sembra che il problema dell interattività, solo l'interattività, perchè un libro così un bambino non lo legge... al cinema non c'è lo porti... ma sui videogiochi c'è il problema del mancato controllo, sostalziamente perchè ci sono genitori idioti che parcheggiano i figli davanti alla playstation senza sapere di cosa tratta, è così piustutto che ammettere di non controllare i figli, puntano il dito sui contenuti
francamente non lo so... vero che di violenza sui bambini c'e ne a sufficienza... ma nasconderla e come ammettere che non esiste o qualcosa del genere, dipende tutto da quanto vuoi creare una situazione ahime reale... può anche essere un modo per enfatizzare il problema
Non so, da una parte a qualsiasi videogioco dovrebbe essere permesso mostrare violenza e abusi se è funzionale alla trama (tanto c'è il PEGI, al quale i genitori dovrebbero essere istruiti); d'altra parte mi pare ci sia una tendenza a inserire contenuti forti per garantire un'aura di maggiore maturità al titolo, come se ci si vergognasse di vendere giochi per bambini. Faccio l'esempio di life is strange, dove a un certo punto si affronta il tema dell'eutanasia senza approfondirlo e con una risibile giustificazione di trama; a me sono girate le scatole, sono arrivata a stare fisicamente male perche ci si è messo in mezzo il vissuto e capivo che quelle scene non avevano altro fine che pubblicizzare/rendere pietoso il personaggio interessato. Ci vuole una spiccata sensibilità per trattare certi temi senza risultare retorici e/o artificiosi, ma la censura non è mai la soluzione.
Un gioco, in particolare un gioco come questo, racconta una storia e nelle storie possono succedere di queste cose. Potrei concordare con queste critiche se il gioco trattasse di unicorni rosa e nel mezzo ci mettessero una scena di violenza su un minore (ma anche un maggiore), lì non mi andrebbe bene. Ora ovviamente non so che tipo di storia racconterà Detroit, non so nemmeno come si potrà sentire una persona che ha vissuto qualcosa di simile nel vederla, ma se facciamo questo ragionamento per "proteggere" chi potrebbe sentirsi chiamato in causa, allora non facciamo più nulla che parli di cose brutte... e se io fossi orfana dovrebbero censurare ogni storia in cui un personaggio vive questa condizione e me ne dovrei lamentare se non è trattata da manuale di psicologia? Tra l'altro, a pensarci, anche le cose belle spesso vengono banalizzate, pensiamo a tutte le storie d'amore che nascono dal nulla, o ai racconti di persone sfigatissime che trovano la felicità... e se io sono sfigatissima e la felicità non la trovo? Dovrei incazzarmi perché si è andati troppo leggeri nel raccontare la felicità per uno sfigato? Insomma, io condanno totalmente la violenza sui bambini (se fossi io a decidere, certi soggetti non sarebbero nemmeno vivi) ma non me la prendo se in un gioco/libro/anime/fumetto/film c'è una scena di violenza o comunque una scena che racconta qualcosa di tragico che nella vita reale può aver fatto infinitamente soffrire molte persone. Perché a questo punto dovremmo parlare solo di cose belle (anche se ripeto, pure lì potrei lamentarmi della banalizzazione delle cose belle), perché qualche ferita profonda possiamo averla tutti. Se poi chi racconta questa storia lo abbia fatto bene o male, è un altro tipo di discorso.
Gli altri media possono trattare qualsiasi tema senza alcun problema, ma quando lo fa un videogioco (PEGI 18), corrono tutti ai ripari..... Spero davvero che questo titolo non venga censurato, la cosa mi darebbe parecchio fastidio.
Forse sarebbe il caso di iniziare a verificare l'autorevolezza dei personaggi che pronunciano certe accuse. Ognuno ha diritto alla sua opinione, ma non tutti sono autorevoli in materia. Solo perché scrivi in un giornale invece che sbraitare ad un bar non rende vero ciò che scrivi. Personalmente trovo che in un videogioco il suo creatore possa metterci ciò che vuole, non deve avere per forza un morale o dei filtri e non ha l'obbligo di trattare in modo approfondito o dare importanza a certi temi. È il giocatore che decidera da solo se ciò che vede gli piace e se quello che gli è stato venduto rispecchia o meno le promesse. L'importante è che sia reso chiaramente sulla confezione che tipo di contenuti contiene e che lo si sia pubblicizzato in modo onesto. E certo, per alcuni contenuti occorre indirizzare il prodotto al giusto pubblico (fermo restando che ad oggi nessuno è ancora stato in grado di definire correttamente che tipo di pubblico può fruire di un certo prodotto).
francamente non lo so... vero che di violenza sui bambini c'e ne a sufficienza... ma nasconderla e come ammettere che non esiste o qualcosa del genere, dipende tutto da quanto vuoi creare una situazione ahime reale... può anche essere un modo per enfatizzare il problema