Final Fantasy III
Recensire un gioco della serie Final Fantasy è sempre un onore ma anche un rischio, vuoi per la tipologia di fan (presente!), vuoi per l'epicità della saga, vuoi per tutto quello che ne concerne; detto ciò e preso da un irrefrenabile impulso nostalgico avuto dopo aver rispolverato la collezione della saga di PSOne proverò a fare del mio meglio. Signori "allacciate le cinture, viaggiando (metaforicamente) si impara".
Nel regno di Coneria, pace e tranquillità non sono più di casa. Complice la scomparsa dei quattro cristalli magici che gestivano il potere degli elementi, Terra, Acqua, Fuoco e Vento, il male serpeggia ovunque, al punto che il terribile Garland è riuscito a rapire la principessa Sarah, gettando nel panico tanto la popolazione quanto la famiglia reale. Ben poco leniscono il dolore le parole del saggio Lukhan, che profetizzano l'arrivo dei quattro Guerrieri della Luce, eroi capaci di sconfiggere il male dilagante che si stagliava ormai su tutto il mondo. Ma un giorno, l'arrivo di quattro giovani con in mano i cristalli degli elementi e pronti a cercare la principessa a rischio della propria vita, riaccese la fiamma della speranza in ogni abitante di Coneria. Forse era ancora tempo di credere alle leggende. Ecco dunque il prologo che ci porterà a vivere un'avventura tra magia e duelli in punta di spada, tra foreste e deserti, tra oceani e lande ghiacciate. Certo, non serve un fine intenditore per capire che la trama, vista oggi, è quanto di più "old" sia mai apparso sui nostri schermi, tra disgrazie incombenti, premonizioni, eroi e principesse da salvare. Trito, certo, ma non ci si deve scordare l'anno di “fabbricazione”. Da segnalare anche che, a differenza di tutti gli altri giochi della serie, i protagonisti saranno “anonimi”: a noi starà sceglierne nome e mestiere, decisione da un lato favorevole alla libertà di strategia e interpretazione del gioco, ma dall'altro limitante per la storia, dove i personaggi giocanti, forzatamente non godono di background di rilievo.
Quasi inutile ricordare che ci troviamo di fronte ad un jrpg, dove di volta in volta dovremo esplorare differenti location per raggiungere il nostro obbiettivo. Potremo muoverci sia sulla mappa del mondo, che scendere nel particolare di città, dungeon ed edifici, quando ne troveremo di visitabili. A renderci la ricerca più complicata, saranno i combattimenti, inseriti nel più classico dei metodi “random”. Senza particolari riferimenti, verremo di volta in volta attaccati dai nemici più disparati, che cercheremo di mettere fuori combattimento in schermate apposite, dove lotteremo con un rigido sistema a turni. Di volta in volta dovremo decidere che azione far compiere ad ognuno dei quattro Guerrieri della Luce, scegliendo tra attacchi con le armi, l'uso della magia o degli oggetti e, in casi estremi, la poco dignitosa (ma pur sempre utile) fuga. Vincendo, aumenteremo di livello, con parallela crescita automatica delle varie statistiche; forza, magia e simili parametri. A nostra discrezione, sarà unicamente selezionabile la classe di ogni combattente, decisione da prendere a inizio della partita, dove potremo scegliere tra guerrieri, ladri, monaci, maghi bianchi (dediti alla magia difensiva), maghi neri (addestrati ad incantesimi offensivi) e maghi rossi (un compromesso tra i due precedenti). Andando avanti, ogni classe potrà evolversi, ma scegliere oculatamente sin dalle prime battute, sarà importante per non trovarsi in futuro con un party poco equilibrato.
Per quanto riguarda gameplay e longevità abbiamo uno stile di gioco che racchiude quanto di più tradizionale ci si possa attendere da un jrpg (qualcuno ha detto combattimento a turni?). Chi conosce la serie non può non saperne le basi, e chi ha intenzione di accostarvisi solo ora deve tenere bene a mente che nulla di più classico può esservi rispetto ai giochi di ruolo di stampo giapponese; in molti potrebbero trovare il titolo troppo lineare e alla lunga ripetitivo, non tanto per la poca bontà dell'impianto ludico, ma più per la perenne sensazione di assistere a qualcosa di già visto. Unico consiglio che mi sento di dare a chi volesse provare questo (o uno dei titoli OldGen): da giocatore “moderno” dovrà tenere ben presente che Final Fantasy rappresenta un pezzo di storia videoludica, nel bene e nel male. La sfida è sempre attuale, ma gli scontri casuali possono a volte risultare frustanti (ottimi per livellare i personaggi e guadagnare esperienza ma frustranti). Consigliato? Sì!
Nel regno di Coneria, pace e tranquillità non sono più di casa. Complice la scomparsa dei quattro cristalli magici che gestivano il potere degli elementi, Terra, Acqua, Fuoco e Vento, il male serpeggia ovunque, al punto che il terribile Garland è riuscito a rapire la principessa Sarah, gettando nel panico tanto la popolazione quanto la famiglia reale. Ben poco leniscono il dolore le parole del saggio Lukhan, che profetizzano l'arrivo dei quattro Guerrieri della Luce, eroi capaci di sconfiggere il male dilagante che si stagliava ormai su tutto il mondo. Ma un giorno, l'arrivo di quattro giovani con in mano i cristalli degli elementi e pronti a cercare la principessa a rischio della propria vita, riaccese la fiamma della speranza in ogni abitante di Coneria. Forse era ancora tempo di credere alle leggende. Ecco dunque il prologo che ci porterà a vivere un'avventura tra magia e duelli in punta di spada, tra foreste e deserti, tra oceani e lande ghiacciate. Certo, non serve un fine intenditore per capire che la trama, vista oggi, è quanto di più "old" sia mai apparso sui nostri schermi, tra disgrazie incombenti, premonizioni, eroi e principesse da salvare. Trito, certo, ma non ci si deve scordare l'anno di “fabbricazione”. Da segnalare anche che, a differenza di tutti gli altri giochi della serie, i protagonisti saranno “anonimi”: a noi starà sceglierne nome e mestiere, decisione da un lato favorevole alla libertà di strategia e interpretazione del gioco, ma dall'altro limitante per la storia, dove i personaggi giocanti, forzatamente non godono di background di rilievo.
Quasi inutile ricordare che ci troviamo di fronte ad un jrpg, dove di volta in volta dovremo esplorare differenti location per raggiungere il nostro obbiettivo. Potremo muoverci sia sulla mappa del mondo, che scendere nel particolare di città, dungeon ed edifici, quando ne troveremo di visitabili. A renderci la ricerca più complicata, saranno i combattimenti, inseriti nel più classico dei metodi “random”. Senza particolari riferimenti, verremo di volta in volta attaccati dai nemici più disparati, che cercheremo di mettere fuori combattimento in schermate apposite, dove lotteremo con un rigido sistema a turni. Di volta in volta dovremo decidere che azione far compiere ad ognuno dei quattro Guerrieri della Luce, scegliendo tra attacchi con le armi, l'uso della magia o degli oggetti e, in casi estremi, la poco dignitosa (ma pur sempre utile) fuga. Vincendo, aumenteremo di livello, con parallela crescita automatica delle varie statistiche; forza, magia e simili parametri. A nostra discrezione, sarà unicamente selezionabile la classe di ogni combattente, decisione da prendere a inizio della partita, dove potremo scegliere tra guerrieri, ladri, monaci, maghi bianchi (dediti alla magia difensiva), maghi neri (addestrati ad incantesimi offensivi) e maghi rossi (un compromesso tra i due precedenti). Andando avanti, ogni classe potrà evolversi, ma scegliere oculatamente sin dalle prime battute, sarà importante per non trovarsi in futuro con un party poco equilibrato.
Per quanto riguarda gameplay e longevità abbiamo uno stile di gioco che racchiude quanto di più tradizionale ci si possa attendere da un jrpg (qualcuno ha detto combattimento a turni?). Chi conosce la serie non può non saperne le basi, e chi ha intenzione di accostarvisi solo ora deve tenere bene a mente che nulla di più classico può esservi rispetto ai giochi di ruolo di stampo giapponese; in molti potrebbero trovare il titolo troppo lineare e alla lunga ripetitivo, non tanto per la poca bontà dell'impianto ludico, ma più per la perenne sensazione di assistere a qualcosa di già visto. Unico consiglio che mi sento di dare a chi volesse provare questo (o uno dei titoli OldGen): da giocatore “moderno” dovrà tenere ben presente che Final Fantasy rappresenta un pezzo di storia videoludica, nel bene e nel male. La sfida è sempre attuale, ma gli scontri casuali possono a volte risultare frustanti (ottimi per livellare i personaggi e guadagnare esperienza ma frustranti). Consigliato? Sì!