Attenzione: prima di leggere questa recensione, è bene essere al corrente di due dettagli molto importanti.
Il primo: il gioco qui recensito contiene riferimenti a personaggi ed eventi presenti nel volume 68 del manga, ovvero l'ultimo uscito in Italia, e che vanno quindi ben oltre la trasmissione italiana dell'anime e la ristampa del manga stesso, di conseguenza, a chi non ha ancora letto quel volume è sconsigliata la lettura di questa recensione (a maggior ragione chi segue l'italico anime, dato che persino le immagini possono essere spoiler).
Il secondo: il gioco qui recensito è palesemente indirizzato ai fan della serie, e per quanto nel corso degli anni siano usciti giochi su licenza apprezzabilissimi anche da chi non è un fan del franchise relativo (vedi Batman: Arkham Asylum e Arkham City) One Piece: Pirate Warriors 2 non lo è, quindi il suo acquisto è sconsigliato a chi non conosce/ama l'opera di Eiichiro Oda, ed è conseguentemente inutile anche la lettura della suddetta recensione.
Ultima precisazione: la versione da me giocata è quella per Playstation 3, quindi la mia recensione si basa solo ed esclusivamente su quella versione.
Ci sono generi videoludici che vivono periodi di autentico "boom", per poi affievolirsi nel corso del tempo ed, eventualmente, risorgere più o meno evoluti successivamente.
Uno di questi generi è quello del picchiaduro a scorrimento, che tanto successo riscosse alla fine degli anni '80 e primi anni '90 per poi sparire pressoché del tutto.
Negli ultimi anni però, la serie Dynasty Warriors ha avuto modo di rielaborare il concetto di picchiaduro a scorrimento, rendendolo più simile ad un gioco di guerra all'arma (perlopiù) bianca tra due eserciti e i rispettivi, fortissimi, comandanti.
Dalla serie principale sono poi partiti diversi spin-off ispirati, talvolta, anche a serie anime molto famose, come Gundam, Hokuto no Ken e, oggetto della nostra recensione, One Piece.
Il manga (e relativo anime) di Eiichiro Oda ben si adatta ad una conversione per questa serie di spin-off, dato che spesso e volentieri le sue saghe raggiungono il climax in enormi schermaglie tra la ciurma protagonista e i suoi alleati da una parte e i nemici, marines o pirati rivali, dall'altra (basti pensare alla saga di Alabasta, ambientata proprio in un paese in guerra, o di Enies Lobby, o ancora Marineford).
Tecmo Koei non si è lasciata sfuggire l'occasione di sfruttare un marchio così affermato tra i lettori, ed ecco giungere dunque One Piece: Pirate Warriors e relativo seguito, che andiamo ora ad analizzare.
Da buon discendente dei picchiaduro a scorrimento, One Piece: Pirate Warriors 2 è tutto basato sul combattimento contro decine e decine (ok, centinaia, anzi no, migliaia, e non in tutto, migliaia per ogni livello!) di nemici minori, per poi arrivare agli avversari più potenti: se però un tempo questi si trovavano alla fine del livello, ora girano liberi sul campo di battaglia (anche se in genere, il leader maximo delle truppe nemiche se ne sta alla sua base, ben protetta e accessibile solo dopo aver sconfitto i suoi subordinati), dirigendosi verso i punti strategici necessari alla loro vittoria (eh si, perché non basta, talvolta, sconfiggere i nemici per portare a termine il livello, ma sono necessarie anche azioni di vario tipo come il supporto di un determinato alleato, il raggiungimento di una certa zona et similar).
Certo è che in questo gioco non si sta mai con le mani in mano, dato che i nemici sono sempre in gruppi piuttosto numerosi, spesso con la tendenza a circondarci e capita di buttarne giù anche venti/trenta per volta con un colpo ben assestato: se c'è una sensazione che viene data sin da subito, infatti, è quella di essere delle macchine da guerra con tutti i crismi, decisamente di livello superiore rispetto ai poveri avversari minori, che non costituiranno mai un serio pericolo per il nostro personaggio, se non attaccandoci in gruppo (almeno ai livelli di difficoltà più bassi).
Come detto più su però, la sconfitta può arrivare anche con modi alternativi rispetto al semplice esaurimento della barra della salute, quindi non sarà comunque il caso di riposare sugli allori.
Anche perché la frenesia dell'azione è un autentico marchio di fabbrica della serie, che qui viene ovviamente ribadito.
Il personaggio si controlla spostandolo lungo gli stage con la levetta analogica sinistra, con il tasto X si può scattare in avanti e/o schivare gli attacchi nemici, mentre a Quadrato, Triangolo e Cerchio sono assegnati gli attacchi.
Premendo Quadrato e Triangolo più volte si possono, come prevedibile, realizzare delle combo, e sono presenti anche varianti che vedono alternarsi i due tasti con sequenze ben precise.
Il pulsante Cerchio, invece, è adibito ad una mossa speciale, molto potente, utilizzabile solo quando sarà stata caricata la barra annessa del caso, ovviamente riempibile suonando per bene gli avversari che ci si pareranno davanti.
Sarà inoltre possibile sbloccare nuove mosse e combo per tutti questi tasti, accumulando punti esperienza, cosa di cui parlerò in maniera più approfondita in seguito.
I tasti dorsali sono infine adibiti, rispettivamente: all'attivazione della modalità "Stile" (R1), breve ma intenso periodo d'iperpotenza con combo modificate annesse e possibilità di sferrare una doppia supermossa tra il nostro personaggio e quello che abbiamo scelto come supporto, nel caso in cui si siano abbattuti abbastanza nemici prima della fine del periodo stesso; ad un'azione specifica (R2), diversa da personaggio a personaggio e in grado di produrre vari effetti: si può trattare di attacchi extra, di potenziamenti o altre peculiarità a seconda di chi si usa; al centraggio della telecamera alle spalle del protagonista (L1).
Parlando della telecamera, essa talvolta purtroppo rende l'azione un po' confusa, sia che venga lasciata libera sia che venga "fissata" su un comandante nemico (R3), e questo porta ad un pochino di smarrimento durante i momenti più concitati, anche perché spostarla con la levetta destra implica dover sospendere momentaneamente l'attacco, e in un gioco dove si combatte sempre non è il massimo.
Consci del fatto che i tempi sono cambiati, e soprattutto che non ci troviamo dinanzi ad un titolo arcade, ma uno espressamente creato per il mercato casalingo, gli sviluppatori hanno voluto rendere il tutto un po' più profondo, con varie metodologie di potenziamento dei personaggi e preparazione alla battaglia.
Come detto, i personaggi accumulano punti esperienza sconfiggendo avversari, e come nel più classico degli RPG, raggiunto il numero di punti esperienza necessario salgono di livello: questo permette loro di guadagnare nuove combo, tecniche speciali, possibilità di potenziamento e altro ancora.
E' infatti possibile raccogliere delle monete, nel corso dei livelli, sia trovate per caso che altre, più rare, da guadagnare raggiungendo determinati obiettivi (che ci verranno mostrati prima di ogni missione): queste monete raffigurano personaggi, oggetti e bandiere del mondo di One Piece, ed assegnate al nostro alter-ego virtuale permettono di migliorare le sue caratteristiche di resistenza, attacco e difesa: procedendo nel "livellaggio" aumenta anche il numero di monete assegnabili, ed alcune di esse possono anche "potenziarsi" tra loro se ciò che raffigurano è in qualche modo collegabile (un esempio: Nami e il Climatact; un altro esempio: Arlong e Jinbe).
Esistono inoltre dei "quaderni" segreti, raggruppati per tematiche, in cui mettere in fila tre monete stile "Forza Quattro": una volta completato un trio, si sbloccherà un nuovo potenziamento per i vari personaggi del gioco.
Di carne al fuoco quindi, per la gioia di Rufy, ce n'è tanta, ma solo se si è in grado di reggere un gameplay senza troppe varianti, anzi, senza variante alcuna: cambiano le mappe, i personaggi, i nemici, aumentano i poteri, cambiano gli obiettivi ma il succo è sempre quello: muoversi sulla mappa e combattere, conquistare i settori (abbattendo i comandanti nemici) e proteggere la propria base.
I quick-time event presenti nel primo capitolo sono stati qui rimossi, per favorire una struttura più omogenea e incentrata sulle battaglie nude e crude.
Bisogna, quindi, essere pronti a un gameplay senza varianti eccessive, altrimenti la monotonia potrebbe sopraggiungere.
Fortunatamente, però, quel che di lineare c'è è bello solido e frenetico, quindi per quanto, eventualmente, monotono, sicuramente il gioco non è né "rotto" né "vuoto".
Dal lato puramente visivo il gioco si presenta in maniera eccellente: colori vivaci, modelli poligonali estremamente ben fatti, effetti di pelle/pelo/ghiaccio/fuoco/varie ed eventuali sui personaggi impressionanti, espressioni facciali e animazioni divertenti e fedeli all'originale.
Volendo trovare qualche piccola falla nel settore grafico "duro e puro", sui modelli poligonali si trovano, talvolta, delle texture un po' troppo sgranate, cosa che in alcune inquadrature può saltare all'occhio, e il fatto che (quantomeno in multiplayer) spesso i nemici "minori" appaiano solo quando gli si è particolarmente vicini rende meno immediata l'azione, lasciandoci a girare finché non spunta fuori qualcuno a cui sfasciare il grugno.
Molto gradito è invece il mantenimento di una certa, divertentissima usanza nei giochi di One Piece, ovvero l'inserimento di Pandaman qui e là nascosto negli scenari, sarà difficile trovarlo in alcuni casi, ma sicuramente un sorriso, ai fan, verrà strappato nel momento esatto in cui il misterioso photobomber finirà nel loro campo visivo.
Un piccolo grande mistero di character design, ormai frequente nei videogiochi dedicati alla serie da un paio di generazioni di console, è che fine abbia fatto la sigaretta di Sanji, inspiegabilmente tolta a monte, e non da eventuali filtri americani.
Buffo inoltre che si decida di eliminargliela ma si lascino ben due sigari per volta in bocca a Smoker, per quanto essi siano una caratteristica pressoché necessaria al personaggio, la cosa risulta un po' poco equa.
Deludente invece il video d'apertura, che altri non è che il primo filmato della modalità "Diario dei Pirati" senza doppiaggio e con il tema principale in sottofondo: One Piece ci ha regalato intro di ben altra fattura, nel corso della sua carriera videoludica, soprattutto in ambito Playstation, e un filmato introduttivo così, tanto vale non metterlo nemmeno, meno ostacoli tra noi e la schermata iniziale.
Per quel che invece riguarda i filmati in-game, che narrano le vicende della modalità principale, nessuna critica, solo elogi: tecnicamente anche superiori al motore grafico principale, brevi ma intensi e quindi poco invasivi, sono un'autentica gioia per gli occhi.
Il campo sonoro è probabilmente quello con più alti e bassi di One Piece: Pirate Warriors 2.
Le musiche di sottofondo sono infatti poche, con una certa ispirazione per le sonorità della serie animata (fatte di molti fiati e archi, come d'altronde ci si aspetta da un'opera "marittima"), ma anche con una notevole influenza rock, abituale per i giochi della serie Dynasty Warriors, che finisce per sopraffare pressoché ogni traccia, e se questo può essere estremamente adatto ad un gioco di combattimenti come questo, non è invece molto adatto a One Piece, che ha sempre avuto delle musicalità molto diverse.
Ed inoltre, queste stesse musiche finiscono per sentirsi poco nel corso delle missioni, perché le grida dei personaggi, le esplosioni, i fragori dei colpi vibrati finiscono per coprire in gran parte le tracce, il che è comunque un peccato, perché così si svilisce una colonna sonora già non brillante di suo.
Di contro però c'è un eccellente lavoro (come prevedibile visti i nomi coinvolti) per quel che riguarda il doppiaggio (presente nella sua unica forma originale giapponese), con i nove delle meraviglie Mayumi Tanaka, Kazuya Nakai, Akemi Okamura, Kappei Yamaguchi, Hiroaki Hirata, Ikue Ohtani (qui scatenata con gli "Ah-cha!" del Kung-fu Point di Chopper), Yuriko Yamaguchi, Kazuki Yao e Cho affiancati da altri doppiatori di tutto rispetto, che riprendono i loro ruoli direttamente dalla serie televisiva, tra cui è necessario nominare Akio Ohtsuka e Kotono Mitsuishi, autentici mostri sacri del voice acting d'oriente.
Per quel che riguarda gli effetti sonori veri e propri, risultano efficaci e ben amalgamati nel contesto, anche perché sono perlopiù presi di peso dalla serie animata stessa, e alcuni tocchi di stile (come il rumore dei passettini di Chopper) sono veramente deliziosi, se si segue l'anime.
Oltre che graficamente, il filmato d'apertura si dimostra scarso anche sul piano musicale, non è infatti accompagnato da una canzone vera e propria (come detto), come spesso è accaduto in passato (e spesso s'è trattato delle sigle originali dell'anime), ma da una semplice melodia strumentale carina di per sé, sicuramente, ma certo non utile a personalizzare un'intro già blanda.
Tanto quindi risulta anonimo musicalmente il gioco, tanto è personale e spassoso come doppiaggio, equilibrando una situazione non felice sul lato sonoro grazie al talento degli attori.
Al contrario del precedente capitolo, la modalità principale non si basa sulla trama vera e propria del manga/anime, ma costituisce una storia a parte ambientata nel Nuovo Mondo realizzata apposta per l'occasione.
E' palesemente una trama/pretesto, che in alcune occasioni ricalca quella originale per avvenimenti/scontri, un po' prevedibile e con qualche scelta da far sollevare un sopracciglio ai puristi, date le azioni di alcuni personaggi non propriamente "in character", ma non eccessivamente invasiva e che permette comunque di giocare piuttosto tranquillamente senza troppe "interruzioni" di sorta o dialoghi prolissi.
Ogni missione ha una durata che può variare dai dieci minuti alla mezz'oretta, che per il ritmo dell'azione è una durata più che accettabile, ed è anche possibile interromperle e lasciarle in "sospeso" per continuare al successivo accesso al gioco.
Il numero di missioni totali della modalità Diario dei Pirati (cioé, appunto, quella principale) è buono, con la possibilità di affrontare anche un percorso alternativo che porta ad un finale diverso dopo aver soddisfatto certe condizioni.
Come già accennato in precedenza, è possibile inoltre giocare questa modalità a livelli di difficoltà differenti, e il livello più basso non permette di ottenere la valutazione migliore possibile a fine missione, quindi motivi per riaffrontarla a livelli più elevati ce ne sono.
Sempre all'interno della modalità Diario dei Pirati è possibile affrontare anche battaglie relative ad ogni singolo personaggio, compresi i secondari (con un accenno di trama seppur poverissimo all'inizio e alla fine di ogni scontro: generalmente è "Non so se posso fidarmi a combattere al vostro fianco, affrontatemi e vediamo se siete all'altezza" oppure "Non posso credere d'essermi comportato così, affrontatemi così potrò redimermi e sentirmi meglio", solo Mr 2 varia un pochino uscendosene con "Non mi accettate per quello che sono, lo sento! Fatevi sotto!", che quantomeno strappa un sorriso) in modo da poter poi contare sul loro supporto in combattimento.
Al di fuori del Diario dei Pirati, è presente una modalità "Libera", che permette di affrontare i vari stage senza le limitazioni della modalità principale per quel che riguarda i personaggi giocabili e di supporto, e una modalità "Sfida" con delle battaglie più ardue e nessun supporto da parte di truppe minori.
Tutte queste modalità sono inoltre giocabili in multiplayer, online e offline, ed è possibile inviare e ricevere richieste d'aiuto da parte di altri giocatori alle prese con dei livelli particolarmente ostici: in cambio si potranno ottenere bonus che rendono senza dubbio interessante questa funzionalità anche se non ci si sente dei buoni samaritani.
Come accennato nella parte relativa al gameplay, i personaggi possono accumulare punti esperienza e salire di livello nel corso dei combattimenti: ogniqualvolta un nuovo personaggio viene sbloccato, parte dal livello 1, ma sia durante le missioni, abbattendo un certo numero di avversari, sia alla fine di esse, in base al nostro comportamento sul campo di battaglia, i livelli saliranno piuttosto rapidamente, almeno per quel che riguarda i primi tempi, il che rende la pratica di livellaggio dei nuovi arrivati meno frustrante.
Salire di livello permette ai personaggi di guadagnare nuove combo, mosse finali, nuovi poteri, maggiori slot per le monete e le abilità extra e altri potenziamenti del genere.
Ognuno ha inoltre una seconda barra dei punti esperienza, riferita alle sue abilità di supporto: scegliete un dato personaggio come aiutante del vostro eroe principale ed esso vedrà i suoi punti supporto salire alla fine di un combattimento, proporzionalmente a quanto spesso è stato fatto intervenire e quanto decisive sono state le sue azioni: i livelli di esperienza totali per quel che riguarda il supporto sono 10, e ad ogni livello si sbloccano nuovi potenziamenti o un incremento della potenza degli attacchi dei supporter stessi.
E' presente anche un negozio dove è possibile acquistare, con i Berry ottenuti durante i combattimenti, numerosi extra, che verranno poi catalogati all'interno della modalità Galleria del caso, oltre che costumi alternativi per i vari personaggi, senza considerare i classici trofei presenti in pressoché ogni gioco per le console Sony.
Di cose da fare ce ne sono quindi parecchie, e completare il gioco al 100% porta sicuramente via molte ore, l'unico ostacolo può essere solo la ripetitività dello schema di gioco, arginata almeno parzialmente dalla possibilità di sbloccare, come detto, nuove mosse e dalla varietà di personaggi, ognuno con stili di combattimento e specialità diverse, cosa che rende la scelta del proprio eroe prima di una missione un minimo ponderata (non a caso alcuni personaggi ci vengono "consigliati" tramite un bollino a seconda della missione che stiamo per affrontare, se sono particolarmente adatti ad essa).
Giunge infine il momento del verdetto: è One Piece: Pirate Warriors 2 degno del suo prezzo, e di conseguenza dell'acquisto?
Il gioco, come detto, non è "rotto", il gameplay funziona, anche perché è una formula più che collaudata, e di certo non è qualcosa che si conclude in quattro e quattr'otto vista la quantità di modalità ed elementi da sbloccare.
L'unico vero scoglio può essere la ridondanza delle situazioni, che comunque, alzando il livello di difficoltà, si sente meno perché già a livello Normale le missioni sono ben più ostiche e il semplice pestaggio indiscriminato non sarà sufficiente a garantire una vittoria, anzi.
Rimangono comunque alcuni quesiti irrisolti su delle scelte degli sviluppatori che mi hanno lasciato un po' perplesso.
Il primo e più importante è: che senso ha inserire Punk Hazard come stage, addirittura in due versioni di cui una invasa da una sospetta melma viola, quando della suddetta saga, appena iniziata da noi, sono presenti solo due personaggi, peraltro buoni, e non il villain principale, e soprattutto considerando che, invece, la saga dell'isola degli uomini-pesce viene completamente ignorata, a parte alcune mosse speciali dei membri della ciurma e i loro abiti?
Non c'è uno stage dedicato, non c'è Hody Jones, non c'è Van Der Decken, e questo nonostante i due abbiano fatto la loro prima apparizione videloudica ormai due anni fa, una loro assenza nel precedente capitolo era comprensibile, essendo stato completamente dedicato alle avventure della ciurma pre-Nuovo Mondo (eccezion fatta per una piccola parte iniziale), ma qui?
Viene quasi da pensare che l'inserimento di Punk Hazard come stage, e la presenza di Smoker e Trafalgar Law come appaiono nel post-timeskip (e presenti pure nella demo del gioco, casualmente) siano più che altro uno specchietto per le allodole, per far credere a chi compra che il gioco è "aggiornatissimo" quando in realtà non lo è.
E dispiace, perché comunque è un gioco più che valido anche senza la saga dell'isola sottomarina, quindi non c'era certo bisogno di ricorrere a questo tipo di trucchetti per attirare il pubblico, bastavano già le qualità del gioco in sé.
Per carità, poi la presenza dei suddetti personaggi e stage non è certo dannosa, anzi, solo un po' incoerente data l'assenza della saga appena precedente.
Discorso a parte va fatto per l'adattamento italiano.
Dopo che, per i più recenti arrivi videoludici dedicati a One Piece su sponde italiche, s'è usato il televisivo nome "Rubber" per il protagonista, ora si cambia direzione e si usa il fumettistico "Rufy", cosa che sicuramente fa piacere, così come fa piacere sapere che la stragrande maggioranza dei nomi di tecniche, personaggi, luoghi, oggetti e affini è identica a quella usata nell'adattamento italiano del manga ad opera della Star Comics, comprese alcune scelte d'adattamento diverse dai nomi originali (esempio: il frutto del Diavolo mangiato da Ace viene qui chiamato Foco-Foco, e non Mera-Mera, proprio come nel manga italiano).
Scelta apprezzabilissima, che porta un po' più di coerenza nei vari media di One Piece per quel che riguarda le traduzioni e che di certo va sostenuta, ma che non permette all'adattamento italiano dei testi di ottenere una mia completa approvazione.
Un Rufy non fa primavera, e purtroppo sono presenti alcuni refusi piuttosto evidenti e qualche scelta di traduzione dei dialoghi non molto felice: per carità, i testi non sono illeggibili, ma tra accenti e apostrofi assenti o mal messi, stramberie come Smoker che si autodefinisce un pirata inarrestabile e qualche genere maschile usato su femminucce (e no, Emporio Ivankov non ha colpe) purtroppo ci si ritrova a leggere cose poco piacevoli se si ha un certo affetto per la grammatica italiana.
Giunti alla tanto agognata conclusione di questa recensione lunga quanto la Red Line, scatta la domanda fatidica: One Piece: Pirate Warriors 2 vale il prezzo d'acquisto?
In realtà, è la media dei prezzi base dei giochi in vendita oggigiorno ad essere alta, quindi il suo costo risulta piuttosto elevato comunque, ma il gioco di per sé è valido eccome.
Sicuramente non è il miglior gioco di One Piece uscito su suolo italico né, ovviamente, su scala mondiale, ma è perfetto se ci si vuole divertire, da soli o in gruppo, assieme ai folli personaggi nati dalla matita di Eiichiro Oda.
One Piece: Pirate Warriors 2 viene quindi promosso, nonostante qualche piccola riserva e dubbio qui e là, che comunque non gli impediscono di brillare.
Il primo: il gioco qui recensito contiene riferimenti a personaggi ed eventi presenti nel volume 68 del manga, ovvero l'ultimo uscito in Italia, e che vanno quindi ben oltre la trasmissione italiana dell'anime e la ristampa del manga stesso, di conseguenza, a chi non ha ancora letto quel volume è sconsigliata la lettura di questa recensione (a maggior ragione chi segue l'italico anime, dato che persino le immagini possono essere spoiler).
Il secondo: il gioco qui recensito è palesemente indirizzato ai fan della serie, e per quanto nel corso degli anni siano usciti giochi su licenza apprezzabilissimi anche da chi non è un fan del franchise relativo (vedi Batman: Arkham Asylum e Arkham City) One Piece: Pirate Warriors 2 non lo è, quindi il suo acquisto è sconsigliato a chi non conosce/ama l'opera di Eiichiro Oda, ed è conseguentemente inutile anche la lettura della suddetta recensione.
Ultima precisazione: la versione da me giocata è quella per Playstation 3, quindi la mia recensione si basa solo ed esclusivamente su quella versione.
Ci sono generi videoludici che vivono periodi di autentico "boom", per poi affievolirsi nel corso del tempo ed, eventualmente, risorgere più o meno evoluti successivamente.
Uno di questi generi è quello del picchiaduro a scorrimento, che tanto successo riscosse alla fine degli anni '80 e primi anni '90 per poi sparire pressoché del tutto.
Negli ultimi anni però, la serie Dynasty Warriors ha avuto modo di rielaborare il concetto di picchiaduro a scorrimento, rendendolo più simile ad un gioco di guerra all'arma (perlopiù) bianca tra due eserciti e i rispettivi, fortissimi, comandanti.
Dalla serie principale sono poi partiti diversi spin-off ispirati, talvolta, anche a serie anime molto famose, come Gundam, Hokuto no Ken e, oggetto della nostra recensione, One Piece.
Il manga (e relativo anime) di Eiichiro Oda ben si adatta ad una conversione per questa serie di spin-off, dato che spesso e volentieri le sue saghe raggiungono il climax in enormi schermaglie tra la ciurma protagonista e i suoi alleati da una parte e i nemici, marines o pirati rivali, dall'altra (basti pensare alla saga di Alabasta, ambientata proprio in un paese in guerra, o di Enies Lobby, o ancora Marineford).
Tecmo Koei non si è lasciata sfuggire l'occasione di sfruttare un marchio così affermato tra i lettori, ed ecco giungere dunque One Piece: Pirate Warriors e relativo seguito, che andiamo ora ad analizzare.
Da buon discendente dei picchiaduro a scorrimento, One Piece: Pirate Warriors 2 è tutto basato sul combattimento contro decine e decine (ok, centinaia, anzi no, migliaia, e non in tutto, migliaia per ogni livello!) di nemici minori, per poi arrivare agli avversari più potenti: se però un tempo questi si trovavano alla fine del livello, ora girano liberi sul campo di battaglia (anche se in genere, il leader maximo delle truppe nemiche se ne sta alla sua base, ben protetta e accessibile solo dopo aver sconfitto i suoi subordinati), dirigendosi verso i punti strategici necessari alla loro vittoria (eh si, perché non basta, talvolta, sconfiggere i nemici per portare a termine il livello, ma sono necessarie anche azioni di vario tipo come il supporto di un determinato alleato, il raggiungimento di una certa zona et similar).
Certo è che in questo gioco non si sta mai con le mani in mano, dato che i nemici sono sempre in gruppi piuttosto numerosi, spesso con la tendenza a circondarci e capita di buttarne giù anche venti/trenta per volta con un colpo ben assestato: se c'è una sensazione che viene data sin da subito, infatti, è quella di essere delle macchine da guerra con tutti i crismi, decisamente di livello superiore rispetto ai poveri avversari minori, che non costituiranno mai un serio pericolo per il nostro personaggio, se non attaccandoci in gruppo (almeno ai livelli di difficoltà più bassi).
Come detto più su però, la sconfitta può arrivare anche con modi alternativi rispetto al semplice esaurimento della barra della salute, quindi non sarà comunque il caso di riposare sugli allori.
Anche perché la frenesia dell'azione è un autentico marchio di fabbrica della serie, che qui viene ovviamente ribadito.
Il personaggio si controlla spostandolo lungo gli stage con la levetta analogica sinistra, con il tasto X si può scattare in avanti e/o schivare gli attacchi nemici, mentre a Quadrato, Triangolo e Cerchio sono assegnati gli attacchi.
Premendo Quadrato e Triangolo più volte si possono, come prevedibile, realizzare delle combo, e sono presenti anche varianti che vedono alternarsi i due tasti con sequenze ben precise.
Il pulsante Cerchio, invece, è adibito ad una mossa speciale, molto potente, utilizzabile solo quando sarà stata caricata la barra annessa del caso, ovviamente riempibile suonando per bene gli avversari che ci si pareranno davanti.
Sarà inoltre possibile sbloccare nuove mosse e combo per tutti questi tasti, accumulando punti esperienza, cosa di cui parlerò in maniera più approfondita in seguito.
I tasti dorsali sono infine adibiti, rispettivamente: all'attivazione della modalità "Stile" (R1), breve ma intenso periodo d'iperpotenza con combo modificate annesse e possibilità di sferrare una doppia supermossa tra il nostro personaggio e quello che abbiamo scelto come supporto, nel caso in cui si siano abbattuti abbastanza nemici prima della fine del periodo stesso; ad un'azione specifica (R2), diversa da personaggio a personaggio e in grado di produrre vari effetti: si può trattare di attacchi extra, di potenziamenti o altre peculiarità a seconda di chi si usa; al centraggio della telecamera alle spalle del protagonista (L1).
Parlando della telecamera, essa talvolta purtroppo rende l'azione un po' confusa, sia che venga lasciata libera sia che venga "fissata" su un comandante nemico (R3), e questo porta ad un pochino di smarrimento durante i momenti più concitati, anche perché spostarla con la levetta destra implica dover sospendere momentaneamente l'attacco, e in un gioco dove si combatte sempre non è il massimo.
Consci del fatto che i tempi sono cambiati, e soprattutto che non ci troviamo dinanzi ad un titolo arcade, ma uno espressamente creato per il mercato casalingo, gli sviluppatori hanno voluto rendere il tutto un po' più profondo, con varie metodologie di potenziamento dei personaggi e preparazione alla battaglia.
Come detto, i personaggi accumulano punti esperienza sconfiggendo avversari, e come nel più classico degli RPG, raggiunto il numero di punti esperienza necessario salgono di livello: questo permette loro di guadagnare nuove combo, tecniche speciali, possibilità di potenziamento e altro ancora.
E' infatti possibile raccogliere delle monete, nel corso dei livelli, sia trovate per caso che altre, più rare, da guadagnare raggiungendo determinati obiettivi (che ci verranno mostrati prima di ogni missione): queste monete raffigurano personaggi, oggetti e bandiere del mondo di One Piece, ed assegnate al nostro alter-ego virtuale permettono di migliorare le sue caratteristiche di resistenza, attacco e difesa: procedendo nel "livellaggio" aumenta anche il numero di monete assegnabili, ed alcune di esse possono anche "potenziarsi" tra loro se ciò che raffigurano è in qualche modo collegabile (un esempio: Nami e il Climatact; un altro esempio: Arlong e Jinbe).
Esistono inoltre dei "quaderni" segreti, raggruppati per tematiche, in cui mettere in fila tre monete stile "Forza Quattro": una volta completato un trio, si sbloccherà un nuovo potenziamento per i vari personaggi del gioco.
Di carne al fuoco quindi, per la gioia di Rufy, ce n'è tanta, ma solo se si è in grado di reggere un gameplay senza troppe varianti, anzi, senza variante alcuna: cambiano le mappe, i personaggi, i nemici, aumentano i poteri, cambiano gli obiettivi ma il succo è sempre quello: muoversi sulla mappa e combattere, conquistare i settori (abbattendo i comandanti nemici) e proteggere la propria base.
I quick-time event presenti nel primo capitolo sono stati qui rimossi, per favorire una struttura più omogenea e incentrata sulle battaglie nude e crude.
Bisogna, quindi, essere pronti a un gameplay senza varianti eccessive, altrimenti la monotonia potrebbe sopraggiungere.
Fortunatamente, però, quel che di lineare c'è è bello solido e frenetico, quindi per quanto, eventualmente, monotono, sicuramente il gioco non è né "rotto" né "vuoto".
Dal lato puramente visivo il gioco si presenta in maniera eccellente: colori vivaci, modelli poligonali estremamente ben fatti, effetti di pelle/pelo/ghiaccio/fuoco/varie ed eventuali sui personaggi impressionanti, espressioni facciali e animazioni divertenti e fedeli all'originale.
Volendo trovare qualche piccola falla nel settore grafico "duro e puro", sui modelli poligonali si trovano, talvolta, delle texture un po' troppo sgranate, cosa che in alcune inquadrature può saltare all'occhio, e il fatto che (quantomeno in multiplayer) spesso i nemici "minori" appaiano solo quando gli si è particolarmente vicini rende meno immediata l'azione, lasciandoci a girare finché non spunta fuori qualcuno a cui sfasciare il grugno.
Molto gradito è invece il mantenimento di una certa, divertentissima usanza nei giochi di One Piece, ovvero l'inserimento di Pandaman qui e là nascosto negli scenari, sarà difficile trovarlo in alcuni casi, ma sicuramente un sorriso, ai fan, verrà strappato nel momento esatto in cui il misterioso photobomber finirà nel loro campo visivo.
Un piccolo grande mistero di character design, ormai frequente nei videogiochi dedicati alla serie da un paio di generazioni di console, è che fine abbia fatto la sigaretta di Sanji, inspiegabilmente tolta a monte, e non da eventuali filtri americani.
Buffo inoltre che si decida di eliminargliela ma si lascino ben due sigari per volta in bocca a Smoker, per quanto essi siano una caratteristica pressoché necessaria al personaggio, la cosa risulta un po' poco equa.
Deludente invece il video d'apertura, che altri non è che il primo filmato della modalità "Diario dei Pirati" senza doppiaggio e con il tema principale in sottofondo: One Piece ci ha regalato intro di ben altra fattura, nel corso della sua carriera videoludica, soprattutto in ambito Playstation, e un filmato introduttivo così, tanto vale non metterlo nemmeno, meno ostacoli tra noi e la schermata iniziale.
Per quel che invece riguarda i filmati in-game, che narrano le vicende della modalità principale, nessuna critica, solo elogi: tecnicamente anche superiori al motore grafico principale, brevi ma intensi e quindi poco invasivi, sono un'autentica gioia per gli occhi.
Il campo sonoro è probabilmente quello con più alti e bassi di One Piece: Pirate Warriors 2.
Le musiche di sottofondo sono infatti poche, con una certa ispirazione per le sonorità della serie animata (fatte di molti fiati e archi, come d'altronde ci si aspetta da un'opera "marittima"), ma anche con una notevole influenza rock, abituale per i giochi della serie Dynasty Warriors, che finisce per sopraffare pressoché ogni traccia, e se questo può essere estremamente adatto ad un gioco di combattimenti come questo, non è invece molto adatto a One Piece, che ha sempre avuto delle musicalità molto diverse.
Ed inoltre, queste stesse musiche finiscono per sentirsi poco nel corso delle missioni, perché le grida dei personaggi, le esplosioni, i fragori dei colpi vibrati finiscono per coprire in gran parte le tracce, il che è comunque un peccato, perché così si svilisce una colonna sonora già non brillante di suo.
Di contro però c'è un eccellente lavoro (come prevedibile visti i nomi coinvolti) per quel che riguarda il doppiaggio (presente nella sua unica forma originale giapponese), con i nove delle meraviglie Mayumi Tanaka, Kazuya Nakai, Akemi Okamura, Kappei Yamaguchi, Hiroaki Hirata, Ikue Ohtani (qui scatenata con gli "Ah-cha!" del Kung-fu Point di Chopper), Yuriko Yamaguchi, Kazuki Yao e Cho affiancati da altri doppiatori di tutto rispetto, che riprendono i loro ruoli direttamente dalla serie televisiva, tra cui è necessario nominare Akio Ohtsuka e Kotono Mitsuishi, autentici mostri sacri del voice acting d'oriente.
Per quel che riguarda gli effetti sonori veri e propri, risultano efficaci e ben amalgamati nel contesto, anche perché sono perlopiù presi di peso dalla serie animata stessa, e alcuni tocchi di stile (come il rumore dei passettini di Chopper) sono veramente deliziosi, se si segue l'anime.
Oltre che graficamente, il filmato d'apertura si dimostra scarso anche sul piano musicale, non è infatti accompagnato da una canzone vera e propria (come detto), come spesso è accaduto in passato (e spesso s'è trattato delle sigle originali dell'anime), ma da una semplice melodia strumentale carina di per sé, sicuramente, ma certo non utile a personalizzare un'intro già blanda.
Tanto quindi risulta anonimo musicalmente il gioco, tanto è personale e spassoso come doppiaggio, equilibrando una situazione non felice sul lato sonoro grazie al talento degli attori.
Al contrario del precedente capitolo, la modalità principale non si basa sulla trama vera e propria del manga/anime, ma costituisce una storia a parte ambientata nel Nuovo Mondo realizzata apposta per l'occasione.
E' palesemente una trama/pretesto, che in alcune occasioni ricalca quella originale per avvenimenti/scontri, un po' prevedibile e con qualche scelta da far sollevare un sopracciglio ai puristi, date le azioni di alcuni personaggi non propriamente "in character", ma non eccessivamente invasiva e che permette comunque di giocare piuttosto tranquillamente senza troppe "interruzioni" di sorta o dialoghi prolissi.
Ogni missione ha una durata che può variare dai dieci minuti alla mezz'oretta, che per il ritmo dell'azione è una durata più che accettabile, ed è anche possibile interromperle e lasciarle in "sospeso" per continuare al successivo accesso al gioco.
Il numero di missioni totali della modalità Diario dei Pirati (cioé, appunto, quella principale) è buono, con la possibilità di affrontare anche un percorso alternativo che porta ad un finale diverso dopo aver soddisfatto certe condizioni.
Come già accennato in precedenza, è possibile inoltre giocare questa modalità a livelli di difficoltà differenti, e il livello più basso non permette di ottenere la valutazione migliore possibile a fine missione, quindi motivi per riaffrontarla a livelli più elevati ce ne sono.
Sempre all'interno della modalità Diario dei Pirati è possibile affrontare anche battaglie relative ad ogni singolo personaggio, compresi i secondari (con un accenno di trama seppur poverissimo all'inizio e alla fine di ogni scontro: generalmente è "Non so se posso fidarmi a combattere al vostro fianco, affrontatemi e vediamo se siete all'altezza" oppure "Non posso credere d'essermi comportato così, affrontatemi così potrò redimermi e sentirmi meglio", solo Mr 2 varia un pochino uscendosene con "Non mi accettate per quello che sono, lo sento! Fatevi sotto!", che quantomeno strappa un sorriso) in modo da poter poi contare sul loro supporto in combattimento.
Al di fuori del Diario dei Pirati, è presente una modalità "Libera", che permette di affrontare i vari stage senza le limitazioni della modalità principale per quel che riguarda i personaggi giocabili e di supporto, e una modalità "Sfida" con delle battaglie più ardue e nessun supporto da parte di truppe minori.
Tutte queste modalità sono inoltre giocabili in multiplayer, online e offline, ed è possibile inviare e ricevere richieste d'aiuto da parte di altri giocatori alle prese con dei livelli particolarmente ostici: in cambio si potranno ottenere bonus che rendono senza dubbio interessante questa funzionalità anche se non ci si sente dei buoni samaritani.
Come accennato nella parte relativa al gameplay, i personaggi possono accumulare punti esperienza e salire di livello nel corso dei combattimenti: ogniqualvolta un nuovo personaggio viene sbloccato, parte dal livello 1, ma sia durante le missioni, abbattendo un certo numero di avversari, sia alla fine di esse, in base al nostro comportamento sul campo di battaglia, i livelli saliranno piuttosto rapidamente, almeno per quel che riguarda i primi tempi, il che rende la pratica di livellaggio dei nuovi arrivati meno frustrante.
Salire di livello permette ai personaggi di guadagnare nuove combo, mosse finali, nuovi poteri, maggiori slot per le monete e le abilità extra e altri potenziamenti del genere.
Ognuno ha inoltre una seconda barra dei punti esperienza, riferita alle sue abilità di supporto: scegliete un dato personaggio come aiutante del vostro eroe principale ed esso vedrà i suoi punti supporto salire alla fine di un combattimento, proporzionalmente a quanto spesso è stato fatto intervenire e quanto decisive sono state le sue azioni: i livelli di esperienza totali per quel che riguarda il supporto sono 10, e ad ogni livello si sbloccano nuovi potenziamenti o un incremento della potenza degli attacchi dei supporter stessi.
E' presente anche un negozio dove è possibile acquistare, con i Berry ottenuti durante i combattimenti, numerosi extra, che verranno poi catalogati all'interno della modalità Galleria del caso, oltre che costumi alternativi per i vari personaggi, senza considerare i classici trofei presenti in pressoché ogni gioco per le console Sony.
Di cose da fare ce ne sono quindi parecchie, e completare il gioco al 100% porta sicuramente via molte ore, l'unico ostacolo può essere solo la ripetitività dello schema di gioco, arginata almeno parzialmente dalla possibilità di sbloccare, come detto, nuove mosse e dalla varietà di personaggi, ognuno con stili di combattimento e specialità diverse, cosa che rende la scelta del proprio eroe prima di una missione un minimo ponderata (non a caso alcuni personaggi ci vengono "consigliati" tramite un bollino a seconda della missione che stiamo per affrontare, se sono particolarmente adatti ad essa).
Giunge infine il momento del verdetto: è One Piece: Pirate Warriors 2 degno del suo prezzo, e di conseguenza dell'acquisto?
Il gioco, come detto, non è "rotto", il gameplay funziona, anche perché è una formula più che collaudata, e di certo non è qualcosa che si conclude in quattro e quattr'otto vista la quantità di modalità ed elementi da sbloccare.
L'unico vero scoglio può essere la ridondanza delle situazioni, che comunque, alzando il livello di difficoltà, si sente meno perché già a livello Normale le missioni sono ben più ostiche e il semplice pestaggio indiscriminato non sarà sufficiente a garantire una vittoria, anzi.
Rimangono comunque alcuni quesiti irrisolti su delle scelte degli sviluppatori che mi hanno lasciato un po' perplesso.
Il primo e più importante è: che senso ha inserire Punk Hazard come stage, addirittura in due versioni di cui una invasa da una sospetta melma viola, quando della suddetta saga, appena iniziata da noi, sono presenti solo due personaggi, peraltro buoni, e non il villain principale, e soprattutto considerando che, invece, la saga dell'isola degli uomini-pesce viene completamente ignorata, a parte alcune mosse speciali dei membri della ciurma e i loro abiti?
Non c'è uno stage dedicato, non c'è Hody Jones, non c'è Van Der Decken, e questo nonostante i due abbiano fatto la loro prima apparizione videloudica ormai due anni fa, una loro assenza nel precedente capitolo era comprensibile, essendo stato completamente dedicato alle avventure della ciurma pre-Nuovo Mondo (eccezion fatta per una piccola parte iniziale), ma qui?
Viene quasi da pensare che l'inserimento di Punk Hazard come stage, e la presenza di Smoker e Trafalgar Law come appaiono nel post-timeskip (e presenti pure nella demo del gioco, casualmente) siano più che altro uno specchietto per le allodole, per far credere a chi compra che il gioco è "aggiornatissimo" quando in realtà non lo è.
E dispiace, perché comunque è un gioco più che valido anche senza la saga dell'isola sottomarina, quindi non c'era certo bisogno di ricorrere a questo tipo di trucchetti per attirare il pubblico, bastavano già le qualità del gioco in sé.
Per carità, poi la presenza dei suddetti personaggi e stage non è certo dannosa, anzi, solo un po' incoerente data l'assenza della saga appena precedente.
Discorso a parte va fatto per l'adattamento italiano.
Dopo che, per i più recenti arrivi videoludici dedicati a One Piece su sponde italiche, s'è usato il televisivo nome "Rubber" per il protagonista, ora si cambia direzione e si usa il fumettistico "Rufy", cosa che sicuramente fa piacere, così come fa piacere sapere che la stragrande maggioranza dei nomi di tecniche, personaggi, luoghi, oggetti e affini è identica a quella usata nell'adattamento italiano del manga ad opera della Star Comics, comprese alcune scelte d'adattamento diverse dai nomi originali (esempio: il frutto del Diavolo mangiato da Ace viene qui chiamato Foco-Foco, e non Mera-Mera, proprio come nel manga italiano).
Scelta apprezzabilissima, che porta un po' più di coerenza nei vari media di One Piece per quel che riguarda le traduzioni e che di certo va sostenuta, ma che non permette all'adattamento italiano dei testi di ottenere una mia completa approvazione.
Un Rufy non fa primavera, e purtroppo sono presenti alcuni refusi piuttosto evidenti e qualche scelta di traduzione dei dialoghi non molto felice: per carità, i testi non sono illeggibili, ma tra accenti e apostrofi assenti o mal messi, stramberie come Smoker che si autodefinisce un pirata inarrestabile e qualche genere maschile usato su femminucce (e no, Emporio Ivankov non ha colpe) purtroppo ci si ritrova a leggere cose poco piacevoli se si ha un certo affetto per la grammatica italiana.
Giunti alla tanto agognata conclusione di questa recensione lunga quanto la Red Line, scatta la domanda fatidica: One Piece: Pirate Warriors 2 vale il prezzo d'acquisto?
In realtà, è la media dei prezzi base dei giochi in vendita oggigiorno ad essere alta, quindi il suo costo risulta piuttosto elevato comunque, ma il gioco di per sé è valido eccome.
Sicuramente non è il miglior gioco di One Piece uscito su suolo italico né, ovviamente, su scala mondiale, ma è perfetto se ci si vuole divertire, da soli o in gruppo, assieme ai folli personaggi nati dalla matita di Eiichiro Oda.
One Piece: Pirate Warriors 2 viene quindi promosso, nonostante qualche piccola riserva e dubbio qui e là, che comunque non gli impediscono di brillare.
Non so, sono ancora indeciso, per ora non credo lo comprerò ma a un abbassamento del prezzo quasi sicuramente.
Non ho giocato a nessuno dei due non avendo la play, ma mi sono guardata i video on-line per vedere la storia, e devo dire che questa mi ha un po' delusa ._. Speravo fosse carina l'idea di una trama alternativa, ma non è stata sviluppata per nulla bene e solo per fare un po' di fanservice con Smoker, Law, Ace e roba simile. Peccato, dato che avrebbero potuto recuperare le saghe che avevano perso nel gioco precedente piuttosto che accelerare questo.
è che fine abbia fatto la sigaretta di Sanji, inspiegabilmente tolta a monte, e non da eventuali filtri americani. -> povero Sanji XD
e no, Emporio Ivankov non ha colpe -> lol XD Ma pollice verso per le traduzioni alla cavolo, anche nel gioco precedente c'erano dei dialoghi che non avevano senso XD
E' mia intenzione acquistarlo, ma credo che il prezzo pieno non se lo meriti....attenderò un po', sperando cali!
E' mio parere personale che la botta di 60+ euri di acquisto al day one sia improponibile nella stragrande maggioranza dei casi, in pratica con l'unica eccezione di "nuovo capitolo di serie adorata a cui ci si è affezionati da decadi", quindi non vale solo per il gioco preso in esame come detto, ma un po' più in generale.
@Akemichan: essenzialmente hanno rimescolato scene già viste, come hai potuto notare, giusto per strizzare l'occhio qui e là ai fan, ma la cosa è abbastanza piatta secondo me >_>
Non proprio piatta è invece Robin, che in un dialogo però si riferisce a sé stessa al maschile, pensavano che fosse il Robin di Batman, gli adattatori, o che da buon Nico fosse un pirata sardo? >__>
Mi ha dato un po' fastidio pure che all'inizio si sia sbandierato tanto l'inserimento di Skypiea e poi sia praticamente il tutorial >___>
Però è proprio pelo nell'uovo, perché il gioco in sé merita per "pura giocabilità", alla fin fine quella trama è un pretesto.
Il gioco, oltre a essere dotato delle cose già parlate nell'articolo, sarà munito pure di una modalità versus tra i personaggi?
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