Il Regno di Baron ha iniziato una campagna militare di aggressione contro altri paesi, forte del fatto di essere l'unica nazione in possesso di una flotta di aeronavi, il cui fiore all’occhiello è rappresentato dalle Red Wings, capitanate da Cecil Harvey. Dopo essersi impossessato del Cristallo dell’Acqua dalla città dei maghi di Mysidia, Cecil, turbato dalle sue azioni, chiede al Re di Baron il motivo di queste aggressioni compiute contro popoli inermi. Il sovrano in tutta risposta lo destituisce dal suo rango di Capitano delle Red Wings, e quando il suo amico Cain Highwind prova a difendere la sua lealtà, il re ordina a entrambidi dirigersi al villaggio di Mist per consegnare un oggetto. La sera prima Cecil riceve la visita di Rosa, sua amica d’infanzia, la quale prova a dare conforto all’uomo di cui è ora innamorata, ma il cuore del cavaliere è sempre più avvolto dalle tenebre e tormentato dai rimorsi...



Il Super Famicom debutta sul mercato giapponese il 21 novembre 1990 raccogliendo un immediato successo commerciale con oltre 300,000 console vendute in poche ore, per fare un paragone il suo più accreditato rivale, il Mega Drive di Sega, aveva impiegato un anno per piazzarne 400,000. Nonostante il successo del nuovo gioiello di Nintendo, trainato da un titolo di lancio del calibro di Super Mario World, fosse alla vigilia del lancio abbastanza pronosticabile, Squaresoft aveva iniziato lo sviluppo di Final Fantasy IV sul vecchio Famicom, parallelamente al quinto capitolo, che invece sarebbe stato quello di debutto per il sistema a 16-bit. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è il FFIV per NES ad essere stato “potenziato” a gioco SNES, bensì è ciò che nei piani di Square avrebbe dovuto essere FFV, a divenire il FFIV che oggi conosciamo, pur avendo accorpato a sé molti degli elementi dal gioco abortito, di cui furono pubblicate alcune immagini sulle riviste dell’epoca e che era, a detta di Hironobu Sakaguchi, completo all’80%.
Takashi Tokita, dopo alcuni ruoli minori come graphic designer, prende le redini del progetto in veste di lead designer e scenario writer, mentre al contrario uno dei fondatori di Square e della prima trilogia, Hiromichi Tanaka, lascia la serie per dedicarsi a Seiken Densetsu 2 (Secret of Mana), maggiormente attratto da una declinazione action del genere. Sakaguchi, Amano e Uematsu rimangono saldi ai loro rispettivi ruoli di director, illustratore e compositore, ma è evidente che con Final Fantasy IV si assiste ad un primo, seppur parziale turn-over all’interno della serie; Ken Narita prende il posto del leggendario Nasir Gebelli come main programmer e nel frattempo si affacciano nuove personalità come Tetsuya Takahashi (grafica di battaglia, per il futuro creatore di Xenogears), Akihiko Matsui (battle designer) e Akira Ueda (qui ai sound effect, ma con un futuro in importanti ruoli per Love-de-Lic e Grasshoper Manufacture).



“In Square abbiamo deciso tutti insieme: se vogliamo fare FFIV, facciamolo bene. Niente più cose a metà. Quando guardiamo indietro ai precedenti tre giochi di Final Fantasy, vediamo ogni sorta di cosa che si potrebbero cambiare, che si tratti di ritmo o dialoghi migliori, c'è molto da migliorare. Quindi, in questo senso, vediamo questo gioco come una sfida decisiva per noi”. Nobuo Uematsu, 1991.

È tendenza comune considerare Final Fantasy IV come la linea di demarcazione che separa i FF cosiddetti classici e quelli moderni, una sorta di battesimo del fuoco di ciò che sarà la serie da qui in avanti, qualitativamente parlando. Per quanto possa essere ingeneroso nei confronti dei predecessori e i loro indubbi meriti, tale etichetta su FFIV è in buona misura veritiera e già all’epoca c’era questa impressione che Squaresoft stesse compiendo finalmente quel salto di qualità di cui la serie aveva bisogno, per avvicinarsi così alle produzioni di Enix. Prima di dedicarsi a tempo pieno ai videogiochi, Takashi Tokita intraprese una breve carriera di attore teatrale e chissà, forse questo suo trascorso è sconnesso al contesto, ma fin dalle prime battute si avverte qualcosa di diverso in Final Fantasy IV, rispetto al passato, è un Final Fantasy intriso di un marcato timbro teatrale e drammatico. Il primo dialogo tra Cecil e Rosa è quasi shakespeariano.



Tokita definisce Final Fantasy IVil primo gioco di ruolo giapponese a presentare personaggi e trama così profondi", tradendo forse una certa autocelebrazione, i giocatori di Phantasy Star II (1989) avrebbero di che obiettare, ma è certamente il primo gioco di ruolo Square a puntare molto su un dramma più costruito, donando caratterizzazione ai personaggi e introducendo la serie al romanticismo con il triangolo Cecil-Rosa-Cain, per portare così avanti quel percorso creativo iniziato con Final Fantasy II. Contestualmente a questo rinnovato obiettivo, Final Fantasy IV abbandona il Job System del terzo capitolo in favore di un sistema che valorizza la singolarità di ognuno degli eroi, ecco quindi che la giovane invocatrice Rydia sarà l’unica a poter evocare i potenti Eldolon, Yang può servirsi di tecniche di arti marziali uniche e la dolce Rosa è la curatrice per eccellenza. Ma non è solo una questione di specifici ruoli, per alcuni di essi è il carattere stesso ad emergere in maniera duttile nel loro stile di gioco, per cui abbiamo Edward che fugge dalla battaglia quando le cose si mettono male, il potente ma anziano Tellah che esaurisce il suo potere magico molto più in fretta rispetto ai maghi più giovani, e l’attacco speciale di Cecil che richiede energia vitale delinea in maniera quasi metaforica il percorso autodistruttivo del Cavaliere delle Tenebre, mentre al contrario in versione Paladino difenderà i suoi compagni in difficoltà; in Final Fantasy IV, per la prima volta, le meccaniche di gioco non seguono più un percorso separato alla narrazione, bensì divengono parte di essa.



Un Nobuo Uematsu coinvolto come mai prima d’ora intercetta questa evoluzione componendo la prima traccia romantica della serie dall’inequivocabile titolo Theme of Love, così come fanno la loro apparizione i temi dei personaggi, nello specifico per Rydia, Edward e Cid, conferendo alla colonna sonora una bellezza e una varietà senza precedenti, spronato dalla qualità raggiunta dal maestro Yuzo Koshiro per ActRaiser. Anche il mondo di gioco, grazie alla maggior potenza della nuova console Nintendo, aumenta non solo in ampiezza ma anche in varietà, Baron è diversa da Fabul che a sua volta si distingue dalla città di Troia, in un lungo viaggio che ci porterà dalle viscere della terra fin sulla Luna. Final Fantasy IV non riesce comunque a nascondere determinati limiti del tempo, Tokita stesso ammette i tagli alla sceneggiatura a causa dello spazio su cartuccia, e i numerosi sacrifici che contraddistinguono la seconda parte dell’avventura rischiano di essere stucchevoli (quando non involontariamente buffi, per gli standard di oggi), piuttosto che commoventi, dato che il tempo trascorso con questi personaggi rimane comunque piuttosto limitato, vanificando in parte la ricerca di quell’emotività inseguita da Sakaguchi e compagni. Un problema che verrà avvertito da Takeshi Miyaji di GameArts, Yasumi Matsuno di Quest, Masato Kato e Tetsuya Takahashi di Square, Yoshiharu Gotanda di Telenet, e più in generale coloro che traineranno la seconda generazione di scrittori di JRPG per portare il genere su un livello di coinvolgimento superiore. Ma già il successivo Final Fantasy V proverà a migliorare su questo aspetto.



Final Fantasy IV esce il 19 luglio del 1991 e trova campo libero, le uscite di Dragon Quest iniziano a dilatarsi (il V è previsto per il 1992), anche se Enix ha scoperto nel frattempo i talenti di Quintet, di conseguenza l’unica altra uscita milionaria dell’anno è The Legend of Zelda: A Link to the Past, il gioco di ruolo Square si prende il secondo posto sia nelle vendite che nello score di Famitsu decretando definitivamente per la serie il ruolo di big dell’industria nipponica. Negli Stati Uniti, orfani di FF II e FF III, uscirà con il titolo di Final Fantasy II, in una versione parzialmente basata sulla “Easy Type” giapponese. L'Europa dovrà attendere il bundle per PlayStation Final Fantasy Anthology, uscito nel 2001.

Pixel Remaster

Nel 2021 Square Enix attua un processo di ricostruzione dei classici Final Fantasy servendosi del versatile motore Unity, pubblicando sei nuovi remake destinati a sostituire le mai amate le versioni mobile. Riproposto su console quasi sempre in coppia con il suo predecessore, Final Fantasy IV ritorna in versione Pixel Remaster venduto singolarmente in digitale, oppure in bundle insieme ai suoi cinque successori, debuttando prima su Steam, iOS e Android per poi arrivare su PlayStation 4 e Nintendo Switch nell'aprile 2023. Final Fantasy IV è uno dei giochi di ruolo che vanta il maggior numero di riproposte e remake di sempre, fin dallo stesso SNES, dove fu pubblicata una versione “facilitata” intitolata Easy Type, ai sistemi più recenti passando per PlayStation, Game Boy Advance, Wii e PSP, per queste ultime due venne anche realizzato un sequel ufficiale, The After Years, inizialmente pubblicato ad episodi.
Come nelle precedenti Pixel Remaster, FF IV epura tutte le aggiunte viste nelle riedizioni precedenti per riproporre l’originale nella sua essenza, ma con un livello di difficoltà notevolmente più basso, che lo avvicina più alle versioni GBA e PSP che non al remake 3D per Nintendo DS del 2007. Nonostante il IV sia forse il primo capitolo della serie a vantare un certo attaccamento emotivo da parte dei fan, fra le sei Pixel Remaster è stata per ora quella meno interessante da ripercorrere, proprio per le numerose riedizioni di cui è stato oggetto nel corso degli anni, anche la colonna sonora era già stata orchestrata in occasione del remake 3D e quindi riascoltarla non è stato impattante come potrebbero essere quelle di V e VI. Rimane ovviamente consigliato a chi non l’ha mai giocato e vuole recuperarlo, oppure a coloro che vogliono vedere sulla dashboard della propria console l’intera serie I-XII tipo Scala Reale.



Pixel Remaster:

Final Fantasy
Final Fantasy II
Final Fantasy III
Final Fantasy V
Final Fantasy VI