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DarkSoulRead

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
“In un tempo assai remoto, quando il cielo e la terra erano ancora un tutt’uno e il mondo era circondato dalle tenebre… papà cielo e mamma terra non facevano che copulare. Ormai erano nate già quasi tutte le creature di questo mondo, tuttavia erano esistenze vaghe, prive della loro essenza, e fluttuavano nell’oscurità.
Il sole e la luna erano ancora stritolati dal buio”

Nishioka Kyōday è lo pseudonimo utilizzato dai fratelli Nishioka: Satoshi è lo sceneggiatore mentre sua sorella minore Chiaki è la disegnatrice.
Il duo presenta uno stile estremamente sovversivo e singolare che si distanzia dalla classica narrativa nipponica attingendo dalla letteratura occidentale; le loro fonti d’ispirazione principali sono Franz Kafka, omaggiato nella raccolta antologica “Kafka - Classic in Comics”, da cui traggono la visione di una società progressista sempre più schiava del lavoro e della produttività, e de Sade, da cui prendono l’esistenzialismo e il tormento cristiano, con racconti ermetici e disturbanti dai toni apocalittici che hanno come temi ricorrenti il cannibalismo, l’infanticidio, il malessere, e il viaggio, inteso come una metafisica immersione introspettiva alla ricerca della catarsi.
Una delle peculiarità del duo è l’utilizzo dell’io narrante, l’assenza dei balloon fa si che il racconto venga narrato in prima persona dal protagonista, con flussi di coscienza didascalici che servono a farci “vivere” l’opera più che leggerla.

Una mattina un uomo si sveglia e si accorge che non riesce più ad allacciarsi le scarpe; soverchiato dalla monotonia routinaria, l’uomo decide di mettersi in viaggio per spezzare l’uggia di una vita conforme e ripetitiva. Stavolta, aprendo la porta di casa, vede estendersi davanti ai suoi occhi l’inferno senza limiti della libertà.
L’uomo sa bene da dove è partito, ma non sa affatto dove sta andando.
Il viaggio parte in mare, e passa da un’isola di cannibali fino al deserto dell’anima, giungendo infine dinnanzi a un imponente cancello, che altro non è che un ritorno circolare alla società da cui era scappato.

Il risveglio iniziale del protagonista, riconducibile per molti aspetti a quello di Gregor Samsa, richiama “La metamorfosi” di Kafka, uno dei racconti che ha reso celebre il padre nobile dell’alienazione letteraria.
Il concetto di cannibalismo espresso dai fratelli Nishioka affonda le sue radici nel pensiero freudiano, un “atto d’amore” che consiste nell’assimilazione, interiorizzazione, e appropriazione dell’altro.
Il protagonista di “Viaggio alla fine del mondo” mangiando la carne della sua amata assume piena consapevolezza dei suoi sentimenti, e finisce per portare il cadavere della donna a mo’ di sacca sulla schiena per il resto del viaggio: è il peso del suo senso di colpa.
Nel finale l’uomo squarcia il ventre della donna e si infila dentro la sacca di pelle umana, finendo per “chiudere il suo mondo per sempre” cullato da un pacificante benessere, rappresentazione del ricongiungimento al grembo materno, altro tema molto caro agli autori.

Il tratto di Chiaki Nishioka può inizialmente spiazzare, e richiede un po’ di familiarizzazione per essere apprezzato a pieno.
I personaggi appaiono longilinei, con lunghi colli che ricordano il Modigliani, i volti dimessi e l’assenza di tratti somatici.
Risalta quindi lo sguardo vacuo del protagonista, i cui occhi diventano abissi in cui sprofondare, portali verso mondi fiabeschi, bagnati dal pessimismo cosmico leopardiano.

I Nishioka Kyōday realizzano un’opera evocativa, coraggiosa, densa di simbolismo e altamente allegorica, contaminata dalla poetica di Nietzsche e dall’alta letteratura europea in generale, con atmosfere arabeggianti che a tratti ricordano “Le mille e una notte”.
Un viaggio onirico ed allucinante tra dubbi amletici e filosofia dell’io, con un substrato narrativo spesso e ricercato che potrebbe scoraggiare chi cerca da un fumetto del mero intrattenimento.
Nonostante sia indubbiamente un manga per pochi, dai contenuti decisamente disturbanti, “Viaggio alla fine del mondo” è un volume unico che rivela la sua sconvolgente bellezza a tutti coloro i quali vogliono scoprire e scoprirsi senza la paura di guardarsi dentro.

“Una volta che si inizia un viaggio bisogna arrivare fino alla fine”


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Enki

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
"una volta che si intraprende un viaggio bisogna arrivare fino alla fine"

Viaggio alla fine del mondo è un manga scritto e disegnato dal duo di fratelli maestri del manga alternativo, i Nishioka kyoudai, un duo composto dallo sceneggiatore Satoshi Nishioka e dalla disegnatrice Chiaki Nishioka.

In questo manga si narra la storia di un uomo, che sentendosi torturato psicologicamente dalla sua routine monotona e stressante, decide di fuggire, abbandonando ogni sua responsabilità e dovere come membro di una comunità, intraprendendo quindi il viaggio alla fine del Mondo. Un viaggio in cui la monotonia non può esistere, un viaggio tra atmosfere oniriche, surreali e kafkiane, e tra allegorie e simbolismi.

Il protagonista è un manichino, un essere privo di un anima assoggettato dalla monotonia e dal conformismo della società odierna, i suoi occhi sono degli abissi che simboleggiano il suo stato d'animo di smarrimento nel mondo in cui non riesce a trovare un posto.

In questo viaggio assisteremo anche a macabri e agghiaccianti momenti quasi horror di cannibalismo e non solo. è interessante vedere che il cannibalismo qui non è contestualizzato come un atto mostruoso o malato, ma come una pulsione freudiana, ovvero un atto di amore e rispetto nei confronti di quella persona, cosa macabra ma affascinante.

I disegni possono sembrare semplici, e se vogliamo anche sbagliati MA pungenti ed espressivi, lo stile di disegno è unico e sublime nel rendere alla perfezione le ambientazioni che ho descritto ed è proprio questo stile di disegno a renderle tali. nelle scene ambientate nella civiltà riesce ad evidenziare la monotonia e il conformismo della società odierna, e in altre scene rendono tutto ancora più impressionante e pungente.

Questo manga non è una lettura facile, richiede un po' di interpretazione ma è giusto così e ne vale la pena per gli spunti interessanti che offre, il tema della monotonia è un tema attuale al giorno d'oggi in cui la società di molti paesi impone degli standard per tutto, anche per la vita di una persona, viene tutto schematizzato e questo schema può risultare una gabbia che ci fa chiedere: ma è veramente solo questo che possono fare ogni giorno in questo immenso mondo? Oppure il mondo è più piccolo e limitato di quel che sembra?
Penso che questo sia un tema che si avvicina in particolare ai lavoratori giapponesi, ricordiamoci infatti che i manga sono pensati quasi esclusivamente per un pubblico di giapponesi e ricordiamo anche che il Giappone è uno dei paesi in cui si lavora maggiormente a tal punto che le giornate di molti lavoratori sono assai monotone, Tokyo è una metropoli che ti consuma e ti rende come il protagonista di "Viaggio alla fine del mondo", facendoti provare le sue stesse sensazioni e la sua stessa voglia di fuggire.

Concludo affermando che ovviamente questo manga mi è piaciuto e che sia un esperienza memorabile anche se non è una lettura comune e per tutti i tipi di lettori. Grazie per aver letto e alla prossima :D


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bob71

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Prima storia lunga dei fratelli Nishioka, Viaggio alla fine del mondo narra di un personaggio anonimo che un giorno si sveglia con un profondo senso di malessere e decide di sfuggire alla noia rompendo la routine quotidiana e iniziando un viaggio mirabolante, ricco di avventure rocambolesche, in cui diventerà un capitano pirata che solca i sette mari, dovrà vedersela contro i cannibali di un’isola selvaggia, e oscuri trafficanti di cammelli in lontane terre esotiche e irte di pericoli. Di ritorno nella sua città, dopo aver praticato egli stesso il cannibalismo per sopravvivere, il protagonista si ritrova a dover affrontare un processo kafkiano in cui un tribunale di suoi pari lo giudica per i crimini commessi durante il viaggio, condannandolo alla pena capitale. Nishioka Kyoudai sono una coppia di mangaka (fratello e sorella) che ha visto i propri lavori pubblicati sulle famose riviste underground Garo e Ax, e si nota subito come il loro tratto grafico stilizzato e rarefatto, che rasenta l’astrazione e ricorda certe fiabe illustrate di una volta, si discosta notevolmente dal canone dei manga tradizionali, con sperimentazioni narrative, elementi visivi di stampo cubista e riflessi di un'estetica gotica più vicina a Edward Gorey o a Tim Burton che non ad altri illustratori giapponesi. Anche la narrazione riflette uno stile simbolista e surreale, presentando una favola dark esistenzialista con sottotesto pieno di implicazioni freudiane, un po’ nello stile dei fratelli Grimm ma con l’aggiunta dello spaesamento e dell’alienazione di Kafka – impossibile non paragonare il risveglio allucinato del protagonista con quello di Gregor Samsa ne La metamorfosi. Il risultato è sicuramente qualcosa di unico, un riuscito mix di horror e fantasy onirico che definisce lo stile originale dei suoi autori.