World's End Club
"World's End Club" nasce dalla mente di Kotaro Uchikoshi e Kazutaka Kodaka, due autori ben noti nel mondo delle visual novel rispettivamente per le due celebri serie "Zero Escape" e "Danganronpa". Si tratta di due saghe decisamente atipiche, che attingono elementi da altri generi. Oltre all'incredibile mole di testo da leggere, offrono anche sequenze di gioco più interattive. Seppure rivolgendosi ad un pubblico differente, "World's End Club" segue proprio le orme tracciate da queste opere.
L'inizio di "World's End Club" non può non rimandare a "Zero Escape", ma pian piano intraprende strade diverse, pur riprendendo alcuni elementi che in passato hanno funzionato. L'intreccio è, infatti, un susseguirsi di colpi di scena ben scritti. Solo alla fine della storia il videogiocatore ha un quadro completo della situazione. Il fatto che il prodotto sia indirizzato ad un pubblico più giovane, rispetto alle serie citate poc'anzi, non è indice della sua qualità. Essendo il tema principale l'amicizia, l'atmosfera spensierata si adatta perfettamente alle tematiche affrontate. Elencare solamente questa tematica è comunque riduttivo, viene affrontato anche il tema del libero arbitrio in relazione al videogiocatore stesso, che pensa di essere libero, ma in realtà obbedisce sempre alla narrativa dell'autore. Il finale ottimista risulta tutto sommato coerente con le vicende narrate, a differenza della conclusione di "Danganronpa: Trigger Happy Havoc"; dove il buonismo dilagante delle battute finali stonava completamente con il resto del gioco. Sorprende che i testi siano stati adattati in italiano, solitamente una visual novel è già tanto se viene tradotta in inglese, anche se la localizzazione non è delle migliori. In alternativa è possibile selezionare altre lingue, come l'inglese.
Soprattutto per quanto riguarda il gameplay, l'opera è spesso vittima di una critica poco costruttiva, complice di una scarsa conoscenza di un genere videoludico ancora di nicchia. Innanzitutto "World's End Club" non è un videogioco a piattaforme, bensì una visual novel ibrida con elementi platform. Di conseguenza è ridicolo penalizzare il gioco in maniera eccessiva per il gameplay, non essendo mai stato il fulcro di una visual novel. Sicuramente in sede di recensione si tende a premiare un titolo che propone un sistema di scelte innovativo, differenziandosi dagli standard del genere; come ad esempio i vari capitoli delle "Science Adventure". Ma anche un prodotto con un sistema di gioco più classico rimane comunque valido, basti pensare a "Clannad". In questo caso l'elemento platformico, nella sua semplicità, risulta completamente inedito per un titolo di questo tipo e riesce ad essere allo stesso tempo funzionale alla trama. Pur non essendo estremamente longevo, "World's End Club" gode di una buona rigiocabilità, grazie agli sticker collezionabili nel corso dell'avventura.
L'accoppiata Kotaro Uchikoshi e Kazutaka Kodaka offre un visual novel interessante, completa, carica di mistero e fascino. "World's End Club" tratta una tematica apparentemente più semplice rispetto gli acclamati "Zero Escape e "Danganronpa", ma riesce comunque ad incastrarsi con altre più mature. Le sezioni platform appaiono poco impegnative, ma l'idea di fondo è senza dubbio interessante e si inserisce bene all'interno della storia. Tuttavia la longevità del titolo non giustifica l'acquisto a prezzo pieno, anche considerando gli extra offerti dall'edizione Deluxe, ossia un modesto booklet e la colonna sonora in digitale. Se scontato, "World's End Club" vale assolutamente l'acquisto.
L'inizio di "World's End Club" non può non rimandare a "Zero Escape", ma pian piano intraprende strade diverse, pur riprendendo alcuni elementi che in passato hanno funzionato. L'intreccio è, infatti, un susseguirsi di colpi di scena ben scritti. Solo alla fine della storia il videogiocatore ha un quadro completo della situazione. Il fatto che il prodotto sia indirizzato ad un pubblico più giovane, rispetto alle serie citate poc'anzi, non è indice della sua qualità. Essendo il tema principale l'amicizia, l'atmosfera spensierata si adatta perfettamente alle tematiche affrontate. Elencare solamente questa tematica è comunque riduttivo, viene affrontato anche il tema del libero arbitrio in relazione al videogiocatore stesso, che pensa di essere libero, ma in realtà obbedisce sempre alla narrativa dell'autore. Il finale ottimista risulta tutto sommato coerente con le vicende narrate, a differenza della conclusione di "Danganronpa: Trigger Happy Havoc"; dove il buonismo dilagante delle battute finali stonava completamente con il resto del gioco. Sorprende che i testi siano stati adattati in italiano, solitamente una visual novel è già tanto se viene tradotta in inglese, anche se la localizzazione non è delle migliori. In alternativa è possibile selezionare altre lingue, come l'inglese.
Soprattutto per quanto riguarda il gameplay, l'opera è spesso vittima di una critica poco costruttiva, complice di una scarsa conoscenza di un genere videoludico ancora di nicchia. Innanzitutto "World's End Club" non è un videogioco a piattaforme, bensì una visual novel ibrida con elementi platform. Di conseguenza è ridicolo penalizzare il gioco in maniera eccessiva per il gameplay, non essendo mai stato il fulcro di una visual novel. Sicuramente in sede di recensione si tende a premiare un titolo che propone un sistema di scelte innovativo, differenziandosi dagli standard del genere; come ad esempio i vari capitoli delle "Science Adventure". Ma anche un prodotto con un sistema di gioco più classico rimane comunque valido, basti pensare a "Clannad". In questo caso l'elemento platformico, nella sua semplicità, risulta completamente inedito per un titolo di questo tipo e riesce ad essere allo stesso tempo funzionale alla trama. Pur non essendo estremamente longevo, "World's End Club" gode di una buona rigiocabilità, grazie agli sticker collezionabili nel corso dell'avventura.
L'accoppiata Kotaro Uchikoshi e Kazutaka Kodaka offre un visual novel interessante, completa, carica di mistero e fascino. "World's End Club" tratta una tematica apparentemente più semplice rispetto gli acclamati "Zero Escape e "Danganronpa", ma riesce comunque ad incastrarsi con altre più mature. Le sezioni platform appaiono poco impegnative, ma l'idea di fondo è senza dubbio interessante e si inserisce bene all'interno della storia. Tuttavia la longevità del titolo non giustifica l'acquisto a prezzo pieno, anche considerando gli extra offerti dall'edizione Deluxe, ossia un modesto booklet e la colonna sonora in digitale. Se scontato, "World's End Club" vale assolutamente l'acquisto.