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VeganWarrior

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Reiraku - la caduta.
La trama racconta la vita di un mangaka in declino. Mi limito a scrivere questo della trama in quanto il manga e' un volume unico ed ogni dettaglio maggiore lo reputo una sorta di spoiler.
La tematica principale mi e' sembrata essere l'ansia di dover soddisfare le aspettative, lavorative, sentimentali, relazionali e tutto lo stress che ne deriva. E' abbastanza facile immedesimarsi nei panni del protagonista e capire le sue reazioni, questo ovviamente grazie all ottimo lavoro del autore nel presentare il protagonista ed anche agli ottimi disegni che si combinano in maniera eccellente con l'atmosfera cupa e deprimente dell'opera.
Artisticamente l'opera raggiunge il suo apice, infatti i disegni sono molto chiari e nettamente superiori ai "normali" disegni a cui siamo abituati nei manga per ragazzi. Credo che ovviamente per il genere dell'opera questo sia un fattore indispensabile, in quanto la storia e' del tutto priva d'azione, con tanti dialoghi ed espressioni facciali che cercheranno di spiegarci al meglio i protagonisti ed i loro stati d'animo.
Purtroppo l'opera non e' priva di difetti, (che attribuisco principalmente ai miei gusti personali) come il finale che ho trovato molto criptico e non completamente soddisfacente, nonostante il lato poetico.
In conclusione l'opera non mi e' piaciuta particolarmente non riuscendo a comunicarmi nulla di particolare, anche se la lettura di per se' non mi e' dispiaciuta. Il finale non e' scontato, ma non mi ha suscitato le emozioni che probabilmente l'autore cercava di trasmettere. Un opera che consiglierei principalmente agli amanti delle narrazioni inrtospettive, soprattutto con una forte componente asiatica. Purtroppo non riesco a dare piu' di un 7.2 a quest'opera che si discosta molto dai miei gusti personali.


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kirk

Volumi letti: 1/1 --- Voto 5
Qualcuno pensa che Inio Asano sia una specie di genio, un talento naturale per la narrazione, un mangaka poliedrico… con tale fama era naturale che prima o poi mi avvicinassi a questo autore come mi sono avvicinato a quasi tutti i narratori più lodati nei loro campi: da Osamu Tezuka a Moto Hagio, da Mika Sadahiro a Takehiko Inoue. Insomma i principali nomi dei mangaka di shonen, shojo, yaoi e seinen fanno capolino nelle mie letture e nelle mie recensioni.
Spesso ho letto accanto a questi nomi di autori dal successo nazional - popolare autori che venivano lodati per essere una ventata di novità nella spesso asfittica situazione del manga odierno: fra quelli molto lodati che non mi sono piaciuti ricordo Kaori Yuki (Angel sanctuary), Hideo Azuma (Il diario della mia scomparsa), Shiniki Sakamoto (Innocent), Kazuiki Hanawa (In prigione) fra gli altri ma non mi sono mai preoccupati di dare un voto basso ad opere brutte o di dare valutazioni diverse agli stessi autori per opere diverse: di Asamiya ho recensito "Compiler" che ho trovato piuttosto brutto ma se avessi recensito altre opere da me lette come "Silent Mobius" o "Dark Angel" il mio giudizio sarebbe stato per queste ultime assai diverso.
Il fatto è che ultimamente do poche possibilità ad autori che non mi sono piaciuti perché premio chi mi ha lasciato un buon ricordo. Una lunghissima prefazione per dire che Asano, una delle stelle del manga d’autore più lodate, non poteva mancare dalle mie letture ma difficilmente leggerò qualcosa di suo ancora perché l’autore di opere oniriche ("Eroi") e paranormali ("Dead dead demon dededededestruction") è stato molto lodato per questo slice of life dove alcuni lettori vedono l’autorappresentazione dell’autore stesso (questo autobiografismo non è nuovo in Asano) alla soglia dei quarant’anni.
Il protagonista è un mangaka fallito che ha raggiunto il successo con una sua storia che però viene tagliata perché l’autore è ha corto di idee e i volumi della storia dopo molti anni non vendono più nonostante cerchi di capire cosa vogliono i suoi lettori e tentando di accontentarli, iniziando però a disprezzare il medium manga, i suoi colleghi mangaka e anche se stesso.
Il protagonista è fallito anche come marito: sposato senza troppa voglia ad una editor da dieci anni, non riesce a soddisfarla sessualmente, ne amarla. Non l’ha mai amata ma quando lei gli ha fatto la proposta gli è sembrato che ci poteva stare. Ora la tradisce con prostitute non sempre più belle di lei. Paga ed ottiene un piacere momentaneo. Forse si innamora di una di queste che gli ricorda un’altra donna della sua vita ma alla fine non può che lasciarla, nonostante la moglie accetti di divorziare.
Insomma le tematiche sono tante per un volume solo ma è il modo di narrare che non riesce a raggiungermi: è allo stesso tempo veloce (otto capitoli) ma lento senza un guizzo dell’autore che con un immagine o una sequenza riesca a colpirmi come lettore.
Non sempre per un autore essere vero corrisponde all’essere capito.
I disegni non riescono ad emozionarmi pur non essendo il tratto dell’autore brutto, ciò potrebbe essere motivo per me di dare un’altra occasione a questo autore, ma il voto non può essere che un cinque e solo perché ho apprezzato leggermente di più gli ultimi capitoli dove l’autore acquista una sufficienza rispetto ai primi in cui la storia viene buttata li senza nessun brio.


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DarkSoulRead

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
“Soffoco davanti alle tavole bianche… sembrano immense, senza fine.
Quando avevo meno di vent’anni, avrei navigato con gioia e spensieratezza tra i fogli…quando ne avevo meno di trenta, sarei stato capace di affrontarle con coraggio… perché anche se allora nessuno mi conosceva ed ero travolto dall’angoscia, riuscivo a incanalare ciò che provavo e a trasformarlo in una spinta creativa. Adesso ho quasi quarant’anni… so cosa si prova quando la propria opera viene capita… e conosco anche le difficoltà e le sofferenze che bisogna sopportare per soddisfare le aspettative altrui. Ciò che è rimasto in me… è un corpo esausto… e qualche soldo sul conto. Ho messo tutte le cose della mia vita… le mie gioie e le mie tristezze, nei miei fumetti… ormai non ho più niente da disegnare. Ormai.. non mi ricordo più perché ho scelto questo mestiere.”

Dopo le escursioni nell’onirico e nel paranormale (“Eroi”, “Dead Dead Demon’s Dededededestruction”) Inio Asano torna a destreggiarsi voluttuosamente nelle sue zone di comfort in spaccati di vita vissuta, tra nichilismo e slice of life, tra prosa e disincanto, siglando un volume unico che è il più intimista e autoreferenziale lavoro del suo vasto corpus opere.

Kaoru Fukasawa è un affermato mangaka il cui successo sta pian pian giungendo al tramonto. Negli ultimi volumi publicati il calo di lettori è stato vertiginoso e Kaouru fissa una pagina bianca che non riesce a riempire essendo in preda al blocco dello scrittore. Il protagonista è solito dilettarsi con giovani prostitute in hotel, unica trasgressione che colora il grigiore della sua monotona vita da fumettista, fin quando un giorno s’innamora di una di loro.

“Reiraku - La Caduta” è un’opera realistica se paragonata ad altri manga che trattano il tema analogo dei fumettisti come “Bakuman” e “Manga Bomber”;
qui i riflettori sono posti fuori dalle luci della ribalta, non si narrano gloriose scalate verso il successo, ma le increspature e gli spigoli dell’animo umano quando viene scalfito dall’incedere inesorabile della vita.
Kaoru, mangaka trentottenne tormentato e alter ego di Inio Asano, percepisce di non avere più la stessa travolgente forza creativa di quando era più giovane, e questo lo deprime.
Il rapporto con la moglie è in realtà un legame di facciata che nasconde incomunicabilità e paura di restare soli, quei matrimoni di comodo di cui non tutti hanno il coraggio di parlare. Affiorano i rimpianti, i ricordi di un amore d’infanzia lasciato andare forse troppo passivamente, gli echi di una felicità ormai smarrita tra le pieghe del tempo, e la vita è in gran parte conseguenza delle proprie scelte.
È giusto sacrificare tutto il resto per inseguire un sogno?
Che colore ha il buio quando si spengono i riflettori e si resta soli?
Asano ha sempre utilizzato i suoi fumetti a scopo catartico e terapeutico, ed in questo volume è più che mai evidente.
Il sensei si autoanalizza con estremo cinismo, mettendosi a nudo con l’intento di comprendersi meglio.
Emergono le ombre e le insicurezze di un autore spesso soffocato dal peso delle aspettative generate, in continuo contrasto tra l’essere e il sembrare, tra il realizzarsi e il soddisfare gli altri, tra il concepire l’opera che vuole e il realizzare quella che gli altri si aspettano da lui, in un viscoso limbo di logoranti dubbi.

Il disegno è straordinario. Il tratto dell’autore è estremamente pulito, realistico ma mai asettico, con quelle linee morbide e dolci che donano alle illustrazioni la sua inconfondibile firma. La regia delle tavole è virtuosa e cinematografica, con diverse inquadrature in campo lungo che vedono l’ambiente dominante, immergendoci al solito nel fotorealismo degli sfondi.
Le primissime pagine a colori, con la sciarpa arcobaleno della ragazza, rimangono impresse nella galleria immagini della memoria per quanto belle.

Inio Asano è indubbiamente uno dei mangaka più importanti del nuovo millennio,
ma il suo stile anticonvenzionale e riflessivo, sempre alla ricerca della profondità contenutistica, può risultare indigesto a chi cerca da un manga semplice intrattenimento fumettistico, senza voler essere invaso da dubbi amletici post lettura.
In “Reiraku - La Caduta” l’esercizio di autoanalisi si spinge ai massimi storici, e il rischio di porre alcuni lettori dinnanzi a bivi morali di fronte ai quali non vorrebbero trovarsi va a discapito della vendibilità del prodotto. Problema che l’autore aveva risolto con la sua ultima virata verso l’onirismo e il sovrannaturale, che era un po’ un ritorno a le origini de “La città della luce”, fattori che arricchivano d’imprevedibilità i contesti narrativi, rendendo più fruibile e meno “invasiva” una retorica nichilista che andava via via appesantendosi con il passare dell’età, espedienti accantonati in questa sua ultima fatica.
Il risultato è un fumetto che non convertirà certo i detrattori del sensei, né aggiungerà grossi spunti riflessivi a chi ha già navigato in lungo e in largo nel suo pantheon opere,
ma che si rivelerà capace di decentrare la metanarrativa in una branca meno romanzata, incanalandola in un sentiero realistico e per lunghi tratti disfattista, (percorso in cui proseguirà Fujimoto con “Look Back”) confermando un’inarrivabile capacità analitica dell’essere umano.
Una discesa introspettiva e dolorosa, da un paradiso artificiale agli inferi della solitudine, dove uno dei grandi maestri del fumetto ci conduce per mano fino all’ultimo frammento di buio.

“Finché continuerai a disegnare… e non abbandonerai il sogno di diventare mangaka… ferirai di continuo chi ti sta accanto… e sarai solo fino alla tua morte. Perché tu… credi che i fumetti siano le persone più importanti al mondo”


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esseci

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8,5
Di Asano ho già letto "La ragazza in riva al mare" e "Solanin". Purtroppo mi manca "Buonanotte PunPun" e, al momento, "Reiraku" mi sembra rappresentare un ulteriore evoluzione del mangaka che, dopo aver descritto le difficoltà adolescenziali in "La ragazza in riva al mare" e quelle relative al passaggio dalla giovinezza all'età adulta in "Solanin", con Reirako arriva a descrivere il disagio di chi il successo in ciò che piace l'ha raggiunto... ma a caro prezzo... e con cui non è riuscito a raggiungere la felicità interiore...
Ammetto che di Asano sono affascinato dallo stile e dal modo spesso diretto, cinico, cattivo, disilluso e forse anche "politically (s)correct" con cui descrive il malessere esistenziale, il dissidio interiore, il vuoto sotto l'apparente felicità superficiale, la complessità dell'esistenza e i suoi malesseri.
La circostanza che il protagonista Kaoru Fukasawa sia un mangaka di successo che va in crisi quando esausto si ferma a meditare su quanto realizzato nella sua esistenza è solo un "mezzo" con cui Asano ci trasmette un messaggio abbastanza chiaro che non necessariamente debba essere autobiografico.
E' più in generale la descrizione della maturata consapevolezza di coloro che arrivati a raggiungere ciò che anelavano con tutta la loro volontà, sacrificando tutto il resto, scoprono quanto possa essere effimero e deludente il presunto obiettivo se poi non è equilibrato da qualcos'altro che diventi la solida base dove appoggiarsi nei momenti in cui si realizza che il demone a cui si è sacrificata l'intera esistenza ha divorato tutto.
Ennesima critica al "sistema" che spinge le persone oltre il limite della sopportazione sacrificando la vita all'inseguimento dei propri sogni? Che inseguire le aspirazioni sia un'illusione mortale per coloro che non hanno l'equilibrio emotivo di bilanciarlo con altri valori?
Il vagabondare di Kaoru, perennemente alla ricerca di un senso alla propria esistenza, sembra una metafora di coloro che avversando il nulla esteriore della società moderna, alla fine realizzano che rispecchia proprio il loro. Ed è deprimente e doloroso...
L'immagine di Kaoru che, osservando una coppia felice con bambini alla stazione dopo aver salutato (per sempre) Chifuyu, immagina di essere al loro posto con la stessa Chifuyu come una famiglia vera è paradigmatica della delusione e dell'infelicità del protagonista, ormai con le spalle al muro a chiedersi il perché del "ciò che poteva essere ... e non è stato"...
Reiraku sembra rappresentare la weltanschauung di Asano sulla generazione di trentenni (alla soglia dei quaranta) immatura ed insicura, restia a prendersi le proprie responsabilità (basti riflettere sulle giustificazioni addotte da Kaoru agli amici che si sposavano e mettevano su famiglia mentre lui trascina un matrimonio infecondo con l'editor conosciuta anni addietro e con la quale non condivide nulla, neppure i timori e le frustrazioni).
Colpa di una società frenetica e alienante che spesso mina le certezze dei giovani, una società in cui “è la normalità la vera rivoluzione”?
Può essere ... ma come asseriva Voltaire (“Noi siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura”), la risposta alberga in noi stessi e il buon Kaoru realizza amaramente che aveva la felicità a portata di mano ma non ha mai avuto il coraggio di afferrarla e ha preferito "scappare" ottenendo solo il risultato di spostare altrove le sue inquietudini, scaricandole su tutto ciò che lo circonda.


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Darkwil

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8,5
Non mi sono informato se questo manga sia o meno autobiografico, altrimenti potrei dire che “Reiraku” sta ad Inio Asano come “Uno Zoo d’Inveno” sta a Jiro Taniguchi.
Chi conosce un po la storia personale dell’autore, sa quanti problemi di salute abbia avuto, di conseguenza la sua visione delle cose non è certamente la più ordinaria che ci sia. Tutte le opere di Asano sono particolari. Credo che lo si ami o lo si odi. Io lo adoro.
La trama racconta di questo mangaka che, verso la quarantina e dopo aver completato un manga che ha avuto un buon successo, sente la sua vita in fase di ineluttabile declino. Il lavoro non procede bene e la cosa si ripercuote in tutti gli aspetti della sua vita, compresi i rapporti con la moglie, i colleghi ed il datore di lavoro.
La storia è una sorta di riflessione su come sia faticoso ed opprimente raggiungere sempre le aspettative in generale e come sia difficile impegnarsi nei rapporti con il prossimo. Elemento ricorrente di Asano è la pressione legata allo status sociale -matrimonio, ecc- che si affronta un po più velocemente, essendo una storia più breve.
Il finale mi è piaciuto perchè non è poi così prevedibile. La trovo una storia davvero molto verosimile.
Stile grafico realistico in maniera pazzesca, ad esclusione dei personaggi femminili, che tendono un pochino ad essere delle bamboline, ma con oggetti resi perfettamente nei minimi particolari. Sotto questo punto di vista l’autore è sempre più sbalorditivo e mi sembra che possa addirittura migliorare ancora. Credo che farà rosicare molti molti disegnatori.
Per me consigliatissimo a tutti i fan di Asano.


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scarlet nabi

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Kaoru Fukasawa è un mangaka di successo con un blocco creativo.
È sposato con Nosomi Machida, una editor; ma il loro matrimonio è in crisi e quindi lui frequenta delle squillo. In particolare si invaghisce di una di loro, che si fa chiamare Chifuyu, è minuta e ha gli occhi da gattina. Gli ricorda il suo primo amore.

Fukasawa e Machida sono due persone che sono state totalmente assorbite dal lavoro e, senza rendersene conto, si ritrovano sulla soglia dei quarant’anni senza aver costruito qualcosa che valesse davvero la pena. Lui è stanco del suo lavoro e non si riconosce più in un mercato saturato, rivolto a ragazzini che si stancano subito di qualsiasi cosa.

Inio Asano è sempre il migliore nell’analizzare la psicologia dei momenti di crisi: in "Solanin" e nel suo capolavoro "Buonanotte Punpun" ci parlava dei problemi della post-adolescenza, qui sposta il tiro verso un’età più matura.
Ho adorato il personaggio di Chifuyu. Il nome, molto poetico, si scrive con i kanji che significano “Mille Inverni”, il che mi fa pensare alla longevità leggendaria dei saggi ma mi trasmette anche una sensazione di freddo. Questo, secondo me rispecchia appieno il carattere della ragazza, che fa quel mestiere con indifferenza per pagarsi gli studi universitari.
C’è poi il rapporto con Tomita, una giovane assistente; ma su questo come su altri avvenimenti non voglio dire troppo.
Anche le tribolazioni di Kaoru sono ben delineate: all’improvviso si sente invecchiato senza essere davvero vecchio e non capisce (e non vuole capire) un mondo che non gli appartiene più. Il punto di vista è quasi esclusivamente maschile (quasi non sentiamo la voce delle moglie) e quindi sono portata a pensare che "Reiraku - La caduta" (la parola “reiraku” significa “caduta” nel senso deteriore di “rovina”) sia in parte autobiografico o che comunque l’autore – che adesso ha quasi 39 anni – abbia raccontato le emozioni proprie della sua età. Infatti una delle critiche mosse a Kaoru come fumettista all’interno del manga è di essere troppo autoreferenziale, cioè di portare la sua vita all’interno delle opere ma per me, se questo fosse applicato ad Asano sarebbe una lode e uno dei suoi punti di forza: molti infatti lo hanno definito “il cantore della sua generazione”.
Altro pregio / difetto del sensei Asano è il parlare liberamente di sesso, senza peli sulla lingua ma in un modo comunque (quasi mai) volgare o gratuito. Il “Quasi mai” si riferisce a "La ragazza in riva al mare", che per i miei gusti era davvero troppo spinto.
i disegni sono impeccabili, di un realismo che definirei fotografico. Assolutamente magnifici! Nessun mangaka è a questi livelli! Non solo i personaggi sono ben caratterizzati e perfetti, ma anche i paesaggi sono da restare senza fiato. Il passaggio dall’ambiente urbano – anzi “mega-urbanizzato” - di Tokyo a quello rurale del paesino natale di Chifuyu sembra portare il lettore in un dimensione sospesa nel Tempo oltre che nello Spazio. Se si parla di lassi temporali reali, le pagine a colori a inizio volume sono spettacolari: ricordi lievemente color seppia con tocchi più vivaci, come un lampo di luce [la sciarpa arcobaleno della ragazza]. Mi sarebbe però piciuto avere nell’edizione italiana curata da Planet Manga, anche la bellissima illustrazione a colori spugnati (non so se è la corretta terminologia artistica) con il titolo e un ritratto di Chifuyu.

Una lettura seinen assolutamente consigliata!


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rakusa

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8,5
Reiraku, l’ultima fatica di Asano è un’opera diversa dalle sue precedenti che erano intrise di grottesca ermeticità, il nuovo volume è invece dolorosamente realistico, esplicito e diretto, non si risparmia nel ritrarre la disillusione e lo squallore che vive Fukasawa, un fumettista al giorno d’oggi. Scelta estremamente coraggiosa dato che il volume è venduto come autobiografico.
In poche pagine Asano è capace di trattare tantissimi temi partendo però da uno cardine: un annichilente senso di svuotamento: della creatività, della motivazione e delle relazioni umane.
La convergenza della realtà circostante e dei social ha come conseguenza una pressione continua alla produttività. Una produttività a tutti costi, anche a scapito della qualità.
Asano ritrae un quadro chiaro del mangaka contemporaneo: un uomo solo, profondamente solo, che sacrifica al lavoro le relazioni umane. Incapace di impegnarsi continuativamente in un rapporto, si consola con un palliativo dell’amore, le escort, perché la vicinanza fisica è l’unica che può permettersi dato che ha un prezzo. Mentre il rapporto con la moglie, che sarebbe recuperabile solo con la dedizione, con il tempo e con la cura, quello un mangaka come lui non se lo può permettere.
Altra ambivalenza è quella tra la qualità e la produttività. Il protagonista disprezza il calo contenutistico nel panorama fumettistico ma non può fare a meno di essere ossessionato dalle vendite e di giudicare il valore di un artista- lui stesso innanzitutto- in base a queste.
È arrogante e patologicamente insicuro allo stesso tempo, sempre in preda alla contraddizione del disprezzare la mistificazione che alcuni lettori fanno del mondo dei manga e degli autori e quello che lui sente come un legittimo sentimento di superiorità.
Odia essere incompreso, ma odia anche chi millanta una comprensione profonda non solo dei suoi lavori ma anche della sua persona.
Quindi chi è il “mangaka” per Asano?
un uomo demotivato e disilluso, che tira avanti perché il fumetto è l’unico mondo che ha mai conosciuto, un mondo esigente a cui ha immolato tutta la sua esistenza.
I bellissimi disegni, più realistici del solito, vanno di pari passo con il registro narrativo: serio e maturo.
La sensibilità e la delicatezza di Asano fanno sì che quello che potrebbe apparire come un quadro fin troppo squallido e deprimente venga smorzato. Basta notare il rispetto con cui ritrae una prostituta in carne o il tenero bisogno di calore umano di un uomo emotivamente immaturo, per vedere tutto sotto una nuova luce, sempre drammatica e nichilista, ma più indulgente.


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Pan Daemonium

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7,5
Volume unico del 2017 di Inio Asano, Reiraku rappresenta un po' un ritorno alle origini, alle veloci storie di vita vissuta, senza componenti più o meno soprannaturali. Chiaramente autobiografico - ma quale sua opera non lo è? -, ma più autobiografico degli altri, Reiraku ci porta il topos abbastanza comune del mangaka oppresso, contorniato da temi asaniani. Ritrovatosi a corto di creatività e senza un amore, il protagonista si lascia trasportare da una calma marea composta da spese casuali e giovani prostitute. Per quanto una di esse assurga quasi a coprotagonista, sia il lettore che il protagonista sanno come può andare a finire. Non c'è redenzione - per lui. Tutto peggiora, via via, sino allo sbuffo vulcanico finale, sempre accompagnato ed in un qualche modo rappresentato e catartizzato, contemporaneamente, dalla violenza sessuale. Una dura critica all'industria giapponese del fumetto che in sé risulterebbe un po' banale (per quanto sacrosanta) se non fosse stata addizionata di una fugace, ma incisiva, autocritica, per quanto la latrice della stessa sia un personaggio - la ragazza dagli occhi felini - che per quanto paia interessante assume più che altro dei contorni sfumati e mitici. Una luce, comunque, riscalda e fende la nebbia sorta dalle oscurità personali del mangaka e del macchinario industriale che rotea attorno a lui - la luce emanata da una semplice fan - un po' un archetipo - che vive di questa nebbia per scacciare la propria. Il mangaka, che aveva sempre considerato i fan come importanti, ma banali e infimi antagonisti della sua carriera, sviata da loro verso lidi più commerciali, solo ora si rende conto di quanto possano essere umani e di quanto possano loro stessi soffrire come lui e necessitare di lui e delle sue opere, anche le più banali, in modo totale. Una lacrima, che è comprensione, mortificazione e ringraziamento, solca la sua guancia.
Questa mia ricostruzione, forse un po' troppo enfatica, forse non corrisponde totalmente a Reiraku, che effettivamente non è il miglior fumetto di Asano. Non sono neanche sicuro che qualche capitolo in più sarebbe bastato, come si dice spesso dei manga brevi. Forse è proprio il tema a non soddisfare completamente. Non la sua peggiore storia, non la migliore. Autocontemplativa, di certo.