Cyberpunk 2077, il nuovo gioco sviluppato da CD Projekt RED uscito la scorsa settimana, è stato lanciato sul mercato anche per le console old gen, su cui - ormai 8 anni fa - era inizialmente previsto, seppur con notevoli problemi di giocabilità, al punto da spingere la stessa software house polacca a scusarsi, promettere patch a breve ed offrire il rimborso del titolo in caso di insoddisfazione.
Tuttavia la policy di Sony sui rimborsi non permette, una volta scaricato ed eseguito un gioco in streaming, di richiederne il rimborso ed è così che un thread su ResetEra ha scoperchiato il vaso di Pandora, con diversi di tweet di utenti che, a fronte dell'ingiocabilità del titolo, si sono comunque visti rifiutare quanto promesso da CPR.
So today’s update, Sony support refused another refund for #Cyberpunk2077. They said even if the devs say refund it, they won’t do it. Lied about the game not being broken and lied about what CDPR stated. Tl:dr you are stuck with a broken game, wait til patched. Some support. pic.twitter.com/MsyI11VCGO
— Mgs2master2 (@mgs2master2) December 14, 2020
@PlayStation @AskPlayStation you guys are complete clowns. @CDPROJEKTRED @CyberpunkGame stated I can get a refund and you guys want to tell me this pic.twitter.com/gynnaMw9E0
— Koda ➐ (@ThatBoiKoda) December 14, 2020
Si spera che il colosso di Tokyo scelga di abbandonare la celebre inflessibilità giapponese, soprattutto considerando che quanto richiesto dai giocatori non è un capriccio, ma una risposta ad una versione del gioco decisamente castrata e rovinata.
Restate sintonizzati per la nostra recensione del gioco.
Cyberpunk 2077 è un’avventura a mondo aperto ambientata a Night City, una megalopoli ossessionata dal potere, dalla moda e dalle modifiche cibernetiche. Vestirai i panni di V, un mercenario fuorilegge alla ricerca di un impianto unico in grado di conferire l’immortalità. Potrai personalizzare il cyberware, le abilità e lo stile di gioco del tuo personaggio ed esplorare un’immensa città dove ogni scelta che farai plasmerà la storia e il mondo intorno a te.
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Cyberpunk 2077 è un’avventura a mondo aperto ambientata a Night City, una megalopoli ossessionata dal potere, dalla moda e dalle modifiche cibernetiche. Vestirai i panni di V, un mercenario fuorilegge alla ricerca di un impianto unico in grado di conferire l’immortalità. Potrai personalizzare il cyberware, le abilità e lo stile di gioco del tuo personaggio ed esplorare un’immensa città dove ogni scelta che farai plasmerà la storia e il mondo intorno a te.
Vediamo se anche Microsoft farà storie.
Purtroppo il gioco è un po' meh anche senza problemi di performance (leggasi non ha rivoluzionato un bel niente), quindi mi sembra doveroso rimborsare almeno i casi eclatanti come quelli delle console old gen. Piuttosto che Sony si rifaccia su CDPR, come minimo, tanto sono rientrati immeritatamente nei costi di sviluppo con solo i preordini.
Piuttosto i giocatori devono imparare a non comprare questo tipo di giochi al day one, in modo da non supportare software house che rilasciano giochi incompleti. Così forse si decidono loro, Ubisoft e tutti gli altri a fare uscire giochi finiti e testati.
Non sono d'accordo. Sony è corresponsabile in quanto è lei che decide se un titolo supera i requisiti per essere pubblicato: se per lei era ok che uscisse in quelle condizioni (con prestazioni al di sotto della norma e con diversi glitch e crash) o si è fidata che la patch day 1 risolvesse i problemi più gravi, rimane comunque una sua scelta. Inoltre su console Sony è responsabile sia dello store (per le versioni digitali) che per l'aggiornamento (sia copia digitale che fisica), quindi il giocatore per forza si rivolge a loro. Idem per Microsoft (non conosco la loro posizione sui rimborsi).
Poi chiaro, CDPR è responsabile, quindi Sony dovrebbe rivolgersi a loro per rientrare delle perdite (immagino solo delle copie digitali, per quelle fisiche non so come si potrebbe operare).
Colpevolizzare i consumatori perché acquistano un prodotto venduto per finito quando di fatto non lo è un tantino ingiusto. Vero che iniziare a dare un segnale che questo malcostume non va bene, votando con il portafoglio è sicuramente una strada, ma bisogna iniziare anche ad avere ripercussioni economiche su tali aziende anche a posteriori. Se ci fosse un organo superpartes in grado di vigilare e imporre i rimborsi saremmo di certo in una soluzione migliore.
Poi in questo caso CDPR ha giocato sulla reputazione che si era creata negli anni e la gente si è fidata. Sicuramente ci penseranno due volte al possimo giro e spero che non bastino un po' di patch correttive a far dimenticare la cosa.
Come può un consumatore avere colpa di aver acquistato un prodotto fallato?
Non so che problemi ci siano su Cyberpunk 2077, ma se penso a quanto hanno dato addosso al povero No Man Sky perché era un gioco di esplorazione e non uno spara-spara come avevano frainteso in molti.
Per quanto male possa essere messo Cyberpunk, non credo sia peggio di certe porcate indie che si trovano su Steam. Poi va be', prendetemi con le pinze perché come già detto non ho seguito la vicenda e parlo in generale.
Così però secondo me si parte un po' prevenuti minimizzanto le motivazioni degli utenti senza conoscerle. Perché i giochi grossi dovrebbero ricevere un trattamento diverso? Sono quelli che hanno generalmente un budget spropositato in marketing (almeno 3-4 volte quello di sviluppo se non di più) e molto spesso sono criticati per le promesse non mantenute o pubblicità ingannevole.
Su No Man Sky ci sarà stato anche chi si aspettava uno spara-spara, ma il grosso delle critiche che ho visto e motivo per cui anche io non ho acquistato il gioco è che sono state promesse cose che nel gioco non c'erano. Il tutto con l'aggravante che lo sviluppatore abbia proprio mentito a domande specifiche. Caratteristiche che poi hanno iniziato ad aggiungere pian piano un anno dopo e adesso c'è chi lo apprezza, ma è stata fortuna: se non fossero stati nelle condizioni di permettersi ulteriore sviluppo sarebbero semplicemente falliti. Per me ci sta tutto che abbiano rischiato di andare gambe all'aria per una cosa del genere: non è che bisogni sviluppare e vendere giochi per forza, se lo si fa bisogna essere onesti in come si comunica con i consumatori.
Cyberpunk 2077 è il gioco che si merita l'anno 2020. Non so cosa intendi come porcate indie, se ti riferisci agli asset flip di altri giochi, non siamo in questo caso. Ma di indie di pregio o che almeno han provato strade interessanti ce ne sono. Non hanno certo la potenza produttiva di un AAA, ma con le dovute proporzioni si possono fare paragoni. Purtroppo la pigrizia messa in questo titolo è eclatante.
Gli utenti console oldgen si sono ritrovati in mano qualcosa di quasi ingiocabile: non arriva ai 30fps stabili nemmeno su Xbox One X, mentre su PS4 e One S oscilla tra i 720p e 900p scendendo anche sotto i 20fps, roba da Switch. I rimborsi si riferiscono a questi sistemi in particolare.
Su Next Gen in retrocompabilità migliorata (l'aggiornamento alla versione nativa avverrà l'anno prossimno) gira decentemente (tra 30 e 60 fps a seconda della modalità e sistema, ma con qualche calo sotto i 30) ma comunque con diverse rinunce grafiche.
Su pc occorre avere un hardware di un certo livello per poter godere dell'unico vero aspetto notevole del titolo, l'estetica e cura dell'ambientazione a livello visivo, appannaggio di chi ha un sistema che gli permetta di gestire il raytracing in maniera accettabile. L'ambientazione è effettivamente ben curata, un ottimo lavoro dei grafici. Il problema è che si tratta di un gioco, non di una cartolina virtuale. Per il resto non riesce ad essere il migliore in nessun ambito, men che meno essere una rivoluzione o un nuovo standard come spesso è stato pubblicizzato. Anzi è abbastanza sotto la media e a mio avviso fallisce proprio nell'aspetto ruolistico e decisionale.
A parte le recensioni della stampa che devono tenersi buono il publisher, i voti degli utenti già parlano chiaro.
Ora CDPR potrà (e dovrà) correggere tanti problemi: i crash, i glitch, problemi di animazioni, compenetrazioni di modelli. Cose doverose almeno dal punto di vista tecnico che fanno domandare se il gioco sia stato provato almeno una volta, perché impossibili da non incontrare. Ci sono script IA imbarazzanti per npc e traffico che riducono parecchio l'immersione che probabilmente possono essere migliorati in successivi aggiornamenti. Poi forse aumenteranno l'interattività, quasi inesistente. Fatto anche questo rimarrà una storia scialba con dialoghi raramente appaganti e spesso privi di senso e soprattutto vere di scelte/conseguenze.
Io credo che molto verrà fatto, ma difficilmente diventerà il gioco promesso o qualcosa di memorabile. Non è un titolo insufficiente, ma nemmeno troppo sopra la sufficienza. Sicuramente al momento non è un gioco da prezzo pieno, a cui un indie ben curato non deve certo chinare il capo.
Con porcate indie intendo proprio quei titoli ingiocabili, senza capo né coda, con bug che impediscono di avanzare o che portano al crash anche nelle fasi più semplici e tranquille. Insomma quelli sviluppati da persone convinte che C sia solo una vitamina e non un linguaggio di programmazione.
Ci tengo a dire che non ho nulla contro gli indie, anzi apprezzo molto il loro spirito, e non mi avvicino certo a loro pensando a degli standard da tripla A, ma il fatto che possa essere più clemente verso produzione indipendenti non toglie che i picchi più bassi vengano raggiunti da loro, come è normale che sia dati strumenti e disponibilità.
Non so se CP sia un gioco valido o no, ma mi sembra che il rimborso stia venendo chiesto perché il titolo ha dei problemi e non è il capolavoro che le pubblicità dipingevano. Sorvolando sulle pubblicità che sono ingannevoli di per sé, tutti i giochi hanno problemi e se sono troppi ne intaccano la qualità, ma al più diventa un gioco brutto, ma finché non crasha in continuazione impedendo l'avanzamento allora non è fallato... è solo tremendamente brutto.
Se le case dovessero rimborsare tutti gli utenti che hanno visto deluse le proprie aspettative allora farebbero prima a smettere di produrre giochi, indipendente dalla qualità dei prodotti.
Non mi trovi d'accordo. La distinzione tra AAA e indie è più relativa al budget a disposizione, non dice nulla sulla loro qualità. Che poi ci siano prodotti scadenti e guasti è pacifico ma non possiamo prendere solo questi esempi come paragone, che siano involontari (per incompetenza) o volontari/menefreghisti (gli asset flip).
Un titolo AAA può essere fatto male quanto un indie, dipende come è stato speso il budget. Possiamo trovare indie che non hanno i difetti o le carenze dei AAA e viceversa. Poi chiaro che possono permettersi uno sforzo produttivo ben diverso, soprattutto nel comparto artistico che richiede molte risorse e che spesso (ma non è una regola) si traduce in grafica/ambientazioni migliori, sonoro e doppiaggio oltre che ampiezza dei contenuti.
A me sembra piuttosto che troppo spesso si sia più clementi con un AAA per fattori superficiali, rispetto ad un indie che magari si deve anche far notare perché non ha una presentazione o un marketing così curato.
Guardiamo ad esempio CP: glitch, compenetrazioni o mancanza di collisioni, comportamenti anomali di mondo e personaggi. Queste cose di poco conto su un mondo di gioco non particolarmente complesso non sono cose nuove e sono quello che ci dovrebbe essere di rifinito in un AAA. Non ti romperà il gioco, ma sicuramente intralcia l'immersione e soprattutto si fatica a giustificarlo: dove sono finiti i soldi se nemmeno l'ABC si riesce a completare?
Il rimborso di Sony e Microsoft è riferito alle versioni console per questioni di performance. Crash, glitch e i problemi citati sopra ci sono ovunque. I crash in particolare non capitano a tutti, va precisato.
Poi le varie piattaforme di digital delivery hanno le loro politiche di rimborso. È giusto sfruttarle se si ritiene che sia stato venduto un altro prodotto? Io dico di sì: se il gioco ti piace non chiedi il rimborso e se vogliamo aprire il discorso che lo si fa per "rubare" il gioco allora va applicato a tutti i titoli, belli/brutti, AAA/indie. Inoltre il gioco è reperibile in modi alternativi che sia protetto o meno da drm. Insomma se uno vuole i modi ce li ha per non spendere.
Però se qualcuno vuole sinceramente farsi rimborsare perché gli hai fatto creadere di star comprando altro, è un po' colpa del marketing e su quanto dici non concordo: bisogna imparare a fare pubblicità oneste e assumersi le responsabilità di quanto si promette/afferma. Anche perché la stampa non aiuta certo il potenziale consumatore a prendere decisioni informate.
Il disonesto che si farà rimborsare il gioco che gli è piaciuto e magari ha finito ci sarà sempre, ma non penso che siano la maggior parte degli utenti o un numero sufficiente a mettere in difficoltà un'azienda produttrice di AAA, forse qualche indie su cui il numero di copie conta molto di più.
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