Trauma Center: Second Opinion
“Trauma Center: Second Opinion”, per Nintendo Wii è il secondo videogame della serie “Trauma Center”, ed è un remake di “Trauma Center: Under the Knife”, uscito un anno prima su Nintendo DS.
Trama
Il protagonista del gioco è Derek Stiles, un giovane e talentuoso medico. Nei suoi panni, inizieremo la storia curando i primi pazienti vittime di semplici incidenti e malattie più o meno comuni. Proseguendo nella trama però, dovremo vedercela con nuove e pericolose malattie incurabili create da un’organizzazione bioterroristica che ne ha diffuso i virus. In questa versione inoltre, sono stati aggiunti dei nuovi capitoli che hanno per protagonista una seconda dottoressa, la cui strada s’intreccerà con quella di Derek.
Gameplay
Esattamente come nell’originale per Nintendo DS, “Second Opinion” ha una parte visual novel e una di gioco vero e proprio. Nella sezione VN non c’è molta interattività, l’unica cosa da fare è quella di premere il tasto per scorrere il testo e proseguire nella storia. Il fulcro del gioco sono le operazioni, la parte in cui curiamo i pazienti. A nostra disposizione avremo vari attrezzi quali bisturi, laser chirurgico, ago e filo, siringa con vari sieri, bende, aspiratore e altri. Con questi strumenti bisogna intervenire sulle cause delle malattie che colpiscono i vari organi. È necessario tagliare, incidere, bruciare, aspirare, suturare, stando sempre attenti ai valori vitali del paziente, che rischia di morire. Perdere il paziente equivale al game over, e inoltre bisogna vedersela anche con un limite di tempo, e anche questo porta al game over se superato.
A fine operazione si ottiene una valutazione in base a quanto tempo si è impiegato, alle condizioni di salute del paziente, gli errori fatti e se si è usato o meno il “tocco curativo”.
Questa non è altro che un’abilità speciale del protagonista, spiegata all’interno del gioco, che gli permette di concentrarsi e operare più velocemente. In pratica una volta attivato fa scorrere il tempo più lentamente per circa venti secondi, permettendo così di avere più tempo per fare le azioni richieste. Può essere usato una sola volta per operazione.
Grafica e audio
“Second Opinion” non è un semplice porting da una console all’altra. Pur mantenendo la stessa storia dell’originale, è un gioco completamente nuovo. Con il passaggio dal piccolo schermo del DS a quello di una tv, tutta la grafica è stata completamente rifatta da zero, inclusi gli artwork dei personaggi nella sezione della visual novel, che adesso sono in una definizione più alta. Nella parte riguardante le operazioni, non ci sono molte differenze, anche se il tutto è stato “potenziato”, con un interfaccia più chiara e intuitiva, migliori effetti e un completo restyling di tutte le malattie GUILT/TILUG. Inoltre anche i comandi e alcune funzionalità sono state modificate e/o rimosse/aggiunte in mancanza di uno schermo touch e per adattarsi meglio ai comandi move della Wii.
Per quel che riguarda l’audio invece, non ci sono migliorie degne di nota. Le voci restano limitate solo a poche frasi dette durante le operazioni dagli assistenti, solo per avvisare il giocatore che sta scadendo il tempo, che si sono commessi troppi errori, o che il paziente sta per morire. Le musiche invece sono state ri-arrangiate, ma non ci sono brani inediti. Sono comunque tutte molto belle e si sposano bene con i vari momenti del gioco, specialmente nelle operazioni più difficili, riuscendo a creare la giusta tensione emotiva.
Longevità e difficoltà
La durata totale del gioco si attesta sulle sette o otto ore, non molto lungo ma neanche brevissimo. La durata è leggermente maggiore rispetto a quella della versione DS per via della presenza dei capitoli aggiuntivi. Per quel che invece riguarda la difficoltà, va detto che “Second Opinion” è molto meno punitivo della versione originale. Ascoltando forse le suppliche dei poveri giocatori di “Under the Knife”, gli sviluppatori hanno implementato la possibilità di cambiare difficoltà in qualunque momento del gioco, dando così la possibilità di scegliere tra facile, normale e difficile. Non prendiamoci in giro però. Il gioco è difficile e resta difficile. Anche a difficoltà facile si possono fare solo pochi errori e inoltre bisogna essere dotati di davvero grande precisione e mano ferma per superare le operazioni più difficoltose. Non è impossibile come l’originale, ma riesce a garantire la sua dose di frustrazione.
Traduzione e localizzazione
Per questa parte mi limito a ricopiare quanto ho scritto nella recensione della versione DS perché non ci sono differenze.
La versione europea del gioco è stata tradotta nelle cinque lingue europee maggiori, e tra queste c’è ovviamente anche l’italiano. I testi sono di buona qualità, sempre scorrevoli e facili da capire, anche quando si parla di medicina e si usano termini specifici. Non ho notato neanche un refuso. La nota un po’ dolente riguarda invece l’adattamento. La versione europea di “Trauma Center” è basata su quella americana, dove sono stati modificati tutti i nomi dei personaggi dagli originali giapponesi, dando loro dei nomi inglesi. La storia è rimasta la stessa, ma comunque può dar fastidio ai puristi.
Conclusioni
“Trauma Center: Second Opinion” è fondamentalmente un remake, ma per via del suo essere stato rifatto da zero, vale quasi come un gioco completamente nuovo. Chi ha già giocato la versione DS può divertirsi lo stesso perché l’esperienza di gioco, anche per via dei nuovi comandi e delle parti di storia inedite, è completamente diversa. Chi invece non ha avuto la possibilità di provare l’originale, può iniziare ad appassionarsi alla serie “Trauma Center” partendo da questo, aiutato anche da una difficoltà più accessibile. In parole povere, è un bel gioco e vale la pena giocarci, specialmente se si apprezza il genere medical drama.
Trama
Il protagonista del gioco è Derek Stiles, un giovane e talentuoso medico. Nei suoi panni, inizieremo la storia curando i primi pazienti vittime di semplici incidenti e malattie più o meno comuni. Proseguendo nella trama però, dovremo vedercela con nuove e pericolose malattie incurabili create da un’organizzazione bioterroristica che ne ha diffuso i virus. In questa versione inoltre, sono stati aggiunti dei nuovi capitoli che hanno per protagonista una seconda dottoressa, la cui strada s’intreccerà con quella di Derek.
Gameplay
Esattamente come nell’originale per Nintendo DS, “Second Opinion” ha una parte visual novel e una di gioco vero e proprio. Nella sezione VN non c’è molta interattività, l’unica cosa da fare è quella di premere il tasto per scorrere il testo e proseguire nella storia. Il fulcro del gioco sono le operazioni, la parte in cui curiamo i pazienti. A nostra disposizione avremo vari attrezzi quali bisturi, laser chirurgico, ago e filo, siringa con vari sieri, bende, aspiratore e altri. Con questi strumenti bisogna intervenire sulle cause delle malattie che colpiscono i vari organi. È necessario tagliare, incidere, bruciare, aspirare, suturare, stando sempre attenti ai valori vitali del paziente, che rischia di morire. Perdere il paziente equivale al game over, e inoltre bisogna vedersela anche con un limite di tempo, e anche questo porta al game over se superato.
A fine operazione si ottiene una valutazione in base a quanto tempo si è impiegato, alle condizioni di salute del paziente, gli errori fatti e se si è usato o meno il “tocco curativo”.
Questa non è altro che un’abilità speciale del protagonista, spiegata all’interno del gioco, che gli permette di concentrarsi e operare più velocemente. In pratica una volta attivato fa scorrere il tempo più lentamente per circa venti secondi, permettendo così di avere più tempo per fare le azioni richieste. Può essere usato una sola volta per operazione.
Grafica e audio
“Second Opinion” non è un semplice porting da una console all’altra. Pur mantenendo la stessa storia dell’originale, è un gioco completamente nuovo. Con il passaggio dal piccolo schermo del DS a quello di una tv, tutta la grafica è stata completamente rifatta da zero, inclusi gli artwork dei personaggi nella sezione della visual novel, che adesso sono in una definizione più alta. Nella parte riguardante le operazioni, non ci sono molte differenze, anche se il tutto è stato “potenziato”, con un interfaccia più chiara e intuitiva, migliori effetti e un completo restyling di tutte le malattie GUILT/TILUG. Inoltre anche i comandi e alcune funzionalità sono state modificate e/o rimosse/aggiunte in mancanza di uno schermo touch e per adattarsi meglio ai comandi move della Wii.
Per quel che riguarda l’audio invece, non ci sono migliorie degne di nota. Le voci restano limitate solo a poche frasi dette durante le operazioni dagli assistenti, solo per avvisare il giocatore che sta scadendo il tempo, che si sono commessi troppi errori, o che il paziente sta per morire. Le musiche invece sono state ri-arrangiate, ma non ci sono brani inediti. Sono comunque tutte molto belle e si sposano bene con i vari momenti del gioco, specialmente nelle operazioni più difficili, riuscendo a creare la giusta tensione emotiva.
Longevità e difficoltà
La durata totale del gioco si attesta sulle sette o otto ore, non molto lungo ma neanche brevissimo. La durata è leggermente maggiore rispetto a quella della versione DS per via della presenza dei capitoli aggiuntivi. Per quel che invece riguarda la difficoltà, va detto che “Second Opinion” è molto meno punitivo della versione originale. Ascoltando forse le suppliche dei poveri giocatori di “Under the Knife”, gli sviluppatori hanno implementato la possibilità di cambiare difficoltà in qualunque momento del gioco, dando così la possibilità di scegliere tra facile, normale e difficile. Non prendiamoci in giro però. Il gioco è difficile e resta difficile. Anche a difficoltà facile si possono fare solo pochi errori e inoltre bisogna essere dotati di davvero grande precisione e mano ferma per superare le operazioni più difficoltose. Non è impossibile come l’originale, ma riesce a garantire la sua dose di frustrazione.
Traduzione e localizzazione
Per questa parte mi limito a ricopiare quanto ho scritto nella recensione della versione DS perché non ci sono differenze.
La versione europea del gioco è stata tradotta nelle cinque lingue europee maggiori, e tra queste c’è ovviamente anche l’italiano. I testi sono di buona qualità, sempre scorrevoli e facili da capire, anche quando si parla di medicina e si usano termini specifici. Non ho notato neanche un refuso. La nota un po’ dolente riguarda invece l’adattamento. La versione europea di “Trauma Center” è basata su quella americana, dove sono stati modificati tutti i nomi dei personaggi dagli originali giapponesi, dando loro dei nomi inglesi. La storia è rimasta la stessa, ma comunque può dar fastidio ai puristi.
Conclusioni
“Trauma Center: Second Opinion” è fondamentalmente un remake, ma per via del suo essere stato rifatto da zero, vale quasi come un gioco completamente nuovo. Chi ha già giocato la versione DS può divertirsi lo stesso perché l’esperienza di gioco, anche per via dei nuovi comandi e delle parti di storia inedite, è completamente diversa. Chi invece non ha avuto la possibilità di provare l’originale, può iniziare ad appassionarsi alla serie “Trauma Center” partendo da questo, aiutato anche da una difficoltà più accessibile. In parole povere, è un bel gioco e vale la pena giocarci, specialmente se si apprezza il genere medical drama.