Sono passati undici anni dal mio primo incontro coi mostriciattoli tascabili di casa Nintendo, da quella serie a cartoni animati cominciata in sordina nel pomeriggio dell’ultimo giorno di vacanze natalizie della terza media e trasformatasi in un successo planetario, da “The bad touch” della Bloodhound Gang che in quel periodo impazzava per radio e nei canali di video musicali e da quel Pokémon Rosso per Game Boy che era a 8 bit e in bianco e nero ma riuscì ad appassionare me e centinaia di italiani in piena era Playstation.
In questi undici anni di console Nintendo ne sono uscite tante e di generazioni di Pokémon se ne sono succedute ben cinque, eppure, ogni volta che comincio un nuovo titolo di questa serie, il sentimento che provo è lo stesso che provai in quel lontano giorno della terza media, lo stesso che provò il giovane protagonista della serie, entusiasta al pensiero di cominciare un viaggio lungo e affascinante in un mondo pieno di avventure.
Ad ogni nuova uscita della saga di Game Freak e Nintendo, mi rendo conto di come le parole della terza sigla americana del cartone animato, riadattata in italiano per il terzo film, si adattino perfettamente ad esprimere i sentimenti di molti giocatori (me compreso) quando accendono la loro console per gustarsi la nuova avventura.
“Questo è un mondo tutto nuovo, ed è tutto qui per te. Questo è il mondo tuo, e meglio non ce n’è. Prima o poi lo conquisterai, se tutti tu li acchiapperai”.
Anche Pokémon Bianco (Poketto Monsutā Howaito), ultimissimo titolo della serie per Nintendo DS uscito da qualche mese in Italia in coppia con il suo complementare Pokémon Nero (Poketto Monsutā Burakku), non fa eccezione. La sensazione, infatti, sarà ancora una volta quella di un viaggio in un nuovo luogo straordinario e affascinante, di un’avventura da ricordare di cui adesso andremo a sviscerare gli aspetti.
Una precisazione prima di partire per il nostro viaggio. Come da consuetudine della serie, anche stavolta saremo chiamati a scegliere se impersonare un personaggio maschile o uno femminile. Per motivi di praticità, svolgeremo la nostra recensione seguendo la mia scelta personale e riferendoci dunque al personaggio maschile, che chiameremo Kotaro.
Il gioco è ambientato a Unima (Isshu, nella versione originale), una regione molto distante da quelle che fecero da teatro ai precedenti capitoli.
Nella ridente cittadina di Soffiolieve, vivono tre giovani amici d’infanzia. Komor (Cheren, nella versione originale) è un ragazzo saccente, affidabile e alla ricerca della forza, Belle (Bel) è una ragazza ingenua, spensierata e dal cuore gentile, mentre Kotaro sta nel mezzo, avendo un carattere giusto, equilibrato e privo di inclinazioni particolari.
Un bel giorno, i tre ragazzi ricevono un pacco proveniente dalla professoressa Aralia (Araragi), una studiosa che vive nella loro città. Il pacco contiene tre Pokémon: il porcellino di fuoco Tepig, la lontra d’acqua Oshawott e il serpentello d’erba Snivy. Ognuno dei tre ragazzi dovrà scegliere la bestiola che lo accompagnerà nel suo viaggio e sarà dunque pronto per partire per la propria avventura, che lo porterà a sfidare gli otto capipalestra della regione di Unima per guadagnarsi l’accesso alla Lega Pokémon, il più ambito torneo di lotta.
Intorno a questa semplice trama di base si svilupperanno poi numerose sottotrame che la incroceranno.
La prima di queste riguarda il mito delle origini di Unima.
Un’antica leggenda, raccontata a più riprese nel videogioco, narra che la regione di Unima fu creata da un mitico Pokémon drago, che viveva insieme a due fratelli noti come gli eroi leggendari.
Un allontanamento fra i due fratelli, che volevano perseguire uno la verità e l’altro gli ideali, generò una trasformazione nel leggendario drago, che si scisse in due differenti Pokémon, il drago bianco del fuoco Reshiram e il drago nero del fulmine Zekrom.
Dopo una lunga battaglia, che vide i due Pokémon in parità, i fratelli appianarono le loro divergenze, ma la lotta leggendaria si ripresentò con i figli dei due eroi e fu allora che Reshiram e Zekrom, furiosi, rasero al suolo Unima con i loro devastanti poteri, per poi scomparire.
Nonostante questa sia una storia di tanti anni precedente alle vicende di Pokémon Bianco, come tutte le leggende ha un fondo di verità, e il nostro Kotaro scoprirà a sue spese che la leggenda sta per rivivere…
Legata a questa vicenda è la presenza del Team Plasma, un ordine simil-templare comandato dal perfido Gechis che organizza comizi in giro per Unima propugnando la nascita di una nuova, utopistica società che prevede la separazione fra i Pokémon, che dovrebbero vivere liberi, e gli umani che invece, secondo loro, li sfruttano.
Per raggiungere il loro scopo, gli uomini del Team Plasma non guardano in faccia niente e nessuno e, ai loro sermoni nelle piazze delle principali città, affiancano furti, maltrattamenti e azioni poco lecite che stridono coi loro propositi.
Nel corso della sua avventura, Kotaro li incontrerà e affronterà a più riprese, così come molte volte troverà sul suo cammino N, ragazzo dai molti misteri che persegue gli stessi ideali del Team Plasma ed è legato a doppio filo sia al succitato ordine sia alla leggenda di Reshiram e Zekrom.
Il viaggio di Kotaro lo porterà a visitare un mondo ricco di locations di grande atmosfera. Condotto per mano da un’avvincente trama, il nostro protagonista visiterà la regione di Unima in lungo e in largo, alla ricerca di amici mostri da catturare e da trasformare in compagni d’avventura.
Il mondo di Pokémon Bianco non manca, anche stavolta, di varietà. Vedremo con i nostri occhi cittadine, boschetti, corsi d’acqua, foreste, paludi, un deserto con annesse tempeste di sabbia e sabbie mobili, una gigantesca montagna-miniera, una spettacolare caverna le cui rocce brillano poiché conducono energia elettrica, antiche rovine, villaggi costruiti sopra un ponte, stazioni ferroviarie, porti, parchi di divertimenti, centri commerciali. Ma, soprattutto, quello che differenzia Unima dalle precedenti terre visitate dagli aficionados della saga: la tecnologia.
Ispirata nell’intenzione degli autori agli Stati Uniti d’America (in particolare a New York City e a Manhattan), Unima è una terra molto più angusta, grigia, in un certo senso quasi futuristica rispetto alle precedenti regioni. Simbolo di questo slancio tecnologico è Austropoli, la gigantesca città portuale che spicca per i suoi enormi grattacieli neri. Sovraffollata, piena di palazzi altissimi e scuri dai molteplici piani e di gente che corre affannosa per le vie della città o per i moli del porto, perché ha una nave da prendere o magari anche solo un gelato da mangiare al rinomato chiosco. Esclusive feste private, la riproduzione digitale dello staff della Game Freak, pubs, sedi di associazioni, ma anche ballerini ambulanti che danzano nella piazza principale, vicoletti bui e lerci, cassonetti dell’immondizia: Austropoli è moderna, enorme, ma anche claustrofobica, alienante e cupa.
Caratteristica fondamentale di Unima sono poi i numerosi ponti che collegano le varie città, che possono essere più o meno grandi passaggi di mattoni ma anche giganteschi e lunghissimi agglomerati di cemento e metallo simili al ponte di Brooklyn, che fan venire paura al solo guardar giù come se fossero montagne russe, con le loro dimensioni e le strade asfaltate percorse a tutta velocità da camion che vi scorrono sotto.
Leitmotiv di Pokémon Bianco è la forma geometrica dell’esagono, che compare in tutti i menu del gioco, nella disposizione delle Pokéball al centro Pokémon e persino nella pianta della stessa Unima, le cui città sono disposte esattamente secondo una forma esagonale, obbligando il giocatore a compiere un lineare percorso di tale forma nel corso delle sue peregrinazioni.
Questo rende il mondo di gioco più ristretto rispetto alle vastità viste nei precedenti giochi, ma non mancheremo comunque di incontrare le personalità più disparate nel corso del nostro viaggio, rendendo Unima, per quanto piccola e straniante che sia, un mondo vivo e pulsante.
Tre amici d’infanzia che compiono un viaggio avventuroso alla ricerca di un sogno, un’antica leggenda, un gruppo di malvagi e un misterioso ragazzo che tentano di scoprirne le verità. Questi gli elementi di una trama che fa di Pokémon Bianco qualcosa di nuovo rispetto alle precedenti avventure.
Ciò che di più, rispetto al passato, spicca come elemento di novità è, infatti, la presenza di una vera e propria trama portante, che si affianca al classico viaggio di formazione con palestre e tornei.
I personaggi che Kotaro incontrerà lungo il suo cammino, siano essi i suoi due amici d’infanzia o eminenti personalità del mondo di Pokémon Bianco, saranno tutti attivi e avranno modo di intraprendere col nostro eroe diversi discorsi.
Belle e Komor non sono semplici personaggi “da tutorial” come in passato. Ognuno di loro ha un suo carattere, e insieme al nostro giocatore formano un trio con una precisa simbologia e un suo ruolo all’interno della storia, un po’ come accadeva ai tre protagonisti di Raikou: La leggenda del tuono.
I capi-palestra, da sempre colonna portante dell’universo Pokémon, anche stavolta saranno perfettamente caratterizzati, ognuno di essi perfettamente riconoscibile nelle sue caratteristiche, e sarà difficile dimenticare il trio di giovanissimi camerieri formato da Chicco, Spighetto e Maisello, la “big mama” Aloè, l’eccentrico artista Artemisio, la bionda idol Camelia, il burbero magnate delle miniere Rafan (vestito come un cowboy texano, fantastico!), la giovanissima pilota Anemone, il glaciale Silvestro, la vivacissima Iris e il vecchio e saggio Aristide.
Come dite? Le palestre sono otto, ma io ho citato più di otto nomi?
Questo perché, pur restando consolidato nella sua struttura vincente, Pokémon Bianco offre delle piacevoli variazioni sul tema, in quanto, pur restando pedine importanti della trama, non tutti i capi-palestra potranno essere affrontati dal giocatore. Nella prima palestra la sfida sarà con uno solo dei tre camerieri, in base alla scelta del nostro Pokémon iniziale, e nell’ultima il capo-palestra varia a seconda della versione, avendo Iris nella versione bianca e Aristide in quella nera. Ma non si preoccupi il giocatore, anche se non ci toccherà affrontarli in combattimento, questo non significa che non avremo a che fare con tutti i capi-palestra. La trama di Pokémon Bianco, infatti, dà spazio a ognuno di loro, e il loro ruolo non si esaurisce con la lotta per la medaglia ma avremo modo di interagirci prima e dopo la lotta in diversi contesti che ci aiuteranno a renderli personaggi decisamente a tutto tondo.
A tessere i fili di tutta la vicenda sono loro, N e il Team Plasma, personaggi carismatici, inquietanti, misteriosi, che scandiscono con le loro vicendevoli comparse una storia avvincente e cupa che ben fa onore ai colori scelti per i giochi. Il percorso di maturazione delle storie, già avviato con i piani malvagi dei Team Idro, Magma e Galassia, giunge qui al suo culmine, e nel mondo dei Pokémon fa la sua comparsa il male propriamente detto, nella figura di personaggi carismatici, loschi e inquietanti, che fra incredibili intrighi e scene apocalittiche tramano in nome di opinabili utopie.
Pokémon Bianco ci porta dunque, dopo tanti anni di esperienze con questi simpatici mostriciattoli, a una riflessione. I Pokémon sono, per citare la Bloodhound Gang, esseri viventi che devono vivere liberi nel loro habitat come nei documentari di Discovery Channel, lontani dal giogo degli esseri umani che li catturano e li obbligano a lottare? Oppure, c’è dell’altro, e fra Pokémon e umani intercorre un legame indissolubile di fiducia e lealtà? Non sono forse, sia i Pokémon che gli umani, esseri viventi in egual misura?
E’ il Team Plasma il malvagio della storia, o sono in realtà gli esseri umani ad essere malvagi?
Eppure, al giocatore risulta assai difficile credere che quello di Pokémon Bianco sia un mondo malvagio. Un mondo fatto di ranger simili a Carmen Sandiego che ti regalano bacche, di cloni di Bull Hurley di Over the top che, scherzando, si presentano “Io sono Snorlax!”, di passanti impiccioni sempre pronti a rivelarti qualche pettegolezzo, di strampalate lezioni di giapponese alla tv, di ragazze che organizzano spettacoli improvvisati coi loro Pokémon, di anziani e austeri maestri che credono in fondamentali valori e sono pronti a trasmetterli a chi ritengono ne sia degno, di esploratori enormi e barbuti che sembrano minacciosi ma che, sorridendo, regalano importanti massime di vita scritte in hiragana, di rivali agguerriti che nel momento del bisogno corrono in aiuto dei loro amici salvandoli da situazioni mortalmente pericolose.
In un mondo così, se è vero che c'è il male, di certo non si trova in giro per le strade. Spetterà però al giocatore, addentrandosi in terre inesplorate e imparando a conoscere le mille e più persone e Pokémon che le abitano, stabilire dove stia il bene e dove il male.
Quel che è certo è che mai come adesso possiamo dir vera quella strofa della storica sigla americana della prima stagione dell’anime che faceva “You’re my best friend, in a world we must defend…”.
Pokémon Bianco si pone come un nuovo inizio rispetto al passato, dunque gli autori hanno operato la logica scelta di presentare un mondo tutto nuovo, popolato unicamente da creature mai viste prima, per creare un coinvolgimento maggiore e una maggiore atmosfera per la regione di Unima. Non si preoccupino i fans più sfegatati, vecchie conoscenze sia bestiali che umane faranno la loro comparsa nel corso del gioco, ma soltanto dopo la conclusione dell’avventura principale. Prima di allora saremo un ragazzo della cittadina di Soffiolieve, che non ha mai visto alcun Pokémon di Kanto, Johto, Hoenn e Sinnoh e non vede l’ora di far la conoscenza delle circa 150 nuove creature caratteristiche di Unima.
Anche stavolta, i creatori si sono sbizzarriti. Fra le creature che potremo catturare, infatti, annoveriamo stramberie come maiali lottatori di sumo con la barba di fiamme, cagnoloni con baffi così lunghi che quasi ci inciampano su, scimmie d’erba col ciuffo alla Elvis Presley, morbidi cuscini semoventi rosa, carpentieri muscolosi che portano con loro travi di legno o enormi blocchi di pietra, manguste con lo sguardo allucinato, Daruma viventi, lucertole che si tiran su le braghe, spettri di sarcofagi egizi, mucchi d’immondizia semoventi, gothic lolite, gelati viventi, meduse coi baffoni e la corona, candelabri viventi, tenerissimi orsetti col moccio al naso e orsi polari con la barba di ghiaccio, insetti che giocano a fare i supereroi o i cavalieri medievali, gatti esperti di arti marziali, orchi simili a geni della lampada che sembrano usciti da Lamù, spaventosi draghi e chi più ne ha più ne metta.
Va detto che alcuni di questi, invero, sembrano le brutte copie di mostri già apparsi in giochi precedenti e sono piuttosto banali, e che altri invece non sono propriamente bellissimi e fanno rimpiangere le creature dei giochi precedenti. E’ il caso, ahinoi, dei Pokémon leggendari che sono in parte anche il perno di tutta la vicenda. Reshiram e Zekrom appaiono anonimi, oscuri, dalle linee dure e dalla scarsa espressività. Gli manca del tutto la possanza evocata da bestie come Articuno, Entei, Suicune, Lugia, Ho-Oh o Kyogre e sembrano più simili a futuristici Digimon che a creature viventi, per quanto leggendarie che siano. La progressiva scomparsa di linee morbide nei tratti dei mostri tascabili sta affliggendo la serie ormai da qualche generazione e il fan affezionato può solo sorridere nel ricordare il pacioso, morbidissimo e rotondo Snorlax, conscio che Pokémon come lui non ce ne sono più.
Si tratta comunque di un problema relativo che tocca l’animo del fan navigato ma che non compromette la buona riuscita del gioco, poiché affezionarsi ai Pokémon da tenere nella propria squadra sarà più facile di quanto sembri, aldilà del design poco riuscito di molti.
Nonostante tutte queste novità, il gameplay di Pokémon Bianco non è poi cambiato così tanto, rispetto ai suoi predecessori.
Ciò che rende più piacevole e varia l’esperienza di gioco sono degli indubbi miglioramenti grafici, che aiuteranno a creare dei combattimenti decisamente più vivaci, sebbene la loro struttura sia quella ormai nota. Avremo numerosissime animazioni, Pokémon che chiudono gli occhi quando dormono durante la battaglia e che si muovono in continuazione con gran vivacità (guardare il cagnolone Herdier che scodinzola e si dimena tutto contento non ha prezzo), zoom in avanti e in indietro della telecamera a seconda dei Pokémon che attaccano in quel dato momento. All’ormai rodata lotta 2 vs 2 si aggiunge adesso la possibilità di lottare tre contro tre, sia posizionando i Pokémon sulla stessa riga sia spostandoli come se fossero su un’immaginario rullo. Una piacevolissima variante che permette al giocatore di creare nuove e innumerevoli strategie, sfruttando le classiche debolezze e resistenze ma anche la possibilità di diverse mosse di colpire nello stesso momento tutti i Pokémon avversari e, in qualche caso, anche incidentalmente quelli vicini della nostra squadra.
Le migliorie grafiche non si presentano soltanto nelle battaglie. Se la visuale è ancora isometrica e i personaggi sono ancora piccoli ometti in 2D, il mondo di gioco è completamente tridimensionale e in numerosi frangenti (come la già citata Austropoli o i ponti più tecnologici) la visuale ruoterà, con una telecamera variabile che ci darà un maggior effetto 3D davvero piacevole. A demerito della grafica, va però detto che, agli inizi del gioco, il proprio Pokémon visto da dietro in combattimento appare troppo pixelloso e troppo poco riconoscibile, ma è un difetto minimale che scompare con le progressive evoluzioni, con gli zoom e con i Pokémon che compaiono più avanti.
Inoltre, insieme all’alternanza di giorno e notte, stavolta si alternano (una per ogni mese del mondo reale) anche le stagioni, creando differenze nel mondo di gioco come presenza di questo o quel Pokémon in una determinata stagione, ghiacciai che si sciolgono rivelando passaggi o laghetti che si ghiacciano impedendo la pesca di Pokémon o creando passaggi laddove prima era impossibile proseguire.
Decisamente di buona fattura è anche il comparto sonoro, con musiche orchestrate di grandissimo appeal, effetti sonori gradevolissimi sia per gli agenti atmosferici e i rumori dell’ambiente sia per gli effetti delle mosse e soprattutto per i versi dei Pokémon, adesso finalmente riconoscibili (il già citato Herdier, così come la sua evoluzione Stoutland, abbaia magnificamente come un cane vero). Non mancherà poi nel gioco un’ulteriore piccola sorpresa canora, al giocatore il piacere di scoprirla.
Il multiplayer, da sempre fiore all’occhiello della serie, è qui portato all’estremo, grazie all’Intramondo e al Dream World, due nuove modalità di gioco che renderanno decisamente più interessante e longevo l’ormai collaudato (e sempre più approfondito ad ogni capitolo) uso del wireless, del wi-fi e persino di Internet, tramite uno speciale sito collegato al gioco dove è possibile divertirsi in svariati modi.
In tutto questo fior fior di novità, dispiace tuttavia che alcune belle idee dei capitoli precedenti, che magari si davano per scontate, siano state eliminate, come il divertente sottogioco delle gare Pokemon (qui sostituito dal Pokémon Musical, minigioco poco attivo e di utilità nulla), la possibilità di avere il proprio Pokémon che trotterella insieme al giocatore o la compatibilità con quella meraviglia che era il Pokéwalker.
E’ da segnalare anche un uso praticamente nullo del touch screen, che è relegato praticamente solo al multiplayer (con la bruttissima e inutile schermata del wireless tutta nera con gli esagoni lampeggianti che occupa tutto lo schermo) mentre poteva essere usato per avere comode shortcuts per i menu o un grande e comodo orologio come nei capitoli precedenti.
E’ innegabile che Pokémon Bianco sia un Pokémon rinnovato, che propone degli elementi di novità rispetto ai capitoli precedenti, pur mantenendo intatta la sua giocabilità.
La trama del gioco avvince, colpisce e fa riflettere e insieme alla classica struttura di palestre e Lega crea un fantastico intreccio.
Girare per la regione di Unima è affascinante. Si incontrano moltissimi personaggi, si possono fare moltissime cose e il mondo di gioco è vivo, pulsante e ricco, come di consueto, di grande ironia.
Tuttavia, il gioco è sin troppo facile, rispetto ai suoi predecessori. La struttura a esagono del mondo rende i percorsi brevi e lineari, ci si mette davvero poco a passare da una palestra all’altra, non ci sono quasi più quelle caverne e quelle foreste immense e sterminate in cui perdersi fra una città e l’altra, le città stesse sono molto più piccole (il negozio e il centro Pokémon sono ora unificati in un unico edificio) e Unima si percorre relativamente in poco tempo.
Le strategie e i combattimenti sono inoltre molto facilitati. Ad esempio, adesso le MT (mosse che si possono insegnare ai Pokémon e che nei giochi precedenti erano “usa e getta”) si possono usare all’infinito, mentre le MN (mosse da insegnare ai Pokémon che possono essere usate al di fuori della lotta per tagliare alberi, nuotare, volare o spostare massi, ma che una volta insegnate non possono essere sostituite con altre mosse) sono state ridotte di numero ed è possibile completare l’avventura principale senza aver mai insegnato quasi nessuna di queste ad un Pokémon.
I combattimenti contro gli allenatori e i capi-palestra sono decisamente facili, salvo rarissimi casi, per poi farsi più impegnativi soltanto nell’ultima fase dell’avventura e dopo la fine della storia principale.
Una volta conclusi i titoli di coda, il gioco prosegue come di consueto, donandoci nuovi obbiettivi come la cattura di tutto il bestiario (con la possibilità di catturare anche i quasi cinquecento Pokémon dei precedenti giochi perché li troveremo in giro per zone di Unima prima inaccessibili, potremo scaricarli dai titoli precedenti o scambiarli tramite wireless o Internet). Catturare i nuovi Pokémon leggendari sarà però sin troppo semplice, al confronto dell’analoga impresa dei giochi precedenti, e la trama che ci conduce nel post-Lega è decisamente debole.
A questo bisogna aggiungere che la trama apocalittica di questo Pokémon Bianco, con i suoi leggendari mostri bianchi e neri dall’aspetto inespressivo e i tratti ruvidi, con le sue plumbee città futuristiche, è sì avvincente nonché una piacevole variazione sul tema del classico gioco Pokémon, ma il fan che da tanti anni segue la saga sentirà che qualcosa si è perso. Introdurre il male nell’universo Pokémon fa irrimediabilmente scemare la dimensione, che animava i titoli precedenti, di grande vacanza estiva all’insegna dell’avventura, di mondo su misura di bambino dove poter socializzare e fare amicizia con chiunque grazie all’interesse comune per le bestiole tascabili, di universo dove il bene e il male non erano propriamente distinti ma sfumavano nel cuore delle persone.
Rimane un titolo pregevolissimo, che per certe cose è un notevole passo in avanti per la serie di Game Freak e Nintendo e che fa divertire e appassionare, ma, pur con tutte le sue novità e la trama matura e avvincente, non è il migliore della serie.
Per chi non ha mai giocato un titolo Pokémon prima d’ora probabilmente sarà un ottimo punto di partenza. I vecchi fans lo troveranno indubbiamente interessante e innovativo, ma alla fine della fiera tenderanno a preferire di svariate distanze i placidi boschetti e l’estate perenne della regione di Kanto o i bellissimi tramonti dorati sulle torri in stile Kyoto della regione di Johto alla claustrofobica e cupa Unima, il saggio professor Oak alla giovane Aralia e il maestoso, morbido e lucente Ho-Oh allo spigoloso e oscuro Zekrom.
La quarta console da “viaggio” (è proprio il caso di dirlo visto il gioco di cui stiamo parlando) di casa Nintendo è stata forse la più fortunata in termini Pokémaniaci: ben tre capitoli della serie hanno visto la luce sui suoi (due) schermi: il “regolare” duo di Pokémon Diamante e Perla (con Platino come update), gli esplosivi remake Pokémon HeartGold e SoulSilver e la coppia che qui prendiamo in analisi, ovvero gli “sperimentali” Pokémon Bianco e Nero.
Perchè “sperimentali”?
Lo scopriremo solo leggendo...
Il primo impatto appena accesa la console non può che spiazzare: un video realizzato in Limited Animation ci mostra un uomo con un enorme mantello incoronare un giovane dai lunghi capelli verdi, in un'ambientazione medievale con tanto di cavalieri templari, eppure la sensazione non è quella di essere sul punto di assistere a qualcosa di epico e positivo: le musiche, lo sguardo dell'uomo che raggiunge il futuro re con la corona in mano, i colori scuri, qualcosa ci fa capire che ciò che sta avvenendo non è buono: subito dopo vengono mostrate in una sequenza frizzante e briosa delle immagini di gioco in sequenza, e si capisce che il nostro compito sarà di osteggiare questo re e questi templari.
L'inizio è molto brioso, con tre amici che ricevono i loro primi Pokémon e nella loro prima battaglia mettono tremendamente in disordine la stanza del ragazzo(o della ragazza) protagonista: e col tempo questo trio avrà modo di scombussolare ben altri edifici...
La giocabilità della serie è arcinota ai più: è un Gioco Di Ruolo con visuale a volo d'uccello, anche se in questo capitolo per la prima volta avremo delle inquadrature dinamiche che faranno ruotare la telecamera in profondità o in altezza.
Il cambio d'inquadrature però non è l'unica novità: molti punti fermi della serie verranno modificati in maniera più o meno evidente, rendendo il tutto diverso.
Migliore o peggiore?
Questo sta a chi gioca, è impossibile definirlo con certezza.
Perché se è vero come è vero che le MT infinite sono comode per personalizzare la propria squadra e che il fatto che le MN siano diventate facoltative (o meglio, sono state relegate a strumento di esplorazione secondaria) rende il tutto più comodo e “maneggevole”, è anche vero che queste possono essere viste come delle semplificazioni, come il fatto che Zekrom e Reshiram siano per doveri di trama molto più facili da catturare rispetto ai leggendari predecessori.
Di innovazioni all'interno delle battaglie ce ne sono poche, eccetto per i nuovi scontri 3 VS 3 che comunque eccetto per il multiplayer sono rarissimi negli scontri coi personaggi del gioco e per l'introduzione di mosse combinate (ma sono solo per i tre starter e ce ne devono essere due in campo, quindi è da considerarsi più che altro una buona idea da sviluppare di più nei capitoli futuri).
L'idea di evolvere il concetto di tasto di scelta rapida, che mentre in passato consentiva di utilizzare uno strumento preciso precedentemente selezionato con la sola pressione di esso ora permette di aprire una finestrella dove sono state inserite tutte le opzioni del menù considerate più utili da tenere a portata di mano (avere la bicicletta, la canna da pesca e la mappa a portata di mano in una volta è qualcosa di utopistico per i giocatori navigati), è però indubbiamente ottima, e da conservare gelosamente per le generazioni future.
Graficamente parlando si ha la maggiore rivoluzione che questi nuovi capitoli hanno da offrire.
Innanzitutto la stessa regione di Unima che ospita questa nuova avventura è completamente diversa dalle precedenti, risultando più occidentale e “urbana”, addirittura futuristica in un caso.
Poi, le schermate delle battaglie sono ora a telecamera mobile, e i Pokèmon in campo non faranno una movenza particolare all'inizio dello scontro ma si muoveranno durante tutto lo stesso.
Le sopracitate inquadrature dinamiche stupiranno gli esperti della serie che sono abituati a fondali statici e gli effetti dovuti al cambio delle stagioni risulteranno molto gradevoli (personalmente gradisco tantissimo i prati “pennellati” di verde della stagione primaverile, che fanno tanto The Legend Of Zelda: Four Swords Adventures).
Di contro però abbiamo un certo declino per quel che riguarda il design dei mostri.
Alcuni casi risultano particolarmente fastidiosi perché si tratta di Pokémon che riproducono animali che avevano già avuto la loro controparte Poké (perchè fare un Pokémon talpa se c'è già Diglett? Perchè un girino se c'è Poliwag? E' accettabile in casi in cui si prendano tipi d'animali di cui esistono varie razze come i cani, ma in altri casi meno vari fa arricciare un po' il naso), mentre altri risultano fin troppo fuori posto: specie in alcuni casi in cui l'aspetto risulta poco fantasioso come per esempio la candela vivente Litwick, che pare peraltro cugino di un Digimon di prima generazione e stessa sorte tocca all'ammasso di ingranaggi Klink e le sue evoluzioni, mentre in altri casi è semplicemente il design a essere bruttino, inadatto o superfluo: era il caso di fare un sacco dell'immondizia ambulante (considerato che abbiamo già Grimer e Muk)?
Per fortuna però ci sono anche Pokémon più simpatici e carini, e anche più “fighi” nelle evoluzioni più avanzate, e comunque si finisce per affezionarsi inevitabilmente alla squadra che ci porta in cima al mondo.
Un discorso a parte lo merita Gothitelle e le sue pre-evoluzioni: il Pokémon in questione è indubbiamente una Gothic-lolita (lo dice anche il nome, e il nome della sua forma base, Gothita, è ancora più esplicito in questo senso) e viene da chiedersi se è il caso di realizzare dei Pokémon che rappresentano delle “mode” più che delle creature che è possibile trovare allo stato selvatico.
Sin dalla prima generazione abbiamo avuto una Ganguro (Jynx), che peraltro causò alcuni problemi in America per via delle labbra abbondanti unite a pelle nera (accuse di discriminazione e successivo cambio del colore della pelle in viola), e il dubbio ora è quanto può essere considerata normale la presenza in natura di creature basate su stili di vita di stampo modaiolo.
A meno che, forse, non venga svelato che nel mondo dei Pokémon la moda Ganguro e quella delle Gothic-Lolite non sia ispirata proprio da questi Pokémon, ma si tratta più che altro di illazioni, stesso discorso si potrebbe fare per esempio con il pugilato, magari in quel mondo è nato osservando gli Hitmonchan e il loro modo di lottare (anche se il Pokédex pare affermare il contrario), come nel nostro esistono arti marziali legate al mondo animale (come alcune posizioni della Capoeira).
Anche la regia merita un approfondimento: sono presenti infatti per la prima volta nella serie (eccetto qualcosina in HeartGold e SoulSilver) dei filmati molto ben realizzati in alcuni dei momenti più concitati della trama, che di par suo sarà ben diversa che in passato: più drammatica, più seria, più profonda.
Musicalmente c'è di che compiacersi.
Le musiche di Bianco e Nero sono coinvolgenti, a volte inquietanti a volte particolarmente gioiose, rendono alla perfezione le scene a cui sono abbinate e rimangono facilmente in testa, mentre i versi dei Pokémon ora più che mai sembrano versi reali di creature reali, e in questo senso stonano con i Pokémon più vecchi che appariranno a sorpresa da un certo punto della storia in avanti.
Ci sono anche delle sorprese musicali per i nostalgici che andranno però “scovate”, così come in alcune situazioni si potrà giocare col numero di strumenti che andranno a plasmare il sottofondo, in una maniera simile ma diversa da ciò che accadeva in F-Zero GX per Nintendo Gamecube, dove a ogni giro di pista si aggiungeva un nuovo strumento musicale alla colonna sonora.
Sommo gaudio per la parziale eliminazione della fastidiosa “sirena” che si attivava in passato quando un Pokémon si ritrovava con pochi Punti Vita, che ora è stata annacquata in una melodia più energica che aumenti l'adrenalina nei momenti difficili della battaglia.
Sulla longevità c'è da affrontare una questione un po' particolare.
Pokémon è sempre stato sinonimo di grande, grandissima longevità sia per quel che riguarda il gioco in singolo sia per ciò che concerne il multiplayer.
Questa volta però la trama principale si rivela tanto intensa quanto rapida, ed essendo legata a doppio filo alla conquista delle 8 Medaglie e alla sfida ai SuperQuattro rende l'intera risoluzione leggermente più facile.
L'intensità della storia principale è molto più grande (forse si potrebbe pensare persino troppo, rispetto al passato) ed è indubbiamente dovuta alle scelte di narrazione: mai prima d'ora avevamo avuto modo di riflettere, il team malvagio non è un team malvagio e basta, ma è il completamento di un percorso iniziato ai tempi di Rubino e Zaffiro e che porta gli avversari ad agire in maniera malvagia non per semplice guadagno personale ma per la persecuzione di un ideale, per quanto sul finale ci saranno delle sorprese e dei ribaltamenti di fronte sugli scopi del Team Plasma.
Indubbiamente l'incertezza è uno dei leitmotiv di questo nuovo doppio capitolo: faranno bene gli allenatori a togliere i Pokémon dallo stato brado e a portarli con loro?
Sono forse schiavisti o amici delle creature magiche che popolano quel mondo?
E' più che ovvio che nel giocatore, dopo i sermoni di Gechis, si instillino queste domande, a cui però solo il giocatore stesso potrà dare una risposta.
Forse proprio perché “l'avventura vera inizia solo dopo i titoli di coda” stavolta Gamefreak ci porta al di là di quella lunga lista di nomi che ci separa dalla libertà d'esplorazione, di scelta e di allenamento abbastanza rapidamente, senza metterci troppi ostacoli di tipo esplorativo lungo il percorso (la quasi totalità delle grotte e dei boschi è facoltativa) e senza averci fatto attraversare nemmeno tutta la mappa (quasi tutta la metà destra dell'”esagono” che è la regione di Unima può essere esplorata solo dopo aver battuto la lega, quasi la versione povera della regione di Kanto di Oro, Argento, Cristallo, HeartGold e SoulSilver, e non a caso forse in quella porzione di Unima si trovano Pokémon di generazioni passate), consapevoli forse che molti, moltissimi allenatori non vedono l'ora di potersi dedicare alle loro attività preferite senza incombenze di sorta.
E' anche vero che è presente un gran numero di Pokèmon leggendari da catturare dopo la Lega, e che il multiplayer è il più curato e ricco di opzioni che esista.
In sostanza, se si dovesse analizzare la tripla offerta Pokémon su Nintendo DS (Perla/Diamante/Platino, HeartGold/SoulSilver e Bianco/Nero) potremmo dire che se il primo trio è un fidanzamento ufficiale e la seconda coppia un anniversario celebrato con una cena a lume di candela su una nave da crociera nel Mar Rosso, Pokémon Versione Bianca e Nera è come un fugace amore estivo.
Breve, intenso, esotico e inaspettato, dona sensazioni nuove, emozioni mai provate ma non dura per sempre e quando i giochi sono fatti lascia dei ripensamenti e un po' di nostalgia.
Il gioco in sé si dimostra sempre assolutamente appassionante e dotato di innovazioni che potranno incuriosire, intrattenere ed emozionare anche l'allenatore più navigato, e la storia è la più bella ed emozionante che la serie abbia mai avuto, ma purtroppo per lui questo capitolo “sperimentale” della serie ha contro di sé una serie di rivali (cioè la Generazione 4 di Diamante e Perla e i remake di Oro e Argento) che gli rendono difficile di brillare di luce propria.
Consigliato agli appassionati di vecchia data, mentre ai novellini preferisco consigliare HeartGold e SoulSilver, in modo da avere subito sottomano i migliori in assoluto e non farsi, con questa coppia di capitoli ricchi di “azzardi”, un'idea vagamente distorta del ben più ridente mondo Poké.
Promosso per il coraggio.
In questi undici anni di console Nintendo ne sono uscite tante e di generazioni di Pokémon se ne sono succedute ben cinque, eppure, ogni volta che comincio un nuovo titolo di questa serie, il sentimento che provo è lo stesso che provai in quel lontano giorno della terza media, lo stesso che provò il giovane protagonista della serie, entusiasta al pensiero di cominciare un viaggio lungo e affascinante in un mondo pieno di avventure.
Ad ogni nuova uscita della saga di Game Freak e Nintendo, mi rendo conto di come le parole della terza sigla americana del cartone animato, riadattata in italiano per il terzo film, si adattino perfettamente ad esprimere i sentimenti di molti giocatori (me compreso) quando accendono la loro console per gustarsi la nuova avventura.
“Questo è un mondo tutto nuovo, ed è tutto qui per te. Questo è il mondo tuo, e meglio non ce n’è. Prima o poi lo conquisterai, se tutti tu li acchiapperai”.
Anche Pokémon Bianco (Poketto Monsutā Howaito), ultimissimo titolo della serie per Nintendo DS uscito da qualche mese in Italia in coppia con il suo complementare Pokémon Nero (Poketto Monsutā Burakku), non fa eccezione. La sensazione, infatti, sarà ancora una volta quella di un viaggio in un nuovo luogo straordinario e affascinante, di un’avventura da ricordare di cui adesso andremo a sviscerare gli aspetti.
Una precisazione prima di partire per il nostro viaggio. Come da consuetudine della serie, anche stavolta saremo chiamati a scegliere se impersonare un personaggio maschile o uno femminile. Per motivi di praticità, svolgeremo la nostra recensione seguendo la mia scelta personale e riferendoci dunque al personaggio maschile, che chiameremo Kotaro.
Il gioco è ambientato a Unima (Isshu, nella versione originale), una regione molto distante da quelle che fecero da teatro ai precedenti capitoli.
Nella ridente cittadina di Soffiolieve, vivono tre giovani amici d’infanzia. Komor (Cheren, nella versione originale) è un ragazzo saccente, affidabile e alla ricerca della forza, Belle (Bel) è una ragazza ingenua, spensierata e dal cuore gentile, mentre Kotaro sta nel mezzo, avendo un carattere giusto, equilibrato e privo di inclinazioni particolari.
Un bel giorno, i tre ragazzi ricevono un pacco proveniente dalla professoressa Aralia (Araragi), una studiosa che vive nella loro città. Il pacco contiene tre Pokémon: il porcellino di fuoco Tepig, la lontra d’acqua Oshawott e il serpentello d’erba Snivy. Ognuno dei tre ragazzi dovrà scegliere la bestiola che lo accompagnerà nel suo viaggio e sarà dunque pronto per partire per la propria avventura, che lo porterà a sfidare gli otto capipalestra della regione di Unima per guadagnarsi l’accesso alla Lega Pokémon, il più ambito torneo di lotta.
Intorno a questa semplice trama di base si svilupperanno poi numerose sottotrame che la incroceranno.
La prima di queste riguarda il mito delle origini di Unima.
Un’antica leggenda, raccontata a più riprese nel videogioco, narra che la regione di Unima fu creata da un mitico Pokémon drago, che viveva insieme a due fratelli noti come gli eroi leggendari.
Un allontanamento fra i due fratelli, che volevano perseguire uno la verità e l’altro gli ideali, generò una trasformazione nel leggendario drago, che si scisse in due differenti Pokémon, il drago bianco del fuoco Reshiram e il drago nero del fulmine Zekrom.
Dopo una lunga battaglia, che vide i due Pokémon in parità, i fratelli appianarono le loro divergenze, ma la lotta leggendaria si ripresentò con i figli dei due eroi e fu allora che Reshiram e Zekrom, furiosi, rasero al suolo Unima con i loro devastanti poteri, per poi scomparire.
Nonostante questa sia una storia di tanti anni precedente alle vicende di Pokémon Bianco, come tutte le leggende ha un fondo di verità, e il nostro Kotaro scoprirà a sue spese che la leggenda sta per rivivere…
Legata a questa vicenda è la presenza del Team Plasma, un ordine simil-templare comandato dal perfido Gechis che organizza comizi in giro per Unima propugnando la nascita di una nuova, utopistica società che prevede la separazione fra i Pokémon, che dovrebbero vivere liberi, e gli umani che invece, secondo loro, li sfruttano.
Per raggiungere il loro scopo, gli uomini del Team Plasma non guardano in faccia niente e nessuno e, ai loro sermoni nelle piazze delle principali città, affiancano furti, maltrattamenti e azioni poco lecite che stridono coi loro propositi.
Nel corso della sua avventura, Kotaro li incontrerà e affronterà a più riprese, così come molte volte troverà sul suo cammino N, ragazzo dai molti misteri che persegue gli stessi ideali del Team Plasma ed è legato a doppio filo sia al succitato ordine sia alla leggenda di Reshiram e Zekrom.
Il viaggio di Kotaro lo porterà a visitare un mondo ricco di locations di grande atmosfera. Condotto per mano da un’avvincente trama, il nostro protagonista visiterà la regione di Unima in lungo e in largo, alla ricerca di amici mostri da catturare e da trasformare in compagni d’avventura.
Il mondo di Pokémon Bianco non manca, anche stavolta, di varietà. Vedremo con i nostri occhi cittadine, boschetti, corsi d’acqua, foreste, paludi, un deserto con annesse tempeste di sabbia e sabbie mobili, una gigantesca montagna-miniera, una spettacolare caverna le cui rocce brillano poiché conducono energia elettrica, antiche rovine, villaggi costruiti sopra un ponte, stazioni ferroviarie, porti, parchi di divertimenti, centri commerciali. Ma, soprattutto, quello che differenzia Unima dalle precedenti terre visitate dagli aficionados della saga: la tecnologia.
Ispirata nell’intenzione degli autori agli Stati Uniti d’America (in particolare a New York City e a Manhattan), Unima è una terra molto più angusta, grigia, in un certo senso quasi futuristica rispetto alle precedenti regioni. Simbolo di questo slancio tecnologico è Austropoli, la gigantesca città portuale che spicca per i suoi enormi grattacieli neri. Sovraffollata, piena di palazzi altissimi e scuri dai molteplici piani e di gente che corre affannosa per le vie della città o per i moli del porto, perché ha una nave da prendere o magari anche solo un gelato da mangiare al rinomato chiosco. Esclusive feste private, la riproduzione digitale dello staff della Game Freak, pubs, sedi di associazioni, ma anche ballerini ambulanti che danzano nella piazza principale, vicoletti bui e lerci, cassonetti dell’immondizia: Austropoli è moderna, enorme, ma anche claustrofobica, alienante e cupa.
Caratteristica fondamentale di Unima sono poi i numerosi ponti che collegano le varie città, che possono essere più o meno grandi passaggi di mattoni ma anche giganteschi e lunghissimi agglomerati di cemento e metallo simili al ponte di Brooklyn, che fan venire paura al solo guardar giù come se fossero montagne russe, con le loro dimensioni e le strade asfaltate percorse a tutta velocità da camion che vi scorrono sotto.
Leitmotiv di Pokémon Bianco è la forma geometrica dell’esagono, che compare in tutti i menu del gioco, nella disposizione delle Pokéball al centro Pokémon e persino nella pianta della stessa Unima, le cui città sono disposte esattamente secondo una forma esagonale, obbligando il giocatore a compiere un lineare percorso di tale forma nel corso delle sue peregrinazioni.
Questo rende il mondo di gioco più ristretto rispetto alle vastità viste nei precedenti giochi, ma non mancheremo comunque di incontrare le personalità più disparate nel corso del nostro viaggio, rendendo Unima, per quanto piccola e straniante che sia, un mondo vivo e pulsante.
Tre amici d’infanzia che compiono un viaggio avventuroso alla ricerca di un sogno, un’antica leggenda, un gruppo di malvagi e un misterioso ragazzo che tentano di scoprirne le verità. Questi gli elementi di una trama che fa di Pokémon Bianco qualcosa di nuovo rispetto alle precedenti avventure.
Ciò che di più, rispetto al passato, spicca come elemento di novità è, infatti, la presenza di una vera e propria trama portante, che si affianca al classico viaggio di formazione con palestre e tornei.
I personaggi che Kotaro incontrerà lungo il suo cammino, siano essi i suoi due amici d’infanzia o eminenti personalità del mondo di Pokémon Bianco, saranno tutti attivi e avranno modo di intraprendere col nostro eroe diversi discorsi.
Belle e Komor non sono semplici personaggi “da tutorial” come in passato. Ognuno di loro ha un suo carattere, e insieme al nostro giocatore formano un trio con una precisa simbologia e un suo ruolo all’interno della storia, un po’ come accadeva ai tre protagonisti di Raikou: La leggenda del tuono.
I capi-palestra, da sempre colonna portante dell’universo Pokémon, anche stavolta saranno perfettamente caratterizzati, ognuno di essi perfettamente riconoscibile nelle sue caratteristiche, e sarà difficile dimenticare il trio di giovanissimi camerieri formato da Chicco, Spighetto e Maisello, la “big mama” Aloè, l’eccentrico artista Artemisio, la bionda idol Camelia, il burbero magnate delle miniere Rafan (vestito come un cowboy texano, fantastico!), la giovanissima pilota Anemone, il glaciale Silvestro, la vivacissima Iris e il vecchio e saggio Aristide.
Come dite? Le palestre sono otto, ma io ho citato più di otto nomi?
Questo perché, pur restando consolidato nella sua struttura vincente, Pokémon Bianco offre delle piacevoli variazioni sul tema, in quanto, pur restando pedine importanti della trama, non tutti i capi-palestra potranno essere affrontati dal giocatore. Nella prima palestra la sfida sarà con uno solo dei tre camerieri, in base alla scelta del nostro Pokémon iniziale, e nell’ultima il capo-palestra varia a seconda della versione, avendo Iris nella versione bianca e Aristide in quella nera. Ma non si preoccupi il giocatore, anche se non ci toccherà affrontarli in combattimento, questo non significa che non avremo a che fare con tutti i capi-palestra. La trama di Pokémon Bianco, infatti, dà spazio a ognuno di loro, e il loro ruolo non si esaurisce con la lotta per la medaglia ma avremo modo di interagirci prima e dopo la lotta in diversi contesti che ci aiuteranno a renderli personaggi decisamente a tutto tondo.
A tessere i fili di tutta la vicenda sono loro, N e il Team Plasma, personaggi carismatici, inquietanti, misteriosi, che scandiscono con le loro vicendevoli comparse una storia avvincente e cupa che ben fa onore ai colori scelti per i giochi. Il percorso di maturazione delle storie, già avviato con i piani malvagi dei Team Idro, Magma e Galassia, giunge qui al suo culmine, e nel mondo dei Pokémon fa la sua comparsa il male propriamente detto, nella figura di personaggi carismatici, loschi e inquietanti, che fra incredibili intrighi e scene apocalittiche tramano in nome di opinabili utopie.
Pokémon Bianco ci porta dunque, dopo tanti anni di esperienze con questi simpatici mostriciattoli, a una riflessione. I Pokémon sono, per citare la Bloodhound Gang, esseri viventi che devono vivere liberi nel loro habitat come nei documentari di Discovery Channel, lontani dal giogo degli esseri umani che li catturano e li obbligano a lottare? Oppure, c’è dell’altro, e fra Pokémon e umani intercorre un legame indissolubile di fiducia e lealtà? Non sono forse, sia i Pokémon che gli umani, esseri viventi in egual misura?
E’ il Team Plasma il malvagio della storia, o sono in realtà gli esseri umani ad essere malvagi?
Eppure, al giocatore risulta assai difficile credere che quello di Pokémon Bianco sia un mondo malvagio. Un mondo fatto di ranger simili a Carmen Sandiego che ti regalano bacche, di cloni di Bull Hurley di Over the top che, scherzando, si presentano “Io sono Snorlax!”, di passanti impiccioni sempre pronti a rivelarti qualche pettegolezzo, di strampalate lezioni di giapponese alla tv, di ragazze che organizzano spettacoli improvvisati coi loro Pokémon, di anziani e austeri maestri che credono in fondamentali valori e sono pronti a trasmetterli a chi ritengono ne sia degno, di esploratori enormi e barbuti che sembrano minacciosi ma che, sorridendo, regalano importanti massime di vita scritte in hiragana, di rivali agguerriti che nel momento del bisogno corrono in aiuto dei loro amici salvandoli da situazioni mortalmente pericolose.
In un mondo così, se è vero che c'è il male, di certo non si trova in giro per le strade. Spetterà però al giocatore, addentrandosi in terre inesplorate e imparando a conoscere le mille e più persone e Pokémon che le abitano, stabilire dove stia il bene e dove il male.
Quel che è certo è che mai come adesso possiamo dir vera quella strofa della storica sigla americana della prima stagione dell’anime che faceva “You’re my best friend, in a world we must defend…”.
Pokémon Bianco si pone come un nuovo inizio rispetto al passato, dunque gli autori hanno operato la logica scelta di presentare un mondo tutto nuovo, popolato unicamente da creature mai viste prima, per creare un coinvolgimento maggiore e una maggiore atmosfera per la regione di Unima. Non si preoccupino i fans più sfegatati, vecchie conoscenze sia bestiali che umane faranno la loro comparsa nel corso del gioco, ma soltanto dopo la conclusione dell’avventura principale. Prima di allora saremo un ragazzo della cittadina di Soffiolieve, che non ha mai visto alcun Pokémon di Kanto, Johto, Hoenn e Sinnoh e non vede l’ora di far la conoscenza delle circa 150 nuove creature caratteristiche di Unima.
Anche stavolta, i creatori si sono sbizzarriti. Fra le creature che potremo catturare, infatti, annoveriamo stramberie come maiali lottatori di sumo con la barba di fiamme, cagnoloni con baffi così lunghi che quasi ci inciampano su, scimmie d’erba col ciuffo alla Elvis Presley, morbidi cuscini semoventi rosa, carpentieri muscolosi che portano con loro travi di legno o enormi blocchi di pietra, manguste con lo sguardo allucinato, Daruma viventi, lucertole che si tiran su le braghe, spettri di sarcofagi egizi, mucchi d’immondizia semoventi, gothic lolite, gelati viventi, meduse coi baffoni e la corona, candelabri viventi, tenerissimi orsetti col moccio al naso e orsi polari con la barba di ghiaccio, insetti che giocano a fare i supereroi o i cavalieri medievali, gatti esperti di arti marziali, orchi simili a geni della lampada che sembrano usciti da Lamù, spaventosi draghi e chi più ne ha più ne metta.
Va detto che alcuni di questi, invero, sembrano le brutte copie di mostri già apparsi in giochi precedenti e sono piuttosto banali, e che altri invece non sono propriamente bellissimi e fanno rimpiangere le creature dei giochi precedenti. E’ il caso, ahinoi, dei Pokémon leggendari che sono in parte anche il perno di tutta la vicenda. Reshiram e Zekrom appaiono anonimi, oscuri, dalle linee dure e dalla scarsa espressività. Gli manca del tutto la possanza evocata da bestie come Articuno, Entei, Suicune, Lugia, Ho-Oh o Kyogre e sembrano più simili a futuristici Digimon che a creature viventi, per quanto leggendarie che siano. La progressiva scomparsa di linee morbide nei tratti dei mostri tascabili sta affliggendo la serie ormai da qualche generazione e il fan affezionato può solo sorridere nel ricordare il pacioso, morbidissimo e rotondo Snorlax, conscio che Pokémon come lui non ce ne sono più.
Si tratta comunque di un problema relativo che tocca l’animo del fan navigato ma che non compromette la buona riuscita del gioco, poiché affezionarsi ai Pokémon da tenere nella propria squadra sarà più facile di quanto sembri, aldilà del design poco riuscito di molti.
Nonostante tutte queste novità, il gameplay di Pokémon Bianco non è poi cambiato così tanto, rispetto ai suoi predecessori.
Ciò che rende più piacevole e varia l’esperienza di gioco sono degli indubbi miglioramenti grafici, che aiuteranno a creare dei combattimenti decisamente più vivaci, sebbene la loro struttura sia quella ormai nota. Avremo numerosissime animazioni, Pokémon che chiudono gli occhi quando dormono durante la battaglia e che si muovono in continuazione con gran vivacità (guardare il cagnolone Herdier che scodinzola e si dimena tutto contento non ha prezzo), zoom in avanti e in indietro della telecamera a seconda dei Pokémon che attaccano in quel dato momento. All’ormai rodata lotta 2 vs 2 si aggiunge adesso la possibilità di lottare tre contro tre, sia posizionando i Pokémon sulla stessa riga sia spostandoli come se fossero su un’immaginario rullo. Una piacevolissima variante che permette al giocatore di creare nuove e innumerevoli strategie, sfruttando le classiche debolezze e resistenze ma anche la possibilità di diverse mosse di colpire nello stesso momento tutti i Pokémon avversari e, in qualche caso, anche incidentalmente quelli vicini della nostra squadra.
Le migliorie grafiche non si presentano soltanto nelle battaglie. Se la visuale è ancora isometrica e i personaggi sono ancora piccoli ometti in 2D, il mondo di gioco è completamente tridimensionale e in numerosi frangenti (come la già citata Austropoli o i ponti più tecnologici) la visuale ruoterà, con una telecamera variabile che ci darà un maggior effetto 3D davvero piacevole. A demerito della grafica, va però detto che, agli inizi del gioco, il proprio Pokémon visto da dietro in combattimento appare troppo pixelloso e troppo poco riconoscibile, ma è un difetto minimale che scompare con le progressive evoluzioni, con gli zoom e con i Pokémon che compaiono più avanti.
Inoltre, insieme all’alternanza di giorno e notte, stavolta si alternano (una per ogni mese del mondo reale) anche le stagioni, creando differenze nel mondo di gioco come presenza di questo o quel Pokémon in una determinata stagione, ghiacciai che si sciolgono rivelando passaggi o laghetti che si ghiacciano impedendo la pesca di Pokémon o creando passaggi laddove prima era impossibile proseguire.
Decisamente di buona fattura è anche il comparto sonoro, con musiche orchestrate di grandissimo appeal, effetti sonori gradevolissimi sia per gli agenti atmosferici e i rumori dell’ambiente sia per gli effetti delle mosse e soprattutto per i versi dei Pokémon, adesso finalmente riconoscibili (il già citato Herdier, così come la sua evoluzione Stoutland, abbaia magnificamente come un cane vero). Non mancherà poi nel gioco un’ulteriore piccola sorpresa canora, al giocatore il piacere di scoprirla.
Il multiplayer, da sempre fiore all’occhiello della serie, è qui portato all’estremo, grazie all’Intramondo e al Dream World, due nuove modalità di gioco che renderanno decisamente più interessante e longevo l’ormai collaudato (e sempre più approfondito ad ogni capitolo) uso del wireless, del wi-fi e persino di Internet, tramite uno speciale sito collegato al gioco dove è possibile divertirsi in svariati modi.
In tutto questo fior fior di novità, dispiace tuttavia che alcune belle idee dei capitoli precedenti, che magari si davano per scontate, siano state eliminate, come il divertente sottogioco delle gare Pokemon (qui sostituito dal Pokémon Musical, minigioco poco attivo e di utilità nulla), la possibilità di avere il proprio Pokémon che trotterella insieme al giocatore o la compatibilità con quella meraviglia che era il Pokéwalker.
E’ da segnalare anche un uso praticamente nullo del touch screen, che è relegato praticamente solo al multiplayer (con la bruttissima e inutile schermata del wireless tutta nera con gli esagoni lampeggianti che occupa tutto lo schermo) mentre poteva essere usato per avere comode shortcuts per i menu o un grande e comodo orologio come nei capitoli precedenti.
E’ innegabile che Pokémon Bianco sia un Pokémon rinnovato, che propone degli elementi di novità rispetto ai capitoli precedenti, pur mantenendo intatta la sua giocabilità.
La trama del gioco avvince, colpisce e fa riflettere e insieme alla classica struttura di palestre e Lega crea un fantastico intreccio.
Girare per la regione di Unima è affascinante. Si incontrano moltissimi personaggi, si possono fare moltissime cose e il mondo di gioco è vivo, pulsante e ricco, come di consueto, di grande ironia.
Tuttavia, il gioco è sin troppo facile, rispetto ai suoi predecessori. La struttura a esagono del mondo rende i percorsi brevi e lineari, ci si mette davvero poco a passare da una palestra all’altra, non ci sono quasi più quelle caverne e quelle foreste immense e sterminate in cui perdersi fra una città e l’altra, le città stesse sono molto più piccole (il negozio e il centro Pokémon sono ora unificati in un unico edificio) e Unima si percorre relativamente in poco tempo.
Le strategie e i combattimenti sono inoltre molto facilitati. Ad esempio, adesso le MT (mosse che si possono insegnare ai Pokémon e che nei giochi precedenti erano “usa e getta”) si possono usare all’infinito, mentre le MN (mosse da insegnare ai Pokémon che possono essere usate al di fuori della lotta per tagliare alberi, nuotare, volare o spostare massi, ma che una volta insegnate non possono essere sostituite con altre mosse) sono state ridotte di numero ed è possibile completare l’avventura principale senza aver mai insegnato quasi nessuna di queste ad un Pokémon.
I combattimenti contro gli allenatori e i capi-palestra sono decisamente facili, salvo rarissimi casi, per poi farsi più impegnativi soltanto nell’ultima fase dell’avventura e dopo la fine della storia principale.
Una volta conclusi i titoli di coda, il gioco prosegue come di consueto, donandoci nuovi obbiettivi come la cattura di tutto il bestiario (con la possibilità di catturare anche i quasi cinquecento Pokémon dei precedenti giochi perché li troveremo in giro per zone di Unima prima inaccessibili, potremo scaricarli dai titoli precedenti o scambiarli tramite wireless o Internet). Catturare i nuovi Pokémon leggendari sarà però sin troppo semplice, al confronto dell’analoga impresa dei giochi precedenti, e la trama che ci conduce nel post-Lega è decisamente debole.
A questo bisogna aggiungere che la trama apocalittica di questo Pokémon Bianco, con i suoi leggendari mostri bianchi e neri dall’aspetto inespressivo e i tratti ruvidi, con le sue plumbee città futuristiche, è sì avvincente nonché una piacevole variazione sul tema del classico gioco Pokémon, ma il fan che da tanti anni segue la saga sentirà che qualcosa si è perso. Introdurre il male nell’universo Pokémon fa irrimediabilmente scemare la dimensione, che animava i titoli precedenti, di grande vacanza estiva all’insegna dell’avventura, di mondo su misura di bambino dove poter socializzare e fare amicizia con chiunque grazie all’interesse comune per le bestiole tascabili, di universo dove il bene e il male non erano propriamente distinti ma sfumavano nel cuore delle persone.
Rimane un titolo pregevolissimo, che per certe cose è un notevole passo in avanti per la serie di Game Freak e Nintendo e che fa divertire e appassionare, ma, pur con tutte le sue novità e la trama matura e avvincente, non è il migliore della serie.
Per chi non ha mai giocato un titolo Pokémon prima d’ora probabilmente sarà un ottimo punto di partenza. I vecchi fans lo troveranno indubbiamente interessante e innovativo, ma alla fine della fiera tenderanno a preferire di svariate distanze i placidi boschetti e l’estate perenne della regione di Kanto o i bellissimi tramonti dorati sulle torri in stile Kyoto della regione di Johto alla claustrofobica e cupa Unima, il saggio professor Oak alla giovane Aralia e il maestoso, morbido e lucente Ho-Oh allo spigoloso e oscuro Zekrom.
Autore: Kotaro
La quarta console da “viaggio” (è proprio il caso di dirlo visto il gioco di cui stiamo parlando) di casa Nintendo è stata forse la più fortunata in termini Pokémaniaci: ben tre capitoli della serie hanno visto la luce sui suoi (due) schermi: il “regolare” duo di Pokémon Diamante e Perla (con Platino come update), gli esplosivi remake Pokémon HeartGold e SoulSilver e la coppia che qui prendiamo in analisi, ovvero gli “sperimentali” Pokémon Bianco e Nero.
Perchè “sperimentali”?
Lo scopriremo solo leggendo...
Il primo impatto appena accesa la console non può che spiazzare: un video realizzato in Limited Animation ci mostra un uomo con un enorme mantello incoronare un giovane dai lunghi capelli verdi, in un'ambientazione medievale con tanto di cavalieri templari, eppure la sensazione non è quella di essere sul punto di assistere a qualcosa di epico e positivo: le musiche, lo sguardo dell'uomo che raggiunge il futuro re con la corona in mano, i colori scuri, qualcosa ci fa capire che ciò che sta avvenendo non è buono: subito dopo vengono mostrate in una sequenza frizzante e briosa delle immagini di gioco in sequenza, e si capisce che il nostro compito sarà di osteggiare questo re e questi templari.
L'inizio è molto brioso, con tre amici che ricevono i loro primi Pokémon e nella loro prima battaglia mettono tremendamente in disordine la stanza del ragazzo(o della ragazza) protagonista: e col tempo questo trio avrà modo di scombussolare ben altri edifici...
La giocabilità della serie è arcinota ai più: è un Gioco Di Ruolo con visuale a volo d'uccello, anche se in questo capitolo per la prima volta avremo delle inquadrature dinamiche che faranno ruotare la telecamera in profondità o in altezza.
Il cambio d'inquadrature però non è l'unica novità: molti punti fermi della serie verranno modificati in maniera più o meno evidente, rendendo il tutto diverso.
Migliore o peggiore?
Questo sta a chi gioca, è impossibile definirlo con certezza.
Perché se è vero come è vero che le MT infinite sono comode per personalizzare la propria squadra e che il fatto che le MN siano diventate facoltative (o meglio, sono state relegate a strumento di esplorazione secondaria) rende il tutto più comodo e “maneggevole”, è anche vero che queste possono essere viste come delle semplificazioni, come il fatto che Zekrom e Reshiram siano per doveri di trama molto più facili da catturare rispetto ai leggendari predecessori.
Di innovazioni all'interno delle battaglie ce ne sono poche, eccetto per i nuovi scontri 3 VS 3 che comunque eccetto per il multiplayer sono rarissimi negli scontri coi personaggi del gioco e per l'introduzione di mosse combinate (ma sono solo per i tre starter e ce ne devono essere due in campo, quindi è da considerarsi più che altro una buona idea da sviluppare di più nei capitoli futuri).
L'idea di evolvere il concetto di tasto di scelta rapida, che mentre in passato consentiva di utilizzare uno strumento preciso precedentemente selezionato con la sola pressione di esso ora permette di aprire una finestrella dove sono state inserite tutte le opzioni del menù considerate più utili da tenere a portata di mano (avere la bicicletta, la canna da pesca e la mappa a portata di mano in una volta è qualcosa di utopistico per i giocatori navigati), è però indubbiamente ottima, e da conservare gelosamente per le generazioni future.
Graficamente parlando si ha la maggiore rivoluzione che questi nuovi capitoli hanno da offrire.
Innanzitutto la stessa regione di Unima che ospita questa nuova avventura è completamente diversa dalle precedenti, risultando più occidentale e “urbana”, addirittura futuristica in un caso.
Poi, le schermate delle battaglie sono ora a telecamera mobile, e i Pokèmon in campo non faranno una movenza particolare all'inizio dello scontro ma si muoveranno durante tutto lo stesso.
Le sopracitate inquadrature dinamiche stupiranno gli esperti della serie che sono abituati a fondali statici e gli effetti dovuti al cambio delle stagioni risulteranno molto gradevoli (personalmente gradisco tantissimo i prati “pennellati” di verde della stagione primaverile, che fanno tanto The Legend Of Zelda: Four Swords Adventures).
Di contro però abbiamo un certo declino per quel che riguarda il design dei mostri.
Alcuni casi risultano particolarmente fastidiosi perché si tratta di Pokémon che riproducono animali che avevano già avuto la loro controparte Poké (perchè fare un Pokémon talpa se c'è già Diglett? Perchè un girino se c'è Poliwag? E' accettabile in casi in cui si prendano tipi d'animali di cui esistono varie razze come i cani, ma in altri casi meno vari fa arricciare un po' il naso), mentre altri risultano fin troppo fuori posto: specie in alcuni casi in cui l'aspetto risulta poco fantasioso come per esempio la candela vivente Litwick, che pare peraltro cugino di un Digimon di prima generazione e stessa sorte tocca all'ammasso di ingranaggi Klink e le sue evoluzioni, mentre in altri casi è semplicemente il design a essere bruttino, inadatto o superfluo: era il caso di fare un sacco dell'immondizia ambulante (considerato che abbiamo già Grimer e Muk)?
Per fortuna però ci sono anche Pokémon più simpatici e carini, e anche più “fighi” nelle evoluzioni più avanzate, e comunque si finisce per affezionarsi inevitabilmente alla squadra che ci porta in cima al mondo.
Un discorso a parte lo merita Gothitelle e le sue pre-evoluzioni: il Pokémon in questione è indubbiamente una Gothic-lolita (lo dice anche il nome, e il nome della sua forma base, Gothita, è ancora più esplicito in questo senso) e viene da chiedersi se è il caso di realizzare dei Pokémon che rappresentano delle “mode” più che delle creature che è possibile trovare allo stato selvatico.
Sin dalla prima generazione abbiamo avuto una Ganguro (Jynx), che peraltro causò alcuni problemi in America per via delle labbra abbondanti unite a pelle nera (accuse di discriminazione e successivo cambio del colore della pelle in viola), e il dubbio ora è quanto può essere considerata normale la presenza in natura di creature basate su stili di vita di stampo modaiolo.
A meno che, forse, non venga svelato che nel mondo dei Pokémon la moda Ganguro e quella delle Gothic-Lolite non sia ispirata proprio da questi Pokémon, ma si tratta più che altro di illazioni, stesso discorso si potrebbe fare per esempio con il pugilato, magari in quel mondo è nato osservando gli Hitmonchan e il loro modo di lottare (anche se il Pokédex pare affermare il contrario), come nel nostro esistono arti marziali legate al mondo animale (come alcune posizioni della Capoeira).
Anche la regia merita un approfondimento: sono presenti infatti per la prima volta nella serie (eccetto qualcosina in HeartGold e SoulSilver) dei filmati molto ben realizzati in alcuni dei momenti più concitati della trama, che di par suo sarà ben diversa che in passato: più drammatica, più seria, più profonda.
Musicalmente c'è di che compiacersi.
Le musiche di Bianco e Nero sono coinvolgenti, a volte inquietanti a volte particolarmente gioiose, rendono alla perfezione le scene a cui sono abbinate e rimangono facilmente in testa, mentre i versi dei Pokémon ora più che mai sembrano versi reali di creature reali, e in questo senso stonano con i Pokémon più vecchi che appariranno a sorpresa da un certo punto della storia in avanti.
Ci sono anche delle sorprese musicali per i nostalgici che andranno però “scovate”, così come in alcune situazioni si potrà giocare col numero di strumenti che andranno a plasmare il sottofondo, in una maniera simile ma diversa da ciò che accadeva in F-Zero GX per Nintendo Gamecube, dove a ogni giro di pista si aggiungeva un nuovo strumento musicale alla colonna sonora.
Sommo gaudio per la parziale eliminazione della fastidiosa “sirena” che si attivava in passato quando un Pokémon si ritrovava con pochi Punti Vita, che ora è stata annacquata in una melodia più energica che aumenti l'adrenalina nei momenti difficili della battaglia.
Sulla longevità c'è da affrontare una questione un po' particolare.
Pokémon è sempre stato sinonimo di grande, grandissima longevità sia per quel che riguarda il gioco in singolo sia per ciò che concerne il multiplayer.
Questa volta però la trama principale si rivela tanto intensa quanto rapida, ed essendo legata a doppio filo alla conquista delle 8 Medaglie e alla sfida ai SuperQuattro rende l'intera risoluzione leggermente più facile.
L'intensità della storia principale è molto più grande (forse si potrebbe pensare persino troppo, rispetto al passato) ed è indubbiamente dovuta alle scelte di narrazione: mai prima d'ora avevamo avuto modo di riflettere, il team malvagio non è un team malvagio e basta, ma è il completamento di un percorso iniziato ai tempi di Rubino e Zaffiro e che porta gli avversari ad agire in maniera malvagia non per semplice guadagno personale ma per la persecuzione di un ideale, per quanto sul finale ci saranno delle sorprese e dei ribaltamenti di fronte sugli scopi del Team Plasma.
Indubbiamente l'incertezza è uno dei leitmotiv di questo nuovo doppio capitolo: faranno bene gli allenatori a togliere i Pokémon dallo stato brado e a portarli con loro?
Sono forse schiavisti o amici delle creature magiche che popolano quel mondo?
E' più che ovvio che nel giocatore, dopo i sermoni di Gechis, si instillino queste domande, a cui però solo il giocatore stesso potrà dare una risposta.
Forse proprio perché “l'avventura vera inizia solo dopo i titoli di coda” stavolta Gamefreak ci porta al di là di quella lunga lista di nomi che ci separa dalla libertà d'esplorazione, di scelta e di allenamento abbastanza rapidamente, senza metterci troppi ostacoli di tipo esplorativo lungo il percorso (la quasi totalità delle grotte e dei boschi è facoltativa) e senza averci fatto attraversare nemmeno tutta la mappa (quasi tutta la metà destra dell'”esagono” che è la regione di Unima può essere esplorata solo dopo aver battuto la lega, quasi la versione povera della regione di Kanto di Oro, Argento, Cristallo, HeartGold e SoulSilver, e non a caso forse in quella porzione di Unima si trovano Pokémon di generazioni passate), consapevoli forse che molti, moltissimi allenatori non vedono l'ora di potersi dedicare alle loro attività preferite senza incombenze di sorta.
E' anche vero che è presente un gran numero di Pokèmon leggendari da catturare dopo la Lega, e che il multiplayer è il più curato e ricco di opzioni che esista.
In sostanza, se si dovesse analizzare la tripla offerta Pokémon su Nintendo DS (Perla/Diamante/Platino, HeartGold/SoulSilver e Bianco/Nero) potremmo dire che se il primo trio è un fidanzamento ufficiale e la seconda coppia un anniversario celebrato con una cena a lume di candela su una nave da crociera nel Mar Rosso, Pokémon Versione Bianca e Nera è come un fugace amore estivo.
Breve, intenso, esotico e inaspettato, dona sensazioni nuove, emozioni mai provate ma non dura per sempre e quando i giochi sono fatti lascia dei ripensamenti e un po' di nostalgia.
Il gioco in sé si dimostra sempre assolutamente appassionante e dotato di innovazioni che potranno incuriosire, intrattenere ed emozionare anche l'allenatore più navigato, e la storia è la più bella ed emozionante che la serie abbia mai avuto, ma purtroppo per lui questo capitolo “sperimentale” della serie ha contro di sé una serie di rivali (cioè la Generazione 4 di Diamante e Perla e i remake di Oro e Argento) che gli rendono difficile di brillare di luce propria.
Consigliato agli appassionati di vecchia data, mentre ai novellini preferisco consigliare HeartGold e SoulSilver, in modo da avere subito sottomano i migliori in assoluto e non farsi, con questa coppia di capitoli ricchi di “azzardi”, un'idea vagamente distorta del ben più ridente mondo Poké.
Promosso per il coraggio.
Autore: The Narutimate Hero
Saprete scoprirlo? A chi lo scoprirà, in premio, un buono per un giro sulla ruota panoramica con N (chi ha giocato ai giochi sa)...
Ovviamente barare con Google non vale, se lo fate ce ne accorgiamo e il vile barone sarà <a href=http://24.media.tumblr.com/tumblr_lj29n9um6K1qfsmhmo1_r2_500.png>punito</a>...
Anche le immaginette dei Pokemon che li corredano hanno un senso, ma questo è già più intuibile...
beh dopo che Kotaro ha nominato The Bad Touch non posso immaginare altro che "I Live my life, wonderful life!" sia una citazione alla bellissima canzone dei Soundlovers
ok dalla seconda citazione non posso che dire "Lady Violet",
"Bloodhound Gang", "ATC" (bellissimaaaa ), "???", "Bamble Bee", "Miranda", "OMESSA", "OMESSA", "OMESSA", "OMESSA", "OMESSA"
me ne mancano 2 che non mi sovvengono... mmmh
EDIT2: ops scusatemi, ho visto ora il messaggio di Kotaro..
cancello subito almeno le ultime 5
Per quanto sia comodo la cattura facilitata del pokémon leggendario (per la prima volta son riuscita a catturare tutti i leggendari catturabili e senza usare la Master Ball! Esclusi quelli catturabili tramite eventi) e le MT infinite devo ammettere che non ho molto apprezzato alcune cose, come appunto l'inutilità delle MN e altre cose che, ho pensato, fossero state tolte a favore di una grafica 3D.
Ma la storia del Team antagonista l'ho adorata, lo reputo il miglior Team mai apparso nei giochi pokémon, e le musiche sono stupende! Per la prima volta non mi infastidiva giocare col sonoro (di solito gioco senza).
Insomma, ci son state cose che ho amato e altre che non mi son piaciute ma in generale è un bel gioco e non vedo l'ora che esca il gioco 'fratello' di Nero e Bianco (Pokémon Grigio?) per vedere cosa modificheranno ancora!
Io te l'avevo detto, eppure tu insistevi che era bello!
<i>Tuttavia, il gioco è sin troppo facile, rispetto ai suoi predecessori</i>
Come ho già detto in passato, devo smentire questa cosa.
Il livello di difficoltà di tutti i Pokèmon che ho giocato è pressocchè identico.
Ah, forse l'unico aiutino che c'è qui è che ti regalano il fortunuovo, che negli altri giochi invece dovevi sudarti (o finire "Pokèmon XD" o trovarlo su un Chansey selvatico, con probabilità 10% - senza contare che Chansey è già molto raro di suo)
<i>le città stesse sono molto più piccole (il negozio e il centro Pokémon sono ora unificati in un unico edificio)</i>
Sinceramente come grandezza delle città io non vedo differenze
Poi hanno fatto bene a unificare Pokèmon market e Centro pokèmon
<i>Le strategie e i combattimenti sono inoltre molto facilitati. Ad esempio, adesso le MT (mosse che si possono insegnare ai Pokémon e che nei giochi precedenti erano “usa e getta”) si possono usare all’infinito, mentre le MN (mosse da insegnare ai Pokémon che possono essere usate al di fuori della lotta per tagliare alberi, nuotare, volare o spostare massi, ma che una volta insegnate non possono essere sostituite con altre mosse) sono state ridotte di numero ed è possibile completare l’avventura principale senza aver mai insegnato quasi nessuna di queste ad un Pokémon</i>
Sinceramente le MT infinite sono stata una gran bella pensata, così ci si gode molto di più il gioco e si può testare una mossa quante volte si vuole su ogni pokèmon.
E l'impatto che ha questa innovazione sulla difficoltà è pressocchè nullo, alla fine non cambia niente, salvo nel "post-lega" dove ci si può sbizzarrire ad insegnare Terremoto a tutti i pokèmon che vuoi, e questa è cosa buona.
<i> ma, pur con tutte le sue novità e la trama matura e avvincente, non è il migliore della serie</i>
Ci ho riflettuto a lungo su questo, e sono giunto alla conclusione che ogni Pokèmon ha meriti che magari altri non hanno, e tutti a loro modo hanno innovato, insomma per me sono tutti belli allo stesso modo, dal primo Rosso a quest'ultimo Bianco
Se poi ricordiamo con più piacere i primissimi giochi è solo per una questione affettiva, ma cercando di dare un giudizio critico ed obiettivo non mi sentirei di mettere nessuno davanti all'altro.
Anche se Oro ha una marcia in più, col nuovo continente... ma non saprei comunque se considerarlo il migliore
Per il resto, complimenti alla recensione di Kotaro, l'altra magari la leggerò domani ^^
E' vero che alcuni (non tutti) leggendari sono più facili da catturare, ed almeno per quello principale è stato più sensato così (viste le circostanze... non dico niente per non fare spoiler)... ma d'altra parte ce ne sono alcuni selvatici più difficili da catturare di un leggendario (vedasi Metang)
Per quanto riguarda le emozioni che mi ha dato, la cosa è particolare.
Per certi versi, ovvero da un versante più prettamente "pokèmonesco", me ne ha date di meno, ma è la prima volta che un gioco della saga mi fa provare forti emozioni al pari di JRPG come Dragon quest (il finale :Q____).
Anch'io aspetto con più ansia del solito il "terzo" (tipo Grigio), perchè considerando l'importanza della trama in Bianco e Nero, un terzo gioco potrebbe rivelarsi molto avvincente, più di quanto lo sono stati i vari Platino, Smeraldo ecc...
come pokemon.. si stà andando sempre di più a calare.. la prima generazione era la prima generazione.. le altre vanno a peggiorare. mentre come storia l'ho trovata molto piu figa e divertente degli altri predecessori.
Non so bene come spiegarlo ma mi era sembrato davvero fosse meno 'pokèmonesco', come dici tu.
Hai ragione sui pokémon non leggendari difficilissima da catturare, comunque. Alcuni si fanno proprio odiare XD
Anche sul pokémon leggandario principale concordo, io già ero preoccupata a dover sudare sette camicie. Di solito non è un problema (se non riesco semplicemente cerco di catturarlo quando ho un pomeriggio libero e almeno 30 UltraBall in borsa) ma in Nero e Bianco l'idea si indisponeva già di più. (spero si capisca cosa voglio dire, sto cercando anche io di evitare spoiler)
Una cosa che mi son scordata: son rimasta delusissima dal fatto che il primo pokémon non ti segua, come in SoulSilver/HeartGold ç__ç Ok, è una cavolata magari, ma ci tenevo davvero perchè l'idea mi è piaciuta davvero tanto XD
Non so se voglio attendere un eventuale Pokèmon Grigio anche perchè non so quali migliorie potrebbero apportare ancora visto che molte cose che hanno proposto di solito vengono proposte propio come il terzo gioco della generaizone.
Finalmente ho visto dei Pokèmon più "cresciuti" e più "maturi", ovvio con certi limiti. La trama di N e qualcosa di interessnate quanto cupo visto che in un certo senso ci riporta una tematica che e ababstana frequente anche nella vita reale, ossia il capire cosa sia giusto o sbagliato, cosa sia bianco o nero. Anche la intro e molto diversa dai soliti giochi e da subito un chiaro impatto su come sia diverso il gicoo a livello di trama principale al di là della solita storiella delle medaglie ecc...
Sono mie opinioni ovviamente, faccio i miei complimenti a Kotaro ed The Narutimate Hero per le loro recensioni che trovo incredibilmente curate sotto ogni aspetto. Complimenti ^O^
Ps: Zekrom e epico, per quanto Ho-Oh sia stupendo dal punto di vista visivo credo che con questa generazione ho trovato un legendario che mi rispecchia: Zekrom. Piccolo sfogo delle 1:13 lol scusatemi tanto
Tornando alla tua recensione, davvero lunga e ben curata (complimenti per l'impegno e la pazienza!), devo dire che, nonostante questi due giochi appaiano ormai lontani anni luce dai giochi originari, sembrano comunque molto interessanti. Non fosse che non ho un Nintendo DS (né credo che lo avrò mai, dato che mi hanno già regalato il Nintendo Wii) sarei interessata a giocarci.
Qui comunque tutto è nuovo, non si comincia (come al solito) nelle solite regioni e bene o male sempre coi soliti Pokemon, da questo punto di vista è un gioco rischioso per Nintendo ma non credo abbia così tanta difficoltà ad imporsi nel mercato di oggi, anche se la trasmissioen in TV degli episodi su K2 non è coincisa con l'uscita del gioco, pazienza....perchè ora arriva l'estate e i bambini/ragazza tra una settimana saranno liberi di giocare e approfondire tutti i Pokemon del mondo
Per quanto mi riguarda però qualcosa si è rotto...o comunque non sono i "soliti" Pokemon, ma non per questo il mio è un giudizio negativo
"Iris! You son of a... what have you done to her?!"
"Don't worry, Mister Drayden, she's in the ferris wheel right now..."
Fin dove l'ho letta è stata molto bella, ben scritta e molto approfondita, complimenti!
Parto con i miei pareri per la nuova generazione:
Io una volta visto il pokedex completo (prima ancora dell'uscita del gioco in giappone) sono rimasto abbastanza "schifato" e infatti la maggior parte dei pokemon li odio prorpio perchè li vedo troppo ma troppo lontani da quelli che sono i pokemon "originari".
Il gioco si lascia giocare con piacere, infatti in soli 3 giorni dall'uscita in madepatria sono riuscito gia a completarlo, con solo un paio di intoppi quando la trama si spostava dalla "strada principale" ma nulla che una sana perlustrazione dell'intera regione non avesse risolto. Ma devo dire che ad oggi avendolo finito per ben 3 vplte ho rigiocato sempre con gli stessi pokemon, che sono per me gli unici belli che si possono trovare all'inizio con piccole variazione di squadra di volta in volta.
Poi non mi è assolutamente piaciuta la scelta dei legendari, Zekrom e Reshiram mi piacciono ma mettere altri 3 legendari principali di tipo drago dopo i 3 della scorsa generazione non mi è piaciuto affatto. Poi molto ma molto brutti tutti gli altri dai 3 cavalli (o cosa sono) ai 3 geni, fino a Meloetta, e quello viola (l'ultimo). Victini non è malissimo ci può stare.
magari riuscirò ad apprezzare questa nuova generazione con il tempo, ma MAI nessun'altra riuscirà a prendere il posto delle originali, le prime due che sono le migliori <3
Ok nuovi pokèmon ma le altre novità sono bazzecole. Il gioco è sempre lo stesso, trito e ritrito, le trame sempre identice (e basta con sti Team avversari, possibile che non si riesca ad ideare nient'altro?) e ancora non capisco come mai a più di 10 anni di distanza dal primo pokemon per GB, i versi dei mostriciattoli non siano ancora migliorati? Perchè ostinarsi a non mettere quelli dell'anime? E basta!
Io direi di guardare più al contenuto Poekmon che alla fuffa che ci sta attorno come le vocine, i colori, il 3D e le altre vaccate.Al giorno d'oggi in ogni settore a furia di correre dietro ai dettagli di stupra l'idea generale di base
Ad ogni modo recensione ben descrittiva, ma anche prolissa e inutilmente ridondante (senza offesa ma bisogna dirle le cose).
Potrei anche essere interessato a provare un gioco dei pokemon ma credo anche che non mi comprerò mai le piattaforme su cui girano, dunque amen.
Lieto di sapere che ci sono tanti retrodancemaniaci sul sito, dato che sì, i titoli dei paragrafi sono ripresi da canzoni dance uscite fra il 1999 e il 2001 (chi volesse la tracklist esatta ce la può chiedere in privato, mentre chi vuole il biglietto per la ruota panoramica si rivolga a N o all'esploratore ).
L'idea per la cronaca è di Narutimate, che peraltro ringrazio infinitamente perchè è "la mente" dietro a tutta la recensione, avendo dato idee e curato tutta la parte grafica spaccandosi la schiena su Photoshop e assecondando le mie dispotiche direttive, mentre io mi sono solo limitato a dare ordini e a dar sfogo alla penna.
Se a qualcuno risulterà troppo lunga o prolissa, ci scusiamo, ma, vedete, parliamo della recensione di un gioco (e dunque diversa, per lunghezza e caratteristiche, da come può essere la recensione di un manga) molto sfaccettato, non di Tetris o di Super Mario su cui da dire apparentemente c'è poco. Un gioco che per giunta non può essere valutato da solo, ma bisogna tener conto di che cosa significa storicamente, di come si rapporta nelle sue due versioni, di come si gioca e di che cosa veicola a chi gioca, di come si rapporta con i suoi predecessori e che, almeno per me, non è soltanto un gioco, ma qualcosa di molto importante legato a ricordi e sensazioni che sono inscindibili da lui e che quindi vanno messe, quando io personalmente mi appresto a parlare di Pokemon (è anche questo il motivo per cui abbiamo scelto di inserire questi rimandi alla musica dance del 2000/2001, l'anno in cui Pokemon scoppiò in Italia, perchè mi è impossibile ripensare a quegli anni e a Pokemon senza che mi risuonino cette melodie nelle orecchie, personalmente). Scusandomi per la lunghezza o la prolissità, dunque, ringrazio comunque chi ci ha seguiti sino alla fine e chi ha apprezzato il nostro lavoro, e chiunque ad ogni modo ci abbia letti
Tornando al gioco, quel che c'era da dire da parte mia lo si evince dalla recensione, dunque passiamo a rispondere a qualche commento.
@ Franzelion
Il musical di per sè è carino, è bellissimo sputtanare certi Pokemon agghindandoli e mi immagino la faccia degli spettatori quando ti presenti con un leggendario travestito!
Però dopo che lo fai due o tre volte, siccome tu di base non devi fare nulla se non mettere i vestiti, stufa.
Come detto nella recensione, io invece ho trovato questo episodio troppo corto e troppo facile, e non per le MT infinite che tra l'altro non mi dispiacciono ma che effettivamente semplificano (vuoi mettere insegnare Iperraggio a chiunque?), quanto perchè il mondo di gioco era troppo piccolo rispetto ad altri e le sfide con allenatori e capipalestra non mi hanno mai impegnato se non nel post-lega (l'unica volta che ho perso è stato all'inizio contro il cameriere d'acqua, ma perchè non sapevo che in realtà dovevo barare con la scimmia, che non ero andato a cercare ).
Anche la cattura dei Pokemon leggendari mi è stata assolutamente facilissima, a parte Thundurus che ho inseguito per tipo dieci giorni e Terrakion che mi ha fatto sprecare qualche 30 ball ma che ho preso comunque nel giro di 10 minuti. Niente, in confronto a quanto ho dovuto faticare per catturare i tre pirla dei laghi di Diamante.
Come ti dissi in privato, per me Pokemon non è solo "il gioco", ma è un'insieme di atmosfere, di metafore, di significati che in questo episodio ho trovato in maniera molto minore rispetto agli altri, per cui, pur riconoscendogli i suoi pregi, ammetto che Heart Gold (con cui tra l'altro mi sono trastullato per molto più tempo rispetto a questo, l'anno scorso), per me gli è superiore, a livello ovviamente di tematiche e atmosfere e non di meccanica di gioco/grafica ecc.
Tra l'altro l' "inutilità" delle MN invece l'ho apprezzata, fosse per me le leverei del tutto (come dico sempre, perchè io ho, chessò, Seel, e gli devo insegnare a nuotare io? E' un Pokemon d'acqua, deve saperlo fare di default. Idem per, chessò, Machoke che coi suoi muscoli deve saper spostare e spaccare le rocce da solo, o per Pidgeot che deve saper volare portandomi in groppa da solo)!
@ Pedro
Zekrom effettivamente fra i due è il meno peggio, anche se è soltanto un Palkia carbonizzato, e dunque non mi piace molto. Gli preferisco di gran lunga quelli precedenti citati nella recensione, che danno ben più un'aria di "leggenda". Tra i nuovi leggendari introdotti qui, però, ne ho già trovato uno che adoro, e cioè Thundurus. Dovevano dedicare a lui il gioco, facendo Pokemon Azzurro e Viola, altro che Bianco e Nero
@ Sena-kun
Eh, no, di novità ce ne sono a bizzeffe, in primis, per l'appunto, la trama.
@ Narutimate
Pfffff!!!!!
P.S.: Per chi se lo stesse chiedendo, i Pokemon ai lati dei titoli sono le squadre degli autori, con qualche piccola modifica per differenziarle, dato che entrambi usano alcuni mostri in comune, come Emboar e Swanna
Comunque questo gioco come storia mi è piaciuta, però non mi ha ha preso più di tanto, come gli altri giochi precendenti appena ho finito la lega è catturato i pokemon leggendari ho messo nel casetto,visto che non ho molta voglia di catturare e fare evolvere più di 500 pokemon che ci metterei un eternità ,e poi la maggior parte dei pokemon non mi piacciono >.<
Non vorrei fare una particolare polemica (certo si può anche venir chiamati direttamente, anche se è probabile che non fossi l'unico destinatario della replica), però vorrei ugualmente rispondere.
Ok contestualizzare, ok (anzi doveroso) fare un confronto con i giochi precedenti, però tornare indietro agli albori per parlare di ogni cosa ci venga in mente lo trovo almeno opinabile, personalmente parlando.
Ok non essere sintetici, ma non bisogna neanche dilungarsi troppo (specie sulla descrizione del mondo...) ancor più se si fa la cosa in coppia con due giochi praticamente uguali. La cacofonia non è detto che sia un bel sentire.
Non è che io voglia "attaccare" (per così dire) perché non gradisco particolarmente il brand (ma ho deciso di buttare un occhio alla serie in TV), ma se alla fine del tutto mi vengono delle riserve sul risultato finale del pezzo non ho problemi a esporle, sperando che risultino costruttive...
Non ti ho citato perchè non voleva essere una risposta precisa a te quanto una spiegazione "in generale" del perchè la recensione è stata scritta in questo modo, a te come anche a molti altri che se lo stanno chiedendo sicuramente.
Naturalmente tu sei libero di esprimere tutte le opinioni che vuoi, ci mancherebbe.
Devo dire che da appassionato ho comprato la versione Bianca quasi solo per continuare questa "tradizione" e invece il gioco mi ha stupito,un titolo davvero fresco che sfrutta al meglio la console in questione,ottimo lavoro
@Lybra: <i>Al giorno d'oggi in ogni settore a furia di correre dietro ai dettagli di stupra l'idea generale di base</i>
Parola sante...
@Kazeneko: <i>anche se ci sono alcuni che sono degli orrori (mai quanto bidoof però ricordiamo, niente è peggio di bidoof)</i>
Ahahaha sono d'accordo!
@ALUCARD: <i> i disegni trasposti nei videogiochi </i>
Ehm, in realtà sono i disegni del videogioco ad essere trasposti in anime, pokèmon è nato come videogioco XD
@Kotaro: <i>perchè io ho, chessò, Seel, e gli devo insegnare a nuotare io? E' un Pokemon d'acqua, deve saperlo fare di default</i>
Nuotare sì, ma forse non portare allenatori sulla schiena.
E questo vale anche per Pidgeot e Machoke (insegnando Forza gli insegni ad esempio un tipo particolare di movimento che serve a spostare massi... ricordiamo che i pokèmon non sono intelligenti come li hanno fatti nell'anime )
p.s. parlando d'altro (continua nella mia scheda se vuoi), poi Dragon quest 9 l'hai finito? Se sì, che te ne pare?
No, beh, mica ci vuole la laurea per fargli capire che mentre lui nuota io mi ci siedo sopra! Dovrebbe essere una cosa istintiva, che si dovrebbe poter fare a prescindere dallo sprecare uno spazio per la mossa nel combattimento, secondo me, e sarebbe un miglioramento che apprezzerei molto, nei capitoli futuri.
Riguardo al Pokemon che ti segue, anch'io ne ho sentito davvero la mancanza, girarmi ed accarezzare Cubchoo o Herdier sarebbe stato il top...
I pokèmon li ha creati Satoshi Tajiri, mica tu, cosa puoi saperne cosa è e cosa NON è istintivo per loro???
<i> che si dovrebbe poter fare a prescindere dallo sprecare uno spazio per la mossa nel combattimento</i>
Questo sì, sarebbe meglio da considerare come mossa "extra"
Il fatto che fondamentalmente, non spetta a loro far niente, nel caso di Surf o Volo, perchè sono io che mi ci devo mettere in groppa, loro devono soltanto muoversi come natura vuole
Riguardo a Forza, anche qua, se si trovano un masso davanti e sanno che possono spostarlo o romperlo, per quanto cretini che siano (e non credo che lo siano), dovrebbero pensarci
Ma quanto grande è il mondo dei Pokèmon?!
Perchè mi sa che quando mai finirà non basterà la galassia di Guerre Stellari a contenerlo...
Il video introduttivo mi ha veramente stupito, non me l'aspettavo proprio.
Poi però alcune cose mi hanno fatto storcere il naso (l' "inutilità" del touch screen", la borsa "raggruppata" a pochi vani, e altre cose minori).
Le principali innovazioni per me sono state le MT infinite , le stagioni, l'unione del centro pokémon al market (finalmente non dovrò più girare in cerca di uno o dell'altro) e il fatto di poter mettere più di una "scorciatoia" ad un pulsante.
Mi hanno deluso invece l'inutilizzo dei tasti Start e Select (potevano essere utilizzati per assegnarvi le due "scorciatoie" più frequentemente utilizzate), i pokémon che tranne qualche eccezione sono brutti e, come già detto, il poco uso del touch screen, relegato al mero utilizzo del C-Gear.
Una cosa che mi ha lasciato un po' perplesso è che la bella innovazione introdotta nel PC, ovvero di spostare facilmente i pokémon tra box e squadra o tra box e box tramite il touch screen, non sia stata implementata anche nella squadra pokémon.
C'è da dire poi che le musiche, oltre ad essere molto curate, sono molte in più rispetto al Diamante/Perla, tanto che l'OST è composta di 5 CD!!
In conclusione devo dire che, sebbene all'inizio sia rimasto un po' deluso, alla fine le innovazioni implementate sono riuscite a compensare bene (e le musiche hanno certamente contribuito).
Ma che discorso è? Esistono moltissimi titoli di videogiochi che sono molto più longevi dei pokèmon e si rimodernizzano, Metal Gear e Street Fighter per farti giusto due nomi.
Tu ci giocheresti a Metal Gear 4 con una grafica simile al primo gioco per PSX e con gli effetti sonori del primo titolo per nintendo 8 bit?
Per me la "fuffa" come la chiami tu, è importante. In fondo quando si valuta un gioco si valutano tante cose: storia, longevità, giocabilità e anche grafica e sonoro.
Ovviamente i gusti sono gusti, ognuno è libero di pensarla come vuole, io semplicemente penso che bisogna stare sempre al passo con i tempi e modernizzarsi, altrimenti non vedo motivo di comprare un titolo nuovo che sia nel 90% identico al suo predecessore
Attenzione. Io non dico che bisogna levare quelle mosse, ma levare quelle "mosse da combattimento", levare la cosa del "Se insegni Surf a tizio ti sprechi a vita uno slot dei quattro, ciccia", e usare queste facoltà solo fuori dalla lotta, come le Psynegy di Golden Sun, se proprio non le si vuole connaturare al Pokemon stesso come invece secondo me dovrebbe essere logico.
Uff, i detrattori dei pokèmon stanno sempre a ripetere le solite (e infondate) cose...
@Sena-kun: posso rispondere io per un paio di cose che hai detto?
<i>Tu ci giocheresti a Metal Gear 4 con una grafica simile al primo gioco per PSX e con gli effetti sonori del primo titolo per nintendo 8 bit?</i>
Beh posso dirti che passo tranquillamente da uno Zelda twilight princess ad uno per Game boy o per NES... quindi sì, proprio 8 bit.
Ah, e per quanto riguarda le musiche: prima erano molto meglio, proprio perchè c'erano pochi strumenti per farle si pensava soprattutto alla melodia in sè e quindi riusciva migliore, vedi infatti quante vecchie musiche sono diventate storiche.
<i>altrimenti non vedo motivo di comprare un titolo nuovo che sia nel 90% identico al suo predecessore</i>
Non fatemi ristilare le mie megaliste, per favore.
Di uguale ha solo la struttura di base, per il resto è tutto diverso, quindi finiamola con queste stupidaggini.
Se a questo aggiungo il fatto che Touko è davvero carina e che le battaglie possono essere un 3 vs 3 (che mi riporta ai vecchi giddierre jappi tipo Chrono Trigger o Bahamuth Lagoon tanto per fare due nomi ad capocchiam) credo proprio che questa estate me lo comprerò.
Anche se vorrei qualche delucidazione sulla retrocompatibilità, in pratica una volta finita la storia principale che succede? Come faccio a portarmi la mia squadra con la D maiuscola, dall'Heart Gold?
Ci sono limitazioni?
Come funziona il multiplayer su Bianco e Nero? Basta un router wireless?
<b>Spoiler warning</b>
Una volta conclusa la storia principale si aprono nuove zone del mondo che sono popolate anche da Pokemon delle versioni precedenti che puoi allenare e catturare. Comunque puoi passarti i Pokemon da Heart Gold e Soul Silver e credo anche da Diamante/Perla/Platino (infatti Narutimate non lo dice ma in squadra c'ha Lucario ).
Il multiplayer funziona come nei giochi precedenti col wireless con un altro DS (qua è molto più comodo però, perchè non c'è più bisogno di andare per forza al centro) o con l'online, inoltre ci sono nuove modalità di gioco in multiplayer che vanno oltre allo scambio e alla lotta, ma personalmente non ho mai avuto occasione di provarle perchè per me Pokemon è essenzialmente un gioco in singolo.
Una volta finita la trama principale, una tramina molto esile ti darà la possibilità di esplorare liberamente tutto il mondo, alla ricerca di Pokemon leggendari, nuovi oggetti o di tutto il bestiario compresi i Pokemon precedenti.
Raggiungere livelli alti coi Pokemon in questo episodio inoltre è molto più facile, dato che, finito il gioco, i livelli degli allenatori e dei Pokemon selvatici triplicano (ho portato un Pokemon all'1 a combattere in un posto, finito il gioco, e dopo qualche scontro era già al 30 e passa ).
Oddio velocità triplicata *_*
E per quanto riguarda le statistiche? nella quarta generazione hanno messo un tizio che dice cose tipo "il suo punto forte è l'attacco speciale" e in base a una tabella si capisce se ha da 0 a 31 punti "innati" In pratica se è forte o debole di suo.
Qua c'è qualcosa del genere?
È forte? Io in Heartgold ho messo nel parco lotta precisamente nella zona "fiori" tutto il necessario per farlo apparire (il tempo dovrebbe scadere tra qualche settimana), ma ne vale la pena?
E saltando di palo in frasca, su Bianco e Nero è possibile catturare Zoroark? È di una tamarraggine unica.
Del Lucario di Naru parlane con lui!
Però non so se l'ha anche in Heartgold.
Inoltre essendo di doppio tipo con l'acciaio come Pokémon Lotta è tosto perchè non subisce danni eccessivi dai Pokémon psico.
<i>E per quanto riguarda le statistiche? nella quarta generazione hanno messo un tizio che dice cose tipo "il suo punto forte è l'attacco speciale" e in base a una tabella si capisce se ha da 0 a 31 punti "innati" In pratica se è forte o debole di suo.
Qua c'è qualcosa del genere?</i>
Ovviamente sì, i dettagli non li conosco (finora ci ho giocato "solo" una cinquantina d'ore, ma il "vero" Pokèmon devo ancora iniziarlo ù_ù), ma c'è un tizio che da informazioni sugli IV al metro lotta.
E ti dirò di più, per quanto riguarda gli EV hanno introdotto degli strumenti per "pompare" (le piume) le statistiche che possono essere usati anche oltre la normale limitazione da "vitamine" (non più di 100 EV a statistica), quindi l'allenamento nello specifico diviene più pratico.
Ad esempio io temevo che un mio vecchio Kingdra di verdefoglia ormai fosse perduto (dopo aver scoperto molte cosette...), invece con le innovazione di Bianco e Nero posso recuperarlo!
p.s. premettendo che ti ricordi questi dettagli tecnici sugli EV XD
Poi quoto Narutimate, Lucario è davvero una bomba se lo fai bene (tutto atk o atk spec e velocità).
@The narutimate: <i>Inoltre essendo di doppio tipo con l'acciaio come Pokémon Lotta è tosto perchè non subisce danni eccessivi dai Pokémon psico</i>
Beh però acquisice la debolezza alla terra, che purtroppo è un tipo molto più usato dello psico (non c'è pokèmon da mosse "fisiche" tosto che non abbia Terremoto) ^^"
Non credo che il doppiotipo lo rinforzi più di tanto...
So che potrei apparire come la voce fuori dal coro con questo commento, ma:
IL GIOCO NON MI È PIACIUTO (terra-terra eh).
Ma prima vi parlo dei pro: sono magnanimo e vi voglio tutti bbene xD
1) Camminata (non corsa) dell'omino un pò più veloce che in Diamante/Perla/Platino
2) Centro Pokemon e il negozio riuniti in un unico edificio (lo potevano fare già dalle prime generazioni su GB, in modo da poter risparmiare spazio prezioso sulla cartuccia)
3) Ora nei dialoghi si vede chi sta parlando con il classico fumetto
4) Nelle battaglie gli sprite dei pokemon sono già lì pronti, al posto di scorrere da sinistra (e in Pokemon Rubino/Zaffiro questo era LEEENTISSIMO e in quelli precedenti per DS era sì veloce, ma un pò scattoso.
Ecco i difetti:
Nota: Sono uno STRA-fan della serie
1) Le battaglie proprio non mi piacciono. Ok, è stato un bel progresso far vedere gli sprite da dietro interamente. Ma la domanda è: era veramente necessario farlo vedere TUTTO? Ovvero non è che sia bello far vedere il... deretano sassoso di un Graveler xD
2) Perchè gli sprite da dietro si ingrandiscono perdendo paurosamente di qualità e ritornando pixelatissimi come ai tempi del GB?
3) Potevano rimettere sia il rumore dei passi (e i vari rumori d'ambiente), sia i pokemon che ti seguono da Heart Gold (cosichè non ti scordi quale pokemon avrai in battaglia e allo stesso tempo risparmiando l'animazione della sfera all'inizio della stessa)
4) Design di alcuni pokemon (maggior parte dai) da DENUNCIA. Del tipo Gurdurr che si porta a spasso una trave. A parte che i pokemon che si portano dietro oggetti un pò non ha senso (immaginate se il pokemon lotta dopo che è tornato nella sfera, si dimenticasse fuori la trave; riuscirebbe dalla sfera per riprendersela? )
5) Gioco facilitato in diversi punti (forse spoiler)
A. TM infinite. Ok, la maggior parte di voi ora sarà svenuto, ma ho il mio motivo. Le TM usa-e-getta offrivano una componente, diciamo, strategica. Nel senso che prima di insegnare la mossa al Pokemon uno ci pensava BENE: quella mossa gli servirà VERAMENTE? Pensate che cosa potrebbe capitare nelle mani di un bambinetto che gioca per la prima volta (immancabilmente con il gioco del fratello... xD). 4 mosse IDENTICHE su un Pokemon? O.O. Stendiamo un velo pietoso su quello che potrebbe capitare al malcapitato bambinello
(Sempre che non sappia salvare il gioco)
B. Poco prima della prima palestra elementale, nell'area a destra una ragazza ti fà dono della scimmietta che contrasta il Capopalestra (guarda caso...)
C. I Centri-Pokemon ambulanti (Chuck Norris e Wonder Woman... xD), messi poco prima di posti pericolosi.
6) Cose di poco conto
A. Il gioco non memorizza se hai usato il touch o meno nelle battaglie. Qua mi spiego: in Platino il gioco si ricordava se lo avevi usato per scegliere le azioni e ti fà comparire già il "cursore" al posto di farlo comparire con il pulsante A.
B. Dopo che salvi, il messaggio non va via da solo e devi premere A per farlo andare via. Nei giochi precedenti questo scompariva automaticamente.
In soldoni? Il capolinea del sottoscritto rimane il Platino.
E poi la trama non t'è piaciuta? Come mai non l'hai messa tra i pregi?
Dàgli a Gothitelle e famiglia, piuttosto!
ultra82 mi piace il tuo commento, io Bianco e Nero ancora non li ho nemmeno visti giocare, quindi posso solo basarmi su quello che leggo.
Quindi adesso ho un'idea un po' più precisa.
Indubbiamente le mt infinite sono una facilitazione mostruosa che toglie tutta la strategia. Però io sono 10 anni che mi sbatto a cercare il pokemon con i valori massimi dove dico io, e da quando ho comprato Heart Gold c'è pure la natura (favorevole o sfavorevole) che da o toglie un 10% alla statistica, quindi insegnare un geloraggio a qualcuno che poi si rivela scrauso è abbastanza frustrante.
Anche perché adesso (mi riferisco alla quarta gen) il valore massimo di PA non è di 255 per statistica e basta, ma 255 per statistica con un massimo di 520 totali! Quindi avere il pokemon con 31 VI, Natura favorevole e 255 sulla statistica con 31 è... tipo vincere al superenalotto xD
Il numero di permutazioni è talmente elevato che si rischia di sbroccare. Per questo buttare una mt su un pokemon poteva andarmi bene anni fa, ma ora non riesco ad andare oltre i 50 tentativi per trovare il pokemon con i valori che dico io.
Mi sono perso, dove volevo arrivare?
Vabbé insomma dovrò pensarci bene, perché anche a me il design dei nuovi mostriciattoli non mi piace molto.
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