Sottolineo anche questa volta che l'aspettativa che ho per i titoli sia frutto di gusti ed esigenze personali, per cui prendetele quel quello che è, ovvero un'espressione numerica di quanto credo potrà piacermi.
Root
Root è un gioco decisamente particolare: le fazioni asincrone non sono una novità, quindi è necessario spingersi oltre per stupire. Prima di lui è stato Vast a estremizzare questo concetto e la scelta ha pagato, Root si inserisce nello stesso filone.
Parliamo di 4 fazioni, ognuna con obiettivi di vittoria, dinamiche e stili di gioco totalmente diversi. La partita si snoda in una mappa ricca di villaggi, tutti tranne uno occupati dalla fazione dei Gatti. La loro vita è pacifica, il loro obiettivo è costruire una società efficiente, produrre merci e costruire edifici. Ma in un angolo della foresta si nascondono i loro giurati nemici, i litigiosi Eyrie, dei falchi che intendono riprendere il controllo della foresta, cacciando i gatti e costruendo i loro nidi. Tra i due litiganti c’è una fazione che trama nell’ombra, l'Alleanza dei Boschi, nascosta e che evita lo scontro diretto, preferendo complottare e tessere trame segrete. Il loro obiettivo è guadagnare supporter, diffondersi e aumentare suffientemente la loro influenza nella mappa. Ma la foresta nasconde anche un eroe vagabondo, non interessato ai futili conflitti, che dedica tutta la sua vita al raggiungimento di un misterioso obiettivo. Lo farà armato della sua spada e del suo semplice equipaggiamento. Se avrà la fortuna di incontrarli, alcuni vecchi amici potranno unirsi e aiutarlo nella grandiosa impresa che lo aspetta.
Root prevede delle dinamiche di gioco molto diverse da fazione a fazione, tanto che ognuna ha un regolamento personale e richiede una certa dedizione per essere sfruttata al massimo. Vi troverete a gestire carte, controllare i villaggi, spostarvi per la mappa e combattere tirando dei dadi. Nonostante questa grande asincronicità il tutto intende essere bilanciato.
Root mi affascina, lo ammetto. Suona come qualcosa di diverso e, se avessi il gruppo giusto, potrebbe rivelarsi un’esperienza davvero divertente. Richiede però dei giocatori che ci mettono del proprio, si studino una fazione e iniziano a specializzarsi in essa, non basta come spesso accade una persona che spiega il gioco nel suo complesso. Non è certamente un titolo dalla facile accessibilità, ma una volta imparato non sembra così complicato da giocare.
Tra le altre cose, da quello che ho visto, l’asincronicità sembra produrre uno scenario abbastanza bilanciato, se tuto giocano dando il meglio, perlomeno.
Mi piacerebbe acquistarlo per la mia associazione, ma la dipendenza della lingua e la necessità che tutti e 4 conoscano bene l’inglese mi fa attendere un'auspicata versione italiana.
Architects of the West Kingdom
Se siete pratici di giochi in scatola, basta un’occhiata per capire chi sta dietro a Architects of the West Kingdom, ovvero l’autore dell’apprezzatissimo Raiders of the North Sea e della trilogia che l’ha seguito, con esiti a dire il vero meno brillanti.
In questo nuovo gioco vestirete i panni di un benestante architetto e della sua ampia forza di lavoro e vi cimenterete a costruire imponenti e prestigiosi edifici e, qualora lo decideste, aiutare il vescovo con la sua cattedrale. Si tratta di un piazzamento lavoratori con un paio di caratteristiche interessanti. Prima di tutto non avete 4 o 5 lavoratori, ma ben 20. In secondo luogo il turno è semplice, basta mettere un lavoratore, ma l’effetto è cumulativo: il primo lavoratore dà una risorsa, il secondo delle stesso colore nello stesso posto 2, il terzo 3 e così via. Questo meccanismo potrebbe portare a tonnellate di risorse, se non fosse per il fatto che prima o poi qualcuno potrebbe decidere di arrestare tutti i vostri lavoratori e metterli in carcere, guadagnando tra l’altro anche del denaro. A voi non andrebbe così male, perchè riuscirete a riaverli in mano per rigiocarli, costa che altrimenti vi costerebbe turni e denaro.
A parte questi due meccanismi ci troviamo davanti ad un gioco abbastanza canonico: prendete risorse, prendete assistenti che rendono le azioni più efficaci, costruite e pescate carte che possono darvi punti extra a fine partita. In tutto questo però ci sono un paio di aspetti da sottolineare: a seconda delle azioni che fate, la vostra reputazione potrebbe scendere o salire. Sotto una certa soglia non potrete più contribuire alla costruzione della cattedrale e perderete punti a fine partita, tuttavia avrete il vantaggio di non dover pagare le tasse e, quindi, molte azioni vi costeranno sensibilmente meno. Andare in positivo, invece, vi garantisce punti e la possibilità di partecipare alla costruzione della cattedrale, che è una buona sorgente di bonus e punti.
La costruzione di edifici, poi, vi priva in modo definitivo di uno dei vostri lavoratori, per cui si deve stare attenti a non abusarne.
Sono sempre stato affascinato da Raiders of the North Sea e per cui sono caduto in questo Kickstarter, alla fine il gioco sembra essere divertente. Non vedo tuttavia qualcosa che lo renda tale da essere ricordato per cui temo di essere stato precipitoso: bella grafica, un paio di meccaniche che sono curioso di provare, ma forse ne ho già parecchi di questo peso e tipologia. Fatto sta che lo avrò, magari riesce a superare le mie aspettative.
Fonti consultate: Boardgamegeek
Lo porta in Italia MS Edizioni.
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