Cursed Mountain
“Cursed Mountain” è un videogame del 2009, realizzato da Sproing Interactive in collaborazione con Deep Silver, uscito originariamente su Nintendo Wii e successivamente in una versione per PC.
Si tratta di un survival horror che vede il protagonista impegnato a scalare una montagna in Tibet. Questa montagna, Chomolonzo, è ritenuta sacra dagli abitanti della zona ed è pertanto vietato l’accesso agli stranieri. Solo dopo una lunga serie di rituali sacri è permesso scalare la montagna, ma è sempre necessario fermarsi prima di raggiungere la vetta, per non disturbare la dea della montagna che lì riposa.
Tutto inizia quando Frank Simmons, il fratello del protagonista del gioco, Eric, viene ingaggiato come scalatore per guidare una spedizione proprio sulla vetta della montagna. Frank sembra aver raggiunto la vetta, ma non è mai tornato indietro ed è considerato disperso. Per questo Eric, anche lui abile scalatore, decide di scalare il Chomolonzo per salvare il fratello, o al massimo recuperare il suo cadavere se le cose sono andate al peggio. Purtroppo per lui, scalando la montagna, Frank ha provocato le ire della dea, che ha per questo lanciato una maledizione sulla stessa, risvegliando le anime di tutti quelli che sono morti nel tentativo di scalarla. Tornati in “vita” sotto forma di fantasmi, il loro compito è quello di impedire a Eric di raggiungere Frank e la cima del monte.
Il videogame è in terza persona. Il giocatore guida Eric attraverso la montagna e alcuni piccoli villaggi e monasteri buddisti. Per la maggior parte del tempo tutto è sempre molto tranquillo dato che gli ambienti sono sempre vuoti. In montagna si è sempre soli, e anche nei villaggi, disabitati perché la maggior parte degli abitanti è scappata alla vista dei fantasmi, mentre quelli che sono rimasti sono tutti morti.
Eric può correre e saltare quando richiesto in alcuni punti specifici, può arrampicarsi su scale o pareti verticali grazie all’attrezzatura da scalata. Esplorando gli ambienti si possono trovare bastoncini d’incenso (che in questo gioco equivalgono ai medikit e si possono usare solo in alcuni punti specifici) e varie annotazioni, diari e altri scritti, lasciati dagli abitanti del villaggio, dai monaci o da altri scalatori, e che raccontano alcuni dettagli ulteriori della storia.
Il punto centrale di tutto il gameplay è però il combattimento contro i fantasmi della montagna. Dopo aver incontrato un monaco che ci spiegherà come usare il potere del “terzo occhio”, sarà possibile affrontare e distruggere gli spiriti malvagi. Eric è armato di una piccozza dotata di poteri spirituali, capace di ferire gli spettri colpendoli quando la si agita, o cosa più utile, capace di lanciare proiettili di energia spirituale dalla sua punta (questa cosa fa molto Ghostbusters, il personaggio si mette anche nella stessa posa dei protagonisti del film). Dopo aver colpito a sufficienza il nemico, questo ovviamente “muore” per la seconda volta, oppure, sempre tramite il potere del terzo occhio può essere purificato tramite il “rituale della compassione”. Sconfiggere i nemici in questo modo permette di recuperare energia.
La cosa è molto utile, ma questo purtroppo è il punto più dolente del gioco. Il rituale si esegue tramite l’inserimento di una sequenza di comandi che compaiono sullo schermo e vanno inseriti muovendo il wiimote e il nunchak nelle direzioni richieste. Via via che i nemici diventano più forti le sequenze diventano sempre più lunghe (ma non complicate). Il guaio è che il gioco sembra avere problemi nel riconoscere gli input, e pertanto spesso chi gioca si ritrova ad agitare le braccia come un idiota nel tentativo di inserire i comandi prima che si esaurisca il tempo limite, perché altrimenti tocca ricominciare. Inoltre i movimenti da fare sono anche molto ampi, e se si pensa di fare la stessa cosa contro un gruppo di quattro o cinque nemici, la cosa diventa presto stancante fisicamente e frustrante. Non mancano ovviamente nemmeno i combattimenti contro dei boss di fine livello. Fantasmi più potenti che necessitano di un minimo di strategia in più per poter essere sconfitti.
Graficamente il videogame è su livelli accettabili ma non eccezionali. I villaggi sono piccoli e scuri, mentre le montagne sono più che altro corridoi nel ghiaccio dalla scarsa visibilità. Gli effetti di luce e quelli ambientali come neve e vento sono invece ben fatti, e danno abbastanza la sensazione di trovarsi in un posto dalle condizioni climatiche avverse. Di contro però, man mano che si sale, gli sviluppatori hanno esagerato con i suddetti effetti perché in alcune zone non si capisce dove è il davanti e il dietro, o dove bisogna andare per proseguire.
Il videogame è stato doppiato in varie lingue ma non in italiano. La versione italiana ha tuttavia i sottotitoli, mentre le voci restano in inglese con un terribile accento scozzese. Le musiche sono ridotte al minimo, ma nei monasteri buddisti si possono ascoltare i canti dei monaci, che sono decisamente particolari, per chi li apprezza.
La durata totale del videogame è di circa una decina di ore. Per quella che è la struttura del gioco non è possibile tornare indietro nei livelli ma solo proseguire in avanti. Tenendo anche conto che è tutto abbastanza lineare e che il gioco in sé non è molto difficile, controlli a parte, la difficoltà dello stesso è accessibile a quasi tutti i giocatori che abbiano un minimo di esperienza con questo genere.
In breve dunque “Cursed Mountain” è un discreto survival horror, con una storia sufficientemente interessante fino alla fine, e dalle buone ambientazioni e atmosfere. Gli unici veri difetti che ha sono quelli di non essere graficamente appagante (già al periodo dell’uscita originale) e i controlli imprecisi, in particolare quelle di una funzione chiave come il rituale per sconfiggere i nemici (circa un 70% di tutto il gioco praticamente). Se si riesce a passare sopra a questo, non è completamente da buttare, ma non è ovviamente un capolavoro.
Si tratta di un survival horror che vede il protagonista impegnato a scalare una montagna in Tibet. Questa montagna, Chomolonzo, è ritenuta sacra dagli abitanti della zona ed è pertanto vietato l’accesso agli stranieri. Solo dopo una lunga serie di rituali sacri è permesso scalare la montagna, ma è sempre necessario fermarsi prima di raggiungere la vetta, per non disturbare la dea della montagna che lì riposa.
Tutto inizia quando Frank Simmons, il fratello del protagonista del gioco, Eric, viene ingaggiato come scalatore per guidare una spedizione proprio sulla vetta della montagna. Frank sembra aver raggiunto la vetta, ma non è mai tornato indietro ed è considerato disperso. Per questo Eric, anche lui abile scalatore, decide di scalare il Chomolonzo per salvare il fratello, o al massimo recuperare il suo cadavere se le cose sono andate al peggio. Purtroppo per lui, scalando la montagna, Frank ha provocato le ire della dea, che ha per questo lanciato una maledizione sulla stessa, risvegliando le anime di tutti quelli che sono morti nel tentativo di scalarla. Tornati in “vita” sotto forma di fantasmi, il loro compito è quello di impedire a Eric di raggiungere Frank e la cima del monte.
Il videogame è in terza persona. Il giocatore guida Eric attraverso la montagna e alcuni piccoli villaggi e monasteri buddisti. Per la maggior parte del tempo tutto è sempre molto tranquillo dato che gli ambienti sono sempre vuoti. In montagna si è sempre soli, e anche nei villaggi, disabitati perché la maggior parte degli abitanti è scappata alla vista dei fantasmi, mentre quelli che sono rimasti sono tutti morti.
Eric può correre e saltare quando richiesto in alcuni punti specifici, può arrampicarsi su scale o pareti verticali grazie all’attrezzatura da scalata. Esplorando gli ambienti si possono trovare bastoncini d’incenso (che in questo gioco equivalgono ai medikit e si possono usare solo in alcuni punti specifici) e varie annotazioni, diari e altri scritti, lasciati dagli abitanti del villaggio, dai monaci o da altri scalatori, e che raccontano alcuni dettagli ulteriori della storia.
Il punto centrale di tutto il gameplay è però il combattimento contro i fantasmi della montagna. Dopo aver incontrato un monaco che ci spiegherà come usare il potere del “terzo occhio”, sarà possibile affrontare e distruggere gli spiriti malvagi. Eric è armato di una piccozza dotata di poteri spirituali, capace di ferire gli spettri colpendoli quando la si agita, o cosa più utile, capace di lanciare proiettili di energia spirituale dalla sua punta (questa cosa fa molto Ghostbusters, il personaggio si mette anche nella stessa posa dei protagonisti del film). Dopo aver colpito a sufficienza il nemico, questo ovviamente “muore” per la seconda volta, oppure, sempre tramite il potere del terzo occhio può essere purificato tramite il “rituale della compassione”. Sconfiggere i nemici in questo modo permette di recuperare energia.
La cosa è molto utile, ma questo purtroppo è il punto più dolente del gioco. Il rituale si esegue tramite l’inserimento di una sequenza di comandi che compaiono sullo schermo e vanno inseriti muovendo il wiimote e il nunchak nelle direzioni richieste. Via via che i nemici diventano più forti le sequenze diventano sempre più lunghe (ma non complicate). Il guaio è che il gioco sembra avere problemi nel riconoscere gli input, e pertanto spesso chi gioca si ritrova ad agitare le braccia come un idiota nel tentativo di inserire i comandi prima che si esaurisca il tempo limite, perché altrimenti tocca ricominciare. Inoltre i movimenti da fare sono anche molto ampi, e se si pensa di fare la stessa cosa contro un gruppo di quattro o cinque nemici, la cosa diventa presto stancante fisicamente e frustrante. Non mancano ovviamente nemmeno i combattimenti contro dei boss di fine livello. Fantasmi più potenti che necessitano di un minimo di strategia in più per poter essere sconfitti.
Graficamente il videogame è su livelli accettabili ma non eccezionali. I villaggi sono piccoli e scuri, mentre le montagne sono più che altro corridoi nel ghiaccio dalla scarsa visibilità. Gli effetti di luce e quelli ambientali come neve e vento sono invece ben fatti, e danno abbastanza la sensazione di trovarsi in un posto dalle condizioni climatiche avverse. Di contro però, man mano che si sale, gli sviluppatori hanno esagerato con i suddetti effetti perché in alcune zone non si capisce dove è il davanti e il dietro, o dove bisogna andare per proseguire.
Il videogame è stato doppiato in varie lingue ma non in italiano. La versione italiana ha tuttavia i sottotitoli, mentre le voci restano in inglese con un terribile accento scozzese. Le musiche sono ridotte al minimo, ma nei monasteri buddisti si possono ascoltare i canti dei monaci, che sono decisamente particolari, per chi li apprezza.
La durata totale del videogame è di circa una decina di ore. Per quella che è la struttura del gioco non è possibile tornare indietro nei livelli ma solo proseguire in avanti. Tenendo anche conto che è tutto abbastanza lineare e che il gioco in sé non è molto difficile, controlli a parte, la difficoltà dello stesso è accessibile a quasi tutti i giocatori che abbiano un minimo di esperienza con questo genere.
In breve dunque “Cursed Mountain” è un discreto survival horror, con una storia sufficientemente interessante fino alla fine, e dalle buone ambientazioni e atmosfere. Gli unici veri difetti che ha sono quelli di non essere graficamente appagante (già al periodo dell’uscita originale) e i controlli imprecisi, in particolare quelle di una funzione chiave come il rituale per sconfiggere i nemici (circa un 70% di tutto il gioco praticamente). Se si riesce a passare sopra a questo, non è completamente da buttare, ma non è ovviamente un capolavoro.