendenza. Le malattie psichiatriche, a differenza di altre, mancano di alterazioni organiche rilevabili con gli esami standard, come le radiografie o gli esami del sangue. Per questo motivo sono stati stilati per i vari disturbi psichiatrici dei requisiti sintomatici per poter categorizzare il paziente in questo o quell'altro disturbo. Non sempre la distinzione è netta, esistono anche forme miste di disturbo, spesso legato a disturbi d'ansia o depressione. Più che all'ICD11 citato nell'articolo (che è la International Calssification of Diseases, comprendente anche malattie come il diabete o l'asma) è meglio fare riferimento al DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quindi più specifico per il disturbo in esame) attualmente aggiornato alla quinta edizione.
I criteri proposti per la diagnosi comprendono i seguenti sintomi:
- Ossessione di giocare
- Segni di isolamento quando non è possibile giocare o il gioco viene sottratto (tristezza, ansia, irritabilità)
- Tolleranza, ovvero la necessità di giocare sempre di più per sentirsi soddisfatti. (La tolleranza è un termine tecnico usato anche per la dipendenza da droghe, la necessità di aumentare la dose)
-Incapacità di ridurre il tempo di gioco, infruttuosi tentativi di smettere
-Cessazione di altre attività, perdita di interesse in attività dapprima giudicate piacevoli per dedicarsi al gioco
- Continuare a giocare nonostante altri problemi
- Mentire ai membri della famiglia o altri sul quantitativo di tempo passato a giocare
- L'uso dei vidogiochi per mitigare stati d'animo negativi, quali colpevolezza o assenza di speranza
- Rischio di compromettere o avvenuta compromissione di una relazione o dell'attività lavorativa a causa dei videogiochi.
Con questo si può dedurre che si tratta di un disturbo serio ed estremo. Non è intenzione di nessun professionista della classe medica mettere i videogiochi al bando, tanto che diversi studi ne hanno comprovato l'utilità nella gestione terapeutica di pazienti con disabilità visiva parziale o pazienti affetti da malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer. Va però riconosciuto che la dipendenza da essi, così come per altre cose è un disturbo potenzialmente grave, capace di annientare la vita di una persona e per tale ragione merita di essere classificato come malattia, per permettere alle persone che ne soffrono di intraprendere un giusto percorso di riabilitazione.
Ringrazio Gamerclick per aver portato all'attenzione dell'utenza l'esistenza di questo problema, spesso bollato da diversi utenti puerili come un tentativo della categoria medica di dare addosso ai loro preziosi videogiochi e ignorando la gravità del problema.
Fonti consultate:
- https://www.psychiatry.org/patients-families/internet-gaming
- https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/add.12162
- Health Benefits of Digital Videogames for Older Adults: A Systematic
Review of the Literature https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/g4h.2012.0046
Sono un medico e vorrei chiarire alcuni punti:
Il gaming disorder rientra nelle patologie psichiatriche, così come la ludopatia o l'alcolismo per capirci, nella sottocategoria dei disturbi da dipendenza. Le malattie psichiatriche, a differenza di altre, mancano di alterazioni organiche rilevabili con gli esami standard, come le radiografie o gli esami del sangue. Per questo motivo sono stati stilati per i vari disturbi psichiatrici dei requisiti sintomatici per poter categorizzare il paziente in questo o quell'altro disturbo. Non sempre la distinzione è netta, esistono anche forme miste di disturbo, spesso legato a disturbi d'ansia o depressione. Più che all'ICD11 citato nell'articolo (che è la International Calssification of Diseases, comprendente anche malattie come il diabete o l'asma) è meglio fare riferimento al DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quindi più specifico per il disturbo in esame) attualmente aggiornato alla quinta edizione.
I criteri proposti per la diagnosi comprendono i seguenti sintomi:
- Ossessione di giocare
- Segni di isolamento quando non è possibile giocare o il gioco viene sottratto (tristezza, ansia, irritabilità)
- Tolleranza, ovvero la necessità di giocare sempre di più per sentirsi soddisfatti. (La tolleranza è un termine tecnico usato anche per la dipendenza da droghe, la necessità di aumentare la dose)
-Incapacità di ridurre il tempo di gioco, infruttuosi tentativi di smettere
-Cessazione di altre attività, perdita di interesse in attività dapprima giudicate piacevoli per dedicarsi al gioco
- Continuare a giocare nonostante altri problemi
- Mentire ai membri della famiglia o altri sul quantitativo di tempo passato a giocare
- L'uso dei vidogiochi per mitigare stati d'animo negativi, quali colpevolezza o assenza di speranza
- Rischio di compromettere o avvenuta compromissione di una relazione o dell'attività lavorativa a causa dei videogiochi.
Con questo si può dedurre che si tratta di un disturbo serio ed estremo. Non è intenzione di nessun professionista della classe medica mettere i videogiochi al bando, tanto che diversi studi ne hanno comprovato l'utilità nella gestione terapeutica di pazienti con disabilità visiva parziale o pazienti affetti da malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer. Va però riconosciuto che la dipendenza da essi, così come per altre cose è un disturbo potenzialmente grave, capace di annientare la vita di una persona e per tale ragione merita di essere classificato come malattia, per permettere alle persone che ne soffrono di intraprendere un giusto percorso di riabilitazione.
Ringrazio Gamerclick per aver portato all'attenzione dell'utenza l'esistenza di questo problema, spesso bollato da diversi utenti puerili come un tentativo della categoria medica di dare addosso ai loro preziosi videogiochi e ignorando la gravità del problema.
Fonti consultate:
- https://www.psychiatry.org/patients-families/internet-gaming
- https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/add.12162
- Health Benefits of Digital Videogames for Older Adults: A Systematic
Review of the Literature https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/g4h.2012.0046
Grazie dell'esaustivo intervento, in effetti ero curioso di sapere cosa dicesse il DSM perchè la descrizione dell'ICD è fin troppo generica e nemmeno pienamente condivisibile (al contrario di quella del DSM che non fa una piega): dice anteporre la voglia di giocare ad "altri interessi, ma per
Riguardo i sintomi del DSM, per caso specifica quanti sintomi fra quelli elencati bisogna presentare per avere il disturbo? (personalmente non ne ho neanche uno, è solo per curiosità).
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Dio ti benedica FullMetalCat.
E' chiaro che si può essere dipendenti da qualunque cosa e i criteri da te presentati per un'ipotetica dipendenza non sono così dissimili da quelli veri in fondo, ma a prescindere da ciò considera che qui non si tratta di voler bollare ragazzi come potresti essere tu ( o io eh, io stasera voglio giocare ai videogiochi) come malati di mente, quanto piuttosto di stabilire dei criteri per identificare e aiutare persone che, a differenza nostra non fanno sport, non vanno a lavorare, non hanno relazioni e in casi estremi dimenticano di mangiare o dormire. Uno come te o me è considerato normalissimo.
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Eccerto, perché se è un problema loro, allora non è un problema.
Non sono un medico, ma a me sembra una patologia reale e credibile.